La tua Morena

di
genere
etero

Il mio essere insolente e indisciplinata ha superato ogni limite
“La pazienza del mio padrone ormai è esaurita” penso.
Stiamo entrando nella nostra stanza e ho già la tua mano che mi stringe i capelli. Entro per prima. Tu mi segui e stai zitto. Non merito le tue parole, questo lo so già.
Arrivati a metà della stanza, mi blocchi, devo rimanere ferma, senza muovermi, l'unica concessione è il respiro. Non mi parli ancora, nonostante i minuti passino e la mia tensione salga... non so cosa accadrà e la mia fica invece sembra già saperlo.
È lei che mi manda segnali, unica apparente amica in quello spazio.
Sono lì che mi chiedo quale sarà la punizione proprio nel momento in cui tu arrivi con una corda, una lunga corda di quelle da lavoro.
Vedi saettare i miei occhi verso di essa e rimani impassibile. Sto morendo dalla voglia di ascoltare la tua voce... anche solo per un secondo, ma questa volta ho esagerato.
Il rossore del mio viso tradisce le mie emozioni.
Vedi che mi sto mordicchiando il labbro inferiore... Sto raggiungendo finalmente la tua attenzione.
Fai settare un lembo della corda sul mio culo. Lo schiocco viene attutito dai vestiti, ma assorbito dalla mia anima. Stringo le gambe per serrare vicine le labbra desiderose di te.
La mia lingua inumidisce la bocca.
Sono in un bellissimo inferno che alimenta il tuo regno nel non farmi capire i tuoi passi...
Dietro di me, lanci parte della corda su una trave del soffitto e una volta ricaduta, finalmente mi parli.
"La mia puttana adesso imparerà il rispetto. Spogliati nuda e alza le braccia"
"Si padrone"
Eseguo, con movimenti lenti ma decisi getto via ogni vestito.
Il mio corpo, ancora una volta rivela la mia voglia... I capezzoli sono dritti come fusi e il mio sesso è pronto, bagnato e aperto come già sapevi.
Alzo le braccia e tu le prendi. Le leghi con la corda e mi lasci nuda così.
Sono in estasi più totale. Non esiste dominazione senza il desiderio più totale del dominato.
Lì, in piedi braccia in alto legate. Nuda. Cominci a passarmi accanto. Ti spogli.
Sei così vicino che la punta del tuo cazzo sfiora la mia pelle. Ad ogni contatto gemo. Ad ogni gemito, la tua mano schiaffeggia la mia pelle. E più mi vedi che sto godendo, più inasprisci le punizioni.
Mi pizzichi la pelle, i capezzoli. Il clitoride ha un trattamento tutto suo: ti inginocchi e dopo averlo leccato gli concedi un morso lieve ma che mi provoca una scarica di brividi che si irradia dai miei piedi fino alla corda.
Dalla terra, dal mio inferno punto al paradiso.
"Troia, lo vedi? Tu sei mia e ora lo capirai"
Sei dietro di me e mi prendi improvvisamente. Grido di sorpresa e piacere. Come la punta del tuo cazzo entra, vengo scossa da un orgasmo forte, totale.
Questa volta vieni anche tu, subito. Sulla mia pelle che, dici essere la tela che davvero hai sempre cercato.
scritto il
2018-09-17
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