Quando ho vinto il culo di mia cognata 7/2
di
LanA
genere
incesti
Sono Gianni, un ragazzo sulla trentina ben messo fisicamente, (me lo dicono soprattutto le signore di una certa età per le quali forse rappresento il prototipo di bull da scopare) e mi sono sempre considerato un vero maschio competitivo.
Scommetto su tutto e, quando perdo mi incazzo parecchio.
Comunque, adoro vincere ogni sfida e tutto questo mi rende terribilmente eccitato.
Come quella volta in cui, di getto, dissi queste testuali parole a mia cognata Adriana.
“Scommetti che quella gran troia della signora Mariuccia tradisce il marito?” dissi lanciando la sfida.
Noi italiani siamo bravissimi a scommettere su ogni cosa, ed ogni pretesto diventa buono per creare una scommessa e giocarci quanto più possibile.
L’oggetto della scommessa, questa volta, era la virtù e le fedeltà della nostra vicina di casa.
Lei è un milfona con due tette rifatte da urlo.
Una vera porca sempre in tiro, che esce la mattina e si ritira la sera tardi.
Impossibile che sia fedele al marito e che, durante la giornata, non si faccia trombare da qualche maschio arrapato.
Ma io e mia cognata Adriana ci siamo proprio fatti i cazzi di questa bella porcona matura per inventarci una scommessa sconclusionata e dagli esiti incerti quando incestuosi.
Se io avessi perso e quindi la signora della porta accanto fosse risultata una donna fedele, le avrei pagato un week end a Parigi assieme a suo marito nonché mio fratello.
Se avessimo avuto invece le prove che la porcona avesse un amante e si facesse ingroppare fuori dal matrimonio, mia cognata avrebbe fatto sesso con me e io avrei potuto decidere liberamente se scoparla nella fica o nel culo.
Un buco a mia scelta e lei non si sarebbe potuta sottrarre.
Una scommessa pazza e sconclusionata che abbiamo sottoscritto, in maniera ancora più grottesca, con una vera lettera di intenti.
Ecco che sia io che lei ci siamo improvvisati investigatori privati ed abbiamo cominciato a pedinare la bella signora.
Io, addirittura, mi ero dotato di una macchina fotografica per immortalare situazioni compromettenti.
Non ci volle molto a vincere la scommessa.
Il mio fiuto di maschio sempre pronto a cogliere anche il minimo particolare, mi fecero accorgere di un saluto un po’ particolare che la signora diede al ragazzo che le porta il pane.
Un bacio sulla guancia con le due mani sul suo viso.
Un saluto troppo affettuoso per un ragazzo che lavora in un panificio.
CONTINUA ...
Scommetto su tutto e, quando perdo mi incazzo parecchio.
Comunque, adoro vincere ogni sfida e tutto questo mi rende terribilmente eccitato.
Come quella volta in cui, di getto, dissi queste testuali parole a mia cognata Adriana.
“Scommetti che quella gran troia della signora Mariuccia tradisce il marito?” dissi lanciando la sfida.
Noi italiani siamo bravissimi a scommettere su ogni cosa, ed ogni pretesto diventa buono per creare una scommessa e giocarci quanto più possibile.
L’oggetto della scommessa, questa volta, era la virtù e le fedeltà della nostra vicina di casa.
Lei è un milfona con due tette rifatte da urlo.
Una vera porca sempre in tiro, che esce la mattina e si ritira la sera tardi.
Impossibile che sia fedele al marito e che, durante la giornata, non si faccia trombare da qualche maschio arrapato.
Ma io e mia cognata Adriana ci siamo proprio fatti i cazzi di questa bella porcona matura per inventarci una scommessa sconclusionata e dagli esiti incerti quando incestuosi.
Se io avessi perso e quindi la signora della porta accanto fosse risultata una donna fedele, le avrei pagato un week end a Parigi assieme a suo marito nonché mio fratello.
Se avessimo avuto invece le prove che la porcona avesse un amante e si facesse ingroppare fuori dal matrimonio, mia cognata avrebbe fatto sesso con me e io avrei potuto decidere liberamente se scoparla nella fica o nel culo.
Un buco a mia scelta e lei non si sarebbe potuta sottrarre.
Una scommessa pazza e sconclusionata che abbiamo sottoscritto, in maniera ancora più grottesca, con una vera lettera di intenti.
Ecco che sia io che lei ci siamo improvvisati investigatori privati ed abbiamo cominciato a pedinare la bella signora.
Io, addirittura, mi ero dotato di una macchina fotografica per immortalare situazioni compromettenti.
Non ci volle molto a vincere la scommessa.
Il mio fiuto di maschio sempre pronto a cogliere anche il minimo particolare, mi fecero accorgere di un saluto un po’ particolare che la signora diede al ragazzo che le porta il pane.
Un bacio sulla guancia con le due mani sul suo viso.
Un saluto troppo affettuoso per un ragazzo che lavora in un panificio.
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