Due sorelle in competizione - Capitolo 4
di
duke69
genere
dominazione
Gabriel si presentò a casa dopo neanche quindici minuti, volto bianco, capelli arruffati e visibilmente intimorito.
“Spogliati! Levati tutto e inginocchiati stronzo!”
Giulia era determinata e imponeva ordini con tono severo, mentre Gabriel sembrava un’altra persona rispetto a quella che conoscevo: da dominante a sottomesso!
“Leccami i piedi, coglione! Pensavi di poterla fare franca? O forse in fondo in fondo speravi potessi scoprirlo così da poterti fare nuovamente il culo… E tu sorellina puttana, ora mi racconti per filo e per segno come e quante volte ti ha scopata, quanta sborra hai ingoiato e se ti ha fatto anche il culo”
Era una situazione assurda, mi sentivo a disagio e mi sembrava di vivere in uno squallido film trash. Avevo sentito altre volte Giulia esprimersi in modo volgare, ma non in questa maniera e con tale estrema durezza. Presi coraggio e raccontai a Giulia tutto quello che era accaduto tra me e Gabriel e di come fossi diventata da subito succube di lui. Giulia nel frattempo sputava continuamente per terra nelle vicinanze dei suoi piedi esigendo che Gabriel ripulisse prontamente tutto con la sua lingua.
“Che troia che sei sorellina! ... e quindi hai ancora il culo vergine…! E tu stronzo te lo tenevi come una ciliegina sulla torta? Aspettavi un momento romantico per incularla? E così ti sei giocato il suo culo che tra non molto sarà mio!”
Gabriel era impietrito e non accennava a rispondere a Giulia che nel frattempo prese della vaselina e me la porse:
“Culo in alto stronzo! Inarca bene la schiena, e tu preparagli il buco zoccola! Dita bene in profondità, prima un dito, poi due, poi tre e quindi quattro dita!”
Presi della vaselina e cominciai a ungere la parte esterna dell’ano, quindi infilai il dito indice che penetrò con poche difficoltà fino il fondo, mentre Gabriel si lasciava sfuggire dei lievi gemiti, come di sorpresa:
“Uh…!!!”
Intanto, Giulia stava indossando uno strap-on di moderate dimensioni: era la prima volta che ne vedevo uno dal vivo!
“Allora sorellina? Ti piace penetrare questo coglione con le tue dita? Pensa a quante volte ti ha trattato come uno straccio…anche se ti è piaciuto! Ma non ti preoccupare perché anche tu avrai la tua razione di cazzo in culo! da oggi penserò io a te e non sarà una passeggiata come quando eri la schiava di questo porco!”
Oh cazzo! Chissà che cosa mi attendeva, Giulia si stava rivelando più sadica di quello che pensavo. Mentre parlava avevo già quattro dita piantate dentro il culo di Gabriel che ormai aveva iniziato ad ansimare con maggiore intensità.
Dopo una decina di minuti di andirivieni avevo allargato il buco del culo di Gabriel che era pronto per Giulia. Rimossa la mia mano, Giulia entrò di prepotenza con il suo fallo dentro l’ano dilatato di Gabriel, cominciando a pompare sempre più energicamente e aumentando a tratti la velocità, strappandogli in quelle occasioni delle urla di dolore.
Giulia sodomizzava Gabriel con penetrazioni complete: tutto il fallo in silicone spariva dentro il sedere del suo ex mentre lo insultava continuamente:
“Dillo a quella troietta di Valentina che sei la mia puttana!!!”
“Sono la tua puttana!”
“Devi dirlo a lei stronzo!”
“Sono la sua puttana!”
Nel frattempo la vaselina era passata nelle mani di Gabriel che doveva occuparsi di preparare il mio buchetto.
“Massimo due dita stronzo! non di più, devi solo lubrificarlo bene internamente; tieni presente che non ti ho detto di divertirti con il suo culo, quello sarà un piacere mio esclusivo!”
Così un minuto dopo ci trovavamo nella camera da letto di Giulia, io e Gabriel messi a pecorina, e Giulia che inculava Gabriel, mentre lui occupava il mio sedere con un dito facendolo scorrere avanti e indietro. Ben presto Giulia inserì il secondo dito, ma fu solo al terzo che sentii delle fitte interne come se la carne si stesse squarciando. Il movimento delle dita dentro di me e del dildo dentro Gabriel era continuo e sempre più fluido.
Dopo avere lavorato a fondo Gabriel, Giulia estrasse il fallo, puntò il fallo sul mio buchetto: tremavo dalla paura, avevo il timore che la prima penetrazione fosse troppo dolorosa.
Nel frattempo che giocava con il mio bottone facendo entrare e uscire la sola cappella, fece posizionare Gabriel di fronte a me, sempre a quattro zampe, imponendomi di tenere il suo culo pieno con tutte le quattro dita della mia mano.
Il fallo penetrava sempre più dentro di me, le fitte si intensificavano producendo qualche lacrima di sofferenza che rigava il mio viso. Dopo qualche minuto il fallo scivolava dentro completamente, incontrando meno resistenza e anche le fitte diventarono più sopportabili.
Quando sembrava che tutto fosse finito, Giulia ripassava nuovamente a lavorare il sedere di Gabriel quindi ritornava su di me e ancora alternava con Gabriel in un passaggio da un ano all’altro senza soluzione di continuità.
Ci massacrò per quasi due ore sfogando la sua rabbia e insultandoci in ogni modo.
“Ora levatevi dai coglioni, ma sappiate che non è finita qui!”
Nei giorni successivi Gabriel non si fece sentire, mentre Giulia non mi calcolò molto in quelle poche occasioni che avevamo di vederci.
Una settimana dopo quell’evento, mentre mi trovavo in camera a studiare udii bussare alla porta:
“Avanti!”
Dinnanzi a me si presentò Giulia.
“Valentina, volevo presentarti due miei amici, lui è Davide e lui Paolo!”
Mi alzai dalla sedia e feci qualche passo in direzione della porta, quindi ci presentammo con una stretta di mano. Entrambi erano vestiti con dei jeans e una felpa; Davide aveva dei capelli cortissimi con ampie sfumature laterali, sembrava avesse meno di trent’anni, muscoloso, alto 1.80 e con un bel sorriso. Era proprio bello e aveva un’aria solare. Invece Paolo era più maturo ma doveva avere meno di quarant’anni: calvo, alto 1.90, meno muscoloso e un po’ più atletico di Davide, aveva un’aria tenebrosa e anche lui era proprio bello. Ogni volta che capitava, mi chiedevo dove Giulia andasse a trovare dei così bei ragazzi.
Le successive parole di Giulia in presenza dei due ospiti mi raggelarono:
“Vale, parlavo con i miei amici… così ho detto loro che avevo una sorellina single, poi gli ho raccontato di Gabriel e di quanto sei stata troia… e quanto hai bisogno di essere la schiava di qualcuno per poter godere pienamente…”
I due ragazzi ridacchiavano, mentre io ero sprofondata nella mia sedia, nella vergogna più totale riuscendo solo a bofonchiare:
“Ma…ma…Giulia! Così mi…mi metti in… imbarazzo…”
Giulia si fece una grassa risata, quindi continuò:
“Mamma è rientrata da poco e sta riposando, i miei amici volevano conoscerti meglio, per cui io mi siedo qui in disparte, ma voi fate meno rumore possibile…!”
I due uomini, che fino a quel momento non avevano detto una parola, presero la situazione in mano: Davide si tolse la maglietta mostrando un enorme tatuaggio, che partiva dal costato e girando sul braccio andava verso la schiena, ma fu Paolo che iniziò a parlare.
“Alzati in piedi!”
Davide si avvicinò a me e con fare brusco mi abbassò i pantaloni della tuta da ginnastica lasciandomi in mutande. Poi mi levò la maglia scoprendomi il seno: quel pomeriggio non avevo messo il reggiseno!
“Uhm…che belle poppe da vacca!”
Oh dio che vergogna! Si avvicinarono entrambi ed in confronto al mio fisico sembravano due montagne.
Iniziarono a palparmi ovunque, dapprima con una sorta di curiosità come a stuzzicarmi, successivamente in modo più deciso e aggressivo cominciarono a schiaffeggiare entrambi i seni: Paolo prendeva un capezzolo tra indice e pollice, tirava e torceva fino a farmi male, quindi chiedeva a Davide di schiaffeggiarlo dall’alto verso il basso per fargli perdere la terribile morsa e procurarmi un dolore maggiore. Il tutto di fronte al ghigno soddisfatto di Giulia.
Paolo si divertiva a infilarmi un dito nel sedere e a mettermelo in bocca, continuamente:
“Succhialo bene troia! Vedi di fare un buon lavoro…non vorrai mica deluderci!”
Nel frattempo Davide aveva tirato fuori il suo uccello, che nonostante fosse ancora moscio, era enorme; me lo sbatteva in faccia come a darmi degli schiaffi. Paolo non contento di farmi assaporare il mio sedere esagerava nel ficcarmi le dita in bocca fino a farle scivolare in gola e procurarmi intensi conati di vomito che rendevano il mio viso paonazzo e riempivano di lacrime i miei occhi.
Ad un certo punto, entrambi stavano penetrando il mio buchetto ciascuno con due dita e in modo alternato, così mentre uno me li passava in bocca l’altro spingeva in fondo nel mio ano.
Io resistevo ad emettere ogni forma di gemito e strozzavo ogni rumore per evitare di attirare mia madre che stava riposando nella sua camera, mentre Giulia si divertiva a provare le mie forze e la mia resistenza lasciando di proposito la porta della mia camera aperta.
I due maiali andarono avanti per quasi un’ora riempiendosi le mani dei miei succhi, perché, con grande fatica per contenere i miei freni inibitori, ero venuta più volte nelle loro mani soggetta ad una continua eccitazione che culminava con dei potenti squirt.
“Ora dobbiamo andare ma domani siete inviate a cena a casa mia”.
Paolo ci aveva invitate presso la sua casa di campagna dove ci sarebbero stati anche altri amici.
“Tu Valentina sarai la nostra guest star! Ma forse è meglio se dico che sarai la mia cagna per tutta la sera, a mia disposizione e dei miei invitati per tutta la notte!”
Lo avevo conosciuto solo da un’ora e già mi stava trattando come una sua schiava: quell’uomo aveva un carisma eccezionale capace di mettere in soggezione chiunque. Ero esterrefatta! E mi sentivo totalmente sottomessa più di quanto era capitato con Gabriel. Il piacere di essere dominata mi stava sorprendendo ma mi metteva anche a disagio perché ormai era lampante a tutti, che quello stato di subordinazione mi portava a bagnarmi oscenamente, quello che Paolo aveva capito da subito.
Il giorno successivo ero estremamente agitata e ansiosa di sapere che cosa sarebbe successo alla sera: ero comunque eccitata all’idea che avrebbero abusato di me. Paolo stava diventando il mio chiodo fisso, non pensavo semplicemente di essere scopata da lui ma di essere montata con furia, di sentire il suo grosso cazzo che mi apriva letteralmente la passera e che mi allargava il buco del culo, come già aveva fatto il dildo di Giulia sverginandomi qualche giorno prima per prepararmi alla carne vera.
Continua…
(Per eventuali commenti o suggerimenti contattatemi su dukeduke1069@yahoo.com)
“Spogliati! Levati tutto e inginocchiati stronzo!”
Giulia era determinata e imponeva ordini con tono severo, mentre Gabriel sembrava un’altra persona rispetto a quella che conoscevo: da dominante a sottomesso!
“Leccami i piedi, coglione! Pensavi di poterla fare franca? O forse in fondo in fondo speravi potessi scoprirlo così da poterti fare nuovamente il culo… E tu sorellina puttana, ora mi racconti per filo e per segno come e quante volte ti ha scopata, quanta sborra hai ingoiato e se ti ha fatto anche il culo”
Era una situazione assurda, mi sentivo a disagio e mi sembrava di vivere in uno squallido film trash. Avevo sentito altre volte Giulia esprimersi in modo volgare, ma non in questa maniera e con tale estrema durezza. Presi coraggio e raccontai a Giulia tutto quello che era accaduto tra me e Gabriel e di come fossi diventata da subito succube di lui. Giulia nel frattempo sputava continuamente per terra nelle vicinanze dei suoi piedi esigendo che Gabriel ripulisse prontamente tutto con la sua lingua.
“Che troia che sei sorellina! ... e quindi hai ancora il culo vergine…! E tu stronzo te lo tenevi come una ciliegina sulla torta? Aspettavi un momento romantico per incularla? E così ti sei giocato il suo culo che tra non molto sarà mio!”
Gabriel era impietrito e non accennava a rispondere a Giulia che nel frattempo prese della vaselina e me la porse:
“Culo in alto stronzo! Inarca bene la schiena, e tu preparagli il buco zoccola! Dita bene in profondità, prima un dito, poi due, poi tre e quindi quattro dita!”
Presi della vaselina e cominciai a ungere la parte esterna dell’ano, quindi infilai il dito indice che penetrò con poche difficoltà fino il fondo, mentre Gabriel si lasciava sfuggire dei lievi gemiti, come di sorpresa:
“Uh…!!!”
Intanto, Giulia stava indossando uno strap-on di moderate dimensioni: era la prima volta che ne vedevo uno dal vivo!
“Allora sorellina? Ti piace penetrare questo coglione con le tue dita? Pensa a quante volte ti ha trattato come uno straccio…anche se ti è piaciuto! Ma non ti preoccupare perché anche tu avrai la tua razione di cazzo in culo! da oggi penserò io a te e non sarà una passeggiata come quando eri la schiava di questo porco!”
Oh cazzo! Chissà che cosa mi attendeva, Giulia si stava rivelando più sadica di quello che pensavo. Mentre parlava avevo già quattro dita piantate dentro il culo di Gabriel che ormai aveva iniziato ad ansimare con maggiore intensità.
Dopo una decina di minuti di andirivieni avevo allargato il buco del culo di Gabriel che era pronto per Giulia. Rimossa la mia mano, Giulia entrò di prepotenza con il suo fallo dentro l’ano dilatato di Gabriel, cominciando a pompare sempre più energicamente e aumentando a tratti la velocità, strappandogli in quelle occasioni delle urla di dolore.
Giulia sodomizzava Gabriel con penetrazioni complete: tutto il fallo in silicone spariva dentro il sedere del suo ex mentre lo insultava continuamente:
“Dillo a quella troietta di Valentina che sei la mia puttana!!!”
“Sono la tua puttana!”
“Devi dirlo a lei stronzo!”
“Sono la sua puttana!”
Nel frattempo la vaselina era passata nelle mani di Gabriel che doveva occuparsi di preparare il mio buchetto.
“Massimo due dita stronzo! non di più, devi solo lubrificarlo bene internamente; tieni presente che non ti ho detto di divertirti con il suo culo, quello sarà un piacere mio esclusivo!”
Così un minuto dopo ci trovavamo nella camera da letto di Giulia, io e Gabriel messi a pecorina, e Giulia che inculava Gabriel, mentre lui occupava il mio sedere con un dito facendolo scorrere avanti e indietro. Ben presto Giulia inserì il secondo dito, ma fu solo al terzo che sentii delle fitte interne come se la carne si stesse squarciando. Il movimento delle dita dentro di me e del dildo dentro Gabriel era continuo e sempre più fluido.
Dopo avere lavorato a fondo Gabriel, Giulia estrasse il fallo, puntò il fallo sul mio buchetto: tremavo dalla paura, avevo il timore che la prima penetrazione fosse troppo dolorosa.
Nel frattempo che giocava con il mio bottone facendo entrare e uscire la sola cappella, fece posizionare Gabriel di fronte a me, sempre a quattro zampe, imponendomi di tenere il suo culo pieno con tutte le quattro dita della mia mano.
Il fallo penetrava sempre più dentro di me, le fitte si intensificavano producendo qualche lacrima di sofferenza che rigava il mio viso. Dopo qualche minuto il fallo scivolava dentro completamente, incontrando meno resistenza e anche le fitte diventarono più sopportabili.
Quando sembrava che tutto fosse finito, Giulia ripassava nuovamente a lavorare il sedere di Gabriel quindi ritornava su di me e ancora alternava con Gabriel in un passaggio da un ano all’altro senza soluzione di continuità.
Ci massacrò per quasi due ore sfogando la sua rabbia e insultandoci in ogni modo.
“Ora levatevi dai coglioni, ma sappiate che non è finita qui!”
Nei giorni successivi Gabriel non si fece sentire, mentre Giulia non mi calcolò molto in quelle poche occasioni che avevamo di vederci.
Una settimana dopo quell’evento, mentre mi trovavo in camera a studiare udii bussare alla porta:
“Avanti!”
Dinnanzi a me si presentò Giulia.
“Valentina, volevo presentarti due miei amici, lui è Davide e lui Paolo!”
Mi alzai dalla sedia e feci qualche passo in direzione della porta, quindi ci presentammo con una stretta di mano. Entrambi erano vestiti con dei jeans e una felpa; Davide aveva dei capelli cortissimi con ampie sfumature laterali, sembrava avesse meno di trent’anni, muscoloso, alto 1.80 e con un bel sorriso. Era proprio bello e aveva un’aria solare. Invece Paolo era più maturo ma doveva avere meno di quarant’anni: calvo, alto 1.90, meno muscoloso e un po’ più atletico di Davide, aveva un’aria tenebrosa e anche lui era proprio bello. Ogni volta che capitava, mi chiedevo dove Giulia andasse a trovare dei così bei ragazzi.
Le successive parole di Giulia in presenza dei due ospiti mi raggelarono:
“Vale, parlavo con i miei amici… così ho detto loro che avevo una sorellina single, poi gli ho raccontato di Gabriel e di quanto sei stata troia… e quanto hai bisogno di essere la schiava di qualcuno per poter godere pienamente…”
I due ragazzi ridacchiavano, mentre io ero sprofondata nella mia sedia, nella vergogna più totale riuscendo solo a bofonchiare:
“Ma…ma…Giulia! Così mi…mi metti in… imbarazzo…”
Giulia si fece una grassa risata, quindi continuò:
“Mamma è rientrata da poco e sta riposando, i miei amici volevano conoscerti meglio, per cui io mi siedo qui in disparte, ma voi fate meno rumore possibile…!”
I due uomini, che fino a quel momento non avevano detto una parola, presero la situazione in mano: Davide si tolse la maglietta mostrando un enorme tatuaggio, che partiva dal costato e girando sul braccio andava verso la schiena, ma fu Paolo che iniziò a parlare.
“Alzati in piedi!”
Davide si avvicinò a me e con fare brusco mi abbassò i pantaloni della tuta da ginnastica lasciandomi in mutande. Poi mi levò la maglia scoprendomi il seno: quel pomeriggio non avevo messo il reggiseno!
“Uhm…che belle poppe da vacca!”
Oh dio che vergogna! Si avvicinarono entrambi ed in confronto al mio fisico sembravano due montagne.
Iniziarono a palparmi ovunque, dapprima con una sorta di curiosità come a stuzzicarmi, successivamente in modo più deciso e aggressivo cominciarono a schiaffeggiare entrambi i seni: Paolo prendeva un capezzolo tra indice e pollice, tirava e torceva fino a farmi male, quindi chiedeva a Davide di schiaffeggiarlo dall’alto verso il basso per fargli perdere la terribile morsa e procurarmi un dolore maggiore. Il tutto di fronte al ghigno soddisfatto di Giulia.
Paolo si divertiva a infilarmi un dito nel sedere e a mettermelo in bocca, continuamente:
“Succhialo bene troia! Vedi di fare un buon lavoro…non vorrai mica deluderci!”
Nel frattempo Davide aveva tirato fuori il suo uccello, che nonostante fosse ancora moscio, era enorme; me lo sbatteva in faccia come a darmi degli schiaffi. Paolo non contento di farmi assaporare il mio sedere esagerava nel ficcarmi le dita in bocca fino a farle scivolare in gola e procurarmi intensi conati di vomito che rendevano il mio viso paonazzo e riempivano di lacrime i miei occhi.
Ad un certo punto, entrambi stavano penetrando il mio buchetto ciascuno con due dita e in modo alternato, così mentre uno me li passava in bocca l’altro spingeva in fondo nel mio ano.
Io resistevo ad emettere ogni forma di gemito e strozzavo ogni rumore per evitare di attirare mia madre che stava riposando nella sua camera, mentre Giulia si divertiva a provare le mie forze e la mia resistenza lasciando di proposito la porta della mia camera aperta.
I due maiali andarono avanti per quasi un’ora riempiendosi le mani dei miei succhi, perché, con grande fatica per contenere i miei freni inibitori, ero venuta più volte nelle loro mani soggetta ad una continua eccitazione che culminava con dei potenti squirt.
“Ora dobbiamo andare ma domani siete inviate a cena a casa mia”.
Paolo ci aveva invitate presso la sua casa di campagna dove ci sarebbero stati anche altri amici.
“Tu Valentina sarai la nostra guest star! Ma forse è meglio se dico che sarai la mia cagna per tutta la sera, a mia disposizione e dei miei invitati per tutta la notte!”
Lo avevo conosciuto solo da un’ora e già mi stava trattando come una sua schiava: quell’uomo aveva un carisma eccezionale capace di mettere in soggezione chiunque. Ero esterrefatta! E mi sentivo totalmente sottomessa più di quanto era capitato con Gabriel. Il piacere di essere dominata mi stava sorprendendo ma mi metteva anche a disagio perché ormai era lampante a tutti, che quello stato di subordinazione mi portava a bagnarmi oscenamente, quello che Paolo aveva capito da subito.
Il giorno successivo ero estremamente agitata e ansiosa di sapere che cosa sarebbe successo alla sera: ero comunque eccitata all’idea che avrebbero abusato di me. Paolo stava diventando il mio chiodo fisso, non pensavo semplicemente di essere scopata da lui ma di essere montata con furia, di sentire il suo grosso cazzo che mi apriva letteralmente la passera e che mi allargava il buco del culo, come già aveva fatto il dildo di Giulia sverginandomi qualche giorno prima per prepararmi alla carne vera.
Continua…
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