The gift: Episodio 4 Hineni

di
genere
sentimentali

“WHAT A WICKED GAME TO PLAY, TO LET ME FEEL THIS WAY” (C. ISAAK)
La vita riprende. L’ufficio, la casa, gli amici..ogni cosa al suo posto, sempre uguale a quando, solo due giorni prima, l’ avevo lasciata.
Ogni cosa diversa. Non sarà mai più come prima. Una linea rosso sangue divide il mio mondo di venerdì sera da questo.
Non penso ad altro. Mi butto a capofitto nel lavoro ma niente distoglie la mia mente da quanto accaduto, dall’impellenza di trovare una risposta a quella domanda.
Ma quale risposta?
Farlo, fare l’amore con Chiara, forse darle quel figlio che tanto desidera, che tanto desiderano. Farlo come si fuma l’ultima sigaretta. Prima che la condanna a morte si compia. Amarla senza nemmeno il diritto di dirlo, e poi….
Perderla, per sempre. Comunque. Come mi guarderà, dopo? Come la guarderò io?
Oppure non farlo, negarmi. Negarle quel figlio, lanciarla in una vertigine di occhi e mani esperti, ridurla a cavia per esperimenti perfetti, asettici, precisi, freddi. Come potrei dire amarla? E poi…
Perderla, per sempre. Comunque. Come mi guarderà, dopo? Come la guarderò io?
Mi sento come il gatto nella scatola, vivo e morto al contempo.
I miei sentimenti fluttuano senza sosta, mi tolgono il respiro. Non posso continuare così, mi sento in trappola, costretto in un meccanismo perverso che mi spinge fino al limite del baratro, lasciandomi in sospeso sul vuoto .Un ghigno feroce che attende solo l’ultima spinta e vedermi cadere.
Ma il tempo passa, la risposta urge, qualunque essa sia.
Cosa prova Chiara, Cosa prova Luisa?
E se Chiara provasse ribrezzo? Dio no!! Non potrei leggerglielo negli occhi, posso sopportare tutto ma non che mi consideri una cosa sudicia, che CI consideri sudici. Questo no….
E Luisa….come potrà sopportare? Si sentirà tradita. Hanno scelto insieme, è vero, ma una cosa è pensarci, un’altra viverla nel corpo. Ora che so non me la sento di escluderla dai miei pensieri, anche se so che non gliene frega un accidente di cosa possa provare io.
Intanto è giovedì. Cazzo, il tempo passa troppo in fretta. Domani…domani avrò la risposta. Non ora..domani.
“WHAT A WICKED GAME TO DO, TO LET ME DREAM OF YOU”
Seduto sulla poltroncina di vimini, solo. La casa silenziosa, immersa nella luce della luna. Che ci faccio qui? Chiara dov’è?
“Quante domande!”
“Chi è?? Chi sei??”
Non vedo nessuno, sono solo. Ma la voce continua
“Chi sono? Bella domanda! Dipende da te, chi sono. Sono un forse, una possibilità. La soluzione di tutte le equazioni, posso avere valore zero, o anche uno chissà. Sarai tu a decidere. Essere..o non essere…questo è il TUO dilemma!”
“Sei..lui…lei..”
“Lui, lei, il lui che non sarà o la lei che non sarà. Sono tutti e nessuno allo stesso tempo.”
“Mi sembra che ogni modo sia sbagliato, che tutto sia sbagliato. Non so che fare”
“Ti sei messo in un bel casino mio caro! Ora vado, è quasi ora di alzarsi..e il gran giorno si avvicina! Mi raccomando, ricordati di me. Anche io attendo si sapere”
Suona la sveglia, riapro a fatica gli occhi. Venerdì mattina. Non sono meno confuso di prima, anzi, se possibile, anche di più. Perché ti ho sognato? Che mi volevi dire? Però mi è piaciuto sai, sentirti? È stato bello, irreale ma bello. Mi ha fatto venir voglia di sentirla davvero la tua voce, di vederti e non solo sognarti. So che in fondo non è un progetto mio, non è che tutto d’un colpo mi sia venuta una voglia irrefrenabile di paternità. Che poi…paternità….che ruolo sarebbe il mio? Basta, il tempo è scaduto.
Passo tutta la mattina a riflettere e alla fine cedo le armi. Quando mi sento pronto chiamo Chiara.
“Ciao..”
“Ciao..”
“Hai..deciso?”
“Si. E tu? Hai deciso? Sempre della stessa idea?”
“Si certo. Un po' spaventata forse. I sentimenti di tre persone sono in gioco qui. Luisa fa la dura ma lo vedo che soffre. Mi ama, vuole questo bambino, sa che rifiuto di concepirlo come una cavia da laboratorio, ma sapere che…insomma…”
“Che farai l’amore con me..”
“Si, che faremo sesso..”
“Che farai l’amore con me…ti prego…”
“Scusa”
“Senti, se vi va bene ne parliamo questa sera da voi ok? Vi dirò quello che ho deciso. ”
“Va bene..allora alle nove?”
“Ok, vada per le nove. Chiara….ti voglio bene…voglio davvero il tuo bene” Clack, ha riattaccato
Alle nove meno dieci sono sotto il portone. Suono. Luisa risponde
“Sali..in anticipo, come sempre!”
L’ascensore è angusto, odora di vecchio. Però mi fa sentire protetto. Si apre, esco. Sulla porta di casa, minacciosa e tesa Luisa.
“Eccoti. Finalmente ti sei degnato di farci conoscere le tue decisioni.”
Da dentro sento Chiara, non capisco le parole ma Luisa si modera e mi lascia entrare.
Ci mettiamo sul divano, io da una parte e loro due di fronte a me. Mi sento come fossi al giudizio, scrutato con occhi severi.
“Allora, Beppe. Sì o no?” taglia corto Luisa.
“Luisa cazzo, eravamo d’accordo no?” la riprende Chiara.
“Sì..scusa”
Deglutisco.
“Ho pensato a lungo alla vostra richiesta. Dico vostra perché immagino l’abbiate decisa insieme”
“Insieme si”
“ Da qualunque parte la guardi mi sembrava che ogni risposta fosse sbagliata. Sì o no, comunque qualcuno soffrirà.”
“Beh dire che tu soffra con un si la vedo dura!” mi ringhia addosso Luisa.
“Davvero lo pensi? Se dico no consegno Chiara ad un ambulatorio dove è solo una fra le tante. Per uno che dice di amarla non mi pare una scelta accettabile. Ma se dico si, dovrò comunque accettare di perdere Chiara ”
“ Ma tu non mi perderai Beppe!”
“Si invece. Voi sarete una famiglia, e questo comunque, con o senza di me. Dovrò accettare che non potrà più essere come prima. O vuoi dirmi che mi guarderai come prima, come se nulla fosse accaduto?”. Chiara non risponde, si fissa le mani intrecciate sul tavolo
“Bene..e alla fine di tutto questo bel discorso…che hai deciso di fare? ” incalza Luisa.
“Ho deciso che ti amo, e non posso farti del male. Se davvero questo è ciò che vuoi, quello che volete, allora sia. Consideralo un regalo di addio” dico guardando Chiara. Per un momento la presenza di Luisa non entra nel mio campo visivo.
E QUANDO IO SENZA CAPIRE HO DETTO SI, HAI DETTO È TUTTO QUEL CHE HAI DI ME (DE GREGORI)
Silenzio
“Pongo solo queste condizioni. La prima è che avvenga nella casa al mare, solo una volta qualunque sia l’esito . Voglio che il cerchio si chiuda la dove si è aperto, di più non potrei sopportare. La seconda è che se un giorno il bambino vorrà sapere chi sia suo padre voi glielo diciate. Ha il diritto di sapere, di sapere che è nato per amore…un amore contorto e strano forse, ma pur sempre amore”
Mi accascio sulla sedia. Non ho più energie. Le parole sono finite.
Luisa e Chiara si guardano. Non riesco a leggere tutti i sentimenti che si agitano in loro. Gioia, preoccupazione, gelosia, istinto omicida?
Come sempre è Luisa a parlare per prima
“Se Chiara è ancora decisa su questa strada…e Dio solo sa quanto mi costi tutto questo…allora per me va bene”
THEN WE ARE DECIDED (J.C SUPERSTAR)
“Allora…è deciso..” sussurra Chiara.
Ora verranno gli esami, controlli per essere certi che tutto sia a posto…come una coppia che voglia un bambino. Un dolore necessario, lo capisco. Non meno dolore però.
E alla fine..decidono il giorno. Quello con le maggiori possibilità di concepimento. Di nuovo il coltello scende. Ho scelto e non mi tirerò indietro. Ma fa più male di quello che pensavo.
Ora non mi resta che consegnarmi, arrendermi. Anche io dirò il mio “Hineni”, eccomi.



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scritto il
2021-06-09
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