La piuma

di
genere
etero

« La piuma »

E ci ritrovammo, inebriati dalla nostra voglia, in procinto di iniziare il gioco che più ci piaceva. I nostri sguardi, persi uno nell altro, l’ atmosfera si elettrizzava ed ancora non c’ eravamo tolti i vestiti. Iniziò lei, come sempre, a regalarmi le nudità del suo corpo, consapevole della carica erotica, della sua femminilità dirompente. Ogni suo indumento, prima di cadere, era preceduto da uno sguardo intenso, dalla sua lingua che delicatamente bagnava le sue labbra, prendendo delle pause, che da spettatore quale ero, significavano un misto di tortura ed eccitazione. Mi avvicinai a lei da dietro, per riempire i miei polmoni del suo profumo, col mio naso sfioravo il suo collo, mentre lei, quasi come se non ci fosse, continuava il suo rituale erotico. Ora che il suo completino ormai giaceva sul tappeto, la luce soffusa della camera, faceva risaltare la sua silhouette, dalle labbra al suo seno, dai suoi fianchi fino ai piedi, perso in quella visione, la mia erezione continuava a crescere nei pantaloni. Seguita dal mio sguardo, si sdraiò sul letto, la voglia di strapparmi i vestiti e seguirla era immensa, ma decisi di giocare pur sapendo di prolungare la mia tortura. Fremevo dal voler mettere le mani sua sua pelle nuda, ma decisi di giocare con una lunga piuma, come fosse un pennello, e lei la tela da dipingere. Leggera e delicata, la piuma nelle mie mani, percorreva il suo corpo, la sua pelle fremeva al tocco lento della piuma, occhi chiusi e labbra semi aperte, il suo respiro iniziava ad accelerare. Notavo la sua eccitazione crescere, i suoi capezzoli turgidi erano l’ unica resistenza che incontrava la mia piuma, che continuava il suo lento percorso. Con gli occhi la seguivo mentre le sfiorava le labbra, poi delicatamente scendeva lungo il collo, passava in mezzo ai suoi seni fino ad arrivare lentamente all’ombelico. Il suo bacino si inarcava voglioso, le sue mani stringevano il lenzuolo, la mia erezione pulsava nei pantaloni a ritmo del suo respiro veloce, la piuma ora accarezzava il pube, poi sui fianchi, faceva suo ogni centimetro del suo corpo. Le gambe aperte erano l’ invito che ogni uomo brama, la piuma che era scesa fino ai piedi, ora percorreva la gamba, l’ interno coscia, fino a posarsi sulla grandi labbra, calde, vogliose, l’ essenza stessa del desiderio. La piuma continuava la sua deliziosa tortura, lentamente e come avrei voluto fare con la mia lingua, passava e ripassava sul suo clitoride, il suo corpo fremeva, la sua mano si afferrò decisa alla mia erezione attraverso i vestitie qualche gemito iniziò ad alternarsi al suo respiro, Non volevo perdere la magia di quel silenzio affannoso, portai due dita sulla sua bocca, mentre la piuma regalava pennellate di piacere, prima con la lingua e poi succhiandole avidamente fece sue le mie dita, mentre cercavo per quanto possibile di accelerare i movimenti della piuma. Sentivo le sue unghie stringere attraverso il pantalone, il mio mebro duro, impazienti di raggiungere l’orgasmo, con le mie dita bagnate della sua saliva, andai a stringere delicatamente un capezzolo, un esclamazione di piacere ruppe il silenzio anticipando di qualche secondo l’ esplosione del suo piacere, gli spasmi del suo corpo mi regalarono il suo orgasmo, lei resto immobile, io aspettai che il suo respiro tornasse pian piano alla normalità, persi di vista anche la piuma, che ora giaceva esausta anche essa sul tappeto.
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2020-11-16
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