Il piacere dell'attimo fuggente

di
genere
etero

Questa sera abbiamo degli impegni, io, la mia migliore amica, Angela, ed il mio ragazzo. Ci capita spesso di uscire insieme, non ci ha mai creato problemi. Loro sono le persone a me più vicine, c'è un rapporto meraviglioso tra noi, tanto che nessuno dei due si sente un peso per l'altro, quando sono entrambi con me. Questa sera dobbiamo sistemare dei regali di Natale per amiche ed amici, tra bigliettini, buste e scatoline. A casa di Angela, io e lei ci spostiamo continuamente per prendere ciò che ci occorre, tra una stanza e l'altra; lui è l'unico a non far nulla: resta seduto sul divano-letto. Noi facciamo tutto il lavoro.

Mmm... No, forse fa qualcosa: ogni qualvolta rimango solo io nella stanza ed Angela si allontana per pochi secondi, mi stuzzica tra le gambe, toccandomi velocemente o scivolando con le dita proprio nell'area inguinale. Angela fortunatamente non se ne accorge, ma in me sorge una doppia sensazione: mi piace, ma mi fa anche rabbia, dato che siamo al lavoro per i regali e non possiamo distrarci. Ogni volta che lo fa, fa anche quel sorriso furbetto e sornione che mi fa impazzire, mi fa venire voglia di fare l'amore. Mi osserva sempre, me ne accorgo con la coda dell'occhio, quasi ad indicare di andarcene e goderci del buon sesso, invece di perdere tempo lì. Non mi convince ancora, dobbiamo terminare il lavoro e, anzi, dovrebbe dare una mano anche lui, invece di stare lì a fare battute erotiche scherzose sulla base di parole dette da me o da Angela. Improvvisamente Angela riceve una chiamata dalla madre, che abita proprio accanto a casa sua; l'impegno è urgente, ma breve, forse dovrà allontanarsi per una decina di minuti. Mi chiede se preferisco andare con lei o restare a casa e con titubanza le dico che resto, così che al suo ritorno trovi il lavoro quasi terminato. Ci saluta e ci promette di tornare subito.

Vorrei riprendere a lavorare, ma succede qualcosa che mi aspettavo e che, in fondo, speravo: lui mi raggiunge alle spalle, solleva la maglietta e massaggia schiena, spalle e fianchi. Poi prova a sbottonare i pantaloni. "Ma sei impazzito? E se tornasse all'improvviso? Non possiamo assolutamente rischiare!". Non mi ascolta minimamente, anche perché sa che sto mentendo. Mi prende di peso e mi porta in bagno; mi toglie i jeans e gli slip già umidi, e lui fa lo stesso con pantaloni e boxer. Il suo pene è già eretto e duro, quindi gli faccio delle morbide carezze con le mani, per poi passare a leccarlo come piace a lui, dal fondo alla cima. La voglia aumenta, così come l'ansia di essere scoperti da Angela. Lui ansima, gode dei miei movimenti con la lingua e le labbra, tanto da farmi sollevare e massaggiarmi il clitoride... Mi fa impazzire, lo sa. Mi piace il suo massaggio, mi piace come sa leccarmi e mordicchiarmi al punto giusto, mi piacciono le sue dita dentro la mia fighetta, sempre più umida. Comincio a leccare le sue dita bagnate di me, mentre muovo le mani su e giù lungo il suo pene... Il tempo vola, ormai siamo da troppi minuti qui, ma nonostante ciò vogliamo continuare. Vogliamo rischiare. Mi gira di spalle rispetto a lui, mi fa piegare a 90 e comincia a penetrarmi la figa con la forza che basta per farmi godere come una matta, fino a raggiungere un meraviglioso orgasmo... Mi fa girare e mi fa continuare a leccarlo, andando sempre più in profondità in bocca. Gli piace, sento pulsazioni continue e gemiti di piacere. Poi finalmente giunge all'orgasmo, lasciandomi godere del suo seme fino all'ultima goccia... Siamo entrambi felici e soddisfatti, ma ora bisogna fare tutto di corsa: un risciacquo veloce, una rapida vestizione, un lesto controllo della stanza, così da essere certi di non aver lasciato i segni delle nostre azioni ed una corsa in camera.

Proprio quando stiamo per aprire la porta della stanza in cui stavamo lavorando ai regali, il chiavistello fa rumore: Angela è a casa! Lui prende immediatamente posto sul divano-letto ed io corro alla scrivania, un po' affannata. Angela mi chiede se va tutto bene, la rassicuro e le spiego che lui aveva fatto delle battute e avevo riso un po' di più, tanto da farmi quasi mancare il fiato. Conoscendolo, mi crede e non domanda altro. Lui intanto se la ride, perché la scena è comica e tragica allo stesso tempo per noi, con una sostanziale differenza tra me e lui: io non so nascondere bene come lui il mio imbarazzo! Mentre chiudiamo l'ultimo pacchetto, lo osservo con uno sguardo soddisfatto e malizioso, per ringraziarlo del piacere che mi ha fatto provare, maggiorato forse proprio da quell'agitazione, quella situazione in cui ci si deve godere l'attimo fuggente, perché questa sera il tempo a disposizione per godersi quelle coccole e quella meravigliosa penetrazione era stato davvero poco...

Shikky
scritto il
2016-11-19
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