Guerriero
di
Paoletta80
genere
etero
Ti guardo dormire accanto a me nella penombra della stanza, mi volgi la schiena, ma sento comunque il tuo respiro regolare, calmo.
Penso al combattente che sei.
Anche adesso, nudo e all'apparenza vulnerabile, percepisco che tieni alta la difesa, mi basterebbe sfiorarti con una mano e avresti immediatamente gli occhi vigili.
Il tempo degli scontri è finito da molto, vorresti solo riposare lo so, ma un Guerriero rimane tale per tutta la vita e più tenti di dimenticare, più i ricordi ti stancano venendoti a cercare: puoi nascondere ciò che sei stato agli occhi altrui, ma non a te stesso.
Per te ogni occasione è una sfida. Lo sono stata anch'io. Impossibile resistere alla tentazione di sedurmi, di mettere in atto le tue strategie adulatorie, le astuzie, le abilità e farmi perdere nel tuo labirinto.
Quello che non potevi prevedere è stato che io avrei risposto alle tue provocazioni con la mia dolcezza, facendoti trovare smarrito e impreparato davanti a ciò che non era consuetudine.
Il letto trasformato in un luogo di nuove esperienze per entrambi, dove nessuno dei due si è risparmiato per donare piacere all'altro, lottando per avere la meglio, ne sono testimoni queste lenzuola sgualcite e sature delle nostre essenze.
Ora seguo con lo sguardo il contorno del tuo corpo, le ampie spalle sulle quali porti il fardello dei tuoi segreti. Ho provato sovente a spostare gli occhi oltre, per vedere cosa c'era di così angosciante da tenermi nascosto, ma ruotavi intorno a me senza darmi modo di conoscerti.
Una eclissi continua di oscurità, protetta dal tuo scudo impenetrabile, dalla tua corazza.
Difficile fidarsi, per uno come te. Il tuo istinto ti diceva di proteggermi, o forse di proteggere te, pensando, magari, che scoprire quello che sei stato, ti avrebbe reso più debole ai miei occhi: eri sicuro di perdermi.
Abbiamo tentato di lasciarci spesso per questo motivo, ma ogni volta qualcosa ci spingeva l'uno verso l'altra e tornavamo ad essere più vicini di prima ed infine, guardarti dentro, ci ha legati nell'anima indissolubilmente.
Le tue battaglie celate dietro quel sorriso affabile e sicuro, cinico e diffidente.
Tieni tutti a distanza, intimorendo chiunque provi ad avvicinarsi troppo e l'hai fatto anche con me.
Ma io di te non ho paura, non ne ho mai avuta.
Ho saputo resistere, sentivo di doverlo fare, schivando e incassando alla meglio le tue parole dure come pietre, taglienti come lame ed ho imparato dalle tue stesse difese, senza che te ne accorgessi, disarmandoti.
Un destino forse già scritto il nostro, contro cui nulla abbiamo potuto fare se non cedergli.
Adesso siamo insieme, uniti come mai potevamo immaginare, tu stai riposando così bene ma io non resisto: devo toccarti, devo avere la prova che ci sei davvero.
Allungo una mano e ti accarezzo, seguo con le dita il tuo corpo, dalla nuca ai fianchi.
Il respiro si ferma, lo sento, ti ho svegliato. Le dita risalgono la pelle e i muscoli si muovono, ti volti steso sulla schiena, mi prendi la mano, la poggi sul tuo petto fermandola con la tua.
Avvicino il mio viso, apri le palpebre, ti sorrido e mi rispondi con un sospiro.
Potrei raccontarti adesso quello che ho scorto dentro di te, con i miei occhi dentro i tuoi e non vedresti nessun segno di accusa o di biasimo, tra di noi, non esiste più finzione.
Libero la mano dalla tua, le dita salgono sul collo, accarezzano il tuo viso, le passo sulle rughe create dal vento quasi sempre contrario, sulla barba ispida che ti piace strofinare tra le mie cosce, sulle labbra da succhiare, sugli occhi che mi tormentano di desidero.
Affondo il mio volto sull'incavo della spalla per respirarti, il tuo odore mi penetra nel profondo.
So bene chi sei. Conosco il tuo modo di usare il sesso senza emozione, l'uso sapiente della tua spada come punizione e come premio.
Affondi precisi, studiati, calibrati al piacere per non pensare a tutte le battaglie perse.
L'urlo finale, liberatorio e potente, come esibizione di vittoria.
Con me però, hai dovuto imparare a fare i conti con un altro organo, che non usavi da tanto.
Rendermi partecipe dei tuoi ricordi è stato viverci completamente, come nessuno mai, né prima né poi. Smettere di nasconderti a me è stato come nascere nuovamente.
Una lunga scia di scontri la tua, di ferite inferte e ricevute, entrambe dolorose.
I segni rimangono, ne sono cosciente, ma ora è tutto diverso, non hai più né timore del passato, né nostalgia del futuro, c'è solo oggi.
Io legata a te, stretta. Tua.
Un vicendevole conforto il nostro, dove le parole che ci siamo lasciati colare addosso per troppo tempo, sono state sostituite dal calore corporeo. Ti ho fatto capire così, pelle su pelle, che per te ci sono ogni giorno, e quelle che pensavi debolezze, sono diventate invece la nostra forza.
Come poco fa, quando dietro di te non c'erano più timori, ma soltanto io che ti baciavo la schiena, per farti sentire ciò che meriti e che ti sei sempre negato.
Ho dovuto rallentare la tua fretta di goderci, sincronizzando il tuo battito con il mio, farti capire che non dobbiamo più farci la guerra.
Ti ho tenuto immobile tra le cosce, il mio sesso umido a sfiorarti il sedere.
La mia bocca ha esplorato la mappa del tuo dorso nudo, ne ha imparato il sapore, conosciuto ogni piccola imperfezione, ogni neo, fuori e dentro il corpo.
Ho sentito le cicatrici sulle labbra, le ho accarezzate e ne ho condiviso l'amarezza, necessitavo di farlo, perché solo in questo modo, ci siamo potuti concedere senza remore.
Non abbiamo vent'anni. Io che forse non li ho mai avuti davvero e tu, che probabilmente non hai potuto viverli in pieno, per fuggire da imposizioni troppo strette per un uomo come te.
Sono a conoscenza della bravura nel saper difendere la tua libertà e rimanere a galla per continuare a respirare. Lo stesso respiro che ora ho sulla mia bocca e che mi fa sentire parte di te.
Ti voglio ancora, adesso, e voglio godere dei tuoi occhi mentre scendo sul ventre e ti tocco, desidero godere di te con ogni senso.
Voglio farti schiudere le labbra in un gemito e baciarti, rubandolo.
Mi lasci fare, mi ansimi sul viso e ti sento crescere tra le dita. Tendo la pelle del tuo sesso, forte, come piace a te, senti le unghie che graffiano piano la carne dura e calda. Mi rispondi mordendomi il collo e stringendomi a te, il seno premuto sul tuo braccio, mi soffochi con le tue mani desiderose di possesso. Tua prigioniera.
Eccolo, il mio Guerriero.
Riempimi ora, di baci, sorrisi, morsi. Riempimi la mente ed il corpo. Riempimi di te.
Ti sollevi lesto e mi giri su di un fianco, ora sei tu dietro di me a baciarmi la schiena.
Sento la delicatezza delle labbra sulla nuca e la vigoria del tuo sesso sulle natiche.
Fremo al solo pensiero di ciò che stai per fare.
Ti insinui tra le gambe, ne sollevi una e mi cerchi con le dita, le intingi in me, più volte. Sono io ad ansimare ora.
L'altra mano a girare il mio viso verso il tuo, colmi i miei occhi con i tuoi, le bocche a sfiorarsi, mi ripeti di nuovo quel che ha fatto cedere totalmente le nostre difese: "Quando pensavo chissà se a qualcuno interessa la mia vita, sei arrivata tu. Tu sai che il sesso, con te, è diventato amore".
https://youtu.be/2RM0taAoCgM
Penso al combattente che sei.
Anche adesso, nudo e all'apparenza vulnerabile, percepisco che tieni alta la difesa, mi basterebbe sfiorarti con una mano e avresti immediatamente gli occhi vigili.
Il tempo degli scontri è finito da molto, vorresti solo riposare lo so, ma un Guerriero rimane tale per tutta la vita e più tenti di dimenticare, più i ricordi ti stancano venendoti a cercare: puoi nascondere ciò che sei stato agli occhi altrui, ma non a te stesso.
Per te ogni occasione è una sfida. Lo sono stata anch'io. Impossibile resistere alla tentazione di sedurmi, di mettere in atto le tue strategie adulatorie, le astuzie, le abilità e farmi perdere nel tuo labirinto.
Quello che non potevi prevedere è stato che io avrei risposto alle tue provocazioni con la mia dolcezza, facendoti trovare smarrito e impreparato davanti a ciò che non era consuetudine.
Il letto trasformato in un luogo di nuove esperienze per entrambi, dove nessuno dei due si è risparmiato per donare piacere all'altro, lottando per avere la meglio, ne sono testimoni queste lenzuola sgualcite e sature delle nostre essenze.
Ora seguo con lo sguardo il contorno del tuo corpo, le ampie spalle sulle quali porti il fardello dei tuoi segreti. Ho provato sovente a spostare gli occhi oltre, per vedere cosa c'era di così angosciante da tenermi nascosto, ma ruotavi intorno a me senza darmi modo di conoscerti.
Una eclissi continua di oscurità, protetta dal tuo scudo impenetrabile, dalla tua corazza.
Difficile fidarsi, per uno come te. Il tuo istinto ti diceva di proteggermi, o forse di proteggere te, pensando, magari, che scoprire quello che sei stato, ti avrebbe reso più debole ai miei occhi: eri sicuro di perdermi.
Abbiamo tentato di lasciarci spesso per questo motivo, ma ogni volta qualcosa ci spingeva l'uno verso l'altra e tornavamo ad essere più vicini di prima ed infine, guardarti dentro, ci ha legati nell'anima indissolubilmente.
Le tue battaglie celate dietro quel sorriso affabile e sicuro, cinico e diffidente.
Tieni tutti a distanza, intimorendo chiunque provi ad avvicinarsi troppo e l'hai fatto anche con me.
Ma io di te non ho paura, non ne ho mai avuta.
Ho saputo resistere, sentivo di doverlo fare, schivando e incassando alla meglio le tue parole dure come pietre, taglienti come lame ed ho imparato dalle tue stesse difese, senza che te ne accorgessi, disarmandoti.
Un destino forse già scritto il nostro, contro cui nulla abbiamo potuto fare se non cedergli.
Adesso siamo insieme, uniti come mai potevamo immaginare, tu stai riposando così bene ma io non resisto: devo toccarti, devo avere la prova che ci sei davvero.
Allungo una mano e ti accarezzo, seguo con le dita il tuo corpo, dalla nuca ai fianchi.
Il respiro si ferma, lo sento, ti ho svegliato. Le dita risalgono la pelle e i muscoli si muovono, ti volti steso sulla schiena, mi prendi la mano, la poggi sul tuo petto fermandola con la tua.
Avvicino il mio viso, apri le palpebre, ti sorrido e mi rispondi con un sospiro.
Potrei raccontarti adesso quello che ho scorto dentro di te, con i miei occhi dentro i tuoi e non vedresti nessun segno di accusa o di biasimo, tra di noi, non esiste più finzione.
Libero la mano dalla tua, le dita salgono sul collo, accarezzano il tuo viso, le passo sulle rughe create dal vento quasi sempre contrario, sulla barba ispida che ti piace strofinare tra le mie cosce, sulle labbra da succhiare, sugli occhi che mi tormentano di desidero.
Affondo il mio volto sull'incavo della spalla per respirarti, il tuo odore mi penetra nel profondo.
So bene chi sei. Conosco il tuo modo di usare il sesso senza emozione, l'uso sapiente della tua spada come punizione e come premio.
Affondi precisi, studiati, calibrati al piacere per non pensare a tutte le battaglie perse.
L'urlo finale, liberatorio e potente, come esibizione di vittoria.
Con me però, hai dovuto imparare a fare i conti con un altro organo, che non usavi da tanto.
Rendermi partecipe dei tuoi ricordi è stato viverci completamente, come nessuno mai, né prima né poi. Smettere di nasconderti a me è stato come nascere nuovamente.
Una lunga scia di scontri la tua, di ferite inferte e ricevute, entrambe dolorose.
I segni rimangono, ne sono cosciente, ma ora è tutto diverso, non hai più né timore del passato, né nostalgia del futuro, c'è solo oggi.
Io legata a te, stretta. Tua.
Un vicendevole conforto il nostro, dove le parole che ci siamo lasciati colare addosso per troppo tempo, sono state sostituite dal calore corporeo. Ti ho fatto capire così, pelle su pelle, che per te ci sono ogni giorno, e quelle che pensavi debolezze, sono diventate invece la nostra forza.
Come poco fa, quando dietro di te non c'erano più timori, ma soltanto io che ti baciavo la schiena, per farti sentire ciò che meriti e che ti sei sempre negato.
Ho dovuto rallentare la tua fretta di goderci, sincronizzando il tuo battito con il mio, farti capire che non dobbiamo più farci la guerra.
Ti ho tenuto immobile tra le cosce, il mio sesso umido a sfiorarti il sedere.
La mia bocca ha esplorato la mappa del tuo dorso nudo, ne ha imparato il sapore, conosciuto ogni piccola imperfezione, ogni neo, fuori e dentro il corpo.
Ho sentito le cicatrici sulle labbra, le ho accarezzate e ne ho condiviso l'amarezza, necessitavo di farlo, perché solo in questo modo, ci siamo potuti concedere senza remore.
Non abbiamo vent'anni. Io che forse non li ho mai avuti davvero e tu, che probabilmente non hai potuto viverli in pieno, per fuggire da imposizioni troppo strette per un uomo come te.
Sono a conoscenza della bravura nel saper difendere la tua libertà e rimanere a galla per continuare a respirare. Lo stesso respiro che ora ho sulla mia bocca e che mi fa sentire parte di te.
Ti voglio ancora, adesso, e voglio godere dei tuoi occhi mentre scendo sul ventre e ti tocco, desidero godere di te con ogni senso.
Voglio farti schiudere le labbra in un gemito e baciarti, rubandolo.
Mi lasci fare, mi ansimi sul viso e ti sento crescere tra le dita. Tendo la pelle del tuo sesso, forte, come piace a te, senti le unghie che graffiano piano la carne dura e calda. Mi rispondi mordendomi il collo e stringendomi a te, il seno premuto sul tuo braccio, mi soffochi con le tue mani desiderose di possesso. Tua prigioniera.
Eccolo, il mio Guerriero.
Riempimi ora, di baci, sorrisi, morsi. Riempimi la mente ed il corpo. Riempimi di te.
Ti sollevi lesto e mi giri su di un fianco, ora sei tu dietro di me a baciarmi la schiena.
Sento la delicatezza delle labbra sulla nuca e la vigoria del tuo sesso sulle natiche.
Fremo al solo pensiero di ciò che stai per fare.
Ti insinui tra le gambe, ne sollevi una e mi cerchi con le dita, le intingi in me, più volte. Sono io ad ansimare ora.
L'altra mano a girare il mio viso verso il tuo, colmi i miei occhi con i tuoi, le bocche a sfiorarsi, mi ripeti di nuovo quel che ha fatto cedere totalmente le nostre difese: "Quando pensavo chissà se a qualcuno interessa la mia vita, sei arrivata tu. Tu sai che il sesso, con te, è diventato amore".
https://youtu.be/2RM0taAoCgM
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