I tormenti di nonna Marta (parte quindicesima)

di
genere
incesti

Libera Traduzione

Dopo aver incrociato lo sguardo con Virginia e Sabina, feci loro un cenno d’intesa e le due donne mi raggiunsero sorridendo. Anche se gli effetti della Spezia stavano scemando, mentre più si avvicinavano a me, potei distinguere la loro aura sempre più intensa. Virginia si affretto ad abbracciarmi e darmi due grossi baci sulle guance quindi, molto gentilmente, si offrì di portare la mia pesante borsa da viaggio. Sabina nel frattempo venendomi incontro, mi prese entrambe le mani ed il suo sguardo si confuse nel mio. Il suo viso roseo, i suoi occhi lucidi e soprattutto la sua aura mi dicevano chiaramente “Sono felice di rivederti.” Io allora l’attirai a me e la abbracciai tanto forte da farla rabbrividire dalla testa ai piedi. Non aspettandosi un saluto così caloroso istintivamente si ritrasse, allora io, sadicamente, per metterla ancora più a disagio mi avvicinai di nuovo e le diedi un grosso bacio sulle labbra. La gente intorno non si accorse di niente, ma lei si vergognò per questo bacio saffico rubato. Virginia divertita dalla nostra scenetta disse: “Sabina, dovevi essere più prudente, ormai la conosci bene la mamma, sai come è calda ed espansiva.” “ Si.. Si.. lo so, ma pensavo solo in alcune circostanze.” Già ero sorpresa che le due donne si conoscessero, ma dalla battuta di Virginia mi venne il sospetto che si fossero confidate anche le loro cose intime e che Virginia fosse al corrente della mia relazione con Sabina. Quindi mia figlia tutta sorridente mi disse: “Sicuramente vorrai chiedermi come mai Sabina è qui con me, te lo spiegherò dopo in macchina. Ora immagino che tu voglia al più presto rientrare a casa.” “Si, non vedo l’ora di farmi una doccia e cambiarmi. È stato molto caldo durante il viaggio.” Evitai di parlare loro del giovane brufoloso che avevo spompinato e che a sua volta mi aveva sgrillettata durante il volo. “Bene, allora andiamo, abbiamo molte cose da dirti.” “Anche io, mia cara, anche io.” In macchina, seduta sul sedile posteriore, notai subito gli sguardi complici che si lanciavano le due donne. Fu mia figlia che, mentre guidava, cominciò a raccontare. “Sabina ed io ci siamo incontrate di recente grazie ai nostri figli. Come sai Davide e Leonardo sono amici per la pelle, e sono stati proprio loro a favorire il nostro incontro. Dopo esserci conosciute, siamo diventate grandi amiche, ma ti racconterò con comodo più avanti. Quando ho chiesto a Sabina di venire con me a prenderti all’aeroporto, è saltata dalla gioia per l’idea di rivederti.” La bella biondina si girò verso di me, mi fece un sorriso pieno di tenerezza e passione allo stesso tempo. Poi fece scivolare una mano tra i sedili che appoggiò sul mio ginocchio accarezzandolo dolcemente. Questo gesto di tenerezza mi commosse enormemente e mi prese la voglia di baciarla con passione ma le cinture di sicurezza che legavano entrambe me lo impedirono. Mi accontentai di stringergli delicatamente la mano per ringraziarla. Virginia, sbirciando dallo specchietto retrovisore, si accorse della mia emozione e, stemperare l’atmosfera, mi chiese come era andato il mio soggiorno a casa della sorella. Allora raccontai loro, senza scendere nei dettagli, che la mia settimana era stata particolarmente densa di eventi e di nuove esperienze. Spiegai a Virginia come sua sorella Agnese si era intimamente legata a Melania, che ormai erano amanti da diverso tempo, e che presto sarebbero andate a convivere. Gli raccontai anche che Giacomo, il marito, per il suo grande piacere, aveva deciso di tornare dalla madre. Aggiunsi anche che le loro figlie ancora non sapevano niente della decisione dei genitori e che presto sarebbe stato il caso di informarle. Dissi anche di aver conosciuto i suoi vicini, due persone molto interessanti. Arrivate a casa mia lascia che fosse Virginia a fare gli onori di casa all’amica, dopo tutto conosceva la mia casa perfettamente e sapeva dove trovare ciò che avrebbe potuto servirgli. Bevvi un bicchiere d’acqua arsa dalla sete e subito andai in camera mia. La curiosità superò il mio bisogno di rinfrescarmi, aprii il borsone e nervosamente tolsi l’involucro al regalo che mi avevano fatto i vicini di casa di Agnese. Quando aprii la scatola, quasi caddi per terra dalla sorpresa, tanto che dovetti sedermi sul letto per calmare la mia emozione. Dentro ad una scatola di legno esotico trovai diversi sacchettini di tela, ma ciò che più attirò la mia attenzione fu un’ampolla di vetro piena di una polvere con riflessi bluastri. La riconobbi subito, era il polline della Spezia. Dato che ce ne vuol davvero poca per esacerbare i sensi, in quell’ampolla ce n’era per almeno un secolo. Le altre bustine contenevano: una delle foglie essiccate, un’altra delle radici tritate, poi dei fiori secchi e un’altra ancora un centinaio di semi. L’ultimo sacchetto che aprii conteneva un vecchio quaderno con la copertina ormai consunta dal tempo. Quando ne sfogliai le pagine vidi che erano ingiallite dal tempo, erano piene di disegni fatti a mani ed appunti presi con una calligrafia fine e regolare. Non mi ci volle molto per capire che avevo tra le mani il risultato degli studi del nonno di Rosa, l’esploratore aveva raccolto qui come aveva scoperto l’esistenza della Spezia e l’uso che di lei ne facevano gli indigeni della foresta Amazzonica da lui conosciuti durante i suoi viaggi. Sul fondo della scatola trovai una busta che aprii rapidamente curiosa di leggere cosa ci fosse all’interno. Sul foglio c’era un riepilogo delle indicazioni relative all’uso delle diverse bustine, poi in fondo alla pagina c’era scritto: “Per te Marta, fanne un buon uso.” Mentre leggevo, continuavo a chiedermi perché Rosa e Rocco avessero voluto condividere questo loro segreto con me. Anche se erano certi della fiducia riposta in me, ci conoscevamo da poco. Pur non sapendo nulla della mia vita, queste persone mi considerarono da subito una persona affidabile. Era veramente incredibile che Rosa m’avesse donato tutto ciò, soprattutto il quaderno del nonno, che comunque fa parte del patrimonio affettivo suo e della sua famiglia. Mentre facevo queste considerazioni un brivido mi percorse la schiena. Forse la risposta avrei potuto trovarla nella Spezia stessa, secondo Rosa, tra le molte virtù che ha, ci sarebbe anche quella di determinare il grado di fiducia da affidare ad una persona. Donandomi poi i semi di questa pianta magica, avrebbero corso il rischio che io ne facessi un commercio insano e che divulgassi le sue proprietà tra persone malintenzionate. Lungi da me questa idea, non tradirò mai la fiducia che hanno riposto in me. Mi prefissi di chiamare Agnese per farmi dare il numero di telefono dei suoi vicini per poterli ringraziare per questi regali eccezionali. Riposi con cura la scatola di legno nel mio armadio non senza fiutare un po’ di quel polline magico prima di fare la doccia, ripromettendomi che appena fossi stata sola avrei letto a fondo tutte le ricette consigliatemi da Rosa e sfogliato fino in fondo gli appunti del nonno. Appena lavata e cambiata raggiunsi Virginia e Sabina. Le trovai entrambe sedute sul divano l’una a fianco dell’altra con una postura molto composta, come quella di un bambino che sa di aver fatto una marachella ed assume un’aria innocente e distaccata. La Spezia che avevo appena preso non faceva altro che aumentare la sensazione che già avevo avuto, le due donne erano sinceramente attratte l’una dall’altra ma non osavano ammetterlo davanti a me. Sabina ruppe il ghiaccio dicendo: “Allora chi comincia a raccontare?” “Se volete comincio io.” Gli risposi. “Va bene mamma, comincia tu.” Cominciai il racconto fornendo molti particolari degli eventi vissuti durante mio soggiorno a casa della mia figlia secondogenita, in particolare che Agnese e Melania si amano ed ormai sono una coppia di fatto, che Giacomo, mio genero, liberatosi da tutti i complessi e le remore psicologiche che hanno condizionato la sua vita sessuale per anni, ha accettato di concedere il divorzio alla moglie per poter ritornare a convivere con la mamma, della quale è sempre stato innamorato, e diventare il suo amante, e dei suoi vicini di casa, delle persone eccezionali sotto molti aspetti, in particolare per il sesso. Non mi riferivo alla Spezia, ma a tutti quei momenti caldi che ho passato con loro durante il mio soggiorno a casa di mia figlia. Allora Virginia mi chiese: “Hai avuto modo di parlare con Agnese di papà?” “Si, mi ha raccontato tutto quello che quel grande porco faceva con lei e le sue amichette che giravano per casa.” “Si, ha fatto molto di più con lei che con me..” “Si, non devi scusarti, lo so..” Questo mi riportò al motivo iniziale del mio viaggio a casa di Agnese, ovvero avere una sua confessione e sapere quanto era depravato il mio defunto marito. Quel bastardo mi tradiva abusando delle nostre figlie e delle loro amichette. Quando ricordammo queste cose, Sabina scoppiò in lacrime perché, forse è bene ricordarlo, Leonardo, il suo unico figlio, è frutto della violenza subita dal mio defunto marito. Il solo ripensare a questa cosa mi fa venire ancora la nausea. I miei nipotini hanno di fatto Leonardo come zio, quindi Davide è, senza saperlo, il nipote del suo miglior amico. Ed allo stesso tempo Leonardo è fratellastro delle mie figlie anche se hanno quasi vent’anni più di lui. Più ci penso e più mi perdo tra i legami di questa saga familiare. Virginia mentre parlavamo mi fece capire che Sabina le aveva raccontato tutto delle sue disavventure e, mentre mia figlia cercava di consolare l’amica, io facevo lo stesso cercando di rassicurare la bella biondina della sua innocenza in tutta questa brutta storia. Dopo di ciò cercai di rasserenare l’atmosfera cambiando discorso. “E tu Virginia, che hai da raccontarmi?” “Oh mamma, sono successe un sacco di cose divertenti mentre eri via.” “Su dai racconta, ti ascolto.” Sabina, dopo aver finito di singhiozzare, guardò Virginia con uno sguardo preoccupato, ma mia figlia sapeva che io non le avrei mai dato dei giudizi anche se mi avesse raccontato le cose più immorali quindi, fatto un grosso respiro si lanciò nel racconto della storia. “Come tu sai Davide e Leonardo sono molto amici, e come tali si sono confidati vicendevolmente i loro segreti, in particolare il rapporto incestuoso che hanno con noi, le loro madri. Partendo da lì, quei due porcellini hanno pensato di organizzare un gioco erotico nei nei nostri confronti. Io penso sia stato Davide ad avere l’idea, ma la cosa resta da verificare, comunque è stato lui il primo a parlarmene. In poche parole, durante le loro discussioni è emersa l’idea di scambiarsi le mamme in quanto ognuno dei due trovava molto affascinante la mamma dell’altro. Leonardo fantasticava su di me e Davide su Sabina. I due insistettero che io e Sabina ci incontrassimo durante una cena in famiglia. Ingenuamente l’idea mi piacque, allora gli proposi di organizzare la serata a casa nostra. Quando vidi Sabina, immediatamente ne rimasi affascinata, e la cosa fu reciproca. Si stabilì immediatamente una complicità tra di noi come se ci conoscessimo da sempre. Mentre Cristina ed i ragazzi si erano impegnati a preparare la cena ed apparecchiare la tavola, io e Sabina abbiamo avuto del tempo per conoscerci e scambiarci le nostre confidenze. Soprattutto abbiamo parlato della scoperta libertà sessuale che vige nelle nostre famiglie, il tutto grazie a te mamma. Fu proprio lì che mi rivelò quello che aveva fatto con papà, ma ora è inutile parlarne. Durante la cena noi bevemmo più del dovuto, un po’ anche forzate dai nostri figli. Io ero seduta vicino a Leonardo, Sabina vicino a Davide e Cristina era a capotavola. Durante tutto il pasto, il mio piccolo vicino di sedia, sfruttando ogni mio movimento e con qualsiasi scusa, non perdeva l’occasione di toccarmi e palpeggiarmi, notai che anche Davide faceva lo stesso con la mia nuova amica. I ragazzi avevano delle mani molto lunghe. Il tutto sotto lo sguardo partecipe di Cristina. Sabina, inizialmente imbarazzata, si rilassò quando, scambiandoci uno sguardo d’intesa, capimmo cosa volevano fare i ragazzi. L’idea non ci spiacque, perché non lasciarci sedurre da questi bei ragazzi? Cristina allora capì che era arrivato il momento. Si alzò, si mise dietro di me e cominciò a sbottonarmi la camicetta lentamente, poi fece scivolare le sue mani nel mio reggiseno e cominciò a massaggiarmi i seni delicatamente. Curiosamente non provai imbarazzo dal fatto che mi figlia mi palpasse i seni in quel modo lì, davanti a tutti. Impedita un poco nelle sue gesta dai mie abiti, mi sfilò completamente la camicetta e mi slacciò il reggiseno in modo da riprendere il suo massaggio sul mio torso nudo. Sabina e suo figlio erano decisamente affascinati dal vedermi apprezzare così tanto le carezze di mia figlia. Cristina, senza parlare, invitò Leonardo a continuare il massaggio da lei iniziato quindi, prendendomi una mano, la appoggiò sul pacco del mio giovane vicino di sedia. Davide e Sabina mi guardavano mentre accarezzavo il cazzo turgido di Leonardo che lui, nel frattempo, aveva liberato dalla costrizione dei suo pantaloni. Apprezzai la morbidezza delle sua mani mentre mi massaggiava, ed il turgido gonfiore che aveva il suo sesso mentre lo faceva. Cristina allora si mise dietro Sabina ed iniziò a fare la stesse cose che aveva fatto a me. Sabina repentinamente si lasciò andare e cominciò a godere delle carezze dei mie figli, infatti Davide non perse tempo e subito imitò la sorella. Cristina, ormai diventata la regista della serata, vista come si stava riscaldando l’atmosfera, ci propose di alzarci tutti dal tavolo per ballare tra di noi, quindi si affrettò a mettere della musica. Io e sabina eravamo a petto nudo ma per nulla imbarazzate. Senza aspettare l’inizio della musica preferii allungare le mie braccia a mo’ di invito verso Sabina, piuttosto che a Leonardo. I ragazzi rimasero un poco stupiti quando ci videro abbracciarci teneramente, eravamo un poco alticce ma sempre consapevoli delle nostre azioni. Ballavamo guardandoci negli occhi e, quando iniziammo a sfregarci i seni l’una contro l’altra, i nostri ragazzi iniziarono a sbavare eccitati, in quanto non usammo nessuna moderazione nell’accarezzarci vicendevolmente. Si spogliarono rapidamente e, brandendo il loro cazzo duro, iniziarono a masturbarsi davanti allo spettacolo che gli stavamo offrendo. Sia io che Sabina facevamo di tutto per eccitarli, avevamo capito che in quella serata tutto era permesso. Per rendere più intrigante il gioco, mi avvicinai a loro e presi le loro mani e le posi sul sesso dell’altro, quindi tornai tra le braccia della mia compagna. I porcellini furono rapidamente catturati dal gioco che avevo loro proposto e subito iniziarono a masturbarsi a vicenda. Cristina, mentre noi due continuavamo a ballare languidamente abbracciate, si diede da fare per spogliarci completamente poi, con gesto della mano invitò i due ragazzi ad unirsi a noi. Ormai completamente nudi, con un balzo da felino, si avventarono sulle loro prede. Leonardo non perse tempo e, mentre mi stringeva a lui e mi baciava, infilò un dito nella mia fica. Sabina rimase per un attimo spiazzata dalle dimensioni del cazzo di Davide, tanto che notai che ebbe qualche difficoltà nell’impugnarlo e masturbarlo efficacemente. Cristina allora, dopo aver liberato il tappeto del soggiorno, ci invito a distenderci. Immediatamente il tappeto divenne il luogo di un’orgia incredibile. I nostri ragazzi avevano finalmente raggiunto il loro scopo, io stavo godendo sotto il colpi di Leonardo e Sabina sotto quelli di Davide, senza contare che Cristina passava dall’una all’altra dandoci ulteriore piacere con le sue magiche carezze. Quella sera mancavi solo tu, mamma.” Quando Virginia finì di raccontare la loro storia, rimasi pensosa per un po’ di tempo. Non potei fare a meno di chiedermi come mai tutte le persone che mi stanno vicine siano state infettate da questo virus del sesso sfrenato. Virginia mi distolse da questa mia strana considerazione chiedendomi: “Mamma, sei per caso scioccata dal fatto che ho fatto sesso con Leonardo?” “No.. no.. per niente, anzi sono felice che tu provi nuovi piaceri con nuove persone.” A quel punto Sabina intervenne e disse a Virginia: “Però non hai raccontato tutto a tua mamma.” “Che vuoi dire Sabina?”, replicai. “Semplicemente che poi i ragazzi poi giocarono tra di loro, e noi due ci demmo piacere reciprocamente.” “Oh si Sabina, è stato meraviglioso essere tra le tue braccia.” Le due donne rimasero in silenzio guardandosi intensamente, la Spezia mi stava mostrando come erano attratte l’una dall’altra, allora sussurrai: “E’ giunto il momento che voi vi baciate, non credete?” Non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che le loro bocche avide e golose si incontrarono. Dopo il loro bacio, suggerii di ritrovarsi tutti il giorno dopo per passare una buona “serata” in compagnia. Comprendendo come quel giorno fossi stanca e spossata, le due amanti mi lasciarono rapidamente, probabilmente troppo desiderose di ritrovarsi sole in un letto. E così, ora con anche Virginia, mi ritrovo che entrambe le mie due figlie hanno cambiato sponda, entrambe innamorate di una donna. Ciò non impedisce però che, sia Virginia che Sabina, possano continuare ad apprezzare i cazzi giovani e duri dei loro ragazzi. Su questo non avrei nulla da obiettare, visto che anche a me piace fare l’amore con una donna, quanto mi piace succhiare e prendere cazzi giovani. Dopo che le due donne se ne furono andate, tornai nella mia stanza per scoprire meglio il contenuto della scatola delle Spezie.
La mattina dopo decisi di sperimentare la ricetta della “Pozione della Verità”, letta sul quadernetto dell’esploratore. Un decotto delle radici della cosiddetta Spezia poteva permettermi di vedere nelle alte persone il loro livello di sincerità. Secondo le note del nonno di Rosa, la vicina di casa della mia figlia minore, dopo aver bevuto un po’ di questa mistura, sarei stata in grado di visualizzare un alone al livello del plesso solare di una persona. Se la persona fosse sincera e degna di fiducia, l’alone sarebbe molto chiaro e luminoso, al contrario, grigio e cupo. IL vecchio esploratore aveva anche corredato la ricetta con una serie di schizzi ed appunti per illustrare il comportamento dei soggetti analizzati, ma la momento ancora non avevo assimilato tutte le situazioni descritte nel quadernetto. Dopo aver preparato l’infuso ne bevvi l’equivalente di una tazza da te, quindi uscii per la spesa considerato che in serata avevo ospiti a casa: Virginia e i suoi due figli, Sabina ed il figlio e poi chissà chi altri. Dovevo dare da mangiare a tutti per poi essere in forma per il proseguo della serata. Appena scesa in strada mi accorsi subito degli effetti della pozione, tra i passanti nessun alone chiaro, molti toni grigiastri, a volte addirittura neri o marroni, raramente luci chiare. Il macellaio dove di solito compravo la carne non fece eccezione, malgrado i suoi complimenti ed i suoi sorrisi era un imbroglione nel profondo dell’anima, mannaggia a me che mi sono fidata di lui fino ad ora. La commessa della panetteria, piccola ed innocente, diffondeva una luce grigio chiaro, mentre la sua collega aveva un colore dove a dominare era il blu navy. Tornata a casa feci in punto su questa esperienza ritenendomi piuttosto delusa. Provai a mettermi davanti allo specchio per vedere se vedevo qualcosa in me stessa, niente di speciale tranne una donna matura molto ben conservata per la sua età. Si, sono consapevole di lodarmi da sola, ma questo piccolo pensiero narcisistico ogni tanto mi diverte e mi da gioia di vivere. Non so comunque il perché ma non riuscii ad auto esaminarmi, peccato. Avrei potuto capire quello che i vicini di casa di Agnese mi avevano detto sul mio livello di sincerità ed integrità. Secondo loro io sarei un punto di riferimento in termini di probità e fiducia, forse per questo mi avevano lasciato questo loro tesoro. Non riuscivo a capire il loro gesto. Dovevo chiamarli al più presto per ringraziarli dell’attenzione. Dopo aver riposto la spesa mi sedetti su una poltrona e chiamai Agnese. Lei era entusiasta per la relazione che aveva con la sua giovane amante Melania. Mmmm, anche io quando ripenso alla giovane rossa ho ancora un brivido che mi sorprende per la sua intensità. Una ragazza incontrata per caso e con la quale ho stretto amicizia immediatamente, senza sapere che lei e mia figlia avessero una relazione nascosta. Agnese mi informò subito che le sue figlie erano ancora in vacanza a casa della mamma di Giacomo, l’altra loro nonna, e che avevano preso bene le novità della famiglia e che non vedevano l’ora di tornare per dare il benvenuto a Melania. Aggiunse che Giacomo mi avrebbe chiamato per parlarmi di questioni importanti ma che non sapeva cosa fossero. Subito tornai all’oggetto della mia telefonata e le dissi: “Sono molto felice cha a voi tutto continui bene, ma dimmi, vorrei contattare i tuoi vicini di casa per ringraziarli del regalo che mi hanno fatto prima di partire, non potresti darmi il loro numero di telefono?” “Purtroppo non ce l’ho, vado subito a chiederglielo poi ti richiamo.” “Sarebbe molto gentile da parte tua, vorrei ringraziarli per tutto quello che hanno fatto per me.” “Me ne occuperò il prima possibile. Ciao e baci mamma.” Non appena ebbi chiuso la comunicazione con Agnese il telefono squillò di nuovo, era Giacomo, mio genero, quando parli del lupo… “ Ciao mamma”, esordì con tono scherzoso. “Ahh, Giacomo, mi diverte quando mi chiami mamma, sei forse eccitato?” “Esatto! Da quando sono tornato a casa della mamma ho sempre l’uccello in tiro.” Aggiunse ridendo. “Ho capito, su dai racconta, piccolo mascalzone.” Giacomo, che avevo reso un uomo depravato durante il mio soggiorno a casa di Agnese, iniziò a raccontarmi le ultime sue 24 ore. “Quando sono arrivato io e la mamma ci siamo guardati in un modo diverso dal solito, soprattutto io. L’ho guardata e riguardata tanto che lei si è sentita un po’ in imbarazzo. Poco dopo, alla presenza delle nostre figlie, gli ho esposto la situazione riguardante me ed Agnese e la nostra prossima separazione. Le ragazze non mi parvero per nulla sorprese, probabilmente già erano al corrente della nuova vita della madre. Per quanti riguarda mia mamma non ha fatto nessun commento relativamente ai costumi sessuali di mia moglie, e si è offerta di ospitarmi per tutto il tempo che io riterrò opportuno. Non puoi immaginare come sono stato felice di questa sua proposta. Le figlie avevano programmato di andare al cinema con delle amiche ed io ne approfittai per restare solo con mamma. Per prima cosa le raccontai la relazione che ho avuto con te, rimase molto scioccata, persino sconvolta dal fatto che io avessi potuto andare a letto con mia suocera. Mente gli raccontavo questa cosa notai in lei una punta di gelosia, tanto che dovette allontanarsi dalla cucina per nascondere il suo risentimento. La lascia sbollire e la raggiunsi solo più tardi mentre era intenta a svuotare la lavastoviglie. La abbracciai da dietro stringendole le braccia attorno alla vita mentre lei, chinandosi in avanti, spingeva i suoi glutei contro di me. Disse qualcosa e cerco di divincolarsi, ma non con molta convinzione. Io allora strinsi la presa tenendola ancora più stretta. Si alzò da quella posizione, si tolse gli occhiali ed appoggiò la mani sul piano della cucina davanti a lei, e rimase immobile. Restò ferma in quella posizione mentre io appoggiavo e sfregavo il mio pube sul suo lato B. Sentiva la pressione del mio cazzo duro tra le sue natiche, ma non reagì e mi lasciò fare senza protestare. Poi dopo successe tutto molto velocemente. Infilai una mano nel décolleté della vestaglia che solitamente indossa in casa, e le afferrai un seno stringendo il capezzolo tra le dita. La mamma fece un lungo sospiro portando indietro la testa e sussurrò qualcosa tipo “mmm.. oh siii.. finalmente un uomo..” Ciò mi rese più audace e mi incoraggiò a far scivolare l’altra mano sotto la vestaglia per arrivare alla sua fica. Senza guardare allungò una mano dietro e cerco la zip della mia patta per liberare il cazzo. Lei mi dava la schiena, non mi guardava, ma si vedeva che le piaceva toccarmi il cazzo mentre le mie dita sgrillettavano la sua fica bagnata. Mentre la masturbavo sentivo i suoi gemiti di piacere fino a quando mi sussurrò quasi senza fiato: “Si amore della mamma, prendimi!” Mentre lei si alzava la vestaglia sopra i fianchi, io le abbassi le mutandine. Guidando il mio cazzo verso la sua vagina, mi aiutò a penetrarla. Mi bastarono pochi colpi di reni per sentirla venire quasi all’istante. Questo orgasmo non le fu sufficiente, voleva godere ancora allora mi incitò a scoparla ancora più velocemente e profondamente, voleva sentire tutto il mio cazzo dentro di lei. Ero così eccitato dalla situazione che non riuscii più a resistere, tanto che scaricai dentro di lei tutta la mia calda voglia grugnendo dal piacere. Dopo esserci ripresi lei si voltò e mi guardò negli occhi, lungi dall’essere imbarazzato il suo sguardo attizzò ancora di più il mio desiderio. Le sollevai il mento e misi le mie labbra sulle sue e, dopo un attimo, le nostre lingue si incrociarono in profondo e bollente bacio. Dopo, seduti abbracciati sul divano, parlammo per diverso tempo. Le confessai il mio amore e desiderio per lei tenutole nascosto fin dai tempi della pubertà. Le confidai che quando facevo l’amore con te pensavo a lei e quando eri tra le mie braccia non ti chiamavo “Marta” bensì “mamma”. La vidi molto turbata per il fatto che suo figlio fosse così innamorato di lei. Le raccontai come tu mi avevi liberato dai miei tabù, come sei riuscita a far uscire le mie fantasie e i miei desideri più reconditi. Alla fine le ho anche rivelato i rapporti omosessuali con il vicino di casa e del suo cazzo di notevole misura. La mamma era sbalordita dalle mie parole, non sapeva cosa dire, così ho iniziato a baciarla ed ad accarezzarla nuovamente tanto che lei si abbandonò completamente alle mie coccole. Velocemente raggiungemmo la sua camera per essere più comodi. Quando le ragazze tornando, si presentarono alla porta, avevamo appena finito di fare l’amore, ma questa volta a letto. È stato fantastico per entrambi, le ho palpato i seni, leccato la fica ed il culo, lei mi voleva su di lei e dentro di lei. Questa volta sono riuscito a controllarmi per ritardare l’eiaculazione per poterla amare più a lungo e in tutte le posizioni. Dopo aver goduto più volte, lei si è seduta tra le mie gambe e mi ha masturbato a due mani in un modo veramente adorabile fino alla mia estasi, ovvero quando mi ha penetrato con due dita il buco del culo facendo esplodere tutto il mio godimento dentro la sua bocca. Mentre faceva tutto ciò mi guardava negli occhi ed una luce giocosa brillava ne suo sguardo. Il suo sorriso complice mi ha fatto capire che orami saremo amanti per sempre. Non appena le mie figlie torneranno dalla loro madre mi ha promesso che potremmo condividere il suo letto in modo che io possa prendermi cura del suo culetto tutte le sere, come del resto lei avrebbe fatto con mio, aggiunse. Per il momento stiamo facendo di tutto per nascondere la nostra relazione alle ragazze. Ci scambiamo baci ed effusioni di nascosto come due adolescenti, anche se questa mattina appena sveglio mi ha fatto un pompino espresso, ha voluto gustare la mia panna con il suo caffè. Stiamo bruciando dal reciproco desiderio, ed il fatto di non poterci soddisfare per via delle ragazze ci fa impazzire dalla voglia”. Ascoltai il racconto di Giacomo con molta attenzione e partecipazione e mi immedesimai in quella donna ormai felice di aver recuperato il rapporto con figlio e di aver trovato anche un focoso amante che possa soddisfare tutti i suoi bisogni sessuali. Lei, che dalla morte del marito non ha più avuto un uomo, ora potrà tornare a dare e ricevere piacere. Mi congratulai con Giacomo per la sua iniziativa e per la sua ritrovata autostima e lo ringraziai per essere rimasto in buoni rapporti con mia figlia. Il fatto che ora entrambi ritroveranno la loro gioia di vivere e che un poco sia stato merito mio, mi fece molto piacere e mi rese felice. Non ebbi neanche il tempo di alzarmi dalla poltrona e il telefono squillò di nuovo, era Agnese che, con una voce quasi in preda al panico mi disse: “Ciao mamma, sono andata dai miei vicini...” “Bene, allora ti hanno dato il numero?” “Non mi crederai..” Disse molto preoccupata. “Ma cosa è successo?” Risposi io altrettanto preoccupata. “Ci sono stata pochi minuti fa, ho suonato più volte il campanello ma nessuno mi ha risposto.” “Dai, non fa niente ci tornerai più tardi o al massimo domani.” “No, non è così. Sono entrata nel loro giardino ed ho spiato da una finestra, la stanza era vuota, poi ho girato intorno alla villetta ed anche le altre stanze erano vuote. Niente e nessuno, un deserto. Non un mobile o un segno di vita. La casa è completamente disabitata. Non ci capisco niente, li abbiamo visti ieri mattina ed ora sono scomparsi! Come se non fossero mai esistiti.” “Io ci capisco meno di te, stavano facendo dei lavori di ristrutturazione qualche settimana fa, ed uno penserebbe che era per restarci in questa casa quindi, perché dovrebbero essere scomparsi?” “Mamma non so cosa risponderti.” “Comunque grazie tesoro per averci provata. Ti bacio tesoro. Bacia anche Melania da parte mia. A presto.” Dopo avere riattaccato rimasi molto confusa e pensierosa a seguito della notizia. Ma chi erano queste persone che erano apparse, mi avevano rivelato molte cose sul sesso e sulla Spezia e poi erano sparite così repentinamente? Sono sicura che la risposta non l’avrò mai. Forse finirò per convincermi che queste persone, troppo perfette sotto tutti gli aspetti debbano essere degli extraterrestri, oppure dei messaggeri del di Eros venuti sulla terra per farci adorare il sesso o più semplicemente per darci AMORE. Immersa nei mie pensieri venni destata dal suono del campanello, questa mattina sono molto desiderata. Aperta la porta di casa ebbi il piacere di trovare mia nipote Cristina. Subito fui sorpresa e sbalordita dal vedere che il suo petto irradiava una intensa luce bianca. Come può questa ragazzina così sfacciata e a volte perversa, nascondere una tale purezza d’animo? Se avessi dovuto scommettere su una persona perfetta sicuramente non avrei puntato su di lei. “ Oh.. ciao, Cri.. Cri.. Cristina.” Balbettai. “Ciao nonna, che succede? Non stai bene?” “No, no, va tutto bene.” “Ti vedo molto pallida, sicura che vada tutto bene?” Appoggiò il borsone che aveva con se nel corridoio e prese la mia mano tra le sue. Fu allora che successe qualcosa di strano. Mi sentii confusa ed intimidita da questa ragazza, quasi come se fossi una bambina al suo primo appuntamento. Il mio atteggiamento incuriosì e preoccupò Cristina che spontaneamente mi aprì le braccia. Mi precipitai verso di lei ed appoggiai la testa sulla sua spalla mentre lei mi abbracciava calorosamente. Il nostro abbraccio fu così intenso che sentii i miei occhi appannarsi di lacrime. Sentii la sua energia entrare nel mio petto e propagarsi per tutto il corpo. In modo molto materno mi accarezzò i capelli mentre io piangevo sulla sua spalla. Qualcuno potrebbe trovare divertente che sia una nonna ad essere confortata dalla nipote, ma qui i ruoli si erano invertiti. Io era la bambina che abbracciava la madre. Allora lei mi sussurrò: “Perché sei triste nonna?” “No, non sono triste amore mio, sono lacrime di felicità, troppa felicità.” “Non ti capisco..” “Non fa niente, poi ti spiegherò. Ora baciami per favore.” Cristina non se lo fece ripetere un’altra volta e mi diede uno dei baci più belli che abbia mai ricevuto in vita mia. Quando lei stacco le sue labbra dalle mie, ero ancora molto emozionata, piena di vibrazioni positive. Una nuova energia mi guidava. Sembrava avessi fatto un bagno di gioventù. Cristina mi guardò con infinita tenerezza tanto che mi emozionai ancora di più. La porcellina pose un altro furtivo bacio sulle mie labbra e mi disse: “Nonna sono venuta ad aiutarti a preparare la cena di stasera.” “E’ carino da parte tua amore a farlo, ma non sei venuta un po’ in anticipo? Non è ancora mezzogiorno. O forse non mi sta dicendo tutto sullo scopo della tua visita?” Feci questa affermazione perché notai un ombra fugace nell’alone biancastro che emanava il suo petto. Quest’ombra la interpretai come un qualcosa di non detto da parte di mia nipote. “Hai ragione nonna, sono venuta anche per un altro motivo. Vorrei restare a casa tua per un po’ di tempo, se non ti dispiace.” “Amore, puoi restare tutto il tempo che vuoi, ma dimmi, è per caso tornato tuo padre?” “No, non è per questo, lui non da notizie da molto tempo ed è meglio così. Se vengo è per me stessa, devo fare un passo indietro rispetto a molte cose.” Una nuova ombra grigia mi indicò che nascondeva ancora qualcosa, ma non insistetti, non volevo abusare della chiaroveggenza fornitami dalla tisana di radici della Spezia. “Va bene tesoro, sistemati nella stanza di Davide.” “Va bene. Grazie nonna.” Un nuovo alone grigiastro contaminò la sua aureola, questa volta mi preoccupai. “Ma dimmi, sicura che vada tutto bene?” “Si..Si.. diciamo di si.” “Ok.. dimmi amore.” “Sai, avrei preferito essere più vicina a te, se sai cosa intendo.” “E va bene, dormi con me, nella mia camera, vado a farti un po’ di spazio nell’armadio.” Cristina allora tutta felice prese il borsone e ci dirigemmo verso la mia, pardon, la nostra camera, dimenticando che avevo lasciato aperta la scatola della Spezia. Ovviamente Cristina vedendo la scatola mi chiese: “Cos’è questa polvere blu nel tubo? E quelle bustine?” “Te lo spiegherò più tardi. Anzi no, qualcosa te lo mostrerò subito.” “Cosa mi mostrerai nonna?”
scritto il
2019-12-24
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