La moglie schiava - Ai piedi anche della suocera (parte 10)
di
Kugher
genere
sadomaso
“Vieni amore, andiamo a riposare prima di divertirci”.
Diego, dopo pranzo, prese per mano la sua amata, Edith, e la condusse in camera a riposare almeno un’oretta.
Anna, moglie di Diego, che durante il pranzo era stata usata quale poggiapiedi dai commensali, venne mandata in cucina a pulire e sistemare. Come al solito, lavò a mano tutto, senza ricorrere alla lavastoviglie che, da quando era dalla suocera, non aveva più funzionato.
Non le avevano detto che avrebbe potuto mangiare gli avanzi, quindi se ne astenne, anche perchè, avendo capito che si sarebbero divertiti con lei, sarebbe stato meglio essere digiuna.
Al termine, vide Grace sulla poltrona e, a 4 zampe, andò ad accucciarsi ai suoi piedi, come era sua abitudine.
La suocera le diede una carezza sulla testa e le legò al collare la catena attaccata all’anello infisso nel pavimento vicino alla gamba della sua poltrona.
Non perché vi fosse la possibilità che si allontanasse, ma semplicemente perché le piaceva avere la nuora, nuda, incatenata ai suoi piedi.
Appena a terra, Anna accarezzò i piedi della suocera con la guancia. La donna si accorse che la guancia era bagnata e le ordinò di alzare il viso. La vide in lacrime.
Le sorrise e le accarezzò il viso col piede: “Perchè piangi?”.
Anna pose il viso sui piedi. Per il tempo che era rimasta lì avevano parlato raramente.
La suocera l’aveva sempre tenuta come un cane, oltre che una schiava. Le carezze al cane non erano mai mancate e furono sempre gradite, ma il dialogo era poco, più concentrato sugli ordini.
“Grazie Padrona. E’ la situazione. So di essere schiava ed è ciò che volevo. Solo mi devo abituare alla nuova compagna di mio marito, col timore che lei prima o poi mi voglia allontanare da lui per essere l’unica donna della sua vita”.
“Stenditi a terra, così mi metto comoda mentre parliamo”.
Anna si stese sulla schiena e lei le appoggiò sopra i piedi dopo essersi fatta togliere le scarpe.
Il dialogo era quasi surreale.
La giovane e bella ragazza, stesa a terra. L’interlocutrice, sua suocera, comodamente seduta con i piedi sopra di lei. Si guardavano dalle rispettive posizioni mentre parlavano della vita della ragazza sul pavimento.
Prima di parlare, Grace pretese il bacio sulla pianta del piede.
Le sarebbero mancati quei piccoli gesti di adorazione.
Visto che il figlio sarebbe partito con Edith portandosi via Anna, stava pensando di cercarsi una schiava. C’erano tanti siti ed aveva già fatto l’iscrizione in alcuni. Era in contatto con una donna di 34 anni che aveva la fantasia di appartenere ad una figura materna.
“In realtà ti avvicina perchè tu ora soddisfi lui ed anche la sua donna, quindi lo fai doppiamente felice. Prima eravate in due, ora siete in tre, tu parte della famiglia ma con il tuo ruolo. Ti terranno, ma come schiava. Anche Edith lo vuole. E’ bello avere una schiava, una persona da usare per i propri piaceri e la propria comodità. A me adesso piace tenerti sotto i piedi, così come mi piaceva averti incatenata al lato del letto e dormire comoda mentre tu eri sul pavimento, così come mi eccitava da matti frustarti. Mi è piaciuto lavorare su di te e renderti sempre più schiava. Ora tu sei ciò che sei sempre stata nell’anima. Sei di mio figlio. Devi essere sua. Servire lui e chiunque lui vorrà. Sarete una famiglia, anomala ma pur sempre famiglia. Tu con il tuo ruolo di schiava, Diego ed Edith con il loro di Padroni. Ciascuno sarà sé stesso”.
Anna sembrò tranquillizzarsi.
La guardò dall’alto e le pose un piede sulla bocca. Era stufa di parlare con la nuora.
“Adesso smettila di infastidirmi e leccami il piede, animale”.
Grace accese la televisione.
Diego, dopo pranzo, prese per mano la sua amata, Edith, e la condusse in camera a riposare almeno un’oretta.
Anna, moglie di Diego, che durante il pranzo era stata usata quale poggiapiedi dai commensali, venne mandata in cucina a pulire e sistemare. Come al solito, lavò a mano tutto, senza ricorrere alla lavastoviglie che, da quando era dalla suocera, non aveva più funzionato.
Non le avevano detto che avrebbe potuto mangiare gli avanzi, quindi se ne astenne, anche perchè, avendo capito che si sarebbero divertiti con lei, sarebbe stato meglio essere digiuna.
Al termine, vide Grace sulla poltrona e, a 4 zampe, andò ad accucciarsi ai suoi piedi, come era sua abitudine.
La suocera le diede una carezza sulla testa e le legò al collare la catena attaccata all’anello infisso nel pavimento vicino alla gamba della sua poltrona.
Non perché vi fosse la possibilità che si allontanasse, ma semplicemente perché le piaceva avere la nuora, nuda, incatenata ai suoi piedi.
Appena a terra, Anna accarezzò i piedi della suocera con la guancia. La donna si accorse che la guancia era bagnata e le ordinò di alzare il viso. La vide in lacrime.
Le sorrise e le accarezzò il viso col piede: “Perchè piangi?”.
Anna pose il viso sui piedi. Per il tempo che era rimasta lì avevano parlato raramente.
La suocera l’aveva sempre tenuta come un cane, oltre che una schiava. Le carezze al cane non erano mai mancate e furono sempre gradite, ma il dialogo era poco, più concentrato sugli ordini.
“Grazie Padrona. E’ la situazione. So di essere schiava ed è ciò che volevo. Solo mi devo abituare alla nuova compagna di mio marito, col timore che lei prima o poi mi voglia allontanare da lui per essere l’unica donna della sua vita”.
“Stenditi a terra, così mi metto comoda mentre parliamo”.
Anna si stese sulla schiena e lei le appoggiò sopra i piedi dopo essersi fatta togliere le scarpe.
Il dialogo era quasi surreale.
La giovane e bella ragazza, stesa a terra. L’interlocutrice, sua suocera, comodamente seduta con i piedi sopra di lei. Si guardavano dalle rispettive posizioni mentre parlavano della vita della ragazza sul pavimento.
Prima di parlare, Grace pretese il bacio sulla pianta del piede.
Le sarebbero mancati quei piccoli gesti di adorazione.
Visto che il figlio sarebbe partito con Edith portandosi via Anna, stava pensando di cercarsi una schiava. C’erano tanti siti ed aveva già fatto l’iscrizione in alcuni. Era in contatto con una donna di 34 anni che aveva la fantasia di appartenere ad una figura materna.
“In realtà ti avvicina perchè tu ora soddisfi lui ed anche la sua donna, quindi lo fai doppiamente felice. Prima eravate in due, ora siete in tre, tu parte della famiglia ma con il tuo ruolo. Ti terranno, ma come schiava. Anche Edith lo vuole. E’ bello avere una schiava, una persona da usare per i propri piaceri e la propria comodità. A me adesso piace tenerti sotto i piedi, così come mi piaceva averti incatenata al lato del letto e dormire comoda mentre tu eri sul pavimento, così come mi eccitava da matti frustarti. Mi è piaciuto lavorare su di te e renderti sempre più schiava. Ora tu sei ciò che sei sempre stata nell’anima. Sei di mio figlio. Devi essere sua. Servire lui e chiunque lui vorrà. Sarete una famiglia, anomala ma pur sempre famiglia. Tu con il tuo ruolo di schiava, Diego ed Edith con il loro di Padroni. Ciascuno sarà sé stesso”.
Anna sembrò tranquillizzarsi.
La guardò dall’alto e le pose un piede sulla bocca. Era stufa di parlare con la nuora.
“Adesso smettila di infastidirmi e leccami il piede, animale”.
Grace accese la televisione.
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