La punizione 2/5
di
LanA
genere
dominazione
Ti piace masturbarti vero? Vedrai che ti toglieremo tutte le voglie.”
Cominciai a raccontare dei miei sogni segreti, ma subito la donna si avvicinò a me, mi sbottonò la camicetta cominciando e strofinarmi i capezzoli che subito diventarono duri.
“Mario finisci tu di spogliare questa puttanella” disse Eva rivolgendosi al marito.
Lui mi tolse la minigonna e le mutande da collegiale che avevo indossato e cominciò a leccarmi furiosamente il clitoride.
Io mi vedevo nello specchio, e cominciai ad eccitarmi sempre di più affascinata dai modi di quella coppia, così diversi dai ragazzi e ragazze con i quali ero stata fino a quella sera.
Eva continuava a titillarmi i capezzoli, finché non mi fece aprire la bocca per insinuare la lingua fra le mie labbra e baciandomi con foga quasi animale.
Non potei fare altro che rispondere al bacio, cercando la sua lingua con la mia, mentre dal bassoventre iniziava a salire una vampa di calore che mi mandò in estasi.
Dopo qualche minuto di questo trattamento i coniugi si scambiano la posizione.
Mentre Eva mi leccava la passera, oramai gocciolante d'umori, Mario m'infilò il suo membro ormai rigido in bocca.
“Cominciamo a riempire questo buco, ma stai tranquilla che dopo lo farò anche con altri due.”
Mi prese così per la testa ed iniziò a scoparmi in bocca senza che io potessi in qualche modo reagire.
Il suo cazzo non solo era abbastanza lungo, ma soprattutto era grosso come non ne avevo mai visti, e feci non poca fatica a non vomitare quando iniziò a sbattermi dritto in gola.
La mia voglia d'essere sottomessa stava cominciando a prendere forma, e non vedevo l'ora di vedere cosa avrebbero fatto dopo.
Mario sfilò il suo cazzo dalla bocca, facendomi pesanti apprezzamenti sulla qualità del mio lavoro, poi prese una candela che spense e, dopo avermi fatto allargare le gambe, l'avvicinò alla mia fighetta.
Infine, mi penetrò spingendola tutta dentro con un solo violento gesto della mano.
“Ora masturbati con questa candela finché la clessidra che vedi non sarà vuota.” mi disse mostrandomi quel vecchio strumento di misura del tempo
“Ci vorranno tre minuti esatti, e voglio che tu ti guardi allo specchio mentre ci mostri quanto sei vogliosa di sesso.”
Obbedii mentre la mia passera già bagnata pulsava ad ogni spinta di quella candela e, guardandomi allo specchio, rimasi stupita del mio sguardo deformato dal desiderio di un orgasmo.
CONTINUA ...
Cominciai a raccontare dei miei sogni segreti, ma subito la donna si avvicinò a me, mi sbottonò la camicetta cominciando e strofinarmi i capezzoli che subito diventarono duri.
“Mario finisci tu di spogliare questa puttanella” disse Eva rivolgendosi al marito.
Lui mi tolse la minigonna e le mutande da collegiale che avevo indossato e cominciò a leccarmi furiosamente il clitoride.
Io mi vedevo nello specchio, e cominciai ad eccitarmi sempre di più affascinata dai modi di quella coppia, così diversi dai ragazzi e ragazze con i quali ero stata fino a quella sera.
Eva continuava a titillarmi i capezzoli, finché non mi fece aprire la bocca per insinuare la lingua fra le mie labbra e baciandomi con foga quasi animale.
Non potei fare altro che rispondere al bacio, cercando la sua lingua con la mia, mentre dal bassoventre iniziava a salire una vampa di calore che mi mandò in estasi.
Dopo qualche minuto di questo trattamento i coniugi si scambiano la posizione.
Mentre Eva mi leccava la passera, oramai gocciolante d'umori, Mario m'infilò il suo membro ormai rigido in bocca.
“Cominciamo a riempire questo buco, ma stai tranquilla che dopo lo farò anche con altri due.”
Mi prese così per la testa ed iniziò a scoparmi in bocca senza che io potessi in qualche modo reagire.
Il suo cazzo non solo era abbastanza lungo, ma soprattutto era grosso come non ne avevo mai visti, e feci non poca fatica a non vomitare quando iniziò a sbattermi dritto in gola.
La mia voglia d'essere sottomessa stava cominciando a prendere forma, e non vedevo l'ora di vedere cosa avrebbero fatto dopo.
Mario sfilò il suo cazzo dalla bocca, facendomi pesanti apprezzamenti sulla qualità del mio lavoro, poi prese una candela che spense e, dopo avermi fatto allargare le gambe, l'avvicinò alla mia fighetta.
Infine, mi penetrò spingendola tutta dentro con un solo violento gesto della mano.
“Ora masturbati con questa candela finché la clessidra che vedi non sarà vuota.” mi disse mostrandomi quel vecchio strumento di misura del tempo
“Ci vorranno tre minuti esatti, e voglio che tu ti guardi allo specchio mentre ci mostri quanto sei vogliosa di sesso.”
Obbedii mentre la mia passera già bagnata pulsava ad ogni spinta di quella candela e, guardandomi allo specchio, rimasi stupita del mio sguardo deformato dal desiderio di un orgasmo.
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