Una famiglia accogliente - Capitolo 1 - La porta socchiusa

di
genere
etero

“Abbassa la voce, altrimenti tua mamma ci scopre”.

Lorena si abbassò su di me, e continuando a muovere i suoi fianchi, mi strappò un bacio, dicendo: “Si, scusa...”.
Gemeva strozzandosi le parole in gola. Le mie mani le stringevano i seni sodi che saltavano su e giù al ritmo di quella danza erotica. Ero steso sul suo letto, nella sua stanza, a casa sua.

Aveva il mio sesso dentro di se, e si muoveva fiera, stringendolo tra le sue gambe.
Buttava il viso all'indietro, gemendo stringendosi i denti. Le accarezzai il petto, poi il collo, stringendo la mia mano. La tirai giù, e ci baciammo voracemente.
Le misi le mani sulla schiena. Lorena appoggiò il suo viso sul cuscino. Cominciai a muovere il mio bacino su e giù, facendo scivolare il mio sesso dentro di lei. I suoi capelli castani accanto a me, emanavano un odore speziato. Si girò verso di me, le diedi un bacio.
Diedi degli schiaffetti sul sedere, mentre spingevo con tutta la forza che avevo.
“Sto per venire – ansimava – non fermarti, spingilo dentro”.
“Ti piace quando te lo sbatto forte, vero?” le sussurrai in un orecchio.
Lorena si girò verso il cuscino, e dopo qualche colpo, ansimò forte, smorzando il suo urlo tra le pieghe del guanciale.
Dopo qualche secondo alzò lo sguardo, e mi diede un bacio. Si alzò lasciando uscire il mio sesso ancora duro.

“Adesso però, non vorrai lasciare a metà un lavoro iniziato?” le dissi alzandomi accanto al letto.
Lorena rise piano, e disse: “Non potrei mai, lo sai”.
Si girò verso di me. Lei era seduta, io in piedi di fronte a lei. Poggiò le sue mani sui miei fianchi, cominciado ad accarezzarmi l'addome, le gambe. Lentamente si abbassò sul mio pene. Diede un bacio, poi un altro, poi un altro ancora, con un po' di lingua. Dopo qualche secondo, lentamente il mio sesso sparì nella sua bocca.
Comincio a muoversi piano, come piaceva a me. Le accarezzai il viso, le presi i capelli. L'accompagnavo in quel suo movimento lento.
Lo prese tra le mani, e cominciò a masturbarmi.
“Quando ci rivediamo?” mi chiese alzando lo sguardo.
Aprii gli occchi, e guardandola dissi: “Appena saremo entrambi liberi dai nostri impegni, spero il prima possibile”.
Lorena annuì, e tornò a prendere in bocca il mio sesso.
“Sai, qualche volta potremmo andare al cinema, o a teatro – le dissi - però, poi, quando vedo il tuo culo, mi viene solo voglia di sbatterti da qualche parte e fare l'amore con te”.
Alzò lo sguardo, mi sorrise, e disse: “Vuoi venire in bocca?”.
Feci di si con la testa. Cominciò ad aumentare il ritmo delle sue mani, mentre la punta del mio pene era sempre avvolta dalla sua lingua calda.

Ero vicinissimo all'orgasmo, quando ebbi una strana sensazione.
Mi girai verso la porta, che doveva essere chiusa. Sembrava socchiusa, ma forse era la mia immaginazione. Mentre Lorena continuava a prenderlo in bocca voracemente, guardai meglio dietro la porta vetrata.
Sembrava esserci un ombra.
Lorena stava dando i suoi ultimi colpi, quando, dietro la porta che sembrava essere davvero leggerissimamente aperta, sembrai riconoscere Sonia, la mamma di Lorena.
Ero sul punto di muovermi e andare a vedere, quando sentii il piacere incanalarsi dentro il mio sesso ed esplodere. Lorena lo stringeva tra le sue labbra, e io, nella foga del momento, chiusi gli occhi nel nirvana di quella sensazione. Li riaprii dopo qualche secondo, col respiro grosso.
Mi girai subito verso la porta. Non c'era nessuna ombra. La porta sembrava chiusa.
Lorena lasciò il mio sesso. Mi avvicinai. La porta era chiusa così come doveva essere.
“Che c'è?” chiese Lorena.
“No, niente … mi era sembrato che la porta fosse aperta, tutto qui”.
Si alzò, e si diede una pulita con un fazzoletto poggiato sul comodino di fianco al letto. Si versò un bicchiere d'acqua, e buttò giù.
Risi: “Qualche giorno capiterà che tua mamma ci scoprirà per via del fatto che non riesci a tenere bassa la voce mentre facciamo l'amore”. Le dissi porgendole gli slip e dandole un bacio sulla fronte.
Lorena si cominciò a rivestire. Io feci lo stesso.

L'avevo conosciuta qualche mese. Di 5 anni più piccola di me, aveva appena compiuto 20 anni quando cominciammo a frequentarci. Mi aveva subito colpito la sua intelligenza e la sua maturità, e il fatto che a 20 anni sapesse già cosa fare della vita.
Purtroppo, tra il mio lavoro e i suoi studi, il tempo da passare insieme era poco, lo passavamo per la maggior parte del tempo da soli. Forse questo l'aveva ancora di più fatta legare a me. Il nostro stesso rapporto, è molto maturo: non so se eravamo innamorati davvero. Amavo passare il tempo con lei, lei lo stesso con me. Amavamo fare l'amore, lo facevamo appena potevamo. Non c'erano tradimenti, ma non perchè ci sentissimo legati a doppio filo come due fidanzati.
Stavamo bene insieme, e non ci interessava altro.

Fisicamente, Lorena era davvero il mio tipo. Alta poco più di 1,70m, aveva dei capelli castani e lisci che le arrivavano alle spalle. Grandi occhi scuri, aveva due bellissime gambe, un seno normale, nulla di eccezionale, ma un sedere favoloso. Credo il più bel sedere che avessi mai visto.

Rivestiti, uscimmo dalla stanza. Nessuna traccia della mamma di Lorena. Avevo davvero immaginato tutto.
Lorena mi accompagnò fino alla porta. Passammo accanto alla cucina. La signora Sonia sembrava essere impegnata in cucina.
“Salutami tua mamma appena si libera”.
Lorena annuì. Ci scambiammo un bacio sulla porta.
“Vieni presto, che ho già di nuovo voglia” mi disse stringedosi le labbra.
Sorrisi, e mi infilai nell'ascensore



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scritto il
2010-11-06
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