Le mie vacanze - Lo shopping
di
Serena Rossi
genere
esibizionismo
Passeggiamo per Catania pigramente con indolenza per il caldo feroce che ci avvolge oramai da giorni senza darci tregua. Vengo attirata da un negozio di calzature, in vetrina tanti modelli bellissimi, vista la stagione oramai in saldo. Fra queste me ne colpiscono tre paia particolarmente, tu attento come sempre mi dici che passeremo nei prossimi giorni durante l'orario di apertura.
Due giorni dopo mi annunci che nel tardo pomeriggio andremo a fare acquisti . Una volta uscita dalla doccia mi accingo a vestirmi, sul letto ho preparato una gonna corta (abbondantemente sopra al ginocchio) e una maglietta leggera, non riesco però a trovare le mie mutandine, eppure ero sicura di averle prese. Tu appari sulla soglia e te le vedo in mano, faccio per allungarmi per prenderle ma tu ritrai la mano, "queste oggi non ti occorrono" mi dici. Rimango un pò perplessa ma decido di assecondarti.
Usciti di casa troviamo le nostre vicine, ci intratteniamo qualche attimo dicendo che andiamo a passeggiare e a fare acquisti al negozio vicino casa. Roberta sorride sorniona, "ottimo quel negozio ed eccezionale la sua proprietaria Carmen....."
Ti guardo in quel tuo sorriso luciferino alle parole della nostra vicina, e capisco che qualcosa a me non torna..
Sono da poco passate le 17, le vie non hanno ancora incominciato a popolarsi, una volta giunti al negozio troviamo solo la proprietaria (Carmen appunto), una donna sulla sessantina splendidamente portati, potrei definirla una matrona. Alta circa 1,70 indossa un abito a fiori con una generosa scollatura su un petto che sembra essere enorme, un culo davvero importante, dei bellissimi sandali infradito. E' curatissima nei particolari, smalto e cura delle dita su mani e piedi, capello vaporoso fatto da poco e labbra molto in carne esaltate da un rossetto rosso vermiglio.
Ci accoglie co il calore tipico di quelle zone, mi rivolgo a lei per chiederle un paio di calzature in vetrina una scarpa nera e un sandalo in camoscio entrambi dècolletè (il sandalo lo si può vedere nel mio avatar).
Quando alla sua domanda le rispondo che mi serve un 35 mi rinnova il suo sorriso accogliente dicendo "vedo se mi è rimasto qualcosa per il piedino di una principessa..."
Torna con più scatole di quante richieste, tu con la scusi di un paio di telefonate esci per strada, lasciandomi lì a dover provare delle scarpe per giunta senza mutandine, e allora decido di giocare anche io la mia parte.
Mi siedo sul divanetto, la gonna inevitabilmente risale tantopiù dal mio allargare a spacco le gambe. Quando la proprietaria mi porge le scatole è impossibile non abbia visto, e infatti per qualche istante rimane incredula a bocca aperta.
"Signora vorrei provare per prima la scarpa nera", "non mi chiami signora, mi fa sentire vecchia, diamoci del tu, io sono Carmen".
"D'accordo Carmen, mi chiamo Serena". Con la scusa (in parte) di farmi aiutare a calzarla meglio la "costringo" a chinarsi, io allargo ulteriormente le gambe, questa forma estrema di esibizionismo ha incominciato a farmi bagnare.
"Serena hai fatto bene con questo caldo a metterti in libertà, non devi preoccuparti il divanetto l'ho pulito alla riapertura, piuttosto questa bella passerina tutta depilata sembra gocciolare, è forse sudore...? Adesso ci penso io".
Torna con delle salviette, dice lei per "asciugarmela". Da quella posizione mi si offre una vista sulla sua balconata incredibile, "hai visto Serena che tettone che ho? Sai che porto la sesta? Puoi toccarle se vuoi." Così mentre lei continua ad " asciugarla" e lei continua a "sudare" io infilo la mia mano nel suo vestito per giocare con quelle tette gigantesche i cui capezzoli sembrano grandi come ciliegie.
Quando ho indossato le scarpe Carmen mi invita a provarle camminando sul tappeto fino allo specchio, lei mi cammina di fianco con una mano che prima mi accarezza il culo da sotto la gonna per poi sditalinarmi.
Questa operazione va avanti così provando oltre una dozzina di paia di scarpe (praticamente devo avere indossato tutti i 35). Mi ha talmente massacrato la figa con le sue dita in questi avanti e indietro che ho squirtato almeno un paio di volte, il tappeto verde chiaro ne porta le prove.
Quando torno a sedermi per i cambi scarpe sul divano guardo alla mia sinistra verso la vetrina che dà sulla strada e ti vedo lì fuori ogni tanto a sbirciare e il più del tempo a fare da palo.
Con un pò di tristezza torno per l'ultima volta dopo l'ennesima sfilata sul divano per levare l'ultimo paio provato, quasi con malinconia ci guardiamo con Carmen, poi con complicità e senza bisogno di parole allargo ulteriormente le gambe, sollevo la gonna fino alla vita e le spalanco la figa grondante davanti a lei.
Con una sincronia perfetta si inginocchia, appoggia le sue mani sulle mie cosce e ci affonda il viso iniziando un cunnilingus da favola.
Alzo la testa verso il soffitto e successivamente all'indietro, intanto Carmen con una sapienza incredibile alterna leccate e succhiate al mio clitoride ipersensibile a succhiate delle labbra con ingoio dei miei continui umori che sembrano non finire mai.
Quando penso di essere incapace a venire ancora lei riesce a stupirmi e a stupirmi ancora.
"Serena il tuo sapore è di una dolcezza assoluta, sembra miele, difficilmente mi è capitata una cosa simile...". La tiro a me per un bacio a lingue incrociate, la sua bocca è bagnata in un modo incredibile.
A malincuore faccio un cenno a mio marito, Carmen va verso la porta che scopro era stata chiusa a chiave, si rivolge a lui con un grazie, lui le strizza l'occhiolino.
Paghiamo due paia di scarpe, un terzo Carmen lo vuole offrire. Ci accompagna alla porta e baciandoci affettuosamente ci salutiamo.
Rivolta a mio marito, "ma l'altra sera siamo passati casualmente davanti a questa vetrina?"...
Due giorni dopo mi annunci che nel tardo pomeriggio andremo a fare acquisti . Una volta uscita dalla doccia mi accingo a vestirmi, sul letto ho preparato una gonna corta (abbondantemente sopra al ginocchio) e una maglietta leggera, non riesco però a trovare le mie mutandine, eppure ero sicura di averle prese. Tu appari sulla soglia e te le vedo in mano, faccio per allungarmi per prenderle ma tu ritrai la mano, "queste oggi non ti occorrono" mi dici. Rimango un pò perplessa ma decido di assecondarti.
Usciti di casa troviamo le nostre vicine, ci intratteniamo qualche attimo dicendo che andiamo a passeggiare e a fare acquisti al negozio vicino casa. Roberta sorride sorniona, "ottimo quel negozio ed eccezionale la sua proprietaria Carmen....."
Ti guardo in quel tuo sorriso luciferino alle parole della nostra vicina, e capisco che qualcosa a me non torna..
Sono da poco passate le 17, le vie non hanno ancora incominciato a popolarsi, una volta giunti al negozio troviamo solo la proprietaria (Carmen appunto), una donna sulla sessantina splendidamente portati, potrei definirla una matrona. Alta circa 1,70 indossa un abito a fiori con una generosa scollatura su un petto che sembra essere enorme, un culo davvero importante, dei bellissimi sandali infradito. E' curatissima nei particolari, smalto e cura delle dita su mani e piedi, capello vaporoso fatto da poco e labbra molto in carne esaltate da un rossetto rosso vermiglio.
Ci accoglie co il calore tipico di quelle zone, mi rivolgo a lei per chiederle un paio di calzature in vetrina una scarpa nera e un sandalo in camoscio entrambi dècolletè (il sandalo lo si può vedere nel mio avatar).
Quando alla sua domanda le rispondo che mi serve un 35 mi rinnova il suo sorriso accogliente dicendo "vedo se mi è rimasto qualcosa per il piedino di una principessa..."
Torna con più scatole di quante richieste, tu con la scusi di un paio di telefonate esci per strada, lasciandomi lì a dover provare delle scarpe per giunta senza mutandine, e allora decido di giocare anche io la mia parte.
Mi siedo sul divanetto, la gonna inevitabilmente risale tantopiù dal mio allargare a spacco le gambe. Quando la proprietaria mi porge le scatole è impossibile non abbia visto, e infatti per qualche istante rimane incredula a bocca aperta.
"Signora vorrei provare per prima la scarpa nera", "non mi chiami signora, mi fa sentire vecchia, diamoci del tu, io sono Carmen".
"D'accordo Carmen, mi chiamo Serena". Con la scusa (in parte) di farmi aiutare a calzarla meglio la "costringo" a chinarsi, io allargo ulteriormente le gambe, questa forma estrema di esibizionismo ha incominciato a farmi bagnare.
"Serena hai fatto bene con questo caldo a metterti in libertà, non devi preoccuparti il divanetto l'ho pulito alla riapertura, piuttosto questa bella passerina tutta depilata sembra gocciolare, è forse sudore...? Adesso ci penso io".
Torna con delle salviette, dice lei per "asciugarmela". Da quella posizione mi si offre una vista sulla sua balconata incredibile, "hai visto Serena che tettone che ho? Sai che porto la sesta? Puoi toccarle se vuoi." Così mentre lei continua ad " asciugarla" e lei continua a "sudare" io infilo la mia mano nel suo vestito per giocare con quelle tette gigantesche i cui capezzoli sembrano grandi come ciliegie.
Quando ho indossato le scarpe Carmen mi invita a provarle camminando sul tappeto fino allo specchio, lei mi cammina di fianco con una mano che prima mi accarezza il culo da sotto la gonna per poi sditalinarmi.
Questa operazione va avanti così provando oltre una dozzina di paia di scarpe (praticamente devo avere indossato tutti i 35). Mi ha talmente massacrato la figa con le sue dita in questi avanti e indietro che ho squirtato almeno un paio di volte, il tappeto verde chiaro ne porta le prove.
Quando torno a sedermi per i cambi scarpe sul divano guardo alla mia sinistra verso la vetrina che dà sulla strada e ti vedo lì fuori ogni tanto a sbirciare e il più del tempo a fare da palo.
Con un pò di tristezza torno per l'ultima volta dopo l'ennesima sfilata sul divano per levare l'ultimo paio provato, quasi con malinconia ci guardiamo con Carmen, poi con complicità e senza bisogno di parole allargo ulteriormente le gambe, sollevo la gonna fino alla vita e le spalanco la figa grondante davanti a lei.
Con una sincronia perfetta si inginocchia, appoggia le sue mani sulle mie cosce e ci affonda il viso iniziando un cunnilingus da favola.
Alzo la testa verso il soffitto e successivamente all'indietro, intanto Carmen con una sapienza incredibile alterna leccate e succhiate al mio clitoride ipersensibile a succhiate delle labbra con ingoio dei miei continui umori che sembrano non finire mai.
Quando penso di essere incapace a venire ancora lei riesce a stupirmi e a stupirmi ancora.
"Serena il tuo sapore è di una dolcezza assoluta, sembra miele, difficilmente mi è capitata una cosa simile...". La tiro a me per un bacio a lingue incrociate, la sua bocca è bagnata in un modo incredibile.
A malincuore faccio un cenno a mio marito, Carmen va verso la porta che scopro era stata chiusa a chiave, si rivolge a lui con un grazie, lui le strizza l'occhiolino.
Paghiamo due paia di scarpe, un terzo Carmen lo vuole offrire. Ci accompagna alla porta e baciandoci affettuosamente ci salutiamo.
Rivolta a mio marito, "ma l'altra sera siamo passati casualmente davanti a questa vetrina?"...
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