Sull'autobus

di
genere
etero

Piccola doverosa premessa. Questo racconto di fantasia prende vita da un episodio vero.
Un mio dolcissimo ed affezionato lettore mi ha scritto una mail raccontandomi che mentre leggeva un mio racconto su un autobus, si è eccitato. Ecco cosa sarebbe potuto succedere. La storia viene raccontata da lui.

Come ogni mattina aspetto l’autobus che mi porta al lavoro e come sta succedendo ultimamente, inganno l’attesa leggendo uno dei racconti che Giulia ha inviato questa notte al sito “racconti erotici”.
Inizio a leggere la nona puntata di “affari di famiglia”, dove Giulia sta raccontando della storia d’amore con suo fratello. L’autobus arriva. E’ già abbastanza pieno ed io rimango in piedi sul fondo. Continuo a leggere assorto e rapito. Giulia descrive un rapporto improvviso con sua cugina. E’ molto eccitante e coinvolgente. Talmente tanto che non mi rendo conto che vicino a me una bella donna sui 35 anni sta sbirciando il mio tablet.
Sposto gli occhi su di lei. Vedo che sta leggendo e quando si accorge che la guardo, distoglie lo sguardo e arrossisce. Mi giro appena in modo che non possa più leggere. Arriviamo alla fermata successiva e sale altra gente. Siamo sempre più pigiati e davanti a me la signora mi da la schiena. Continuo a leggere e non posso fare a meno di eccitarmi. Sento che sotto i pantaloni il mio cazzo cresce sempre di più.
Quando sto per arrivare alla fine del racconto, dopo un’altra fermata in cui salgono altri passeggeri, mi trovo il culo della signora appiccicato al mio bacino. Lei gira appena la testa e mi guarda passandosi la lingua sulle labbra. Solo allora mi rendo conto che il mio cazzo turgido sfrega contro il suo culo e lei fa di tutto per farsi sfregare. Sorrido e gli strizzo l’occhio. Lei si gira verso di me e spinge il suo bacino verso il mio cazzo. Posso guardare nella scollatura della sua camicetta dove si intravedono due tette bellissime.
Faccio in modo che ora anche lei possa leggere il racconto di Giulia mentre con una mano le tocco il culo. Lei si fa palpeggiare senza staccare gli occhi dal video.
Arrivo alla fermata in cui dovrei scendere ma lei mi dice “non scendere… seguimi”.
Il suo sguardo è talmente eccitante che mi fermo. Apro un secondo racconto che Giulia ha spedito ed iniziamo a leggere “E penso a te”. In questo parla di lei e di Luca. Mi sembra quasi di conoscerli dopo aver letto di loro in tanti racconti. Il mio cazzo è sempre più duro. Lei si porta verso l’uscita dell’autobus ed io la seguo. Cammina sinuosa sul marciapiede facendo ondeggiare il suo splendido culo. La gonna corta mette in risalto due belle cosce lunghe. Guardo lei, penso a Giulia e il mio cazzo è sempre in tiro. Dopo pochi minuti lei entra in un portone, sale le scale fino al primo piano ed apre una porta. Entro e mi trovo in un ufficio. Dopo aver chiuso la porta lei mi assale infilandomi la lingua in bocca palpeggiando il mio cazzo. Baciandoci furiosamente ci spogliamo a vicenda. Lei è bellissima, con un ciuffetto ordinato di peli sulla figa. La spingo sulla scrivania, le prendo le caviglie e le alzo e allargo le gambe. Davanti a me la sua figa rosa ed aperta, brilla del suo stesso umore.
Il mio cazzo, come attratto magneticamente da quella fessura pulsante, le si avvicina e viene risucchiato dentro. Con un colpo di reni la penetro per tutta la lunghezza del mio cazzo. Lei emette un gemito. Inizio il mio movimento lento dentro e fuori di lei. Si prende i seni tra le mani e se li strizza. Ad ogni affondo sussurra “Si…”
Aumento il ritmo e lei geme. Le spingo le ginocchia verso il suo petto. Lei aggancia le sue stesse gambe da dietro le ginocchia. Estraggo il cazzo completamente bagnato dei suo umori e lo punto sul suo culo. Spinge leggermente il bacino verso di me come per consentirmi l’ingesso. Spingo deciso e il suo culo si allarga per ricevermi. Riprendo il ritmo strofinandole il clitoride con le dita. Poco dopo un fiotto caldo e trasparente esce dalla sua figa inondandomi la pancia.
Il ritmo si è fatto selvaggio e sento che sta arrivando il mio momento.
Chiudo gli occhi prima di dare gli ultimi colpi. Lei intuisce e tirandosi indietro fa uscire il mio cazzo dal culo. Salta già dalla scrivania inginocchiandosi e prendendomelo in bocca. Bastano pochi colpi di lingua e vengo riversando nella sua bocca tutta la mia sborra. Lei succhia e ingoia senza fermarsi fino a quando la mia erezione perde un po’ di vigore.
Riprendiamo fiato. Ci rivestiamo e senza dire una sola parola esco da quell’ufficio. Chiudendo la porta mi accorgo che su di essa c’è una grossa targa con scritto “Studio Commercialista dottoressa Giulia xxxxxx”
Sorrido… allora in quel nome c’è un destino.
scritto il
2015-09-09
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