La donna d'inverno e la donna d'estate.
di
Adelina69
genere
etero
La donna d’inverno è calda, pelosa e profumata.
Ti attende nuda, sotto allo spesso piumone, leggero ma caldo,
in posizione fetale, raggomitolata, timorosa di sentire il freddo
che la spaventa, ma pronta per rilasciare tutto il calore che
trattiene dentro al ventre, attraverso quella fessura che tiene
stretta tra le cosce, nascosta da quella fitta peluria che i mesi freddi,senza timore di essere messa in mostra, hanno fatto crescere nell’intimità.
Nel buio della stanza ti avvicini, già svestito e silenzioso,
ti introduci furtivo sotto alle coltri già intiepidite dal suo calore.
Lei forse finge di dormire, o già dorme, questo resta un mistero.
Allora leggero e lesto cerchi la sua pelle con la lingua e le labbra, con le narici, speri di sentire qualche odore di sudore, tra i peli delle ascelle, che come ben più giù anche li sono cresciuti, neri, ricci, probabilmente saporiti.
Forse non dormiva, ti aspettava e di scatto si gira supina, allarga le cosce, apre le braccia mettendo le mani intrecciate sotto al capo e attende, che la tua lingua e la tua bocca inizino a vagare, esplorando quelle zone da cui esplode e fuoriesce tutto il suo calore.
Come un avventuriero nella foresta, la tua bocca armata, inizia ad esplorare quelle zone piene di mistero che si nascondono in quelle pieghe, a volte pelose, altre volte lisce, le due grosse colline tonde,
sormontate da un grosso bottone scuro, un avvallamento ricoperto da una specie di velluto morbido, e poi quella grossa fessura, che emana un odore strano, un sapore vagamente acidulo, in cui la lingua non riesce a non entrare, fino ad esplorare la caverna che si apre all’interno, sempre più in profondità, con quel sapore che diventa ora più dolciastro, più abbondante, appiccicoso, nulla riuscirebbe
a staccarti da quell’anfratto.
La donna intanto si contrae, inarca la schiena, gli addominali sono duri, tesi come quelli di un ginnasta mentre compie un esercizio complicato, con entrambe le mani ti afferra il capo, e poi quando sente che la resistenza al piacere sta per capitolare, te lo tira in su verso l’alto, ti costringe a staccare la bocca da quella fessura, vuole essere penetrata.
Le entri dentro lentamente, lei è bagnata, pronta, basteranno pochi colpi e si lascerà andare, allora aumenti il ritmo lei si inarca e senti le sue unghie che ti graffiano la schiena.
Ora vai davvero più deciso, e lei inizia a godere, geme, aspetta la tua venuta per lasciarsi totalmente andare, e quando sente che stai esplodendo grida, anche lei lascia liberi i suoi umori, si avvinchia selvaggiamente, entrambi date ancora qualche sussulto leggero, e poi restate uno sull’altra a respirare la stessa aria, con le bocche quasi appiccicate.
La donna d’estate è torrida e lucida, depilata, perennemente abbronzata.
Ti attende, con un solo lenzuolo leggero che la copre a malapena, le finestre spalancate,con l’aria fresca della notte che mitiga la calura.
Dorme e respira leggera tu ti apposti silenzioso di fianco a lei, sposti la stoffa e la vedi sdraiata in posizione prona, con quel sedere abbronzato in bella mostra, senza segno del costume, prende il sole completamente nuda.
Inizi ad accarezzarle piano prima la schiena, poi il dietro delle cosce, i polpacci, e infine quelle natiche che ti hanno fin da subito calamitato l’attenzione. La pelle è liscia, forse si è spalmata qualche unguento rinfrescante, odora di noce di cocco, di foresta tropicale.
Lei ti ha sentito, senza aprire gli occhi, piega le braccia e poi le gambe, e alza quel fantastico culo verso il soffitto della stanza. Passi dietro di lei e avvicini la tua bocca dove ti sta invitando ad esplorare.
Ora vedi anche la sua fessura, tutta depilata, la bocca si appiccica e la lingua entra dentro, mentre il naso sfiora quell’altro anfratto, il fiore proibito, che ogni maschio desidera prima o poi violare.
La lingua inizia a correre incontrollata, fuggendo dalla fessura al buco, e dal buco alla fessura, trasportando umori e secrezioni, rendendo tutto umido e lubrificato accogliente e insospettabilmente profumato.
La donna vuole che quel suo fiore venga profanato, è da quando si è distesa nell’attesa che ci pensa, da quando si è messa nuda con il sedere in primo piano.
Senza cambiare posizione ti afferra il membro e con la mano lo guida delicata, tu lo appoggi piano e poi con un colpo deciso entri in quella oscura tana del piacere.
Dopo qualche istante in cui sembrerebbe esserci solo disagio, il pertugio come d’incanto si adatta alla situazione, e la tua mente fugge da qualche parte nella stanza, mentre inizi a far scorrere la tua asta sempre più forte con incontrollata decisione.
Lei guaisce e inizia a toccarsi con il palmo della mano aperto la sommità del clitoride, sfrega forte, mentre gode per il piacere dell’essere presa nel didietro, la sensazione di essere puttana, di concedere tutto al suo uomo.
La tua esplosione precede di qualche istante la sua venuta, e mentre lei dopo un grido strozzato si getta sul letto in posizione fetale, tu crolli in avanti, respirando veloce, poi una folata di vento fresco entra dalle finestre, e vi addormentate.
Ti attende nuda, sotto allo spesso piumone, leggero ma caldo,
in posizione fetale, raggomitolata, timorosa di sentire il freddo
che la spaventa, ma pronta per rilasciare tutto il calore che
trattiene dentro al ventre, attraverso quella fessura che tiene
stretta tra le cosce, nascosta da quella fitta peluria che i mesi freddi,senza timore di essere messa in mostra, hanno fatto crescere nell’intimità.
Nel buio della stanza ti avvicini, già svestito e silenzioso,
ti introduci furtivo sotto alle coltri già intiepidite dal suo calore.
Lei forse finge di dormire, o già dorme, questo resta un mistero.
Allora leggero e lesto cerchi la sua pelle con la lingua e le labbra, con le narici, speri di sentire qualche odore di sudore, tra i peli delle ascelle, che come ben più giù anche li sono cresciuti, neri, ricci, probabilmente saporiti.
Forse non dormiva, ti aspettava e di scatto si gira supina, allarga le cosce, apre le braccia mettendo le mani intrecciate sotto al capo e attende, che la tua lingua e la tua bocca inizino a vagare, esplorando quelle zone da cui esplode e fuoriesce tutto il suo calore.
Come un avventuriero nella foresta, la tua bocca armata, inizia ad esplorare quelle zone piene di mistero che si nascondono in quelle pieghe, a volte pelose, altre volte lisce, le due grosse colline tonde,
sormontate da un grosso bottone scuro, un avvallamento ricoperto da una specie di velluto morbido, e poi quella grossa fessura, che emana un odore strano, un sapore vagamente acidulo, in cui la lingua non riesce a non entrare, fino ad esplorare la caverna che si apre all’interno, sempre più in profondità, con quel sapore che diventa ora più dolciastro, più abbondante, appiccicoso, nulla riuscirebbe
a staccarti da quell’anfratto.
La donna intanto si contrae, inarca la schiena, gli addominali sono duri, tesi come quelli di un ginnasta mentre compie un esercizio complicato, con entrambe le mani ti afferra il capo, e poi quando sente che la resistenza al piacere sta per capitolare, te lo tira in su verso l’alto, ti costringe a staccare la bocca da quella fessura, vuole essere penetrata.
Le entri dentro lentamente, lei è bagnata, pronta, basteranno pochi colpi e si lascerà andare, allora aumenti il ritmo lei si inarca e senti le sue unghie che ti graffiano la schiena.
Ora vai davvero più deciso, e lei inizia a godere, geme, aspetta la tua venuta per lasciarsi totalmente andare, e quando sente che stai esplodendo grida, anche lei lascia liberi i suoi umori, si avvinchia selvaggiamente, entrambi date ancora qualche sussulto leggero, e poi restate uno sull’altra a respirare la stessa aria, con le bocche quasi appiccicate.
La donna d’estate è torrida e lucida, depilata, perennemente abbronzata.
Ti attende, con un solo lenzuolo leggero che la copre a malapena, le finestre spalancate,con l’aria fresca della notte che mitiga la calura.
Dorme e respira leggera tu ti apposti silenzioso di fianco a lei, sposti la stoffa e la vedi sdraiata in posizione prona, con quel sedere abbronzato in bella mostra, senza segno del costume, prende il sole completamente nuda.
Inizi ad accarezzarle piano prima la schiena, poi il dietro delle cosce, i polpacci, e infine quelle natiche che ti hanno fin da subito calamitato l’attenzione. La pelle è liscia, forse si è spalmata qualche unguento rinfrescante, odora di noce di cocco, di foresta tropicale.
Lei ti ha sentito, senza aprire gli occhi, piega le braccia e poi le gambe, e alza quel fantastico culo verso il soffitto della stanza. Passi dietro di lei e avvicini la tua bocca dove ti sta invitando ad esplorare.
Ora vedi anche la sua fessura, tutta depilata, la bocca si appiccica e la lingua entra dentro, mentre il naso sfiora quell’altro anfratto, il fiore proibito, che ogni maschio desidera prima o poi violare.
La lingua inizia a correre incontrollata, fuggendo dalla fessura al buco, e dal buco alla fessura, trasportando umori e secrezioni, rendendo tutto umido e lubrificato accogliente e insospettabilmente profumato.
La donna vuole che quel suo fiore venga profanato, è da quando si è distesa nell’attesa che ci pensa, da quando si è messa nuda con il sedere in primo piano.
Senza cambiare posizione ti afferra il membro e con la mano lo guida delicata, tu lo appoggi piano e poi con un colpo deciso entri in quella oscura tana del piacere.
Dopo qualche istante in cui sembrerebbe esserci solo disagio, il pertugio come d’incanto si adatta alla situazione, e la tua mente fugge da qualche parte nella stanza, mentre inizi a far scorrere la tua asta sempre più forte con incontrollata decisione.
Lei guaisce e inizia a toccarsi con il palmo della mano aperto la sommità del clitoride, sfrega forte, mentre gode per il piacere dell’essere presa nel didietro, la sensazione di essere puttana, di concedere tutto al suo uomo.
La tua esplosione precede di qualche istante la sua venuta, e mentre lei dopo un grido strozzato si getta sul letto in posizione fetale, tu crolli in avanti, respirando veloce, poi una folata di vento fresco entra dalle finestre, e vi addormentate.
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