Una doccia con Yuko. parte 1
di
Yuko
genere
bisex
“Ha ha ha! Ma stai scherzando?”
“No, davvero. Sono seria, Yuko.”
“Ma ti pare? Questa situazione è irreale, non esiste. Mi stai davvero chiedendo di fare la doccia con chi vincerà la tua lotteria? Ma scusa, ti sembra una cosa seria? Ha ha ha! Mi fai spisciare!”
“Ma sì, Yuko, davvero! È per beneficenza!”
“Ma sì, tutto quello che vuoi, per carità. Ma ti sembra?”
“È per una giusta causa. E tu sei sempre molto sensibile alle questioni umanitarie.”
“Sì, è vero. Ma c'è anche un limite! Intendi, nuda, ovviamente. O posso fare la doccia con il costume, o, magari, la muta?”
“E no. In effetti dovresti fare la doccia nuda.”
“Nuda... tutta nuda, immagino.”
“Sì, chiaro. Ma guarda che sei il primo premio! Devo pure trovare un buon incentivo e questo farà sicuramente leva sulle coscienze di chi deve scucire soldi dal portafoglio. Dai, immagina il manifesto: 'Primo premio: doccia con una bellissima ragazza giapponese!' Farà colpo.”
“Eh! Ci credo! Ma se il vincitore è una 'lei'? O un uomo sposato?”
“Be', se la 'lei' ci tiene a ritirare il suo premio, farai la doccia con una ragazza. Se quella non ci tiene o se vince un uomo che poi vuole rinunciare, avrà un premio 'B'. E poi è per beneficenza, mogli e fidanzate capiranno. Si tratta poi solo della doccia. Niente mani, niente sesso.”
“Ci mancherebbe solo! Ma proprio niente mani, niente di niente?”
“Se cambi idea e il vincitore è d'accordo, poi decidi tu. Oppure se la vincitrice...”
Più ne parlavano e più la giovane giapponese si stava lasciando convincere.
La nipponica avrebbe fatto per la sua amica quasi qualunque favore e la causa umanitaria era convincente. In fondo, pensò l'asiatica, si trattava solo di farsi vedere nuda. Una esibizione per lei assolutamente inusuale, ma la motivazione della raccolta fondi per una missione in Africa era molto stimolante. Solo una doccia, un'esposizione temporanea delle proprie bellezze di cui, lei, andava fiera. Il suo lato folle, il suo istinto esibizionistico, stavano facendo leva. E se poi avesse vinto una ragazza, sarebbe stato anche più eccitante e curioso. Chissà quanta gente avrebbe immaginato la scena e chissà se davvero i donatori si sarebbero azzuffati per vincere il primo premio.
Il tempo passava e Yuko non era più così solida nella sua convinzione di rifiutare.
L'altra leggeva i pensieri dell'orientale attraverso le vibrazioni delle sue palpebre, dei suoi occhi che saettavano prefigurandosi la scena della doccia sexy.
“Allora? Ci stai?” Incalzava la sua amica.
“Tu sei completamente folle.” Sussurrò Yuko.
“Lo prendo per un sì?”
“Pensi davvero che la gente farà la fila per fare la doccia con me?”
“Ne sono sicura!”
L'asiatica si piegò in due dalle risate mentre l'amica tirava un sospiro di sollievo.
La lotteria fu un successone. Il primo premio in palio riscosse un interesse superiore alle attese, già molto elevate. Insolito e accattivante, aveva scatenato una corsa al biglietto che travolse gli organizzatori dell'evento.
Il prezzo contenuto e la foto della giapponese in bikini produsse un'esplosione di adesioni che portò alla necessità di emissione di biglietti aggiuntivi. Molti giovani comprarono un blocchetto intero di cedolini e nel paese, nei bar e nelle birrerie, per tutti i giorni prima dell'estrazione, non si fece che fantasticare e chiacchierare delle riscossione del primo premio. Anche a molte ragazze l'idea di una doccia con una ragazza asiatica parve una trovata geniale. L'esplicita spiegazione che di sola doccia doveva trattarsi, motivò molte giovani nell'idea di una sorpresa per il proprio fidanzato, mentre le persone più in là con gli anni, presero l'iniziativa con maliziosa simpatia. I mariti erano sotto lo stretto guinzaglio delle mogli, pronte a innescare il premio 'B'.
E poi, davvero, la finalità umanitaria fece il resto.
La giovane nipponica fu tenuta all'oscuro di chi fosse il detentore del primo premio finché avvenne l'incontro, prima di salire alla camera dell'hotel a ore, in località lontana dal paese.
“Sei tu Yuko, vero?”
Una donna asiatica alla reception dell'hotel, in quel frangente, rendeva la domanda quasi superflua.
Nota: il racconto a questo punto si sdoppia. Chi preferisce leggere della doccia di Yuko con un uomo piuttosto che con una donna, troverà una o l'altra versione del racconto. Le due copie sono quasi identiche e, pertanto, la lettura di entrambe le versioni potrebbe risultare noiosa.
“No, davvero. Sono seria, Yuko.”
“Ma ti pare? Questa situazione è irreale, non esiste. Mi stai davvero chiedendo di fare la doccia con chi vincerà la tua lotteria? Ma scusa, ti sembra una cosa seria? Ha ha ha! Mi fai spisciare!”
“Ma sì, Yuko, davvero! È per beneficenza!”
“Ma sì, tutto quello che vuoi, per carità. Ma ti sembra?”
“È per una giusta causa. E tu sei sempre molto sensibile alle questioni umanitarie.”
“Sì, è vero. Ma c'è anche un limite! Intendi, nuda, ovviamente. O posso fare la doccia con il costume, o, magari, la muta?”
“E no. In effetti dovresti fare la doccia nuda.”
“Nuda... tutta nuda, immagino.”
“Sì, chiaro. Ma guarda che sei il primo premio! Devo pure trovare un buon incentivo e questo farà sicuramente leva sulle coscienze di chi deve scucire soldi dal portafoglio. Dai, immagina il manifesto: 'Primo premio: doccia con una bellissima ragazza giapponese!' Farà colpo.”
“Eh! Ci credo! Ma se il vincitore è una 'lei'? O un uomo sposato?”
“Be', se la 'lei' ci tiene a ritirare il suo premio, farai la doccia con una ragazza. Se quella non ci tiene o se vince un uomo che poi vuole rinunciare, avrà un premio 'B'. E poi è per beneficenza, mogli e fidanzate capiranno. Si tratta poi solo della doccia. Niente mani, niente sesso.”
“Ci mancherebbe solo! Ma proprio niente mani, niente di niente?”
“Se cambi idea e il vincitore è d'accordo, poi decidi tu. Oppure se la vincitrice...”
Più ne parlavano e più la giovane giapponese si stava lasciando convincere.
La nipponica avrebbe fatto per la sua amica quasi qualunque favore e la causa umanitaria era convincente. In fondo, pensò l'asiatica, si trattava solo di farsi vedere nuda. Una esibizione per lei assolutamente inusuale, ma la motivazione della raccolta fondi per una missione in Africa era molto stimolante. Solo una doccia, un'esposizione temporanea delle proprie bellezze di cui, lei, andava fiera. Il suo lato folle, il suo istinto esibizionistico, stavano facendo leva. E se poi avesse vinto una ragazza, sarebbe stato anche più eccitante e curioso. Chissà quanta gente avrebbe immaginato la scena e chissà se davvero i donatori si sarebbero azzuffati per vincere il primo premio.
Il tempo passava e Yuko non era più così solida nella sua convinzione di rifiutare.
L'altra leggeva i pensieri dell'orientale attraverso le vibrazioni delle sue palpebre, dei suoi occhi che saettavano prefigurandosi la scena della doccia sexy.
“Allora? Ci stai?” Incalzava la sua amica.
“Tu sei completamente folle.” Sussurrò Yuko.
“Lo prendo per un sì?”
“Pensi davvero che la gente farà la fila per fare la doccia con me?”
“Ne sono sicura!”
L'asiatica si piegò in due dalle risate mentre l'amica tirava un sospiro di sollievo.
La lotteria fu un successone. Il primo premio in palio riscosse un interesse superiore alle attese, già molto elevate. Insolito e accattivante, aveva scatenato una corsa al biglietto che travolse gli organizzatori dell'evento.
Il prezzo contenuto e la foto della giapponese in bikini produsse un'esplosione di adesioni che portò alla necessità di emissione di biglietti aggiuntivi. Molti giovani comprarono un blocchetto intero di cedolini e nel paese, nei bar e nelle birrerie, per tutti i giorni prima dell'estrazione, non si fece che fantasticare e chiacchierare delle riscossione del primo premio. Anche a molte ragazze l'idea di una doccia con una ragazza asiatica parve una trovata geniale. L'esplicita spiegazione che di sola doccia doveva trattarsi, motivò molte giovani nell'idea di una sorpresa per il proprio fidanzato, mentre le persone più in là con gli anni, presero l'iniziativa con maliziosa simpatia. I mariti erano sotto lo stretto guinzaglio delle mogli, pronte a innescare il premio 'B'.
E poi, davvero, la finalità umanitaria fece il resto.
La giovane nipponica fu tenuta all'oscuro di chi fosse il detentore del primo premio finché avvenne l'incontro, prima di salire alla camera dell'hotel a ore, in località lontana dal paese.
“Sei tu Yuko, vero?”
Una donna asiatica alla reception dell'hotel, in quel frangente, rendeva la domanda quasi superflua.
Nota: il racconto a questo punto si sdoppia. Chi preferisce leggere della doccia di Yuko con un uomo piuttosto che con una donna, troverà una o l'altra versione del racconto. Le due copie sono quasi identiche e, pertanto, la lettura di entrambe le versioni potrebbe risultare noiosa.
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