È solo un giorno che sei partita e già mi manchi

di
genere
sentimentali

Notte alta e sono sveglia, e no Eduardo De Crescenzo non c'entra nulla e neppure Marzullo con le sue domande, o forse sono io che ho troppe domande senza risposta nella testa.

Sei partita ieri mattina alle 7 e mezza con Italo, Italo treno, ci siamo baciate sulla banchina tra gli sguardi più assonnati che altro dei viaggiatori, poi sei salita sul predellino, mi hai guardata e mi hai sussurrato un torno presto, ed io che faccio volare un bacio dalle dita, poi il treno che sparisce dietro la curva in lontananza.

Una signora mi saluta, sarà una cliente, saluto per gentilezza e mi avvio mesta verso casa, la nostra.

Perché cazzo ti vengono in mente canzoni, e canzoni del cazzo che ti fanno pensare agli addii.

Ma che vado a pensare, vai da tuo fratello con quella peste di nipote che ti ritrovi; cinque anni e tutto il mondo ai suoi piedi.

Oggi è domenica mattina, ci siamo sentite presto, ci siamo raccontate le nostre giornate, la tua prenotazione per vedere la Fabbrica del Duomo di Firenze e portarci Marcello, tu la conosci a memoria lo so.

Mi manchi.

Ci sentiamo dopo, se non ti fai viva salgo in macchina e vengo giù.

Oh, non fa' la scema, domani torno lo sai.

Sì lo so, ma è tanto tempo, a mezzogiorno se ti va ci vediamo direttamente da Shi's.

Esagerata!

Mai abbastanza, ti amo.

Anch'io.
scritto il
2021-06-20
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