Donna
di
Yuko
genere
bisex
Piccola piccina, giochi nuda sulla sabbia, con la paletta percuoti le onde del mare. Il tuo fragile corpicino rosa chiaro, esposto per la prima volta ai raggi del sole, i riccioli d'oro ti lambiscono le spalle, piccolo fagottino immaturo. La tua delicata pelle fa le prime esperienze con l'acqua del mare, il sole ed il vento. I giochi con la sabbia e con le ondine sulla battigia, fra le braccia di mamma; guardi lontano in cerca di un gabbiano che vola.
Papà ti aggiusta il cappellino sui riccioli perchè il sole non ti percuota.
La pelle rosa e sensibile, il tuo corpo tutto in potenza e ancora nulla in atto.
La patatina grassa, il sederino tonto e tenero per i baci di mamma, il tuo petto liscio con le macchioline rosa tenue dei capezzoli ancora dormienti.
La bimba più grandicella, col suo vezzoso costumino da bagno, un improbabile accenno di bikini per emulare gli adulti. Già ti identifichi come femmina e reclami i tuoi simboli per essere come le donne più grandi. Il pezzo di sopra spostato, neanche ti accorgi che non ricopre ciò che da grande sarà da coprire. I capelli in un fiocco rosa, capelli lunghi come i tuoi idoli, le bambole fascinose ed avvenenti con cui giochi. Le vesti e ci parli ed esse parlano di te con gli adulti e con le bambole delle amiche. Già ti identifichi negli ideali che ti vengono proposti con i giochi. La carrozzina del tuo bambolotto, una maternità lontana nel tempo, ma già dichiarata. Lo accudisci, lo lavi e lo vesti, e poi ti perdi con le tue pentoline a cucinare polpettine di sabbia per la mamma e il papà.
Corri con le bambine tue amiche inseguendo la palla, il tuo piccolo corpo cresce e si rinforza, poni le basi per quanto saranno i tuoi desideri futuri, alleni le tue membra alle sfide a venire.
Nascono i sogni, li coltivi, ti ci immergi e ti immedesimi in ruoli di principesse, regine, ricche donne ed eroine dei cartoni animati.
Ragazzina che cammini sulla sabbia, fuggi dalla tua famiglia, annoiata, in cerca di qualcosa, di qualcuno che ti riconosca, che ti valorizzi perchè cominci a capire di essere una piccola donna e di voler fare esperienza da sola con il mondo.
I capezzoli si induriscono e si gonfiano, ti fanno male e tu ne chiedi ragione alla mamma. Il tuo corpo che cambia. Ancora sogni guardando i cartoons e giocando con le amiche, sbirciando i giovani attori dei film e sorridendo maliziosa con le tue compagne senza capirne ancora il perchè, eppure nella pancia e nella mente già senti che qualcosa sta cambiando. Ma ti vergogni a parlarne e pensi che passerà e che non è una cosa di cui preoccuparsi.
Poi il seno inizia a lievitare e tu te ne vergogni. Con la canottierina ti copri, ma quando fai il bagno lo guardi. Seno acerbo, seno di cui vergognarsi con le amiche e le sorelle più grandi. Inizio di donna con seno da bambina, vorresti non averlo mai avuto o ritrovarti direttamente donna dopo 5 anni. I compagni ti guardano strana perchè ti vergogni ti quelle sporgenze sotto la magliettina quando fai ginnastica a scuola. Ti metti in costume intero perchè del due pezzi ti vergogni. Ne hai troppo poco per sembrare una donna e ne hai troppo per far finta di nulla. Ti vergogni di questa transizione, sei in terra di nessuno, non ti senti più una bambina e non sei una donna. Il petto ti infastidisce, i ragazzi ti guardano sempre lì, ma non sei bella, ti senti solo goffa e vorresti essere lasciata in pace a giocare con le amiche, a sognare di attori e calciatori dal bell'aspetto. Cambi il tuo odore, ti crescono peli dappertutto, e questo ingombro sul petto che diventa sempre più evidente. Devi cambiare i tuoi vestiti perchè comincia a vedersi troppo attraverso la maglietta ed i capezzoli ti fanno male, sono sensibili ed i tessuti che ci sfregano ti danno dolore.
E come se non bastasse questo petto che lievita, iniziano i dolori al basso ventre e ti scopri a perdere sangue. Macchi le mutandine ed il banco di scuola. Scappi a casa e ti chiudi in bagno, chiami la mamma, ormai sei una donna, cose da donne.
Ora sei una ragazza, il tuo seno ti piace e ti piacciono i ragazzi che ci fanno cadere l'occhio. Controlli che il ventre ti resti piatto anche se hai sempre una fame porca. La pelle si fa grassa e ti ricopri di creme perchè il tuo volto assomiglia ad una pizza. Il sedere si ingrossa e ti vergogni. Quello no, non ti piace fartelo guardare. Confronti il tuo seno con quello delle amiche, c'è sempre qualcuna che ce l'ha più grosso o più bello del tuo. Ti imbarazza, ma ti piace. Certo, è un po' scomodo quando giochi a pallavolo, ma i tuoi compagni ti guardano. Ti balla il petto e non sai più come stringerlo quando corri, quasi ti sbilancia. E quel tuo compagno non ti guarda mai, gli occhi solo per la tua amica del cuore e se ti rivolge la parola è solo per chiederti di lei. Ti guarda solo quell'altro, bruttino e tu non sai che fartene, ma almeno uno che ti guarda c'è.
Cammini sulla spiaggia con la tua amica, ti abbronzi la pelle, scegli i costumi più attillati, ti scopri ma ti ricopri e ancora ti scopri. Un gioco al vedo e non vedo, mi lascio guardare, ma mi copro. Parli con la tua amica, il primo assorbente interno, quel desiderio di toccarsi, quella pelle così sensibile, la sensazione di bagnato fra le cosce.
Ora i capezzoli non ti fanno più male, te li sfiori e ti piace il tuo corpo.
Ma ti imbarazzi quando ti emozioni ed il tuo petto racconta quello che vorresti celare. Parli di attori, ragazzi, volti belli e muscoli lucidi, sorrisi accattivanti e la voglia di farsi esplorare da una mano gentile.
Giovane che scorri gli sguardi sui giovani, la fine del liceo ed i primi anni di università. Quel ronzare attorno di calabroni pieni di ormoni. Il desiderio di appartarti con qualcuno, di nasconderti alla vista degli altri e di startene con la persona che segretamente ami.
La prima volta con le dita, prima le tue, poi quelle delicate di un'amica, o quelle incerte e goffe di un ragazzo che finisce per farti male.
Il primo orgasmo vero, la passione, l'estasi provocata da mani che non siano le tue, la confusione di sensazioni che ti vengono dal collo, dalla lingua, dal seno e poi più sotto, sempre in mezzo alle gambe.
Giaci e qualcuno ti allarga le cosce, ti guarda e ti esplora e tu ti vergogni e speri di essere bella. Le mani, i baci e poi la lingua. Non controlli gli spasmi, il tuo ventre collassa, il respiro ti solleva il petto. Stringi le cosce sulla bocca che ti penetra. Mai avresti pensato che fosse così bello.
Con circospezione lui si piega su di te, lo senti entrarti dentro, eppure le sue mani sono sui tuoi seni, le sue labbra sulle tue, capitolo finale dopo variazioni sul collo. I capezzoli eccitati contendono i baci alla tua lingua.
La fitta dolorosa ti lacera il ventre mentre lo accogli nella tua culla per la prima volta.
Ora sei una donna, ora sei adulta. Ti fai recipiente, fai spazio dentro di te per lui che viene.
Giochi con le amiche, amoreggi e lasci che esplorino il tuo corpo mentre tu esplori il loro, amore etero, amore saffico; cerchi la tua strada, la tua vocazione ed ancora giochi con i sensi e le emozioni.
Donna matura, cammini a testa alta, hai provato, sperimentato ed ora sei decisa. Ti muovi sicura tra la gente la tua donna per mano, sottobraccio al tuo uomo. Padrona nella tua casa, governante della tua vita.
Corpo completo, pienezza dei sensi, padroneggi la tua libertà sessuale, i tuoi gesti ed i tuoi sentimenti. Il tuo corpo ancora bello, il tuo seno alto, la vita stretta, le tue curve ancora invidiabili. Organizzi il tuo lavoro, costruisci la tua famiglia, ti stabilizzi nei tuoi affetti, tieni controllo di ogni cosa. Il tuo ventre accoglie la vita e ti ritrovi a partecipare della creazione. Dividi il tuo tempo tra il lavoro ed i figli, il sesso è solo un piacevole condimento, un cemento addizionale, il tuo corpo è ancora piacente, ma la testa governa i tuoi momenti.
Sesso maturo, sesso ponderato, sesso ottimizzato.
Le attenzioni al tuo uomo, i riguardi per la tua donna. Il tuo seno diviso tra il sesso ed il nutrimento per i tuoi figli. Piace e ti piaci, attraversi la vita come una nave, sicura tra le onde di un mare calmo ed azzurro.
Ti ritrovi, poi, un giorno lontano, a varcare la soglia della tua menopausa.
Quando cominciano le prime rughe intorno agli occhi, ed il primo capello bianco, il tuo seno si appoggia al petto, si sgonfia impercettibilmente ed i capezzoli si contraggono, il sedere si ammoscia e la pelle si assottiglia.
Con malizia guardi ancora il tuo uomo, il sorriso diventa posato, nasconde un segreto. Calano le voglie, il corpo si seda. Nutri la mente con esperienze di cultura, dividi i tuoi impegni a fianco della persona che ami, la scruti e l'accompagni nell'incedere che si fa più lento.
Sei serena, coltivi la pace interiore, ti metti da parte di fianco ai tuoi figli ormai grandi, li accompagni, ne subisci i caratteri, li resti ad osservare mano nella mano al tuo compagno, ti chiudi come un fiore che si avvicina al tramonto, il sorriso condiviso tra le tue labbra ed il tuo sguardo. Canticchi una canzone antica da sola in cucina, sistemi i vestiti delle persone che non hai mai smesso di servire, ma ora lo fai nel silenzio, nella quiete. E il tuo corpo accompagna il tuo pensiero.
Anziana ti ritrovi, in fondo alla strada. Le grosse vene si disegnano azzurre sulle braccia e sulle gambe, la pelle sottile e grinzosa. Il seno si sgonfia, inutile e asciutto, memoria di antichi splendori, di corse e di sesso. Il ventre decade, la vulva si copre di grigio avvizzito. Si seccano gli umori, si spengono le voglie. Raccogli i capelli candidi in una stanca treccia, lo sguardo svela il tuo pensiero, insegui i ricordi, sorridi e sospiri. Accompagni il tuo uomo, lo onori e lo esalti, non smetti di sostenerlo ed incoraggiarlo, ne assecondi i bisogni. In ginocchio ai suoi piedi ancora lo veneri regalandogli pillole di potenza.
Ti siedi in veranda incontro alla sera del giorno e della tua vita.
Nelle rughe del tuo volto riassumi le gioie e le emozioni, i dolori e gli affanni della tua vita. Il tuo corpo stanco racconta le tue azioni. Nuda agli occhi di tutti è la tua canizie, la tua vecchiaia svelata, la discesa nella parabola del tuo corpo. Serena scruti il tramonto cercandovi la bellezza del tuo lento spegnersi. Ti pettini al mattino contando i capelli che perdi, le unghie inspessite, la pelle come carta velina, le malattie che incombono.
Ti fermi e volgi indietro lo sguardo, una bimba dai riccioli d'oro ti corre incontro sulla spiaggia, l'aspetti, muovi i tuoi passi incontro al suo incedere incerto. Le prendi la manina, la sostieni e la guidi, la piccola te stessa, la tua immagine riaffiora viva dai tuoi ricordi, ti viene incontro e ti conduce per gli ultimi passi. Hai camminato, amato, servito, riverito per tutta la tua esistenza. Gli ultimi passi, lo sguardo sereno, hai giocato il tuo ruolo, nel silenzio, nell'attesa, nell'accoglienza, nel servizio.
Sei stata DONNA
Papà ti aggiusta il cappellino sui riccioli perchè il sole non ti percuota.
La pelle rosa e sensibile, il tuo corpo tutto in potenza e ancora nulla in atto.
La patatina grassa, il sederino tonto e tenero per i baci di mamma, il tuo petto liscio con le macchioline rosa tenue dei capezzoli ancora dormienti.
La bimba più grandicella, col suo vezzoso costumino da bagno, un improbabile accenno di bikini per emulare gli adulti. Già ti identifichi come femmina e reclami i tuoi simboli per essere come le donne più grandi. Il pezzo di sopra spostato, neanche ti accorgi che non ricopre ciò che da grande sarà da coprire. I capelli in un fiocco rosa, capelli lunghi come i tuoi idoli, le bambole fascinose ed avvenenti con cui giochi. Le vesti e ci parli ed esse parlano di te con gli adulti e con le bambole delle amiche. Già ti identifichi negli ideali che ti vengono proposti con i giochi. La carrozzina del tuo bambolotto, una maternità lontana nel tempo, ma già dichiarata. Lo accudisci, lo lavi e lo vesti, e poi ti perdi con le tue pentoline a cucinare polpettine di sabbia per la mamma e il papà.
Corri con le bambine tue amiche inseguendo la palla, il tuo piccolo corpo cresce e si rinforza, poni le basi per quanto saranno i tuoi desideri futuri, alleni le tue membra alle sfide a venire.
Nascono i sogni, li coltivi, ti ci immergi e ti immedesimi in ruoli di principesse, regine, ricche donne ed eroine dei cartoni animati.
Ragazzina che cammini sulla sabbia, fuggi dalla tua famiglia, annoiata, in cerca di qualcosa, di qualcuno che ti riconosca, che ti valorizzi perchè cominci a capire di essere una piccola donna e di voler fare esperienza da sola con il mondo.
I capezzoli si induriscono e si gonfiano, ti fanno male e tu ne chiedi ragione alla mamma. Il tuo corpo che cambia. Ancora sogni guardando i cartoons e giocando con le amiche, sbirciando i giovani attori dei film e sorridendo maliziosa con le tue compagne senza capirne ancora il perchè, eppure nella pancia e nella mente già senti che qualcosa sta cambiando. Ma ti vergogni a parlarne e pensi che passerà e che non è una cosa di cui preoccuparsi.
Poi il seno inizia a lievitare e tu te ne vergogni. Con la canottierina ti copri, ma quando fai il bagno lo guardi. Seno acerbo, seno di cui vergognarsi con le amiche e le sorelle più grandi. Inizio di donna con seno da bambina, vorresti non averlo mai avuto o ritrovarti direttamente donna dopo 5 anni. I compagni ti guardano strana perchè ti vergogni ti quelle sporgenze sotto la magliettina quando fai ginnastica a scuola. Ti metti in costume intero perchè del due pezzi ti vergogni. Ne hai troppo poco per sembrare una donna e ne hai troppo per far finta di nulla. Ti vergogni di questa transizione, sei in terra di nessuno, non ti senti più una bambina e non sei una donna. Il petto ti infastidisce, i ragazzi ti guardano sempre lì, ma non sei bella, ti senti solo goffa e vorresti essere lasciata in pace a giocare con le amiche, a sognare di attori e calciatori dal bell'aspetto. Cambi il tuo odore, ti crescono peli dappertutto, e questo ingombro sul petto che diventa sempre più evidente. Devi cambiare i tuoi vestiti perchè comincia a vedersi troppo attraverso la maglietta ed i capezzoli ti fanno male, sono sensibili ed i tessuti che ci sfregano ti danno dolore.
E come se non bastasse questo petto che lievita, iniziano i dolori al basso ventre e ti scopri a perdere sangue. Macchi le mutandine ed il banco di scuola. Scappi a casa e ti chiudi in bagno, chiami la mamma, ormai sei una donna, cose da donne.
Ora sei una ragazza, il tuo seno ti piace e ti piacciono i ragazzi che ci fanno cadere l'occhio. Controlli che il ventre ti resti piatto anche se hai sempre una fame porca. La pelle si fa grassa e ti ricopri di creme perchè il tuo volto assomiglia ad una pizza. Il sedere si ingrossa e ti vergogni. Quello no, non ti piace fartelo guardare. Confronti il tuo seno con quello delle amiche, c'è sempre qualcuna che ce l'ha più grosso o più bello del tuo. Ti imbarazza, ma ti piace. Certo, è un po' scomodo quando giochi a pallavolo, ma i tuoi compagni ti guardano. Ti balla il petto e non sai più come stringerlo quando corri, quasi ti sbilancia. E quel tuo compagno non ti guarda mai, gli occhi solo per la tua amica del cuore e se ti rivolge la parola è solo per chiederti di lei. Ti guarda solo quell'altro, bruttino e tu non sai che fartene, ma almeno uno che ti guarda c'è.
Cammini sulla spiaggia con la tua amica, ti abbronzi la pelle, scegli i costumi più attillati, ti scopri ma ti ricopri e ancora ti scopri. Un gioco al vedo e non vedo, mi lascio guardare, ma mi copro. Parli con la tua amica, il primo assorbente interno, quel desiderio di toccarsi, quella pelle così sensibile, la sensazione di bagnato fra le cosce.
Ora i capezzoli non ti fanno più male, te li sfiori e ti piace il tuo corpo.
Ma ti imbarazzi quando ti emozioni ed il tuo petto racconta quello che vorresti celare. Parli di attori, ragazzi, volti belli e muscoli lucidi, sorrisi accattivanti e la voglia di farsi esplorare da una mano gentile.
Giovane che scorri gli sguardi sui giovani, la fine del liceo ed i primi anni di università. Quel ronzare attorno di calabroni pieni di ormoni. Il desiderio di appartarti con qualcuno, di nasconderti alla vista degli altri e di startene con la persona che segretamente ami.
La prima volta con le dita, prima le tue, poi quelle delicate di un'amica, o quelle incerte e goffe di un ragazzo che finisce per farti male.
Il primo orgasmo vero, la passione, l'estasi provocata da mani che non siano le tue, la confusione di sensazioni che ti vengono dal collo, dalla lingua, dal seno e poi più sotto, sempre in mezzo alle gambe.
Giaci e qualcuno ti allarga le cosce, ti guarda e ti esplora e tu ti vergogni e speri di essere bella. Le mani, i baci e poi la lingua. Non controlli gli spasmi, il tuo ventre collassa, il respiro ti solleva il petto. Stringi le cosce sulla bocca che ti penetra. Mai avresti pensato che fosse così bello.
Con circospezione lui si piega su di te, lo senti entrarti dentro, eppure le sue mani sono sui tuoi seni, le sue labbra sulle tue, capitolo finale dopo variazioni sul collo. I capezzoli eccitati contendono i baci alla tua lingua.
La fitta dolorosa ti lacera il ventre mentre lo accogli nella tua culla per la prima volta.
Ora sei una donna, ora sei adulta. Ti fai recipiente, fai spazio dentro di te per lui che viene.
Giochi con le amiche, amoreggi e lasci che esplorino il tuo corpo mentre tu esplori il loro, amore etero, amore saffico; cerchi la tua strada, la tua vocazione ed ancora giochi con i sensi e le emozioni.
Donna matura, cammini a testa alta, hai provato, sperimentato ed ora sei decisa. Ti muovi sicura tra la gente la tua donna per mano, sottobraccio al tuo uomo. Padrona nella tua casa, governante della tua vita.
Corpo completo, pienezza dei sensi, padroneggi la tua libertà sessuale, i tuoi gesti ed i tuoi sentimenti. Il tuo corpo ancora bello, il tuo seno alto, la vita stretta, le tue curve ancora invidiabili. Organizzi il tuo lavoro, costruisci la tua famiglia, ti stabilizzi nei tuoi affetti, tieni controllo di ogni cosa. Il tuo ventre accoglie la vita e ti ritrovi a partecipare della creazione. Dividi il tuo tempo tra il lavoro ed i figli, il sesso è solo un piacevole condimento, un cemento addizionale, il tuo corpo è ancora piacente, ma la testa governa i tuoi momenti.
Sesso maturo, sesso ponderato, sesso ottimizzato.
Le attenzioni al tuo uomo, i riguardi per la tua donna. Il tuo seno diviso tra il sesso ed il nutrimento per i tuoi figli. Piace e ti piaci, attraversi la vita come una nave, sicura tra le onde di un mare calmo ed azzurro.
Ti ritrovi, poi, un giorno lontano, a varcare la soglia della tua menopausa.
Quando cominciano le prime rughe intorno agli occhi, ed il primo capello bianco, il tuo seno si appoggia al petto, si sgonfia impercettibilmente ed i capezzoli si contraggono, il sedere si ammoscia e la pelle si assottiglia.
Con malizia guardi ancora il tuo uomo, il sorriso diventa posato, nasconde un segreto. Calano le voglie, il corpo si seda. Nutri la mente con esperienze di cultura, dividi i tuoi impegni a fianco della persona che ami, la scruti e l'accompagni nell'incedere che si fa più lento.
Sei serena, coltivi la pace interiore, ti metti da parte di fianco ai tuoi figli ormai grandi, li accompagni, ne subisci i caratteri, li resti ad osservare mano nella mano al tuo compagno, ti chiudi come un fiore che si avvicina al tramonto, il sorriso condiviso tra le tue labbra ed il tuo sguardo. Canticchi una canzone antica da sola in cucina, sistemi i vestiti delle persone che non hai mai smesso di servire, ma ora lo fai nel silenzio, nella quiete. E il tuo corpo accompagna il tuo pensiero.
Anziana ti ritrovi, in fondo alla strada. Le grosse vene si disegnano azzurre sulle braccia e sulle gambe, la pelle sottile e grinzosa. Il seno si sgonfia, inutile e asciutto, memoria di antichi splendori, di corse e di sesso. Il ventre decade, la vulva si copre di grigio avvizzito. Si seccano gli umori, si spengono le voglie. Raccogli i capelli candidi in una stanca treccia, lo sguardo svela il tuo pensiero, insegui i ricordi, sorridi e sospiri. Accompagni il tuo uomo, lo onori e lo esalti, non smetti di sostenerlo ed incoraggiarlo, ne assecondi i bisogni. In ginocchio ai suoi piedi ancora lo veneri regalandogli pillole di potenza.
Ti siedi in veranda incontro alla sera del giorno e della tua vita.
Nelle rughe del tuo volto riassumi le gioie e le emozioni, i dolori e gli affanni della tua vita. Il tuo corpo stanco racconta le tue azioni. Nuda agli occhi di tutti è la tua canizie, la tua vecchiaia svelata, la discesa nella parabola del tuo corpo. Serena scruti il tramonto cercandovi la bellezza del tuo lento spegnersi. Ti pettini al mattino contando i capelli che perdi, le unghie inspessite, la pelle come carta velina, le malattie che incombono.
Ti fermi e volgi indietro lo sguardo, una bimba dai riccioli d'oro ti corre incontro sulla spiaggia, l'aspetti, muovi i tuoi passi incontro al suo incedere incerto. Le prendi la manina, la sostieni e la guidi, la piccola te stessa, la tua immagine riaffiora viva dai tuoi ricordi, ti viene incontro e ti conduce per gli ultimi passi. Hai camminato, amato, servito, riverito per tutta la tua esistenza. Gli ultimi passi, lo sguardo sereno, hai giocato il tuo ruolo, nel silenzio, nell'attesa, nell'accoglienza, nel servizio.
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