La moglie schiava - Ai piedi anche della suocera (parte 9)
di
Kugher
genere
sadomaso
Grace e la nuova compagna di suo figlio tornarono dalla visita alla stalla.
Diego spense la televisione e si sistemò meglio in poltrona per ascoltarle.
Edith era eccitatissima.
“Amore, dopo pranzo ci divertiremo nelle stalle con la frusta. E’ una location meravigliosa. Ho anche visto dove in questi mesi ha dormito tua moglie”.
Edith si sedette al posto di prima.
“Dai, lasciami la lingua dell’animale per i piedi”.
“Prendila tesoro”.
Diego alzò i piedi che teneva appoggiati su sua moglie Anna, stesa a terra, che si spostò, strisciando, verso Edith. Cominciò a leccare i suoi piedi dopo averli tolti dalle scarpe.
“Perché piange?”.
“Non lo so”.
Ad Edith non interessava e si rivolse alla ragazza a terra dandole un piccolo calcio col piede sul viso.
“Stupida, evita di bagnarmi con le lacrime, mentre fai la leccapiedi”.
Riprese a parlare con Diego mentre la schiava la stava servendo.
Durante il pranzo che aveva preparato, Diego ordinò ad Anna di stendersi di schiena sotto il tavolo. Voleva che tutti la usassero come comodo poggiapiedi.
Gli era sempre piaciuto appoggiare i piedi su sua moglie durante i pasti, dopo essere stato servito in tavola.
Quel momento di quasi tranquillità consentì alla confusione che Anna aveva in testa di fare capolino nei suoi pensieri.
Si trovava sotto i piedi del marito, della suocera e dell’amante del marito, tutti che stavano tranquillamente mangiando mentre lei fino a cena sarebbe stata digiuna.
I commensali spostavano i piedi per essere comodi disinteressandosi di lei e del dolore fisico che stava provando.
Non muovevano i piedi per farle male, ma semplicemente per mettersi comodi, in quanto non ha senso voler far male ad un tappeto, quale lei era in quel momento.
Si erano tolti le scarpe non per non farle male ma solo per la comodità del morbido sotto i piedi.
E’ cosa particolare stare stesa sotto il tavolo e vedere solo la parte delle gambe oltre alla seduta. Il tutto mentre si sente il rumore delle posate e dei piatti che descrivono una apparente normale vita familiare, se non fosse per il fatto che i commensali avevano i piedi su di lei, che
era moglie e nuora.
A pensarci, però, si accorse che quella sarebbe stata la sua nuova “normale” vita familiare.
Diego aveva appoggiato un tallone sul ventre e accavallato la caviglia sull’altra, gravando il peso delle gambe su un punto solo e facendole male.
Edith era a capotavola. Aveva i piedi appoggiati sulla parte alta dei seni, appena sotto le spalle.
Cambiando posizione ne posò uno sulla guancia della moglie di Diego e accavallò la gamba, schiacciando il viso sotto il piede, facendole molto male senza curarsene e, soprattutto, senza sentire un lamento.
La schiava restava ferma per non disturbare i Padroni dalla loro comodità.
Grace aveva trovato comodi i seni e la parte del ventre vicino ai piedi del figlio.
Anna non resistette e cominciò ad accarezzare quei piedi che la schiacciavano nella sua schiavitù.
Diego sorrise: “Il tappeto si deve trovare bene sotto i nostri piedi”.
Le due donne apprezzarono e mossero i piedi.
“Ed è anche comoda”.
Anna piano piano si scoprì a pensare che quello era il suo posto.
I commensali parlavano e nessuno la degnò di una parola.
Diego spense la televisione e si sistemò meglio in poltrona per ascoltarle.
Edith era eccitatissima.
“Amore, dopo pranzo ci divertiremo nelle stalle con la frusta. E’ una location meravigliosa. Ho anche visto dove in questi mesi ha dormito tua moglie”.
Edith si sedette al posto di prima.
“Dai, lasciami la lingua dell’animale per i piedi”.
“Prendila tesoro”.
Diego alzò i piedi che teneva appoggiati su sua moglie Anna, stesa a terra, che si spostò, strisciando, verso Edith. Cominciò a leccare i suoi piedi dopo averli tolti dalle scarpe.
“Perché piange?”.
“Non lo so”.
Ad Edith non interessava e si rivolse alla ragazza a terra dandole un piccolo calcio col piede sul viso.
“Stupida, evita di bagnarmi con le lacrime, mentre fai la leccapiedi”.
Riprese a parlare con Diego mentre la schiava la stava servendo.
Durante il pranzo che aveva preparato, Diego ordinò ad Anna di stendersi di schiena sotto il tavolo. Voleva che tutti la usassero come comodo poggiapiedi.
Gli era sempre piaciuto appoggiare i piedi su sua moglie durante i pasti, dopo essere stato servito in tavola.
Quel momento di quasi tranquillità consentì alla confusione che Anna aveva in testa di fare capolino nei suoi pensieri.
Si trovava sotto i piedi del marito, della suocera e dell’amante del marito, tutti che stavano tranquillamente mangiando mentre lei fino a cena sarebbe stata digiuna.
I commensali spostavano i piedi per essere comodi disinteressandosi di lei e del dolore fisico che stava provando.
Non muovevano i piedi per farle male, ma semplicemente per mettersi comodi, in quanto non ha senso voler far male ad un tappeto, quale lei era in quel momento.
Si erano tolti le scarpe non per non farle male ma solo per la comodità del morbido sotto i piedi.
E’ cosa particolare stare stesa sotto il tavolo e vedere solo la parte delle gambe oltre alla seduta. Il tutto mentre si sente il rumore delle posate e dei piatti che descrivono una apparente normale vita familiare, se non fosse per il fatto che i commensali avevano i piedi su di lei, che
era moglie e nuora.
A pensarci, però, si accorse che quella sarebbe stata la sua nuova “normale” vita familiare.
Diego aveva appoggiato un tallone sul ventre e accavallato la caviglia sull’altra, gravando il peso delle gambe su un punto solo e facendole male.
Edith era a capotavola. Aveva i piedi appoggiati sulla parte alta dei seni, appena sotto le spalle.
Cambiando posizione ne posò uno sulla guancia della moglie di Diego e accavallò la gamba, schiacciando il viso sotto il piede, facendole molto male senza curarsene e, soprattutto, senza sentire un lamento.
La schiava restava ferma per non disturbare i Padroni dalla loro comodità.
Grace aveva trovato comodi i seni e la parte del ventre vicino ai piedi del figlio.
Anna non resistette e cominciò ad accarezzare quei piedi che la schiacciavano nella sua schiavitù.
Diego sorrise: “Il tappeto si deve trovare bene sotto i nostri piedi”.
Le due donne apprezzarono e mossero i piedi.
“Ed è anche comoda”.
Anna piano piano si scoprì a pensare che quello era il suo posto.
I commensali parlavano e nessuno la degnò di una parola.
7
voti
voti
valutazione
6
6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La moglie schiava - Ai piedi anche della suocera (parte 8)racconto sucessivo
La moglie schiava - Ai piedi anche della suocera (parte 10)
Commenti dei lettori al racconto erotico