Una collega disperata - sveltina in treno

di
genere
etero

Solita missione di lavoro con Marinella, la mia collega d’ufficio follemente innamorata di me. Se leggete gli altri racconti con lei protagonista, vi renderete conto di cosa voglia dire la sua “devozione” verso di me, che oltre ad essere un suo collega sono anche il suo superiore diretto.
Siamo in treno, andiamo verso Venezia per una consulenza in una filiale. Passata Pavia, mi viene una gran voglia di scopare, ho il pacco dei pantaloni gonfio, con Marinella parliamo e ridiamo del più e del meno, è proprio un po’ scema come donna. Trovo che sia leggermente ingrassata al ritorno dalle ferie estive, ma è meravigliosamente abbronzata e solare e i suoi capelli castano-biondi le donano ancora più luce, con la pelle più bronzea.
Le inizio a mettere la mano sulla coscia, lei ride e si schernisce, come al solito ma poi mi lascia fare, come al solito…la mano entra nella gonna, all’interno coscia, sento avvicinarsi il calore della fica, lei sorride imbarazzata e cerca di togliermela ma non è convinta, come al solito. La tolgo, le chiedo se in vacanza si sia divertita, se abbia trovato un uomo con il quale scopare, lei arrossisce, farfuglia qualcosa…ma so che è troppo sfigata e imbranata per trovare uomini che la scopino a 42 anni suonati, tranne qualche sfigato come lei, anche a Potenza sua città natale.
Le sfioro per gioco i suoi piccoli seni, da sotto il vestito sento che si irrigidiscono, lei sorride e cerca di allontanarmi, ma sono troppo eccitato…la voglio, insisto con la mano sotto la gonna, raggiungo a forza la figa mentre guido, le mutandine sono umide…la troia è eccitata!
Le dico con voce perentoria “Mary, ho voglia di te…non vedevo l’ora che tornassi dalle ferie…ti desidero, ti prego scopiamo adesso…” lei mi guarda sconvolta, come se fosse la prima volta che gli dico queste cose, sorride imbarazzata “ma che cazzo dici Andrea, dobbiamo lavorare…non voglio…lo sai…non possiamo….” Sempre le solite scuse da verginella rimbambita, ma sono anni che me la scopo senza pietà e ancora mi dice queste cose!
Il vagone di prima classe è quasi deserto, il controllore è già passato, la toilette è proprio dietro la nostra fila. La prendo per un braccio e la tiro fuori dai sedili, lei reclama qualcosa, ma la tiro a forza nel corridoio, apro la toilette e la spingo dentro chiudendoci dentro insieme. Marinella è convinta che io la ami, che prima o poi possa divorziare per sposare lei, è proprio scema…le dico due paroline dolci e la convinco a fare qualsiasi cosa, anche sessualmente parlando. Le sussurro nell’orecchio quanto la ami, quanto la desideri, che mi piace da morire…la faccio mettere seduta sul wc, lei mi guarda impietrita, mi slaccio i pantaloni e dalle mutande tiro fuori il mio poderoso cazzo, bello in tiro, le afferro i capelli e la tiro contro la verga, che lei timidamente inghiotte nella sua larga bocca da terrona. Il cazzo entra a metà, Marinella comincia a succhiarmelo con la sua solita timidezza da imbranata, ma è proprio questo che mi eccita! Ogni tanto mi guarda con i suoi occhioni celesti normanni, da bambina timida, nonostante i 42 anni…e vedere l mio pisellone che entra e esce dalla sua bocca mi eccita da morire…mi prende il cazzo in mano, con le sue unghie curatissime e smaltate di rosso e mi masturba lentamente…ormai sa come farmi impazzire, la vacca.
Mi spompina per un bel po’, è diventata brava, le faccio leccare la cappella come un bel gelato, e poi le palle, e ritornare a succhiarmelo…vorrei eiacularle in bocca, ma ho voglia di scoparla. La alzo, nella stretta toilette la faccio appoggiare al lavabo, le sfilo le mutandine da sotto il vestito, la masturbo un po’ con due dita nella fica e la sento eccitarsi e bagnarsi a dismisura. Ha voglia anche la vacca…. Le alzo il vestito appena sopra le chiappe, il suo culone è ancora più grosso, bello sodo, morbido, provo a penetrarla nel culo con il dito medio bagnato di saliva, ma Marinella non gradisce e muguna…le pianto la cappella sulla figa, e con un colpo secco di bacino la penetro dal basso verso l’alto… lei sospira, spingo ancora, arrivo ai coglioni…sono tutto dentro di lei. Una vampata di piacere mi travolge, lei sospira ancora, mi muovo lentamente per godermi questa scopata improvvisata, il rollio del treno ci dondola entrambi, l’intimità della piccola toilette rende tutto più eccitante…il cazzo dentro la sua figa stretta ci ancora l’uno all’altro…sento il cazzo pulsare e avvolto dai suoi bollenti umori…le pareti della vagina vibrare…la scopo di brutto, con violenti colpi uno dopo l’altro, Marinella cerca di ancorarsi a qualcosa, io la tengo ferma per i fianchi…la possiedo voracemente, questa zoccola rimbambita di collega! Ogni tanto si gira, mi cerca con lo sguardo romantico, la bacio in bocca voglioso ma poi riprendo a scoparla come un cane rabbioso…la cagna gode e sospira. Credo che abbia già avuto un paio di orgasmi, le infilo le mani davanti sotto il vestito e raggiungo le sue piccole tette, i capezzoli sono durissimi, le strizzo di piacere…lei geme. La scopo ancora e ancora, aiutato dai sobbalzi del treno, esco dalla sua fica e ci rientro con potenza e violenza, la mia cappella le devasta la vagina…mi alzo la cravatta e la camicia per non bagnargli con i suoi umori, Marinella è una fontana. Mentre la scopo, ne approfitto per bagnarmi il pollice e glielo infilo lentamente nel grosso culo, lentamente, senza pietà, lei quasi non se ne accorge e solo quando è dentro si gira e sussurra “…bastardo…mi fai male..mmmmmm…sei uno stronzo…il culo no…” ma ormai è dentro e lo muovo in circolo e avanti e dietro, amplificandogli il piacere. Sto godendo, mi avvicino al suo orecchio e le mormoro “dimmi che prendi ancora la pillola, ti prego, voglio sborrarti dentro…” e lei, paonazza dal piacere, risponde con un filo di voce “oddio, dentro nooo…si, prendo ancora la pillola, oddio non mi venire dentro dai…oddio…siiiii” è indecisa come al solito la vacca…
Appena finisce la frase, accelero i colpi, dentro e fuori dentro e fuori con il cazzo velocemente, sono impazzito di piacere, finchè non sento una scarica che mi pervade e assesto un ultimo colpo a Marinella e mi fermo, vibro di orgasmo, sento una scarica lunghissima di sperma invadergli la fica, mugugno qualcosa “sborro Mary sborroooo…vengoooo, vengoooo dentro….” Lei è avvampata, trema, mi risponde “siiiiii tesoro, vieni vienivieni Andrea, vienimi dentrooooo amore mio…..”. La tiro per i capelli, le stringo la tetta in mano, sono tutto un fremito…le assesto gli ultimi colpi in figa quanti sono gli spasmi della schizzata…mi attacco al suo culone, siamo un unico corpo eccitato e travolto dai rispettivi orgasmi. Gli ultimi colpi dentro una passerino fradicia e pulsante, poi sfilo il cazzo che gronda di sperma e umori vaginali…la faccio rimettere seduta sul water e mi faccio prendere in bocca il pisello per un ultimo pompino ripulente. Marinella lo succhia e lo pulisce a dovere, come sa fare lei, poi mi giro e me lo sciacquo sotto il getto di acqua fresca, lo rimetto nelle mutande e mi sistemo. Guardo Marinella e le mormoro “brava la mia puttanella, anche stavolta sei stata perfetta, bella scopata…ora sistemati e torniamo al posto, magari prima di Venezia ti do un’altra ripassata”. Me ne vado, dandogli un piccolo e innocente bacetto sulle labbra, lasciandola seduta sul cesso, con la bocca impastata di sborra, il vestito stravolto e le mutandine sul pavimento del wc. Una scena da urlo…
scritto il
2018-08-08
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