Voglia di stare sola 3/3
di
LanA
genere
fisting
Sospiro al contatto della pelle delle mie mani, con la consistenza tonica dei miei glutei.
Tiro fuori le mani e le guardo, non so cosa vorrei trovarci.
Le passo sulle mie cosce e sento le vibrazioni che mi trasmettono a tutto il corpo, ora vorrei essere presa da qualcuno, ma non c'è nessuno.
Mi accovaccio, le mie mani sono ancora sulle mie cosce.
Lentamente le passo su tutto il corpo arrivando ai lati dei seni.
Li stringo, e poi li rilascio di colpo.
Sospiro ancora chiudendo gli occhi.
Apro gli occhi, e a poche centinaia di metri vedo passare una barca.
Con un braccio dietro di me mi puntello per non cadere indietro, allargo le cosce, e come parlando a qualcuno, ma rivolta al mare, gli dico: scopami.
Mi porto la mano libera dentro il costume, afferro la mia vulva e la stringo come a volerla strizzare.
La testa mi gira, la voglia è grande.
Affondo con la mano.
Mi sento rispondere, e allora affondo due dita in me, mi masturbo così, a occhi chiusi davanti al mare.
Due dita dentro e il palmo che struscia sul resto.
Comprimo il clitoride ricevendone scosse elettriche.
Sento le mie dita bagnarsi di un liquido vischioso.
Intanto che affondo in me, la sensazione di perdita della realtà aumenta.
Ho un cortocircuito in cui non so chi sono, è il mio orgasmo rapido e incontrollato.
Veloce arriva a scuotermi, nonostante la mano che mi puntella dietro cado a sedere.
Ansimo, mi rialzo, tiro fuori le mie dita, le lecco, mi guardo intorno paurosa di qualcuno che potrebbe avermi vista.
La barca non c'è più, mi tiro su il costume, mi riassetto come posso, mi sciacquo in acqua dita e faccia e poi mi incammino verso la strada seguendo un sentiero.
Passo accanto ad un casolare dove un vecchietto, seduto davanti alla porta, mi sorride e mi saluta.
Io lo guardo e gli sorrido, immagino mi abbia vista.
Magari voglio credere che sia così, e passo oltre.
Ora voglio solo rientrare in albergo.
Tiro fuori le mani e le guardo, non so cosa vorrei trovarci.
Le passo sulle mie cosce e sento le vibrazioni che mi trasmettono a tutto il corpo, ora vorrei essere presa da qualcuno, ma non c'è nessuno.
Mi accovaccio, le mie mani sono ancora sulle mie cosce.
Lentamente le passo su tutto il corpo arrivando ai lati dei seni.
Li stringo, e poi li rilascio di colpo.
Sospiro ancora chiudendo gli occhi.
Apro gli occhi, e a poche centinaia di metri vedo passare una barca.
Con un braccio dietro di me mi puntello per non cadere indietro, allargo le cosce, e come parlando a qualcuno, ma rivolta al mare, gli dico: scopami.
Mi porto la mano libera dentro il costume, afferro la mia vulva e la stringo come a volerla strizzare.
La testa mi gira, la voglia è grande.
Affondo con la mano.
Mi sento rispondere, e allora affondo due dita in me, mi masturbo così, a occhi chiusi davanti al mare.
Due dita dentro e il palmo che struscia sul resto.
Comprimo il clitoride ricevendone scosse elettriche.
Sento le mie dita bagnarsi di un liquido vischioso.
Intanto che affondo in me, la sensazione di perdita della realtà aumenta.
Ho un cortocircuito in cui non so chi sono, è il mio orgasmo rapido e incontrollato.
Veloce arriva a scuotermi, nonostante la mano che mi puntella dietro cado a sedere.
Ansimo, mi rialzo, tiro fuori le mie dita, le lecco, mi guardo intorno paurosa di qualcuno che potrebbe avermi vista.
La barca non c'è più, mi tiro su il costume, mi riassetto come posso, mi sciacquo in acqua dita e faccia e poi mi incammino verso la strada seguendo un sentiero.
Passo accanto ad un casolare dove un vecchietto, seduto davanti alla porta, mi sorride e mi saluta.
Io lo guardo e gli sorrido, immagino mi abbia vista.
Magari voglio credere che sia così, e passo oltre.
Ora voglio solo rientrare in albergo.
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