La Novizia pt1
di
SlavePZ
genere
bondage
Seguo il consiglio e continuo il mio racconto..
Rispetto al sogno questa è la realtà, nel sogno non mancavano tante componenti come il freddo, anche se siamo in pieno agosto la mia cella si trova in un sotterraneo e da quel che ho potuto capire non ci sono finestre.
La mia cella è particolarmente piccola, com’ho già detto è alta poco più di un metro e larga uguale, cosa che mi costringe a stare perennemente seduta o piegata, questa cosa costringe la mia pelle a stare in costante contatto con il pavimento in pietra freddo e umido..ad isolarmi dal resto del mondo c’è una porta, in legno con una finestrella quadrata di pochi centimetri, nella cella ho un secchio da utilizzare come latrina.
Sono sola immersa nel buio e nel silenzio, ho affidato la mia vita nelle mani di uno sconosciuto e devo solo sperare di non essere finita in un guaio, Donato il mio padrone sembra una persona seria e affidabile però mai dire mai…intanto il tempo passa, sono arrivata qui alle 9:00 e non ho idea di quanto tempo sia passato, m’è stato detto che sarei uscita dalla cella in serata quindi devo solo aspettare e sperare, sarà la tensione o forse la noia ho dovuto usare diverse volte il secchio per urinare purtroppo l’ambiente è piccolo si sente la puzza di urina, cerco di confinare il secchio in un angolo e io mi posiziono vicino la porta così d’avere aria pulita a disposizione.
Il buio a cui sono sottoposta affina tutti gli altri sensi, mi pare di percepire qualche rumore ogni tanto, rumori che arrivano dal piano di sopra ovviamente, rumori familiari come la tv o i piatti anche se non so se sono reali, forse è solo la mia mente che l’inventa per tenermi occupata dalla tensione, più il tempo passa e più ho paura che possa aver fatto una gran cazzata, è passato sicuramente tanto tempo e sono sola, tanto sola e abbandonata, iniziano a scendermi delle calde lacrime sul viso, inizio a piangere e poi improvvisamente scoppio a ridere, il mio cervello è combattuto, perché è una situazione molto preoccupante ma l’ho cercata io e non posso non esserne felice.
Il tempo continua a scorrere inesorabile ho dormito un paio di volte non so per quanto tempo, ho pianto ho riso sono andata in bagno e mi sono anche masturbata, ho fatto tutto quello che potevo fare, ora aspetto..passano le ore, senza che succede niente, mi sto per riaddormentare non voglio pensare che sia finita in un guaio quando sento dei passi sulle scale, poi CLACK le luci s’accendono, sono accecanti non ero abituata alla luce, ho bisogno di un paio di minuti per riacquistare la vista al 100%.
Vedo il mio padrone attraverso la piccola finestrella che c’è sulla porta, s’avvicina e mi dice “PICCOLA NOVIZIA COME VA?”
Resto in silenzio qualche secondo e senza pensarci tanto gli dico “E’ TUTTO QUELLO CHE DESIDERO, VOGLIO ESSERE UNA SCHIAVA”
Mi sorride e allungando la mano dentro la finestrella inizia ad accarezzarmi la testa per rassicurarmi poi apre la cella e aggancia un guinzaglio al mio collare, mi fa uscire dalla cella e mi serra le mani dietro la schiena con una corda.
“HA INIZIO IL TUO PERSO PICCOLA NOVIZIA” tira il guinzaglio e inizio a seguirlo, saliamo su per le scale passiamo per casa e tramite un balconcino usciamo in giardino.
Fuori è buio, chiedo che ore sono, lui sorride e dopo avermi ricordato che è solo lui che può porre delle domande mi concede di conoscere la risposta solo perché sono una novizia..sono le 21:00 ho passato 12 ore chiusa..
Intanto siamo fuori in giardino a terra ci sono 2 ciotole, entrambe vuote, gentilmente e con autorità mi dice che devo inginocchiarmi vicino le ciotole e attenderlo, lui rientra in casa per poi uscire poco dopo con una borraccia e una scatoletta di latta.
Versa dell’acqua nella ciotola di destra e il contenuto della scatoletta in quella di sinistra
“SARAI AFFAMATA, E’ CIBO PER CANI DEVI FINIRLO O SARAI PUNITA, NON MI DELUDERE NON AMO INFLIGGERE PUNIZIONI”
Ho le mani legate dietro la schiena e non le posso usare per cibarmi, ho fame ma la sbobba che ho d’avanti non è affatto quello che vorrei, cerco di farmi coraggio e avvicino la testa alla ciotola, l’odore è nauseabondo e subito inizio a tossire ma non voglio deludere ne il padrone ne me stessa, apro la bocca e senza pensarci troppo prendo un boccone.
Il sapore è terribile, aspro e pungente, mastico a fatica ho i conati di vomito non so come mando giù il primo boccone ma non ce la faccio a mangiarne altro, vicino a me c’è l’atra ciotola con l’acqua cerco di togliere quel terribile sapore ma tutto è inutile.
Non voglio mangiarne altro è terribile, lo guardo e gli faccio un cenno per dire che basta così, lui mi guarda sconfitto e mi dice “HAI UNA SCELTA, O MANGI O VIENI PUNITA..TI LASCERO’ O SEGNI E TI FARO’ PIANGERE SE NON MANGI”… lo continuo a guardare e gli faccio capire che preferisco essere punita..
Mi fa rialzare slega le mani da dietro la schiena e mi porta in un capanno poco distante, mi lega le mani a un corda che pende dal soffitto, senza parlare e senza preavviso sento il rumore di una frusta librarsi nell’aria, Vengo colpita ripetutamente sulle natiche senza sosta, piango e mi dispero ma lui continua arrivo a contarne circa 30.
Vengo abbandonata nel capanno dolorante e legata per qualche minuto, poi lo vedo tornate con la ciotola in una mano e un cucchiaio nell’altra, prende un cucchiaiata della sbobba e me la porge alla bocca, decido di mangiare e lui sorride soddisfatto.
Finita la cena mi slega, mi porta alla macchina, e mi porge la busta con tutti i miei vestiti, aspetta qualche minuto che sono vestita e mi apre il cancello..
Vado via..senza che lui mi dice una parola..forse non sono stata all’altezza..piango per la delusione..piango per il dolore e l’umiliazione..
Arrivo a casa e mi rendo conto di avere un sms sul cellulare “TRA 7 GIORNI, STESSO ORARIO”…
Rispetto al sogno questa è la realtà, nel sogno non mancavano tante componenti come il freddo, anche se siamo in pieno agosto la mia cella si trova in un sotterraneo e da quel che ho potuto capire non ci sono finestre.
La mia cella è particolarmente piccola, com’ho già detto è alta poco più di un metro e larga uguale, cosa che mi costringe a stare perennemente seduta o piegata, questa cosa costringe la mia pelle a stare in costante contatto con il pavimento in pietra freddo e umido..ad isolarmi dal resto del mondo c’è una porta, in legno con una finestrella quadrata di pochi centimetri, nella cella ho un secchio da utilizzare come latrina.
Sono sola immersa nel buio e nel silenzio, ho affidato la mia vita nelle mani di uno sconosciuto e devo solo sperare di non essere finita in un guaio, Donato il mio padrone sembra una persona seria e affidabile però mai dire mai…intanto il tempo passa, sono arrivata qui alle 9:00 e non ho idea di quanto tempo sia passato, m’è stato detto che sarei uscita dalla cella in serata quindi devo solo aspettare e sperare, sarà la tensione o forse la noia ho dovuto usare diverse volte il secchio per urinare purtroppo l’ambiente è piccolo si sente la puzza di urina, cerco di confinare il secchio in un angolo e io mi posiziono vicino la porta così d’avere aria pulita a disposizione.
Il buio a cui sono sottoposta affina tutti gli altri sensi, mi pare di percepire qualche rumore ogni tanto, rumori che arrivano dal piano di sopra ovviamente, rumori familiari come la tv o i piatti anche se non so se sono reali, forse è solo la mia mente che l’inventa per tenermi occupata dalla tensione, più il tempo passa e più ho paura che possa aver fatto una gran cazzata, è passato sicuramente tanto tempo e sono sola, tanto sola e abbandonata, iniziano a scendermi delle calde lacrime sul viso, inizio a piangere e poi improvvisamente scoppio a ridere, il mio cervello è combattuto, perché è una situazione molto preoccupante ma l’ho cercata io e non posso non esserne felice.
Il tempo continua a scorrere inesorabile ho dormito un paio di volte non so per quanto tempo, ho pianto ho riso sono andata in bagno e mi sono anche masturbata, ho fatto tutto quello che potevo fare, ora aspetto..passano le ore, senza che succede niente, mi sto per riaddormentare non voglio pensare che sia finita in un guaio quando sento dei passi sulle scale, poi CLACK le luci s’accendono, sono accecanti non ero abituata alla luce, ho bisogno di un paio di minuti per riacquistare la vista al 100%.
Vedo il mio padrone attraverso la piccola finestrella che c’è sulla porta, s’avvicina e mi dice “PICCOLA NOVIZIA COME VA?”
Resto in silenzio qualche secondo e senza pensarci tanto gli dico “E’ TUTTO QUELLO CHE DESIDERO, VOGLIO ESSERE UNA SCHIAVA”
Mi sorride e allungando la mano dentro la finestrella inizia ad accarezzarmi la testa per rassicurarmi poi apre la cella e aggancia un guinzaglio al mio collare, mi fa uscire dalla cella e mi serra le mani dietro la schiena con una corda.
“HA INIZIO IL TUO PERSO PICCOLA NOVIZIA” tira il guinzaglio e inizio a seguirlo, saliamo su per le scale passiamo per casa e tramite un balconcino usciamo in giardino.
Fuori è buio, chiedo che ore sono, lui sorride e dopo avermi ricordato che è solo lui che può porre delle domande mi concede di conoscere la risposta solo perché sono una novizia..sono le 21:00 ho passato 12 ore chiusa..
Intanto siamo fuori in giardino a terra ci sono 2 ciotole, entrambe vuote, gentilmente e con autorità mi dice che devo inginocchiarmi vicino le ciotole e attenderlo, lui rientra in casa per poi uscire poco dopo con una borraccia e una scatoletta di latta.
Versa dell’acqua nella ciotola di destra e il contenuto della scatoletta in quella di sinistra
“SARAI AFFAMATA, E’ CIBO PER CANI DEVI FINIRLO O SARAI PUNITA, NON MI DELUDERE NON AMO INFLIGGERE PUNIZIONI”
Ho le mani legate dietro la schiena e non le posso usare per cibarmi, ho fame ma la sbobba che ho d’avanti non è affatto quello che vorrei, cerco di farmi coraggio e avvicino la testa alla ciotola, l’odore è nauseabondo e subito inizio a tossire ma non voglio deludere ne il padrone ne me stessa, apro la bocca e senza pensarci troppo prendo un boccone.
Il sapore è terribile, aspro e pungente, mastico a fatica ho i conati di vomito non so come mando giù il primo boccone ma non ce la faccio a mangiarne altro, vicino a me c’è l’atra ciotola con l’acqua cerco di togliere quel terribile sapore ma tutto è inutile.
Non voglio mangiarne altro è terribile, lo guardo e gli faccio un cenno per dire che basta così, lui mi guarda sconfitto e mi dice “HAI UNA SCELTA, O MANGI O VIENI PUNITA..TI LASCERO’ O SEGNI E TI FARO’ PIANGERE SE NON MANGI”… lo continuo a guardare e gli faccio capire che preferisco essere punita..
Mi fa rialzare slega le mani da dietro la schiena e mi porta in un capanno poco distante, mi lega le mani a un corda che pende dal soffitto, senza parlare e senza preavviso sento il rumore di una frusta librarsi nell’aria, Vengo colpita ripetutamente sulle natiche senza sosta, piango e mi dispero ma lui continua arrivo a contarne circa 30.
Vengo abbandonata nel capanno dolorante e legata per qualche minuto, poi lo vedo tornate con la ciotola in una mano e un cucchiaio nell’altra, prende un cucchiaiata della sbobba e me la porge alla bocca, decido di mangiare e lui sorride soddisfatto.
Finita la cena mi slega, mi porta alla macchina, e mi porge la busta con tutti i miei vestiti, aspetta qualche minuto che sono vestita e mi apre il cancello..
Vado via..senza che lui mi dice una parola..forse non sono stata all’altezza..piango per la delusione..piango per il dolore e l’umiliazione..
Arrivo a casa e mi rendo conto di avere un sms sul cellulare “TRA 7 GIORNI, STESSO ORARIO”…
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