Il personal trainer di mia figlia – Capitolo 6
di
duke69
genere
dominazione
Eravamo giunti di fronte alla porta della camera di Monica, mi bloccai terrorizzata all’idea che mia figlia potesse vedermi in quello stato di sottomissione completamente nuda e al guinzaglio del suo uomo. Ma che diavolo stavo facendo? Bruno mi stava mettendo alla prova ancora una volta, ma a tutto c’è un limite!
Bruno comprese il mio stato di panico e si chinò verso di me sussurrandomi all’orecchio:
“Non preoccuparti, ho sbattuto Monica per quasi un’ora e adesso sta dormendo profondamente. Ricordati che dipende solo da te… per cui fai tutto quello che ti dico e nel massimo silenzio”.
Aprì la porta e mi trascinò all’interno tirandomi per il guinzaglio. Successivamente accese una pila e la puntò prima su Monica, distesa seminuda nel letto e poi su di me; si abbassò nuovamente verso il mio orecchio e puntando la pila verso una sedia posta vicino al letto mi disse:
“Abbiamo scopato in diverse posizioni, ma l’ultima è stata su quella sedia: io seduto e lei sopra a cavalcioni. L’ho fatta schizzare come una fontana e anch’io ho sborrato per bene, ma come puoi immaginare e se guardi più da vicino abbiamo fatto un macello, per cui ora, tu vai e ripulisci tutta la sborra rimasta sulla sedia e sul pavimento. Voglio vederti ingoiare fino all’ultima goccia che raccatti”
La depravazione di Bruno emergeva sempre di più ed io ero il suo indecente giocattolo erotico. Godeva nel farmi fare le cose più sporche e nelle situazioni più rischiose.
Puntava la pila e io leccavo aspirando tutto il liquido dal sapore un po’ acre e un po’ dolciastro che raccoglievo; lui mi guardava, con un ghigno misto tra soddisfazione e derisione, e ogni tanto mi tirava per i capelli attendendo che ingoiassi quello che avevo accumulato in bocca.
Dopo avermi fatto lucidare la sedia e il pavimento sottostante tirò fuori dalla tasca un oggetto:
“Questo è un ovetto vibrante, lo metteremo in funzione al momento opportuno…”
Si trattava di un vibratore di discrete dimensioni, ne avevo visti diversi in rete ma sembravano più piccoli. Mi fece vedere il piccolo telecomando che lo azionava e mi disse:
“Girati, dammi il culo! Farà compagnia alla tua fica da troia!”
Lo infilò ben dentro la mia passera e si sedette su un angolo del letto. Non lo mise in vibrazione e invece, tirandomi a sé per i capelli, mi ficcò il suo uccello direttamente in gola. Mentre con una mano premeva la mia testa spingendo ancora di più il suo membro all’interno della mia bocca, con l’altra prendeva un paio di manette e mi bloccava i polsi dietro la schiena: a quel punto non avevo più le braccia per sostenermi e il mio busto sbilanciato su di lui gravava quasi completamente sul suo cazzo che, a parte la stretta gola, non aveva altri ostacoli per penetrare più a fondo. Nella stanza silenziosa, a parte il respiro di Monica cominciavano a sentirsi il rumore dei miei conati e il deglutire sempre più fragoroso della mia bocca mentre le lacrime scendevano copiose.
“Tua figlia è una gran porca, ma tu diventerai dieci volte più maiala!”
Dopo aver bisbigliato queste parole Bruno prese una piccola bottiglietta da sotto il letto e mi fece aprire la bocca. Versò parte del contenuto tra le labbra chiedendomi di non ingoiare. Era olio di oliva.
“Ingoia lentamente a piccoli sorsetti”
Ingoiai tutto, quindi tenendomi per i capelli e tirandomi la testa all’indietro mi ficcò due dita in bocca perlustrando tutto l’interno, come per verificare che l’olio avesse lubrificato ogni angolo. Successivamente con fare deciso spinse due dita molto in profondità provocando l’ennesimo sussulto e facendomi ritrarre all’indietro come per un movimento istintivo.
Non ce la facevo più, continuava a muovere la mano avanti e indietro, dentro e fuori, mi stava soffocando! Io cercavo di controllarmi e di ridurre al minimo il rumore, mentre la saliva usciva fuori dalla bocca e dal naso. Non vedevo l’ora che finisse, quando tolta la mano dalla bocca, infilò nuovamente il suo uccello e questa volta fino alle palle: il duro lavoro con la mano e l’olio avevano facilitato lo scivolamento di tutta l’asta dentro la mia gola. Ancora non riuscivo a capacitarmi di come avesse fatto a farlo entrare completamente dentro, e rabbrividivo al solo pensiero di quanto fosse grosso il suo cazzo.
La cosa lo aveva evidentemente eccitato, perché un minuto dopo esplose il suo orgasmo nella mia bocca. Ingoiai nuovamente tutto senza che una goccia uscisse fuori, quindi finalmente uscimmo dalla stanza mentre Monica continuava a dormire.
“Sei stata molto brava! Mi hai stupito, sei una gran troia e per questo ti meriti un premio”
E adesso che cosa intendeva? Erano le due del mattino, mi sentivo distrutta da quella interminabile giornata e ancora a quattro zampe lo seguivo nel corridoio. Mi stava portando nel bagno, quando ad un tratto sentii una vibrazione ritmica passare dallo stomaco al resto del corpo: gli impulsi provenivano dall’ovetto, lo aveva azionato con il telecomando. Era leggera e mi piaceva, ma volevo di più, volevo godere anch’io: erano diversi giorni che non avevo un orgasmo.
Entrammo dentro il bagno e Bruno chiuse la porta a chiave.
“Prendi lo sgabello ed entra dentro la vasca: oggi ti renderai conto di come può godere una vacca come te!”
La vibrazione era lievemente aumentata.
Bruno si accomodò accanto a me sul bordo della vasca, quindi prese una bottiglia a spruzzetta contenente olio e iniziò a spargermelo addosso, iniziando dal busto fino a ricoprire i seni e scendendo in basso fino ad inondare la mia passera. La sensazione dell’olio che colava contemporaneamente alla vibrazione che aumentava era pazzesca e il piacere sarebbe andato via via aumentando.
“Allarga le gambe e metti le mani dietro la schiena!”
Bruno cominciò a passare le dita della mano destra sul contorno delle grandi labbra in modo concentrico, regolare e sempre nello stesso verso, mentre con la mano sinistra giocava con il telecomando aumentando ancora la vibrazione. L’eccitazione cresceva a dismisura e cominciavo ad avere contrazioni incontrollabili. Bruno si rendeva conto di ciò e diminuiva la vibrazione:
“Ti piace troia?”
“Oh Siii! Ti prego fammi venire, Signore!”
“Non ancora, cerca di trattenerti…sborri quando lo dico io! Vedrai che ti prosciugherò, estrarrò fino all’ultima goccia!”
Aumentò ancora la vibrazione, forse al massimo, perché cominciavo a sentirmi sconquassata e a provare finalmente quel godimento travolgente che da tempo stavo sognando: l’orgasmo era vicino e Bruno lo sapeva. Ad un certo punto Bruno ficcò due dita dentro la passera ricolma di olio e prese l’ovetto iniziando a muoverlo dentro e fuori. Non ce la facevo più, il movimento della mano era inizialmente lento mentre la vibrazione era veramente forte. Non avevo più le forze per trattenermi:
“Ti prego fammi venire, Signore!”
“Sborrare, troia, voglio sentirti parlare come la più sordida delle puttane…”
“Ti prego fai sborrare la tua troia, Signore!”
Sentito ciò Bruno iniziò ad accelerare il movimento della mano e insieme dell’ovetto vibrante fino a che esplosi schizzando fino all’altro capo della vasca. Gettai un urlo strozzato che rimbombò in tutto il bagno, per un attimo sia io che Bruno guardammo verso la porta, ma sapendo che il vano era ben insonorizzato, riprendemmo, io a lasciarmi andare completamente e lui a masturbarmi senza sosta. Bruno ci sapeva fare perché rimosso l’ovetto continuò a masturbarmi sempre più in modo violento ruotando due dita all’interno della mia fradicia passera e muovendole forsennatamente senza andare in profondità come a volere allargarla. Continuavo a venire, ero spossata dalla stanchezza e mi reggevo a stento su quello sgabello mentre in fondo alla vasca si era formato un piccolo laghetto e Bruno non perdeva occasione per farmelo notare:
“Guarda quanto sei vacca, stai sborrando in continuazione…dimmi che cosa sei?”
“Sono la tua puttana, Signore!”
“Allora vieni un’altra volta per me!”
Così dicendo riprese a masturbarmi finché non spruzzai ancora il mio liquido, penso per la settima volta. Non avendo più la forza di stare su quello scomodo sgabello mi distesi distrutta nella vasca, a mollo nei miei umori.
“Beh, adesso sono stanco davvero! Cazzo!!! sono le 02:40!... meno male che domani è domenica… Hai goduto troia?”
“Si Signore, non mi reggo più in piedi!”
Bruno fece una risata:
“Te lo avevo promesso che avresti goduto come una puttana in calore! Ora datti una lavata e vai a dormire.
Io terrò la mano impregnata del tuo succo…domani quando sveglio Monica mi farò leccare la mano”
Con il suo solito ghigno di derisione uscì dal bagno, mentre io rimasi distesa nella vasca ancora per qualche minuto. Quindi aprii il rubinetto e levai via tutti i liquidi eliminando anche l’appiccicaticcio che mi trovavo sulla pelle.
Nel buio e nel silenzio totale della casa andai a dormire nella mia stanza che erano le 03:00 del mattino: forse ci vollero appena due minuti per crollare addormentata. Al mattino successivo mi svegliai inevitabilmente tardi, verso le 10:30, scesi in soggiorno e presi un caffè in compagnia di Monica. Bruno era già uscito per fare una corsa.
“Hai fatto una bella dormita mamma! Stai bene?”
“Si solo un po’ di insonnia, niente più!”
“Come va in palestra da Bruno, ti sta piacendo?”
“Beh, si… alcune cose sono un po’ massacranti altre più piacevoli, ma l’importante è essere costanti e raggiungere i risultati.”
“...e Bruno come si comporta con te, ti dedica un po’ di tempo?”
Oh cazzo! Sa tanto di doppio senso, forse mi vuole mettere alla prova…? E…magari sospetta qualcosa…
“Bruno è molto premuroso, ci tiene che venga in palestra e che svolga gli esercizi e il programma di attività che mi ha preparato, è molto scrupoloso!”
Dovevo spostare la conversazione su Monica, continuando così mi avrebbe potuto estorcere qualche informazione e qualche segreto di troppo che ormai aleggiava intorno a me, mi sentivo colpevole e vulnerabile.
“Ma dimmi di te… come vi siete conosciuti?”
“Ad una festa circa tre anni fa, ricordo che ……”
La lasciai parlare e a tratti mi assentavo, ricordando quanto accaduto nella notte in camera sua…la mia lingua nel pavimento…quel pompino estremo…il sapore dell’olio che scendeva nella mia gola e poi successivamente i flash degli squirting nella vasca da bagno…Mi stavo bagnando nuovamente: che gran troia che mi sentivo!
Continua….
(Per eventuali commenti o suggerimenti contattatemi su dukeduke1069@yahoo.com)
Bruno comprese il mio stato di panico e si chinò verso di me sussurrandomi all’orecchio:
“Non preoccuparti, ho sbattuto Monica per quasi un’ora e adesso sta dormendo profondamente. Ricordati che dipende solo da te… per cui fai tutto quello che ti dico e nel massimo silenzio”.
Aprì la porta e mi trascinò all’interno tirandomi per il guinzaglio. Successivamente accese una pila e la puntò prima su Monica, distesa seminuda nel letto e poi su di me; si abbassò nuovamente verso il mio orecchio e puntando la pila verso una sedia posta vicino al letto mi disse:
“Abbiamo scopato in diverse posizioni, ma l’ultima è stata su quella sedia: io seduto e lei sopra a cavalcioni. L’ho fatta schizzare come una fontana e anch’io ho sborrato per bene, ma come puoi immaginare e se guardi più da vicino abbiamo fatto un macello, per cui ora, tu vai e ripulisci tutta la sborra rimasta sulla sedia e sul pavimento. Voglio vederti ingoiare fino all’ultima goccia che raccatti”
La depravazione di Bruno emergeva sempre di più ed io ero il suo indecente giocattolo erotico. Godeva nel farmi fare le cose più sporche e nelle situazioni più rischiose.
Puntava la pila e io leccavo aspirando tutto il liquido dal sapore un po’ acre e un po’ dolciastro che raccoglievo; lui mi guardava, con un ghigno misto tra soddisfazione e derisione, e ogni tanto mi tirava per i capelli attendendo che ingoiassi quello che avevo accumulato in bocca.
Dopo avermi fatto lucidare la sedia e il pavimento sottostante tirò fuori dalla tasca un oggetto:
“Questo è un ovetto vibrante, lo metteremo in funzione al momento opportuno…”
Si trattava di un vibratore di discrete dimensioni, ne avevo visti diversi in rete ma sembravano più piccoli. Mi fece vedere il piccolo telecomando che lo azionava e mi disse:
“Girati, dammi il culo! Farà compagnia alla tua fica da troia!”
Lo infilò ben dentro la mia passera e si sedette su un angolo del letto. Non lo mise in vibrazione e invece, tirandomi a sé per i capelli, mi ficcò il suo uccello direttamente in gola. Mentre con una mano premeva la mia testa spingendo ancora di più il suo membro all’interno della mia bocca, con l’altra prendeva un paio di manette e mi bloccava i polsi dietro la schiena: a quel punto non avevo più le braccia per sostenermi e il mio busto sbilanciato su di lui gravava quasi completamente sul suo cazzo che, a parte la stretta gola, non aveva altri ostacoli per penetrare più a fondo. Nella stanza silenziosa, a parte il respiro di Monica cominciavano a sentirsi il rumore dei miei conati e il deglutire sempre più fragoroso della mia bocca mentre le lacrime scendevano copiose.
“Tua figlia è una gran porca, ma tu diventerai dieci volte più maiala!”
Dopo aver bisbigliato queste parole Bruno prese una piccola bottiglietta da sotto il letto e mi fece aprire la bocca. Versò parte del contenuto tra le labbra chiedendomi di non ingoiare. Era olio di oliva.
“Ingoia lentamente a piccoli sorsetti”
Ingoiai tutto, quindi tenendomi per i capelli e tirandomi la testa all’indietro mi ficcò due dita in bocca perlustrando tutto l’interno, come per verificare che l’olio avesse lubrificato ogni angolo. Successivamente con fare deciso spinse due dita molto in profondità provocando l’ennesimo sussulto e facendomi ritrarre all’indietro come per un movimento istintivo.
Non ce la facevo più, continuava a muovere la mano avanti e indietro, dentro e fuori, mi stava soffocando! Io cercavo di controllarmi e di ridurre al minimo il rumore, mentre la saliva usciva fuori dalla bocca e dal naso. Non vedevo l’ora che finisse, quando tolta la mano dalla bocca, infilò nuovamente il suo uccello e questa volta fino alle palle: il duro lavoro con la mano e l’olio avevano facilitato lo scivolamento di tutta l’asta dentro la mia gola. Ancora non riuscivo a capacitarmi di come avesse fatto a farlo entrare completamente dentro, e rabbrividivo al solo pensiero di quanto fosse grosso il suo cazzo.
La cosa lo aveva evidentemente eccitato, perché un minuto dopo esplose il suo orgasmo nella mia bocca. Ingoiai nuovamente tutto senza che una goccia uscisse fuori, quindi finalmente uscimmo dalla stanza mentre Monica continuava a dormire.
“Sei stata molto brava! Mi hai stupito, sei una gran troia e per questo ti meriti un premio”
E adesso che cosa intendeva? Erano le due del mattino, mi sentivo distrutta da quella interminabile giornata e ancora a quattro zampe lo seguivo nel corridoio. Mi stava portando nel bagno, quando ad un tratto sentii una vibrazione ritmica passare dallo stomaco al resto del corpo: gli impulsi provenivano dall’ovetto, lo aveva azionato con il telecomando. Era leggera e mi piaceva, ma volevo di più, volevo godere anch’io: erano diversi giorni che non avevo un orgasmo.
Entrammo dentro il bagno e Bruno chiuse la porta a chiave.
“Prendi lo sgabello ed entra dentro la vasca: oggi ti renderai conto di come può godere una vacca come te!”
La vibrazione era lievemente aumentata.
Bruno si accomodò accanto a me sul bordo della vasca, quindi prese una bottiglia a spruzzetta contenente olio e iniziò a spargermelo addosso, iniziando dal busto fino a ricoprire i seni e scendendo in basso fino ad inondare la mia passera. La sensazione dell’olio che colava contemporaneamente alla vibrazione che aumentava era pazzesca e il piacere sarebbe andato via via aumentando.
“Allarga le gambe e metti le mani dietro la schiena!”
Bruno cominciò a passare le dita della mano destra sul contorno delle grandi labbra in modo concentrico, regolare e sempre nello stesso verso, mentre con la mano sinistra giocava con il telecomando aumentando ancora la vibrazione. L’eccitazione cresceva a dismisura e cominciavo ad avere contrazioni incontrollabili. Bruno si rendeva conto di ciò e diminuiva la vibrazione:
“Ti piace troia?”
“Oh Siii! Ti prego fammi venire, Signore!”
“Non ancora, cerca di trattenerti…sborri quando lo dico io! Vedrai che ti prosciugherò, estrarrò fino all’ultima goccia!”
Aumentò ancora la vibrazione, forse al massimo, perché cominciavo a sentirmi sconquassata e a provare finalmente quel godimento travolgente che da tempo stavo sognando: l’orgasmo era vicino e Bruno lo sapeva. Ad un certo punto Bruno ficcò due dita dentro la passera ricolma di olio e prese l’ovetto iniziando a muoverlo dentro e fuori. Non ce la facevo più, il movimento della mano era inizialmente lento mentre la vibrazione era veramente forte. Non avevo più le forze per trattenermi:
“Ti prego fammi venire, Signore!”
“Sborrare, troia, voglio sentirti parlare come la più sordida delle puttane…”
“Ti prego fai sborrare la tua troia, Signore!”
Sentito ciò Bruno iniziò ad accelerare il movimento della mano e insieme dell’ovetto vibrante fino a che esplosi schizzando fino all’altro capo della vasca. Gettai un urlo strozzato che rimbombò in tutto il bagno, per un attimo sia io che Bruno guardammo verso la porta, ma sapendo che il vano era ben insonorizzato, riprendemmo, io a lasciarmi andare completamente e lui a masturbarmi senza sosta. Bruno ci sapeva fare perché rimosso l’ovetto continuò a masturbarmi sempre più in modo violento ruotando due dita all’interno della mia fradicia passera e muovendole forsennatamente senza andare in profondità come a volere allargarla. Continuavo a venire, ero spossata dalla stanchezza e mi reggevo a stento su quello sgabello mentre in fondo alla vasca si era formato un piccolo laghetto e Bruno non perdeva occasione per farmelo notare:
“Guarda quanto sei vacca, stai sborrando in continuazione…dimmi che cosa sei?”
“Sono la tua puttana, Signore!”
“Allora vieni un’altra volta per me!”
Così dicendo riprese a masturbarmi finché non spruzzai ancora il mio liquido, penso per la settima volta. Non avendo più la forza di stare su quello scomodo sgabello mi distesi distrutta nella vasca, a mollo nei miei umori.
“Beh, adesso sono stanco davvero! Cazzo!!! sono le 02:40!... meno male che domani è domenica… Hai goduto troia?”
“Si Signore, non mi reggo più in piedi!”
Bruno fece una risata:
“Te lo avevo promesso che avresti goduto come una puttana in calore! Ora datti una lavata e vai a dormire.
Io terrò la mano impregnata del tuo succo…domani quando sveglio Monica mi farò leccare la mano”
Con il suo solito ghigno di derisione uscì dal bagno, mentre io rimasi distesa nella vasca ancora per qualche minuto. Quindi aprii il rubinetto e levai via tutti i liquidi eliminando anche l’appiccicaticcio che mi trovavo sulla pelle.
Nel buio e nel silenzio totale della casa andai a dormire nella mia stanza che erano le 03:00 del mattino: forse ci vollero appena due minuti per crollare addormentata. Al mattino successivo mi svegliai inevitabilmente tardi, verso le 10:30, scesi in soggiorno e presi un caffè in compagnia di Monica. Bruno era già uscito per fare una corsa.
“Hai fatto una bella dormita mamma! Stai bene?”
“Si solo un po’ di insonnia, niente più!”
“Come va in palestra da Bruno, ti sta piacendo?”
“Beh, si… alcune cose sono un po’ massacranti altre più piacevoli, ma l’importante è essere costanti e raggiungere i risultati.”
“...e Bruno come si comporta con te, ti dedica un po’ di tempo?”
Oh cazzo! Sa tanto di doppio senso, forse mi vuole mettere alla prova…? E…magari sospetta qualcosa…
“Bruno è molto premuroso, ci tiene che venga in palestra e che svolga gli esercizi e il programma di attività che mi ha preparato, è molto scrupoloso!”
Dovevo spostare la conversazione su Monica, continuando così mi avrebbe potuto estorcere qualche informazione e qualche segreto di troppo che ormai aleggiava intorno a me, mi sentivo colpevole e vulnerabile.
“Ma dimmi di te… come vi siete conosciuti?”
“Ad una festa circa tre anni fa, ricordo che ……”
La lasciai parlare e a tratti mi assentavo, ricordando quanto accaduto nella notte in camera sua…la mia lingua nel pavimento…quel pompino estremo…il sapore dell’olio che scendeva nella mia gola e poi successivamente i flash degli squirting nella vasca da bagno…Mi stavo bagnando nuovamente: che gran troia che mi sentivo!
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