Un bel trio felice

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Un bel trio felice

Sono preoccupata per il comportamento di mio fratello Carlo. E’ da un po'’ che sospetto rovisti nelle mie cose.
A volte, mi ritrovo gli indumenti nei cassetti spostati, o ripiegati in maniera differente di come me lo ricordavo io.
Carlo ha dieci anni più di me. E’ un ragazzone alto e biondo, con una chioma fluente bionda, quasi selvaggia e occhi di un intenso blu cielo. Ho sempre avuto una certa venerazione per lui, il mio fratello maggiore . Lui era il mio eroe. Crescendo, da bambina che l’ammirava, crebbe profondo l’affetto.
E’ da quando ho compiuto sedici anni che sospetto che lui, non nutra solo affetto fraterno verso di me. Al compimento della mia maggiore età, i suoi sguardi si sono fatti più insistenti, la mia biancheria intima si spostava continuamente nei cassetti e, più di una volta, l’ho sorpreso di sfuggita, mentre mi cambiavo o facevo la doccia.
Che dire? Che pensare? E’ mio fratello, sangue del mio sangue. E’ innaturale fare pensieri torbidi verso la propria sorella. O fratello. Eppure, cos’era quello sguardo che gli ho lanciato ieri pomeriggio, quando l’ho visto nudo sotto la doccia.
Fin da quando eravamo piccoli, le nudità, i taboo, non sono mai stati un problema. Il legame che c’era tra noi era semplice e per nulla morboso. Io,la sorellina da tenere d’occhi, lui il fratellone che mi faceva da papà.
Ma, mano a mano che crescevo, l’interesse di Carlo nei miei confronti si modificava. Diventava qualcos’altro.
Di che prove avevo bisogno per scoprire che Carlo era innamorato di me?

Prima prova. Lui entra in camera da letto, la porta del bagno è aperta. Volutamente aperta, con me che faccio la doccia e do’ le spalle alla porta. So di avere un bel culo tondo, l’oggetto del desiderio di molti maschietti della zona. I loro sguardi che mi trafiggono, prima sulle tette, poi sul culo e immaginando quali oscenità mi farebbero se capitassi loro a tiro.
So che mi sta guardando, sento lo sguardo su di me, Scommetto che gli è venuto duro. Nell’opaco della doccia, lo vedo fermo, stile maniaco, sulla soglia, metà faccia visibile.
Continuo ad insaponarmi braccia e fianchi, le mani che compiono ampi cerchi sul mio culo. Vediamo se ha abbastanza forza di volontà di resistermi.
L’acqua calda mi investe, scivola sul mio corpo, chiudo gli occhi, lascio che i rivoli di acqua e di schiuma scivolano tra le tette e su di esse, sul ventre, fino alla fica. Con le dita mi massaggio, mi tocco i capezzoli, poi più giù, con le dita dentro.
Ancora non mi ha assalito. Mi aspetto il suo cazzo dietro di me ma, niente. Finisco di lavarmi, chiudo i rubinetti, afferro l’accappatoio. In camera, lui fa finta di entrare in quel momento “Uh” fa lui “Ho perso l’occasione” dice
“Eh, dovevi arrivare prima” gli volto le spalle, vado a prendere il phon. Nello specchio lo vedo che si rassetta la patta dei pantaloni “Esci?” chiede lui
“Mi vedo con Magda, Sabrina e Lucia al Jolly” rispondo. Accendo il phon, mi asciugo i capelli. Lui se ne va. Almeno ho appurato che mio fratello è un guardone. E ha una cotta per me.
Prima di uscire controllo i cassetti. Mutandine spostate. Ne manca una, quella con il pizzo di seta rossa. Sospiro. Mi auguro che non ci sborri sopra.

Non ho bisogno di altre prove o provocazioni. Il secondo test lo ha colto impreparato ma, ha saputo mantenere un certo autocontrollo. Mi sono fatto trovare sul letto, in ginocchio e nuda. Lui entra e mi vede lì “Uh, scusa”
“No, tranquillo, stavo solo facendo qualche esercizio di meditazione” rispondo
“Meditazione?”
“Sì, yoga”
“Nuda?”
“Ti da fastidio?”
“No”
Rimango un po'’ così, ad occhi chiusi, in finta contemplazione del mio interiore. Aspettando che lui faccia una qualche mossa. Non so perché ma, nel mio profondo, spero vivamente che ci provi, che mi tocchi, che sdrai accanto a me anche lui nudo, che mi abbraccia da dietro e mi strizzi le tette. Cose così. Sono ancora vergine e, l’idea di perderla con mio fratello mi spaventa e insieme mi attrae. Chi meglio di lui, conosce il mio corpo ugualmente di mio pari passo?

Da qualche giorno, mio fratello esce di casa e si dirige in campagna. Inforca la bici e si allontana lungo la strada del canale. Le mutandine non le tocca più da qualche giorno. Mistero. Come mai?
Decido di seguirlo. Lascio che si allontani di qualche centinaio di metri e poi lo seguo. Lui sulla riva destra del canale, io sulla sinistra. Lascio che mi distanzi un po'’ senza perderlo di vista.
E succede. Non segue più la strada del canale ma quella che scende dalla riva opposta e si perde nei campi. Più avanti c’è un ponte. Ci arrivo a fatica, pedalando sulla sabbia del sentiero. Arrivo sul ponte ansimando come un mantice. Scruto il panorama davanti a me. Diavolo, è sparito. Pedalo nella speranza di riacciuffarlo. Proseguo lungo un sentiero sconnesso che costeggia un campo di granturco. Ci sono tanti grilli che friniscono. E’ da molto che non si sentono cantare. Insieme alle cicale e alle raganelle. Siamo verso la fine di maggio, fa caldo. Le zanzare ancora non si vedono, per fortuna. Ho su degli short che, definirli pantaloncini è un’eresia. Sono così corti che mi si vede il culo. Indosso una camicetta azzurra arrotolata fino a sotto al seno, la pancia e la schiena sono vistosamente scoperti. Ai piedi fantasmini dentro sandaletti stile barbie.
Supero una curva ed evito all’ultimo un ramo caduto da una grossa quercia. Mi viene in mente che qui c’è una casetta di pietra con due filari di vitigno. E se fosse andato lì?.
Dunque, più avanti c’è il sentiero che conduce lì. Eccolo infatti. Giro la bici nel sentiero e vedo la casetta in fondo, a duecento metri di distanza. La bicicletta di Carlo è poggiata contro un basso muretto di mattoni. Rufus, il nostro micio dal pelo arancione, sgattaiola fuori dal granturco e quasi mi fa cadere “Miao”
“Miao un cazzo” appoggio la bici a terra e mi muovo verso la casetta. Gemiti e urla. Urla di .. Piacere? Mi avvicino, la porta è socchiusa. Mio fratello sdraiato sulla brandina, nudo, che viene cavalcato da una ragazza con un tatuaggio dietro il collo. Una bella ragazza, della mia età, con forme niente male. Ecco, mi è saltato fuori il lato lesbico. Sono io ora che, come mio fratello, mi ritrovo a spiare dalla soglia loro due.
Lei ci da’ dentro di brutto, muove i fianchi contro mio fratello come una cowgirl di un rodeo. E lui in visibile sforzo, che le stringe i fianchi e digrigna i denti per lo sforzo. Deve avere una turbina a pieno regime là sotto.
Mi sto eccitando. Mi sono infilata la mano negli short, dentro le mutandine. Sono bagnate. Infilo dentro le dita e comincio a masturbarmi. Non riesco a non gemere. Mi sposto e mi siedo su una piccola sedia e continuo a masturbarmi. Dentro, i gemiti hanno raggiunto urla animalesche. Perfetto per coprire le mie meno ruggenti. Diavolo che voglia di scopare
Dentro hanno finito. I due scopatori clandestini si riposano spossati. Io mi alzo e mi allontano alla chetichella. Inforco la bici e mi allontano. Sarei tornata la volta prossima.

“Ciao, com’è andata l’uscita?” lo chiedo a Carlo mentre rientra
“Ottimamente. Ho faticato parecchio”
Eh sì, penso. “Domani ancora?”
“Sì, il movimento giova”
Specie se è una ninfomane che ti cavalca. “Potrei venire anche io”
Lui, preso in contropiede, balbetta un “Ma no.. non , ci si stanca parecchio..”
“Ok” taglio corto. Lo faccio apposta, mi spoglio davanti a lui. Rimango nuda e lo osservo con finta indifferenza “Lo sai, se non fossi mio fratello, ti scoperei lì dove sei” entro in bagno per una doccia, lasciandolo lì a bocca aperta

L’indomani sono ancora in pedinamento. Alla casetta, aspetto che arrivano ai preliminari prima di entrare. Loro restano lì, impietriti dallo stupore. Carlo con la faccia nella figa della mia amica Giò e il cazzo che sembra un palo della cuccagna “Oh, vi prego, non badate a me” scherzo avvicinandomi
“Adelia, io.. posso spiegare” fa imbarazzata Giò
“Adelia” Carlo si alza, mani in avanti: “Io…”
“Alt” faccio io “Forse non avete capito” mi slaccio il nodo della camicia e rivelo che sotto non ho niente “Ma voglio unirmi alla festicciola” mi slaccio gli short e li lascio cadere a terra sotto gli occhi attoniti dei due amanti “Fratellone, so che ti sei innamorato di me. Che mi spii quando faccio la doccia, che ti vai a masturbare ogni volta che mi vedi nuda, che porti via le mie mutandine per annusarle da qualche parte. So che hai smesso per lei e non ti do’ tutti i torti. E, per la cronaca, quello che ho detto ieri sera, era vero.” Sono vicino a Giò, la guardo negli occhi con una luce nuova. L’afferro e premo le mie labbra sulle sue. Lei fa poca resistenza. Mi asseconda e sento la sua lingua entrare in me. Le tocco le tette e mi viene un fremito che mi solletica fino alla base della schiena “Vuoi annusare le mie mutandine, fratellone?”
Carlo non se lo fa dire due volte. E’ già in ginocchio, la faccia dentro le mie mutandine. Io continuo a strizzare le tette di Giò e a baciarla. Lei ricambia e si avvinghia “Ehi” protesta Carlo “Mi tagliate fuori”
“Ok” mi abbasso verso mio fratello e lo bacio. Subito a contenderlo anche Giò . Le mani afferrano e stringono il suo cazzo. Siamo su un set porno, penso. Lingue,mani, sessi che si strusciano “Credo che, questi incontri vengano meglio nella comodità di una casa”
“Penso sia una buona idea” dice Giò
“Da quando hai questo lato lesbico?” chiede Carlo
“Da quando ho varcato quella soglia” rispondo
“Questo lato di te..” comincia a dire mio fratello. Mi afferra e mi fa girare. E’ un attimo, mi entra da dietro con foga. Ansima e stantuffa come un mantice. Giò si ferma in ammirazione
“Io credo che questa sia la nascita di una bella collaborazione” commenta Giò
Sì, cazzo. Rido soddisfatta e abbraccio tutti e tre “Un bel trio felice”

=FINE=
di
scritto il
2019-09-15
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