I tormenti di nonna Marta (Parte dodicesima)
di
Marco Sala
genere
incesti
Sorpresa dall’aver sentito la voce del marito, mia figlia Agnese zompò fuori dal mio letto alla ricerca dei suoi vestiti, allora gli sussurrai: “Non muoverti, vado io a vedere cosa vuole.” Mia figlia, ancora scossa dal trattamento che le avevo praticato, in silenzio annuì. Mi misi un poco in ordine, mi riaggiustai i capelli de andai incontro a mio genero. Curiosamente Giacomo mi da del “tu” e mi chiama mamma quando è in una situazione di eccitazione sessuale, mentre solitamente mi da del “lei” chiamandomi signora Marta quindi, dal suo saluto capii che, tornando da casa dei vicini, doveva essere piuttosto arrapato. Appena mi vide, confermando i miei sospetti subito mi disse: “Ahh.. mamma, sei qui.” “Che succede piccolo mio?” Gli risposi entrando subito nel personaggio. “Rocco e Rosa, i vicini, sono stati fantastici.” Mi disse lasciando trasparire la voglia di raccontarmi qualcosa. “Su, dai, racconta tutto alla mamma.” I suoi occhi iniziarono a brillare di eccitazione smanioso di raccontarmi tutta la storia. “Allora, dopo averli aiutati a gettare il cemento nel cortiletto, entrambi mi hanno ringraziato calorosamente. Rosa poi mi ha invitato a bere un tè con loro. Nonostante non ami molto questo infuso, ho accettato per cortesia. Più che un tè era un infuso di erbe, molto profumato, e con un gusto fruttato che lasciava alla fine un gradevole sapore amarognolo, un sapore che non avevo mai sentito. Mentre sorbivamo la bevanda, Rocco e Rosa mi fissavano insistentemente. Non ero imbarazzato ad essere l’oggetto dei lo sguardi, vedevo molta benevolenza nei miei confronti. Non so cosa contenesse quell’infuso ma mi prese una sorta di ubriachezza, mi sentivo leggero come una nuvola ed uno strano calore crebbe in me fino ad arrossarmi le gote. Con il crescere del calore sentivo anche aumentare il mio desiderio sessuale tanto che mi venne subito l’uccello duro senza una reale ragione. Subito pensai di scappare via e di raggiungerti per fare l’amore con te, ma Rosa non me ne lasciò il tempo. Mi prese per una mano, mi fece alzare dal tavolo e mi abbracciò e subito Rocco si unì subito a noi. Lui era dietro di me e, abbracciandoci entrambi, mi si appoggiò dietro. Incredibilmente non mi disturbò essere abbracciato in quel modo da un uomo. I nostri corpi si sfregavano l’uno contro l’altro ed io, terribilmente eccitato, facevo sentire la mia “dura” eccitazione a Rosa. Dopo qualche minuto di questo abbraccio lascivo, Rocco si allontanò, allora Rosa iniziò a spogliarmi molto dolcemente e lentamente quindi, prendendomi per mano mi condusse in bagno. Rocco era già sotto la doccia e, molto lentamente, stava insaponando il suo corpo. Era una doccia molto grande, con ampie vetrate trasparenti. Su invito di Rosa raggiunsi Rocco nella doccia. Quello che non avevo notato durante la giornata è che Rocco era completamente depilato, non un solo pelo ne sul petto, ne sulle gambe, ne sulle braccia e sul pube. Di fronte al mio sguardo incuriosito, sorridendo mi allungò la mano invitandomi ad avvicinarmi, mentre Rosa si stava spogliando a sua volta. Appena entrato in doccia Rocco cominciò ad insaponare il mio corpo lentamente così come prima stava facendo con il suo. Subito ci raggiunse Rosa, anche lei totalmente depilata. Io, sempre eccitato, lasciai che mi insaponasse completamente dalla testa ai piedi. Non insistette particolarmente sul mio sesso ormai duro e rigido, e sembrava che nessuno di loro due fosse sorpreso dalla mia eccitazione. Rosa, successivamente, mentre mi massaggiava con un guanto di crine mi sussurrò all’orecchio: “Perché non ti depili? Non è molto bello vedere un uomo peloso.” “Non lo so..” Risposi balbettando. “Vuoi fare come noi e depilarti completamente?” Perché risposi di “si” non lo so, allora mi aiutarono ad asciugarmi e, fattomi indossare un accappatoio, mi accompagnarono in una camera adiacente. Entrato in quella stanza non potei non notare l’atmosfera che regnava. Un ambiente orientale, stile giapponese, dei tatami stesi sul pavimento, un tavolino basso al centro ed un tappeto gommato spesso, più meno come quelli che si usano nelle palestre. Dopo avermi tolto l’accappatoio, Rosa mi invitò a sedermi sul tappeto. Il contatto con la pelle mi sorprese, era morbido e caldo come il velluto. Mentre Rosa si apprestava a preparare una crema depilatoria al miele, Rocco arrivò con altre cose quale un olio profumato ed una maschera da notte, come quella che danno sugli aerei per dormire. Mi misero la maschera sugli occhi e mi fecero sdraiare sul tappeto. Ero completamente rilassato in attesa di ciò che mi avrebbero fatto dopo. Uno stereo iniziò a diffondere una musica molto dolce, con assonanze orientali, molto Zen. Io mi sentivo a mio agio, come chiuso in un bozzolo. Quindi iniziò la depilazione. Sentii il mio corpo cosparso poco alla volta da una sostanza tiepida, a volte erano le gambe, a volte il petto, a volte le braccia e a volte la schiena, finché tutti i mie peli non furono rimossi del tutto, senza che io soffrissi più di tanto. Non sapevo chi stava lavorando sul mio corpo, probabilmente entrambi. Mi offrirono un’altra tazza di infuso che bevvi sempre bendato, quindi iniziarono a massaggiarmi con l’olio profumato. Cullato dalla musica e dal profumo penetrante dell’olio, mi abbandonai alla delicatezza delle loro mani. Quattro mani correvano avanti e indietro sulla mia pelle con estrema maestria tanto che, la mia erezione prima sopita, gradualmente tornò a presentarsi. Con i loro massaggi e carezze, sentivo che sempre più spesso toccavano il mio sesso. Io mi muovevo in modo da apprezzare meglio le loro carezze, soprattutto quando le poro mani sfioravano il solco dei miei glutei. Sentivo il mio uccello sfiorato da diverse mani, ma sempre in modo molto piacevole. Poi un dito, dopo molti sfioramenti goduriosi, penetrò il mio buchino. La cosa non mi provocò nessun dolore o sorpresa, anzi probabilmente stavo aspettando con impazienza questa visita intima. Subito dopo sentii una bocca ingoiare la mia cappella. Il dito che precedentemente mi aveva penetrato fu sostituito da uno più grande, probabilmente il dito di un uomo. Ancora una volta fu delizioso essere violati in quel modo, mentre il mio cazzo passava da bocca in bocca. Rocco, mentre mi penetrava con il dito, me lo succhiava, mentre Rosa preferiva leccarmi la cappella e tutta l’asta. Anche se bendato riuscivo a capire chi faceva cosa. Rosa amava massaggiarmi con i suoi seni. Sentivo i suo capezzoli duri correre dal petto alle gambe e a volte li sentivo che li sfregava contro il glande. Quando il mio orgasmo stava per arrivare, Rosa prese in bocca tutta la mia cappella e si lasciò inondare la bocca dal mio succo gustandolo fino all’ultima goccia.” Lascia che mio genero prendesse fiato poi gli chiesi: “Ma se era così bello perché sei tornato?” “Perché nell’eiaculazione ho chiamato il tuo nome. Così quando Rocco mi ha tolto la maschera mi ha detto di chiederti se tu volessi unirti a noi.” “Ci penserò, intanto cambiati, non puoi tornare con questi vestiti da cantiere tutti sporchi.” “Va bene mamma, allora ci verrai?” Mentre Giacomo si stava allontanando meditavo sulla sua proposta. La cosa era molto allettante ma non mi andava di farmi depilare da loro, poi forse, in quel momento, preferivo stare con mia figlia. Mentre ci pensavo Agnese uscì dalla mia camera. Una volta rivestita non si poteva immaginare che avesse la schiena segnata da tutti i mie colpi di cintura, solo io notai delle smorfia quando il tessuto le sfregava sulla schiena. Incrociando suo marito Agnese gli disse: “Quando tornerai a casa, chiederò a Melania, che come tu sai è la donna della mia vita, di venire qui, così te la presenterò. Sono sicura che ne sarà felice.” “Se vuoi.. fai come ti pare, ma tua mamma adesso mi può accompagnare dai nostri vicini?” “No, la mamma resterà con noi, tra donne.” Mia figlia decise per me! Lungi dal dispiacermi per la sua decisione, anzi ne ero felice. Qualche minuto più tardi Giacomo, tornando dalla camera vestito in modo più elegante, non osò interrompere il bacio che ci stavamo scambiando io e mia figlia, noi, accorgendoci della sua presenza, senza nessun turbamento, lo invitammo a raggiungere i nostri vicini per trascorrere i momenti piacevoli che tanto bramava. Salutandoci, ci lasciò sorridendo immaginando e pregustando ciò che l’avrebbe atteso. Ero felice per come le cose stavano andando tra mia figlia e suo marito, ognuno stava accettando le scelte dell’altro, in questo modo la loro separazione sarebbe stata senza traumi per nessuno. Dopo che suo marito ci ebbe lasciato, Agnese iniziò a guardarmi con quell’aria timida di quando era bambina che lasciava capire che avesse qualcosa da esternare, allora la esortai: “Qualcosa non va? Mi vuoi dire qualcosa?” “Mamma, ti dispiacerebbe se Melania si unisse a noi?” “Niente affatto, mi piace molto la tua piccola rossa.” “Sai, mi piace molto e sono innamorata di questa ragazza, non vorrei che ci fossero delle incomprensioni.” “Incomprensioni? In che senso?” “Non vorrei che tu me la rubassi.” “Ahahah.. Rubartela io? Una vecchia come me..” “Mamma, non negarlo, tu sei così brillante e piena di charme che tutti sono attratti da te. Io mai avrei immaginato di baciare e limonare con mia madre o che mio marito facesse l’amore con lei.” “Tuo marito ora è felice, e tu lo sarai presto con Melania. Ma dimmi, lei è brava nel fare l’amore?” “In modo superbo, sa essere molto dolce ma allo stesso tempo energica e autoritaria.” “Ma non ti manca il cazzo?” “A volte mi piacerebbe che lei avesse un bel cazzone e che mi prendesse come un uomo, magari indossando uno strap-on. In confidenza ho già navigato su internet e ho scoperto che c’è uno sexy shop proprio vicino alla casa di Melania. Sai, io però non oso entrare sola in questi luoghi e Melania non mi ha ancora espresso il desiderio di usare questi giochi.” “Ho un’idea, allora ci andremo tutte e tre. Chiama Melania e digli di raggiungerci nei pressi del sexy shop.” “Mamma, come dicevo sei fantastica! È un’idea geniale. La chiamo subito.” L’incontro con la bella rossa e giovane Melania fu molto caloroso. Ci comportammo come vecchi amici, anche se l’avevo conosciuta sull’aereo qualche giorno prima ed ero stata in sua compagnia solo qualche ora. Mia figlia e lei formavano veramente una coppia adorabile, ero felice per lei. Vedere tre generazioni di donne entrare insieme nel sexy shop lasciò stupiti i presenti, ma dopo il primo momento di curiosità ognuno ritornò ai propri affari. Tutte e tre insieme ci divertimmo a guardare e commentare i “giocattoli” esposti, per fermarci poi nel reparto dedicato ai dildo e ai peni artificiali. Ce n’erano di tutte le misure, persino un mostruoso lungo almeno 50 cm. Ridacchiando tutte e tre e facemmo commenti irripetibile, poi alla fine decidemmo finalmente di comprarne qualcuno. Vista la confidenza fattami da Agnese poco prima, suggerii di indirizzarci verso quelli attrezzati con delle cinghie atte a legarseli al pube, magari vibranti, ma in che materiale? Insomma un sacco di domande pratiche che avevano bisogno di un consiglio. Una gentile commessa ci venne in soccorso. Subito si rivolse a me chiedendomi quale potrebbe essere la mia preferenza. Gli risposi che non ero io l’interessata, anche perché dovendo prendere l’aereo tra qualche giorno, forse non era il caso che tale oggetto si vedesse sotto i raggi X all’imbarco, o peggio ancora nel caso mi avessero controllato il bagaglio. Correttamente lascia che ognuna delle due ragazze scegliessero il modello che avrebbe indossato l’altra per darle soddisfazione. Melania scelse un dildo di dimensioni contenuto, mentre la scelta di quella zoccola di mia figlia cadde su uno di dimensioni imponenti. Mentre ci avviavamo alla cassa notai un frustino tipo gatto a nove code, subito lo presi e lo aggiunsi agli acquisti delle ragazze. Dopo aver stampato lo scontrino, la commessa lo girò e dietro ci scarabocchiò qualcosa e me lo consegnò accompagnato da un sorriso esplicito, mia grande sorpresa fu quando, letto ciò che aveva scritto, vidi che era un numero di telefono, sicuramente il suo. Melania subito mi chiese il perché avessi comprato la frusta, la rassicurai dicendogli che presto avrebbe capito. Agnese alle mie parole divenne rossa come un peperone guardando la sua giovane amante, la quale sembrava aver capito al volo quale sarebbe stato il suo ruolo nelle loro relazioni future. Uscendo, ci dirigemmo direttamente verso l’appartamento della bella rossa, molto vicino al negozio. Melania, molto ospitale, ci offrì qualcosa da bere. Agnese, ancora con il bicchiere in mano, si avvicino alla sua donna e, dopo averla abbracciata vidi che le sussurrò qualcosa all’orecchio, a bassa voce, tanto che non riuscii a sentire cosa si dicessero, in seguito vidi che le mostrò le spalle ed i segni rossi lasciati dalla mia cintura, allora capii tutto. Melania rimase incredula e mi guardo stupita. Io, un po’ per provocazione, un po’ per gioco, estrassi dalla borsa la frusta appena acquistata e la sventolai in aria nella sua direzione. Le due donne scoppiarono a ridere divertite quindi si unirono a me con i loro bicchieri per un brindisi. Mentre festeggiavamo la nostra “reunion” iniziammo a spacchettare i giocattoli appena comprati. Agnese mi stupì per l’ennesima volta. Prese il dildo più grande e me lo porse, lo stesso fece per quello piccolo e lo porse a Melania e aggiunse: “Ho sempre avuto la fantasia di essere presa con una doppia penetrazione. Ora ho l’opportunità di farlo, soprattutto con le due donne che amo di più al mondo. Forza, prendetemi anche con violenza, il mio corpo è vostro.”
Ancora sorprese dalla richiesta di Agnese, decidemmo tutte e tre di trasferirci in camera da letto. Melania si spogliò per prima e, con una trasparente eccitazione, si infilò lo strap-on, io la imitai immediatamente. Agnese, dopo averci guardate come un condannato osserva i suoi carnefici, si spogliò a sua volta, offrendoci in sacrificio il suo corpo ancora segnato dai colpi della mia cintura. Vedendola, un po’ dispiacque averla colpita così forte ma, allo stesso tempo, avevo provato piacere nel farlo, forse sarebbe stato il caso di ripetere questa esperienza per verificare se questo istinto sadico rivelatosi in me, era veramente parte del mio carattere o meno. Ormai completamente sottomessa ai nostri voleri, mia figlia Agnese cominciò il gioco succhiandomi il seno come faceva da piccola, mentre la sua bella amante iniziò ad accarezzarle l’interno delle cosce prima di affondare la lingua nella sua fica già imbevuta di umori. Agnese iniziò a dimenarsi alle prime esperte leccate di Melania, ma non si staccò dal mio capezzolo. Vedendo quanto era esperta e soprattutto porca la giovane amante di mia figlia, compresi come aveva potuto sedurla e farla innamorare. Del resto capivo anche come Giacomo aveva anche lui bisogno di ritrovare se stesso, anche se la compagnia dei vicini la trovavo piuttosto bizzarra. Quando offrii il mio cazzo finto alla bocca di Agnese, questa si mise a succhiarlo con avidità tanto che mi sentii trasformata, con una strana metamorfosi, in un uomo. Mi sembrava addirittura di percepire le leccate che dava alla cappella di gomma. Improvvisamente Agnese smise di succhiare e, quasi istericamente, gridò: “Presto scopatemi, inculatemi, non ce la faccio più!” Prendendo lei stessa l’iniziativa, mi fece stendere sulla schiena con il cazzo all’aria e, saltandomi a cavalcioni, lo fece sparire velocemente nella su vagina. Melania, capendo l’impazienza e la voglia della sua compagna, lubrificò il buchino di Agnese con la saliva poi, puntato il suo dildo contro l’ano, la penetrò senza troppe cerimonie, allungandosi poi sul suo corpo in modo da stringendolo tra noi due come un panino imbottito. In quella posizione io davo dei colpi di reni come un uomo, mentre la bella rossa, con la sua più recondita parte di maschio, si attivò per far raggiungere il piacere alla sua amata. Entrambe avevamo capito che mai figlia aveva bisogno di questa violenza per liberarsi da tutti i demoni che la assediavano, non ci importava se poi si sarebbe scoperta masochista, volevamo solo una cosa, darle tutto il piacere che in quel momento desiderava. Agnese era entusiasta e felice di essere alla mercé delle due donne che più amava, tanto che il suo piacere aumentò quasi istantaneamente quando io e Melania cominciammo a martoriare il suo ventre con i colpi dei nostri cazzi. La povera vittima prima si chinò verso di me cercando le mie labbra, poi si rialzò, girando un poco la testa, facendo lo stesso con quelle di Melania e, nonostante si lamentasse e gemesse dal dolore, ci implorò di metterci ancora più violenza. Melania allora la prese per i capelli tirandole indietro la testa. Raddrizzando il busto, mia figlia offrì seni e capezzoli alla mia visione. Potevo accarezzarglieli e soprattutto torturarglieli, allora allungai le mani e strinsi i capezzoli tra le dita così forte che lei iniziò ad urlare, ma non di dolore, di intenso piacere e godimento. Dopo questi minuti di intensa attività amatoria rallentammo il ritmo per riprendere fiato ma Agnese, anziché disimpegnarsi da noi ci esortò a ricominciare ancora più forte. Tutte e tre madide di sudore e senza fiato per la fatica, ricominciammo questo gioco amoroso con ancora più ardore, se possibile. Non so come successe, ma nella frenesia del gioco, rotolammo sul letto e, senza mai uscire dai buchini di mia figlia, io mi ritrovai sopra di lei e Melania sotto, che comunque continuava a scoparle il culo con il cazzo finto. Agnese era sotto di me come solitamente una donna sta sotto all’uomo, in quel momento il suo sguardo sembrava implorarmi e chiedermi piacere, allora per soddisfarla iniziai un frenetico “va e vieni” dentro di lei. In quel momento mi sentivo veramente un maschio, cercai di riprodurre tutti i movimenti, il più fedelmente possibile, che vedevo e sentivo faceva il mio Davide quando mi scopava. Quel diavoletto di un nipotino mi aveva da poco fatto scoprire un mondo che mai avrei pensato potesse essere parte di me. Allo stesso modo Melania, aggrappata ai fianchi di Agnese, dava dei colpi secchi che le aprivano l’ano soprattutto quando mia figlia ci implorò di scoparla più intensamente sentendo arrivare l’ennesimo l’orgasmo . L’intensità del piacere fece vibrare il suo corpo come se fosse in preda ad un attacco epilettico. Uscimmo dai suo pertugi e tutte e tre ci distendemmo sul letto l’una al fianco dell’altra. Da parte mia mi sentivo molto provata dopo questo sforzo, ovvio per la mia età, e capisco finalmente perché gli uomini sono stanchi e spossati dopo un rapporto. In questo momento di ralax chiesi a mia figlia: “Allora Agnese, ti è piaciuto?” “Accidenti mamma, è stato fantastico anche se..” “Anche se.. cosa?” “Mamma, vorrei che tu e Melania vi baciaste.” Inizialmente pensavo che mi figlia non volesse che mi avvicinassi alla sua amante, ora mi chiedeva addirittura di baciarla. Non penso me lo chiese perché, dopo le sofferenze corporali, volesse infliggersi delle sofferenze anche al suo spirito, ma piuttosto per un desiderio di comunione completa tra di noi. La giovane rossa mi guardò con un sorriso complice. Entrambe avevamo simpatizzato durante il nostro incontro casuale in aereo, ci eravamo scambiate delle confidenze molto intime senza neanche conoscerci, capendo che qualcosa di forte e di imponderabile ci connetteva, per poi scoprire all’arrivo che, ciò che ci univa era mia figlia Agnese, la sua amante. Melania non ebbe alcuna difficoltà ad avvicinarsi al mio viso e, quando le sue labbra toccarono le mie, mi abbandonai totalmente al suo bacio. Sentii subito un vortice nel mio basso ventre tanto che comincia a bagnarmi abbondantemente dal piacere, non volli pensare ad altro così mi abbandonai a questo appassionato bacio. Dopo diversi secondi ritornai in me, ripresi il controllo dei miei sensi e, dolcemente, mi allontanai da questa ragazza così perfetta e desiderabile. Non volevo provocare dei “danni collaterali” e distruggere questa coppia perfetta. Fortunatamente mi accorsi che Agnese non sembrava turbata dalle nostre effusioni. Mia figlia ci guardava con tenerezza e sembrava molto soddisfatta del bacio appassionato che avevo scambiato con la sua amante. Considerato che la serata era già molto avanti, dopo esserci rimesse a posto, decidemmo di cenare tutte insieme in una birreria vicino alla casa di Melania. Durante il pasto le due donne sembravano ancora più vicine ed unite, allora decisi di prendere il toro per le corna e parlare ad Agnese della sua situazione con Giacomo. Gli dissi che avrebbe dovuto parlargli chiaramente della sua relazione con Melania, magari anche subito, approfittando della mia presenza a casa loro, ci sarei rimasta ancora qualche giorno. Melania non intervenne nella discussione, ma mi lanciò degli sguardi riconoscenti. Ero sicura che entrambe erano stanche di nascondere la loro relazione e che sarebbero state felici di ufficializzare la loro unione. Prima però bisognava capire come risolvere la situazione con Giacomo, il marito, e dire alle sue figlie che la mamma aveva una relazione con una donna più o meno della loro età. Curiosamente Agnese non mi contraddisse, anzi si allineò al mio punto vista. In modo perentorio decise che da quella sera Melania avrebbe dormito con lei nel loro letto matrimoniale, di Giacomo non le sarebbe interessato più niente, avrebbe potuto andare a dormire dove voleva e con chi voleva. Rimasi piuttosto sorpresa da quella decisione così improvvisa e repentina, ma allo stesso tempo capivo per lei era venuto il momento di vivere la sua vita come desiderava, ed approvai. Se penso che io ho dovuto arrivare fino a 62 anni per rendermene conto, quanto tempo sprecato! Ripassammo velocemente a casa di Melania affinché lei potesse prendere qualcosa per la notte ed il giorno dopo poi, via di corsa verso la casa di mia figlia. Io avevo inviato diversi messaggi a Giacomo durante e dopo la cena dicendogli di farsi trovare a casa perché avrei dovuto parlargli, purtroppo senza nessuna risposta. Proprio mentre Agnese stava parcheggiando davanti a casa, il mio telefono emise il suono tipico della notifica dei messaggi, era mio genero che mi diceva di essere pronto a tutto per me e che avrebbe fatto il prima possibile. Che privilegio, ne ero lusingata! Giacomo ci raggiunse qualche minuto dopo il nostro arrivo, i suoi occhi brillavano ancora di eccitazione, sicuramente la visita alla casa dei vicini gli aveva giovato. Salutò Agnese, poi Melania come se fosse parte della famiglia, quindi si sedette vicino a me abbracciandomi alla vita in attesa di ciò che gli avremmo detto. Quando mia figlia iniziò ad esporre la situazione fu sorpresa dall’atteggiamento del marito che, sorridendo compiaciuto, approvava una dopo l’altra le sue decisioni. Alla fine arrivò persino a dare un abbraccio tenero alla moglie ed alla sua rivale in amore. Io stessa fui sorpresa di come Giacomo prese questa intenzione di separazione della moglie, tanto meglio per loro. Alla fine Giacomo però aggiunse: “Sono d’accordo su tutto, però questa sera, se non ti dispiace, io dormirò con tua madre.” Certo che il ragazzo ne aveva recuperata di autostima per poter imporsi anche a me. Poi guardandomi aggiunse: “Io torno dai vicini, vieni con me Marta?” Dopo qualche secondo di smarrimento risposi: “Certo, ti seguo subito.” Avevo passato tutto il giorno a prendermi cura di mia figlia, ora avevo bisogna di pensare a me e di farmi scopare come si deve e godere come una zoccola, sperando di non rimanere delusa.
Ancora sorprese dalla richiesta di Agnese, decidemmo tutte e tre di trasferirci in camera da letto. Melania si spogliò per prima e, con una trasparente eccitazione, si infilò lo strap-on, io la imitai immediatamente. Agnese, dopo averci guardate come un condannato osserva i suoi carnefici, si spogliò a sua volta, offrendoci in sacrificio il suo corpo ancora segnato dai colpi della mia cintura. Vedendola, un po’ dispiacque averla colpita così forte ma, allo stesso tempo, avevo provato piacere nel farlo, forse sarebbe stato il caso di ripetere questa esperienza per verificare se questo istinto sadico rivelatosi in me, era veramente parte del mio carattere o meno. Ormai completamente sottomessa ai nostri voleri, mia figlia Agnese cominciò il gioco succhiandomi il seno come faceva da piccola, mentre la sua bella amante iniziò ad accarezzarle l’interno delle cosce prima di affondare la lingua nella sua fica già imbevuta di umori. Agnese iniziò a dimenarsi alle prime esperte leccate di Melania, ma non si staccò dal mio capezzolo. Vedendo quanto era esperta e soprattutto porca la giovane amante di mia figlia, compresi come aveva potuto sedurla e farla innamorare. Del resto capivo anche come Giacomo aveva anche lui bisogno di ritrovare se stesso, anche se la compagnia dei vicini la trovavo piuttosto bizzarra. Quando offrii il mio cazzo finto alla bocca di Agnese, questa si mise a succhiarlo con avidità tanto che mi sentii trasformata, con una strana metamorfosi, in un uomo. Mi sembrava addirittura di percepire le leccate che dava alla cappella di gomma. Improvvisamente Agnese smise di succhiare e, quasi istericamente, gridò: “Presto scopatemi, inculatemi, non ce la faccio più!” Prendendo lei stessa l’iniziativa, mi fece stendere sulla schiena con il cazzo all’aria e, saltandomi a cavalcioni, lo fece sparire velocemente nella su vagina. Melania, capendo l’impazienza e la voglia della sua compagna, lubrificò il buchino di Agnese con la saliva poi, puntato il suo dildo contro l’ano, la penetrò senza troppe cerimonie, allungandosi poi sul suo corpo in modo da stringendolo tra noi due come un panino imbottito. In quella posizione io davo dei colpi di reni come un uomo, mentre la bella rossa, con la sua più recondita parte di maschio, si attivò per far raggiungere il piacere alla sua amata. Entrambe avevamo capito che mai figlia aveva bisogno di questa violenza per liberarsi da tutti i demoni che la assediavano, non ci importava se poi si sarebbe scoperta masochista, volevamo solo una cosa, darle tutto il piacere che in quel momento desiderava. Agnese era entusiasta e felice di essere alla mercé delle due donne che più amava, tanto che il suo piacere aumentò quasi istantaneamente quando io e Melania cominciammo a martoriare il suo ventre con i colpi dei nostri cazzi. La povera vittima prima si chinò verso di me cercando le mie labbra, poi si rialzò, girando un poco la testa, facendo lo stesso con quelle di Melania e, nonostante si lamentasse e gemesse dal dolore, ci implorò di metterci ancora più violenza. Melania allora la prese per i capelli tirandole indietro la testa. Raddrizzando il busto, mia figlia offrì seni e capezzoli alla mia visione. Potevo accarezzarglieli e soprattutto torturarglieli, allora allungai le mani e strinsi i capezzoli tra le dita così forte che lei iniziò ad urlare, ma non di dolore, di intenso piacere e godimento. Dopo questi minuti di intensa attività amatoria rallentammo il ritmo per riprendere fiato ma Agnese, anziché disimpegnarsi da noi ci esortò a ricominciare ancora più forte. Tutte e tre madide di sudore e senza fiato per la fatica, ricominciammo questo gioco amoroso con ancora più ardore, se possibile. Non so come successe, ma nella frenesia del gioco, rotolammo sul letto e, senza mai uscire dai buchini di mia figlia, io mi ritrovai sopra di lei e Melania sotto, che comunque continuava a scoparle il culo con il cazzo finto. Agnese era sotto di me come solitamente una donna sta sotto all’uomo, in quel momento il suo sguardo sembrava implorarmi e chiedermi piacere, allora per soddisfarla iniziai un frenetico “va e vieni” dentro di lei. In quel momento mi sentivo veramente un maschio, cercai di riprodurre tutti i movimenti, il più fedelmente possibile, che vedevo e sentivo faceva il mio Davide quando mi scopava. Quel diavoletto di un nipotino mi aveva da poco fatto scoprire un mondo che mai avrei pensato potesse essere parte di me. Allo stesso modo Melania, aggrappata ai fianchi di Agnese, dava dei colpi secchi che le aprivano l’ano soprattutto quando mia figlia ci implorò di scoparla più intensamente sentendo arrivare l’ennesimo l’orgasmo . L’intensità del piacere fece vibrare il suo corpo come se fosse in preda ad un attacco epilettico. Uscimmo dai suo pertugi e tutte e tre ci distendemmo sul letto l’una al fianco dell’altra. Da parte mia mi sentivo molto provata dopo questo sforzo, ovvio per la mia età, e capisco finalmente perché gli uomini sono stanchi e spossati dopo un rapporto. In questo momento di ralax chiesi a mia figlia: “Allora Agnese, ti è piaciuto?” “Accidenti mamma, è stato fantastico anche se..” “Anche se.. cosa?” “Mamma, vorrei che tu e Melania vi baciaste.” Inizialmente pensavo che mi figlia non volesse che mi avvicinassi alla sua amante, ora mi chiedeva addirittura di baciarla. Non penso me lo chiese perché, dopo le sofferenze corporali, volesse infliggersi delle sofferenze anche al suo spirito, ma piuttosto per un desiderio di comunione completa tra di noi. La giovane rossa mi guardò con un sorriso complice. Entrambe avevamo simpatizzato durante il nostro incontro casuale in aereo, ci eravamo scambiate delle confidenze molto intime senza neanche conoscerci, capendo che qualcosa di forte e di imponderabile ci connetteva, per poi scoprire all’arrivo che, ciò che ci univa era mia figlia Agnese, la sua amante. Melania non ebbe alcuna difficoltà ad avvicinarsi al mio viso e, quando le sue labbra toccarono le mie, mi abbandonai totalmente al suo bacio. Sentii subito un vortice nel mio basso ventre tanto che comincia a bagnarmi abbondantemente dal piacere, non volli pensare ad altro così mi abbandonai a questo appassionato bacio. Dopo diversi secondi ritornai in me, ripresi il controllo dei miei sensi e, dolcemente, mi allontanai da questa ragazza così perfetta e desiderabile. Non volevo provocare dei “danni collaterali” e distruggere questa coppia perfetta. Fortunatamente mi accorsi che Agnese non sembrava turbata dalle nostre effusioni. Mia figlia ci guardava con tenerezza e sembrava molto soddisfatta del bacio appassionato che avevo scambiato con la sua amante. Considerato che la serata era già molto avanti, dopo esserci rimesse a posto, decidemmo di cenare tutte insieme in una birreria vicino alla casa di Melania. Durante il pasto le due donne sembravano ancora più vicine ed unite, allora decisi di prendere il toro per le corna e parlare ad Agnese della sua situazione con Giacomo. Gli dissi che avrebbe dovuto parlargli chiaramente della sua relazione con Melania, magari anche subito, approfittando della mia presenza a casa loro, ci sarei rimasta ancora qualche giorno. Melania non intervenne nella discussione, ma mi lanciò degli sguardi riconoscenti. Ero sicura che entrambe erano stanche di nascondere la loro relazione e che sarebbero state felici di ufficializzare la loro unione. Prima però bisognava capire come risolvere la situazione con Giacomo, il marito, e dire alle sue figlie che la mamma aveva una relazione con una donna più o meno della loro età. Curiosamente Agnese non mi contraddisse, anzi si allineò al mio punto vista. In modo perentorio decise che da quella sera Melania avrebbe dormito con lei nel loro letto matrimoniale, di Giacomo non le sarebbe interessato più niente, avrebbe potuto andare a dormire dove voleva e con chi voleva. Rimasi piuttosto sorpresa da quella decisione così improvvisa e repentina, ma allo stesso tempo capivo per lei era venuto il momento di vivere la sua vita come desiderava, ed approvai. Se penso che io ho dovuto arrivare fino a 62 anni per rendermene conto, quanto tempo sprecato! Ripassammo velocemente a casa di Melania affinché lei potesse prendere qualcosa per la notte ed il giorno dopo poi, via di corsa verso la casa di mia figlia. Io avevo inviato diversi messaggi a Giacomo durante e dopo la cena dicendogli di farsi trovare a casa perché avrei dovuto parlargli, purtroppo senza nessuna risposta. Proprio mentre Agnese stava parcheggiando davanti a casa, il mio telefono emise il suono tipico della notifica dei messaggi, era mio genero che mi diceva di essere pronto a tutto per me e che avrebbe fatto il prima possibile. Che privilegio, ne ero lusingata! Giacomo ci raggiunse qualche minuto dopo il nostro arrivo, i suoi occhi brillavano ancora di eccitazione, sicuramente la visita alla casa dei vicini gli aveva giovato. Salutò Agnese, poi Melania come se fosse parte della famiglia, quindi si sedette vicino a me abbracciandomi alla vita in attesa di ciò che gli avremmo detto. Quando mia figlia iniziò ad esporre la situazione fu sorpresa dall’atteggiamento del marito che, sorridendo compiaciuto, approvava una dopo l’altra le sue decisioni. Alla fine arrivò persino a dare un abbraccio tenero alla moglie ed alla sua rivale in amore. Io stessa fui sorpresa di come Giacomo prese questa intenzione di separazione della moglie, tanto meglio per loro. Alla fine Giacomo però aggiunse: “Sono d’accordo su tutto, però questa sera, se non ti dispiace, io dormirò con tua madre.” Certo che il ragazzo ne aveva recuperata di autostima per poter imporsi anche a me. Poi guardandomi aggiunse: “Io torno dai vicini, vieni con me Marta?” Dopo qualche secondo di smarrimento risposi: “Certo, ti seguo subito.” Avevo passato tutto il giorno a prendermi cura di mia figlia, ora avevo bisogna di pensare a me e di farmi scopare come si deve e godere come una zoccola, sperando di non rimanere delusa.
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