La tribù Cap.5

di
genere
bondage

-AMICO MIO-

Il viaggio in macchina termina di fronte un immensa villa, i giardini sono immensi e tutto è curato alla perfezione, il vecchio sciamano raccontava di un posto simile, ci potevano andare solo gli dei, forse sono morto e non lo so…
Il mio accompagnatore mi chiede di seguirlo dentro casa, le stanze sono immense e lo sfarzo è impressionante, mi perdo per le stanze sono senza parole, giungiamo in un ufficio, mi fa accomodare su un poltrona e mi chiede di pazientare li qualche minuto.
Sono ansioso, non ci capisco più niente..dopo qualche minuto sento una mano poggiarsi sulla spalla “INKOSI KWAMAHHALA avevi perso la speranza?” Mi giro lo guardo, è BAKU vestito di tutto punto “fratello mio, sì…avevo perso la speranza e non credevo più in te..e invece tu hai mantenuto la parola, perdonami” BAKU con le lacrime a gli occhi mi abbraccia “non ho niente da perdonare avrei perso anche io la speranza fossi stato al posto tuo..è la prima volta che ascolto il suono della tua voce, ma ora siediti voglio chiacchierare con te”.
Chiacchieriamo per ore, gli racconto gli orrori che ho dovuto subire, lo aggiorno sulla morte dello zio e l’ascesa al potere del cugino..porlo per ore poi gli chiedo “e tu? Com’hai fatto a diventare quello che sei?” BAKU mi sorride e mi da una risposta che mi lascia esterrefatto “la terra è un brutto posto, devi adeguarti a gli uomini”..non capisco “BAKU per favore, t’ho raccontato gli orrori che la mia mente vorrebbe dimenticare, ora racconta i tuoi”
BAKU mi racconta che per arrivare in Italia ha dovuto attraversare il deserto da solo, è stato arrestato in Libia e poi liberato da un commerciante di uomini che l’ha deportato in Italia con un barcone, ha dovuto lavorare nei campi, raccogliere pomodori e patate…si ferma un pò prende da bere e mi dice .

“in un campo ho conosciuto l’uomo che m’ha cambiato per sempre, come te è uno schiavo, ma al contrario di te la sua è una scelta, dopo aver conosciuto la libertà ha voluto regalarla a una coppia di padroni che l’hanno fatto lavorare con me, li ho imparato il concetto di libertà e schiavitù ed ho capito che in Europa la schiavitù è un capriccio che viene pagato bene..ho capito che potevo essere pagato per fare quello che facevano a te, e ti devo dire una cosa..sono bravo, così tanto che sono diventato ricco e ora vivo d’investimenti, INKOSI KWAMAHHALA non giudicarmi male il dolore che impartisco a gli uomini è sotto il consenso degli stessi perché gli piace, per te sarà difficile capire quello che dico ma fidati di me”

Sono senza parole, il mio angelo custode è caduto dal cielo e per salvarmi fa quello per cui è scappato non capisco…
BAKU riprende a parlare “torniamo alla tua situazione, ora sei un uomo libero puoi fare quello che vuoi ma in Europa senza soldi sei comunque uno schiavo, rimani qui con me, t’insegnerò quello che so”
Non so cosa dire poi “BAKU sei stato di parola e devo tutto a te, voglio seguire il tuo consiglio”
Baku sorride “non te ne pentirai, sarai stanco ora..domani mattina ti porto in un posto”
Trascorro una notte inquieta, sogno di essere torturato e maltrattato da SALAEE e dal padre, al mattino trovo BAKU pronto che mi aspetta, mi preparo in breve e salgo sulla sua lussuosa auto “BAKU dove andiamo?” Lui mi sorride e dice “a raccogliere patate amico mio”
L’auto percorre strade di campagna e arriva in un posto isolato, sembra l’africa, ad attenderci c’è un uomo dall’aspetto rivoltante, pancia gigante e baffi e capelli unti di sudore, non parla ma urla BAKU fa le presentazioni “INKOSI KWAMAHHALA lui è Tommaso, cura le mie proprietà terrene…” poi rivolto verso Tommaso “Lui è mio fratello ci siamo capiti? INKOSI KWAMAHHALA è troppo difficile da pronunciare chiamalo RE”.
Mi metto a ridere “BAKU io RE hahaha mi piace” mi vengono mostrate le immense terre poi BAKU mi dice “ti voglio portare dall’animale, è uno schiavo come lo eri tu ma a tua differenza lo fa per scelta” mi avvicino ad un capanno, vedo un ragazzo bianco con un collare di ferro il quale lo trattiene ad un palo attraverso una catena, ha le mani legate dietro la schiena ed è intento a mangiare alcuni pomodori che si trovano a terra.
“Ti prego liberalo, sognerà la libertà” il mio amico ride e mi chiede di andarglielo a chiedere, m’avvicino allo schiavo e gli dico “vuoi essere liberato e andartene via” lui mi guarda sorridendo “no signore, questa vita mi piace” poi gli guardo le spalle, sono completamente frustate.
Baku capisce il mio sguardo “Fratello, te l’avevo detto che qui le cose vanno diversamente, noi combattiamo per la libertà loro no”…
Vedo il signor Tommaso portare lo schiavo in un campo, lo frusta e poi lo mette a lavoro, non ci capisco più niente, resto li a guardare lavorare per un pò il ragazzo, spesso inciampa per colpa delle catene che ha ai piedi, mi fa rabbia la sua stupidità, potrebbe andare via e vivere la vita, corro verso il campo prendo la frusto e inizio a picchiarlo come facevano con me, ho imparato con il tempo quali punti frustare per aumentare il dolore, il ragazzo è a terra e urla, io gli urlo conto “IDIOTA, SEI UN IDIOTA!! VUOI ESSERE UNO SCHIAVO ECCO COSA SUCCEDE AGLI SCHIAVI” Baku mi viene vicino toglie la frusta dalle mie mani e mi dice “abbiamo un talento nato..ma non farti prendere la mano non è ancora il momento”
scritto il
2020-08-12
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