Geisha
di
Yuko
genere
saffico
È ancora buio quando entro in stanza. A piedi nudi, leggera, non faccio alcun rumore per non svegliarti. Accendo alcuni incensi mentre un CD di musica celtica inizia a diffondere, discreto, suoni di arpa soffusi.
Riattizzo il focolare con alcuni grossi ciocchi di legno. Non serve un fuoco vivido, non la sua luce.
Ma un soffuso rossore e un lento calore che ti penetri nell'anima portandoti pace.
Socchiudo un poco le ante per lasciare filtrare le luci che germogliano annunciando la nascita del giorno. L'odore dell'erba bagnata, il fruscio del vento fra i larici si insinuano furtivi, mescolandosi al sottile lamento della pioggia autunnale.
Una brezza frizzante serpeggia verso il tuo letto, dove, sotto una spessa trapunta, il tuo corpo nudo sta per abbandonare il sonno.
Esco e ritorno con un vassoio; una teiera con acqua bollente sublima l'aroma del the ai fiori di loto che ho preparato per la mia padrona.
Biscotti al burro della Scozia, il sentore del caffè e del pane tostato, la crema nei croissant, il miele di acacia, di castagno e di agrumi perchè il tuo gusto possa spaziare tra gli aromi della natura.
Uova e bacon croccante perchè tu possa scegliere tra mille possibilità.
Sono di fianco a te quando apri i tuoi occhi; so che vuoi vedere il mio volto appena ti svegli.
Affinchè la mia immagine ti accompagni prima di addormentarti e ti nutra appena fa luce.
Come tu mi vuoi, sono nuda nel piccolo grembiule.
Il profilo delle mie cosce deborda dal tessuto, le anche larghe si stringono a goccia verso le piccole caviglie; il mio seno fa capolino, avvolgendo la stretta pettorina, così che tu mi possa vedere e desiderare.
La mia pelle bianca nella penombra della tua stanza ai primi raggi dell'alba.
Apri gli occhi e sorridi nel vedermi in piedi vicino a te.
Mi fai cenno di girarmi perchè vuoi vedermi il sedere.
Ti sporgi per vedermi i piccoli piedi nudi sul pavimento di legno.
Il fuoco si è impossessato di un ceppo e scoppietta con luci guizzanti che danzano sul soffitto.
Ti avvicino il vassoio del te e dei dolci, mentre tu col dito vuoi toccarmi il seno.
Il contatto con la mia pelle mi contrae le areole scure, che si gonfiano in cerca dei tuoi baci, porgendoti i capezzoli.
Sgusci dalla trapunta, tra lenzuola di lino, sei nuda tra le candide coltri ed improvvisamente provi freddo.
Il tuo seno è grande e bello, asseconda i tuoi movimenti, non si piega sul petto.
Le tue areole sfumano nel colore chiaro della pelle; adoro le piccole lentiggini intorno alle tue areole. Il fuoco nel camino brilla di riflessi color rame sulla pelle del tuo corpo.
Mangi, ti nutri, mentre io gioisco della tua soddisfazione. Mi guardi, mi squadri dalla testa ai piedi.
Ora vuoi che io sciolga i capelli, me li sposti sulla spalla.
Di colpo il grembiule di pizzo nero ti importuna, mi fai cenno di girarmi e me lo slacci.
Il grembiule cade per terra, mi accarezzi il sedere, seguendo la piega tra i glutei e ti infili sotto a cercare i miei peli.
Sei soddisfatta quando senti che la mia vulva è bagnata. Ti porti il dito in bocca per sentire il mio sapore; tra i croissant, le uova e il bacon ora hai anche i miei umori per soddisfare i tuoi gusti.
Ora che sei sazia porto il vassoio nella stanza di fianco.
Ritorno subito a te con nuovi giochi
Mi fai salire sul tuo letto. Allarghi le cosce per farmi posto, mi metto in ginocchio davanti a te. I tuoi occhi mi contemplano soddisfatti; sotto il tuo sguardo gonfio il petto per farmi più bella; il seno sporge quando mi inclino verso di te.
-Vieni qui, tesoro- mi inviti.
Io mi sdraio su di te, sento che mi stringi, che mi accarezzi la schiena, che mi prendi le cosce.
-Fammi impazzire!- sussurri.
Ti sorrido, mi piace servirti.
Mi alzo, esco dalla stanza e torno con una tazza. Tu sbirci, ma io copro il contenuto.
-Chiudi gli occhi!-
Con delle morbide fettucce ti lego le braccia, larghe, e le gambe, aperte, ai bordi del letto. Tu già ti mordi il labbro inferiore delle tue labbra, piccole, rosso lampone, con quell'espressione che mi piace tanto. Pregusti i giochi con cui ancora una volta ti sorprenderò.
Armeggio un poco e salgo sul lettone, mi metto a cavalcioni, la mia passerina (come la chiami tu) sulla tua. La strofino un poco sulla tua per aumentare il livello del tuo piacere. Voglio che la tua pelle sia sensibilissima. Un bacetto sui capezzoli e... “show time”!
Tu resti immobile, prendi le fettucce a cui sei legata con le mani e le tiri, tutta contratta, in attesa fremente.
Ed ecco, un cubetto di ghiaccio si infila tra i tuoi seni....
-Uuuuhhhuuuu!!!!- il freddo, inaspettato, sulla pelle.
Il cubetto ti scorre tra i seni e insieme al freddo, si scatena il piacere.
Scivola sul ventre, sull'ombelico.... poi lo tolgo.
Il tuo corpo è scosso dai brividi....
Una goccia, caldissima ti cade tra i seni, scotta, ma subito si raffredda.
-Yuko, ma che....!-
Altra goccia, più in basso, poi un'altra.
Sulla pelle raffreddata dal ghiaccio, ancora bagnata, colano gocce di cera fusa.
Non fai in tempo a renderti conto che, ancora, il cubetto di ghiaccio è tra le mie mani, ma stavolta lo passo su un capezzolo, prima uno, poi l'altro.
Fremi dal piacere, il tuo ventre si contrae, ma io ci sono seduta sopra e ti domino.
Strofino il cubetto sul capezzolo, freddo....
Subito dopo lo bacio, lo tengo tra le mie calde labbra, caldo...
Questa alternanza ti scatena formicolii di piacere, i capezzoli si contraggono tra il freddo ed il caldo delle mie labbra. Sotto di me sento il tuo pube che ondeggia, contro il mio, mi strofina, cerca il piacere.
Ghiaccio sui capezzoli...
Una goccia di cera calda... scotta una frazione di secondo, ma il calore si spegne nell'acqua fredda del ghiaccio che si è sciolto sull'areola.
L'eccitazione cresce e tu emetti lunghi sospiri quando il ghiaccio si alterna al caldo dei miei baci, piccoli gridolini di piacere e dolore quando la cera calda si condensa sulla tua pelle.
I tuoi seni sono ora gocciolanti di acqua, bombardati di gocce di cera rappresa.
Gemi e sospiri, il tuo monte di Venere si consuma sulla mia vulva. Anche io ormai sono bagnata e tu senti il tuo pube scivolare inumidito dal mio piacere.
I tuoi seni sono gonfi ed i capezzoli eretti, sul tuo corpo che sembra un campo di battaglia, la superficie della Luna, costellata di circhi e crateri. Scivolo col sedere fino alle tue ginocchia. Peccato perdere il contatto col tuo pube, ma....
Il cubetto di ghiaccio scivola ancora sui tuoi capezzoli, ma prosegue la sua corsa verso l'ombelico...
poi più giù, te lo passo sul pube rasato....
Ti sento godere, le tue labbra, il tuo sorriso... la lingua che si lecca le labbra...
-Posso aprire gli occhi, Yuko?- dici, come se dovessi chiedere il permesso.
-Ma certo, mia signora....-
Contempli il tuo corpo bagnato e ricoperto di cera rappresa.
Segui le mie mani che ti passano il cubetto sul monte di Venere, ormai sensibilissimo, ma scendono tra le tue cosce aperte.
-Aaaaahhhhh....!-
Il cubetto sul tuo clitoride.... freddo....
Subito mi piego su di te per leccarlo. La mia lingua ti scorre tra le piccole labbra, si sofferma sul clitoride, freddo di ghiaccio.
-Amoreeeeee.... aaahh!- Il caldo umido....
Ancora il ghiaccio, impietoso.
Muovi il bacino inseguendo il piacere; ti sfrego il ghiaccio passandolo nella vulva. Ti lecco... caldo... caldo umido della mia lingua.
Gocce di cera sul pube... una... scotta, poi solo piacere. Due... ancora, ancora....
Ghiaccio sul pube e una colata di cera....
Ghiaccio sulla vulva.... la mia lingua calda....
Gemi, gemi e ti contorci, ma i lacci ti tengono le cosce aperte, e un nuovo cubetto ritorna sui tuoi seni... Ora mi vedi mentre ti colo la cera sui capezzoli bagnati. Stringi i denti aspettando la goccia, che però tarda.... Ti faccio fremere e ti domino.
Cade la goccia, dolore, piacere, un'altra, tu fremi. Il dolore fugace, si trasforma subito in piacere.
L'alternanza tra caldo freddo....
Non ce la fai più, gemi ad ogni tocco, la tua pelle è sensibilissima, il ghiaccio, la cera calda.
Muovi il bacino, la tua vulva sporge, si schiude, mi cerca, bagnata di ghiaccio e di piacere.
Butto di lato la candela, sposto la tazza di ghiaccio.
-Scopami, scopami muso giallo!- mi implori, mi ordini.
Sorrido.
Dalla scatola dei giochi spunta un affare fucsia, solido, morbido e un po' trasparente.
Cospargo il doppio fallo di un po' di gel alla cannella, se mai ce ne fosse bisogno.
Ti strofino la punta sui seni, tu gemi.... La cannella ti dà alla testa.
Il fallo scivola tra in seni, scende sul ventre, sai già qual è la sua destinazione.
La punta tonda e liscia indugia sul clitoride, movimenti circolari....
I tuoi sospiri si accentuano in gemiti...
Il fallo scivola tra le piccole labbra e.... dentro, dentro tutto nella figa.
-Aaahhh.....! Finalmente....-
La bocca aperta, socchiudi gli occhi, mentre il fallo scivola avanti e indietro, mosso dalle mie mani, mentre con la lingua ti accarezzo il seno. Poi mi rialzo.
Ti salgo a cavalcioni, infilo l'altra punta del fallo dentro di me.
Sopra di te, scendo piano, mi infilo....
Il fallo ti penetra dentro mentre mi siedo su di te, e penetra dentro di me.
Unisco il mio sospiro al tuo.
Il doppio fallo scompare tutto dentro di noi, quando la mia vulva aderisce alla tua.
Lo teniamo dentro... strofino il mio clitoride sul tuo, allungo le mani sui tuoi seni, li strizzo, mentre col bacino ti spingo e mi spingo il piacere nelle nostre profondità.
Risollevo il sedere, il fallo si sfila, lo stringo dentro di me, lui esce un poco anche da te.
Poi giù lentamente, non ce la fai più, lo vedo.
Il mio seno ondeggia sopra i tuoi occhi, dal mio petto piegato sopra di te, ondeggia ogni volta che ti penetro, e mi penetro....
Alzi le mani, vorresti prendermi queste tette che ti ballano davanti agli occhi, ma hai le mani legate, e non riesci.
Mi sporgo più avanti e mi piego per concederti di prendermele in bocca. Con rabbia mi mordi i capezzoli, mentre riprendo a montarti.
Ti scopo, ti infilo, ti penetro, e intanto mi scopi anche tu.
Mi molli le tette, io metto le mani sui tuoi seni e aumento il ritmo. Mi sento colare di muco, che scende su di te.
Chiudo gli occhi perchè sto per venire, ti sento gemere, sospirare, sempre più forte....
-Vieni Jasmine.... vieni con me....- sospiro.
-Yuko!!!- una pausa, una contrazione...
-Aaaahhhhh.............!!!!!!- esplodi in un orgasmo violento.
Contrai il bacino, mi spingi il fallo con forza, io, sopra di te....
Due, tre, quattro spinte e....-Jasmine........hhhhhhh!- sospiro accasciandomi sul tuo corpo.
Mi sdraio, il mio seno sul tuo.... le gocce di cera ruvide, si staccano dalla tua pelle sudata.
Giaccio sul tuo corpo che ancora sussulta in un orgasmo che non vuole finire. E ad ogni contrazione del tuo bacino, mi spingi, ti spingi dentro di me, strappandomi piccoli acuti urli.
Prima di svenire sdraiata sui tuoi seni duri, ti slego i polsi perchè tu mi possa abbracciare e stringere sopra di te.
Riattizzo il focolare con alcuni grossi ciocchi di legno. Non serve un fuoco vivido, non la sua luce.
Ma un soffuso rossore e un lento calore che ti penetri nell'anima portandoti pace.
Socchiudo un poco le ante per lasciare filtrare le luci che germogliano annunciando la nascita del giorno. L'odore dell'erba bagnata, il fruscio del vento fra i larici si insinuano furtivi, mescolandosi al sottile lamento della pioggia autunnale.
Una brezza frizzante serpeggia verso il tuo letto, dove, sotto una spessa trapunta, il tuo corpo nudo sta per abbandonare il sonno.
Esco e ritorno con un vassoio; una teiera con acqua bollente sublima l'aroma del the ai fiori di loto che ho preparato per la mia padrona.
Biscotti al burro della Scozia, il sentore del caffè e del pane tostato, la crema nei croissant, il miele di acacia, di castagno e di agrumi perchè il tuo gusto possa spaziare tra gli aromi della natura.
Uova e bacon croccante perchè tu possa scegliere tra mille possibilità.
Sono di fianco a te quando apri i tuoi occhi; so che vuoi vedere il mio volto appena ti svegli.
Affinchè la mia immagine ti accompagni prima di addormentarti e ti nutra appena fa luce.
Come tu mi vuoi, sono nuda nel piccolo grembiule.
Il profilo delle mie cosce deborda dal tessuto, le anche larghe si stringono a goccia verso le piccole caviglie; il mio seno fa capolino, avvolgendo la stretta pettorina, così che tu mi possa vedere e desiderare.
La mia pelle bianca nella penombra della tua stanza ai primi raggi dell'alba.
Apri gli occhi e sorridi nel vedermi in piedi vicino a te.
Mi fai cenno di girarmi perchè vuoi vedermi il sedere.
Ti sporgi per vedermi i piccoli piedi nudi sul pavimento di legno.
Il fuoco si è impossessato di un ceppo e scoppietta con luci guizzanti che danzano sul soffitto.
Ti avvicino il vassoio del te e dei dolci, mentre tu col dito vuoi toccarmi il seno.
Il contatto con la mia pelle mi contrae le areole scure, che si gonfiano in cerca dei tuoi baci, porgendoti i capezzoli.
Sgusci dalla trapunta, tra lenzuola di lino, sei nuda tra le candide coltri ed improvvisamente provi freddo.
Il tuo seno è grande e bello, asseconda i tuoi movimenti, non si piega sul petto.
Le tue areole sfumano nel colore chiaro della pelle; adoro le piccole lentiggini intorno alle tue areole. Il fuoco nel camino brilla di riflessi color rame sulla pelle del tuo corpo.
Mangi, ti nutri, mentre io gioisco della tua soddisfazione. Mi guardi, mi squadri dalla testa ai piedi.
Ora vuoi che io sciolga i capelli, me li sposti sulla spalla.
Di colpo il grembiule di pizzo nero ti importuna, mi fai cenno di girarmi e me lo slacci.
Il grembiule cade per terra, mi accarezzi il sedere, seguendo la piega tra i glutei e ti infili sotto a cercare i miei peli.
Sei soddisfatta quando senti che la mia vulva è bagnata. Ti porti il dito in bocca per sentire il mio sapore; tra i croissant, le uova e il bacon ora hai anche i miei umori per soddisfare i tuoi gusti.
Ora che sei sazia porto il vassoio nella stanza di fianco.
Ritorno subito a te con nuovi giochi
Mi fai salire sul tuo letto. Allarghi le cosce per farmi posto, mi metto in ginocchio davanti a te. I tuoi occhi mi contemplano soddisfatti; sotto il tuo sguardo gonfio il petto per farmi più bella; il seno sporge quando mi inclino verso di te.
-Vieni qui, tesoro- mi inviti.
Io mi sdraio su di te, sento che mi stringi, che mi accarezzi la schiena, che mi prendi le cosce.
-Fammi impazzire!- sussurri.
Ti sorrido, mi piace servirti.
Mi alzo, esco dalla stanza e torno con una tazza. Tu sbirci, ma io copro il contenuto.
-Chiudi gli occhi!-
Con delle morbide fettucce ti lego le braccia, larghe, e le gambe, aperte, ai bordi del letto. Tu già ti mordi il labbro inferiore delle tue labbra, piccole, rosso lampone, con quell'espressione che mi piace tanto. Pregusti i giochi con cui ancora una volta ti sorprenderò.
Armeggio un poco e salgo sul lettone, mi metto a cavalcioni, la mia passerina (come la chiami tu) sulla tua. La strofino un poco sulla tua per aumentare il livello del tuo piacere. Voglio che la tua pelle sia sensibilissima. Un bacetto sui capezzoli e... “show time”!
Tu resti immobile, prendi le fettucce a cui sei legata con le mani e le tiri, tutta contratta, in attesa fremente.
Ed ecco, un cubetto di ghiaccio si infila tra i tuoi seni....
-Uuuuhhhuuuu!!!!- il freddo, inaspettato, sulla pelle.
Il cubetto ti scorre tra i seni e insieme al freddo, si scatena il piacere.
Scivola sul ventre, sull'ombelico.... poi lo tolgo.
Il tuo corpo è scosso dai brividi....
Una goccia, caldissima ti cade tra i seni, scotta, ma subito si raffredda.
-Yuko, ma che....!-
Altra goccia, più in basso, poi un'altra.
Sulla pelle raffreddata dal ghiaccio, ancora bagnata, colano gocce di cera fusa.
Non fai in tempo a renderti conto che, ancora, il cubetto di ghiaccio è tra le mie mani, ma stavolta lo passo su un capezzolo, prima uno, poi l'altro.
Fremi dal piacere, il tuo ventre si contrae, ma io ci sono seduta sopra e ti domino.
Strofino il cubetto sul capezzolo, freddo....
Subito dopo lo bacio, lo tengo tra le mie calde labbra, caldo...
Questa alternanza ti scatena formicolii di piacere, i capezzoli si contraggono tra il freddo ed il caldo delle mie labbra. Sotto di me sento il tuo pube che ondeggia, contro il mio, mi strofina, cerca il piacere.
Ghiaccio sui capezzoli...
Una goccia di cera calda... scotta una frazione di secondo, ma il calore si spegne nell'acqua fredda del ghiaccio che si è sciolto sull'areola.
L'eccitazione cresce e tu emetti lunghi sospiri quando il ghiaccio si alterna al caldo dei miei baci, piccoli gridolini di piacere e dolore quando la cera calda si condensa sulla tua pelle.
I tuoi seni sono ora gocciolanti di acqua, bombardati di gocce di cera rappresa.
Gemi e sospiri, il tuo monte di Venere si consuma sulla mia vulva. Anche io ormai sono bagnata e tu senti il tuo pube scivolare inumidito dal mio piacere.
I tuoi seni sono gonfi ed i capezzoli eretti, sul tuo corpo che sembra un campo di battaglia, la superficie della Luna, costellata di circhi e crateri. Scivolo col sedere fino alle tue ginocchia. Peccato perdere il contatto col tuo pube, ma....
Il cubetto di ghiaccio scivola ancora sui tuoi capezzoli, ma prosegue la sua corsa verso l'ombelico...
poi più giù, te lo passo sul pube rasato....
Ti sento godere, le tue labbra, il tuo sorriso... la lingua che si lecca le labbra...
-Posso aprire gli occhi, Yuko?- dici, come se dovessi chiedere il permesso.
-Ma certo, mia signora....-
Contempli il tuo corpo bagnato e ricoperto di cera rappresa.
Segui le mie mani che ti passano il cubetto sul monte di Venere, ormai sensibilissimo, ma scendono tra le tue cosce aperte.
-Aaaaahhhhh....!-
Il cubetto sul tuo clitoride.... freddo....
Subito mi piego su di te per leccarlo. La mia lingua ti scorre tra le piccole labbra, si sofferma sul clitoride, freddo di ghiaccio.
-Amoreeeeee.... aaahh!- Il caldo umido....
Ancora il ghiaccio, impietoso.
Muovi il bacino inseguendo il piacere; ti sfrego il ghiaccio passandolo nella vulva. Ti lecco... caldo... caldo umido della mia lingua.
Gocce di cera sul pube... una... scotta, poi solo piacere. Due... ancora, ancora....
Ghiaccio sul pube e una colata di cera....
Ghiaccio sulla vulva.... la mia lingua calda....
Gemi, gemi e ti contorci, ma i lacci ti tengono le cosce aperte, e un nuovo cubetto ritorna sui tuoi seni... Ora mi vedi mentre ti colo la cera sui capezzoli bagnati. Stringi i denti aspettando la goccia, che però tarda.... Ti faccio fremere e ti domino.
Cade la goccia, dolore, piacere, un'altra, tu fremi. Il dolore fugace, si trasforma subito in piacere.
L'alternanza tra caldo freddo....
Non ce la fai più, gemi ad ogni tocco, la tua pelle è sensibilissima, il ghiaccio, la cera calda.
Muovi il bacino, la tua vulva sporge, si schiude, mi cerca, bagnata di ghiaccio e di piacere.
Butto di lato la candela, sposto la tazza di ghiaccio.
-Scopami, scopami muso giallo!- mi implori, mi ordini.
Sorrido.
Dalla scatola dei giochi spunta un affare fucsia, solido, morbido e un po' trasparente.
Cospargo il doppio fallo di un po' di gel alla cannella, se mai ce ne fosse bisogno.
Ti strofino la punta sui seni, tu gemi.... La cannella ti dà alla testa.
Il fallo scivola tra in seni, scende sul ventre, sai già qual è la sua destinazione.
La punta tonda e liscia indugia sul clitoride, movimenti circolari....
I tuoi sospiri si accentuano in gemiti...
Il fallo scivola tra le piccole labbra e.... dentro, dentro tutto nella figa.
-Aaahhh.....! Finalmente....-
La bocca aperta, socchiudi gli occhi, mentre il fallo scivola avanti e indietro, mosso dalle mie mani, mentre con la lingua ti accarezzo il seno. Poi mi rialzo.
Ti salgo a cavalcioni, infilo l'altra punta del fallo dentro di me.
Sopra di te, scendo piano, mi infilo....
Il fallo ti penetra dentro mentre mi siedo su di te, e penetra dentro di me.
Unisco il mio sospiro al tuo.
Il doppio fallo scompare tutto dentro di noi, quando la mia vulva aderisce alla tua.
Lo teniamo dentro... strofino il mio clitoride sul tuo, allungo le mani sui tuoi seni, li strizzo, mentre col bacino ti spingo e mi spingo il piacere nelle nostre profondità.
Risollevo il sedere, il fallo si sfila, lo stringo dentro di me, lui esce un poco anche da te.
Poi giù lentamente, non ce la fai più, lo vedo.
Il mio seno ondeggia sopra i tuoi occhi, dal mio petto piegato sopra di te, ondeggia ogni volta che ti penetro, e mi penetro....
Alzi le mani, vorresti prendermi queste tette che ti ballano davanti agli occhi, ma hai le mani legate, e non riesci.
Mi sporgo più avanti e mi piego per concederti di prendermele in bocca. Con rabbia mi mordi i capezzoli, mentre riprendo a montarti.
Ti scopo, ti infilo, ti penetro, e intanto mi scopi anche tu.
Mi molli le tette, io metto le mani sui tuoi seni e aumento il ritmo. Mi sento colare di muco, che scende su di te.
Chiudo gli occhi perchè sto per venire, ti sento gemere, sospirare, sempre più forte....
-Vieni Jasmine.... vieni con me....- sospiro.
-Yuko!!!- una pausa, una contrazione...
-Aaaahhhhh.............!!!!!!- esplodi in un orgasmo violento.
Contrai il bacino, mi spingi il fallo con forza, io, sopra di te....
Due, tre, quattro spinte e....-Jasmine........hhhhhhh!- sospiro accasciandomi sul tuo corpo.
Mi sdraio, il mio seno sul tuo.... le gocce di cera ruvide, si staccano dalla tua pelle sudata.
Giaccio sul tuo corpo che ancora sussulta in un orgasmo che non vuole finire. E ad ogni contrazione del tuo bacino, mi spingi, ti spingi dentro di me, strappandomi piccoli acuti urli.
Prima di svenire sdraiata sui tuoi seni duri, ti slego i polsi perchè tu mi possa abbracciare e stringere sopra di te.
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