Serve improvvisate (parte 2)
di
Kugher
genere
sadomaso
Appena entrate nel locale, Eliana si sentì gli occhi di tutti gli uomini addosso, anche quelli di coloro che non l’avevano vista.
Come gli uomini, così anche le donne, ne era certa e, sicuramente, in loro vi era invidia. Non avrebbe potuto essere altrimenti.
Naturalmente stavano guardando lei, non la sua amica che, seppur bella, non poteva competere con la sua classe ed eleganza. Non prendeva in considerazione nessun’altra ipotesi.
Era eccitata, inebriata dall’attenzione che era sicura di essere riuscita a provocare.
Per raggiungere il tavolo prenotato, quello in fondo, in modo da dover attraversare tutta la sala, ebbe cura di passare accanto ai tavoli degli uomini accompagnati da donne più giovani.
Già quando si erano fermate per l’aperitivo, prima di arrivare al ristorante, aveva sentito aumentare la sua eccitazione.
Non aveva controllato il numero di spritz. Secondo Micaela ne avevano bevuti di più di quelli che a lei sembrava di ricordare.
L’alcol le faceva abbattere gli ultimi freni e, senza di esso, non si sarebbe mossa in modo così sciolto tra i tavoli del ristorante, avendo cura, nei movimenti in passaggi stretti che lei stessa ricercava, di sollevarsi sulle punte e piegarsi di lato per dar modo di apprezzare la curva della schiena e dei fianchi.
Il mese che la separava dall’ultima serata simile, le sembrava un'eternità.
Il marito, negli ultimi tempi, aveva iniziato a frequentare gente diversa e, agli eventi pallosi, continuava a dirle che non era il luogo, il momento, la gente, per dare spettacolo. Eppure non le era sembrato che ai primi anni di convivenza la cosa gli desse fastidio. Considerarlo uno stronzo le impediva di pensare che, forse, effettivamente stava esagerando.
Mentre passava tra i tavoli, approfittando dello stretto passaggio, qualcuno le sfiorò la coscia.
Eliana, allontanandosi, si voltò a guardarlo e, con espressione di finto rimprovero, gli sorrise.
Una volta seduta, ebbe cura di accertarsi che quel tipo la stesse guardando, prima di accavallare le gambe con la giusta lentezza.
Giocava come il gatto col topo, pensando di farlo sentire unico in mezzo alla gente.
Nel compiere il gesto, aveva mosso il busto spingendo in fuori i seni ed evidenziando la coscia, mostrandola meglio a lui e a chi, di lato, aveva modo di osservarla.
Fu evidente che indossava le calze autoreggenti, facendo sollevare sicuramente l'interrogativo sulla presenza o meno delle mutandine.
Il locale, di classe, aveva cameriere all’altezza della situazione, nella loro compostezza e sobrietà di vestito, scelto apposta per evidenziare le forme, farle appena intendere, ma senza arrivare a sminuire le donne clienti, che non dovevano sentirsi in competizione con le giovani addette ai tavoli.
Il prosecco in aggiunta allo spritz, anzi, agli spritz, la inebriava ancor di più, lasciando alcuni commenti, sotto voce, sulla mancanza di adeguata classe nel servire, ritenendo di meritare maggior attenzione.
Guardò ancora il tipo. La camicia bianca, i jeans aderenti e le sneakers, accompagnate da capelli brizzolati mossi e appena spettinati, ne faceva un tipo interessante, sexy, con lo sguardo di uomo sfrontato, abituato ad avere le donne che voleva.
L’uomo l’aveva sentita lamentarsi del servizio.
“Sapresti fare di meglio? Una una donna raffinata come te? Abituata a farsi servire?”.
Eliana non staccò gli occhi da quelli di lui quando si alzò per andare a farsi dare una bottiglia di rosé freddo da servire a tavola.
Fu ovviamente notata da tutti, soprattutto quando spinse in fuori il culo nel momento in cui, forzando la posa da serva per renderla sexy, versò il vino allo sconosciuto.
L’alcol che già le circolava in corpo le diede coraggio e le amplificò il piacere di essere notata. Così girò intorno al tavolo e servì tutti gli uomini, amici del tipo figo che smise di guardare, per farlo sentire uno tra tanti, disinteressata a lui.
Adesso era sicura di avere gli occhi addosso degli altri avventori. Era eccitata, inebriata. Il suo lato esibizionistico stava padroneggiando i suoi sensi e le sue azioni.
Iniziò a servire anche gli uomini al tavolo vicino, assumendo sempre pose più sexy. Passò poi al tavolo più vicino ancora, dove stavano seduti 4 uomini in abiti formali.
Nel ringraziarla uno di essi le sfiorò la schiena. Nel vedere che lei gradì il gesto, si spinse sulle natiche.
Eliana si girò ad osservare il tipo figo, sorridendogli. Lo voleva provocare, facendogli vedere che sconosciuti erano arrivati dove lui non aveva avuto il coraggio.
Dopo avere servito i 4 uomini, inebriata dall’alcol e dalle attenzioni, guardandoli negli occhi ed evidenziando il suo corpo, bevve dai loro bicchieri la metà del liquido per poi passare, a ciascuno, il bicchiere in modo che potessero bere posando le labbra dove lei aveva lasciato il rossetto.
Qualcuno, evidentemente eccitato, infilò la mano tra le cosce mentre lei beveva dal suo bicchiere. Lei, stronza, le allargò appena per agevolare l’accesso, sempre guardando il tipo figo che, evidentemente, aveva deciso di scoparsi quella sera.
Micaela aveva iniziato a comportarsi nella stessa maniera, cercando di imitare l’amica la cui spigliatezza aveva sempre invidiato.
Alcuni clienti, scandalizzati per la piega che aveva preso la situazione, si alzarono per abbandonare il locale.
Come gli uomini, così anche le donne, ne era certa e, sicuramente, in loro vi era invidia. Non avrebbe potuto essere altrimenti.
Naturalmente stavano guardando lei, non la sua amica che, seppur bella, non poteva competere con la sua classe ed eleganza. Non prendeva in considerazione nessun’altra ipotesi.
Era eccitata, inebriata dall’attenzione che era sicura di essere riuscita a provocare.
Per raggiungere il tavolo prenotato, quello in fondo, in modo da dover attraversare tutta la sala, ebbe cura di passare accanto ai tavoli degli uomini accompagnati da donne più giovani.
Già quando si erano fermate per l’aperitivo, prima di arrivare al ristorante, aveva sentito aumentare la sua eccitazione.
Non aveva controllato il numero di spritz. Secondo Micaela ne avevano bevuti di più di quelli che a lei sembrava di ricordare.
L’alcol le faceva abbattere gli ultimi freni e, senza di esso, non si sarebbe mossa in modo così sciolto tra i tavoli del ristorante, avendo cura, nei movimenti in passaggi stretti che lei stessa ricercava, di sollevarsi sulle punte e piegarsi di lato per dar modo di apprezzare la curva della schiena e dei fianchi.
Il mese che la separava dall’ultima serata simile, le sembrava un'eternità.
Il marito, negli ultimi tempi, aveva iniziato a frequentare gente diversa e, agli eventi pallosi, continuava a dirle che non era il luogo, il momento, la gente, per dare spettacolo. Eppure non le era sembrato che ai primi anni di convivenza la cosa gli desse fastidio. Considerarlo uno stronzo le impediva di pensare che, forse, effettivamente stava esagerando.
Mentre passava tra i tavoli, approfittando dello stretto passaggio, qualcuno le sfiorò la coscia.
Eliana, allontanandosi, si voltò a guardarlo e, con espressione di finto rimprovero, gli sorrise.
Una volta seduta, ebbe cura di accertarsi che quel tipo la stesse guardando, prima di accavallare le gambe con la giusta lentezza.
Giocava come il gatto col topo, pensando di farlo sentire unico in mezzo alla gente.
Nel compiere il gesto, aveva mosso il busto spingendo in fuori i seni ed evidenziando la coscia, mostrandola meglio a lui e a chi, di lato, aveva modo di osservarla.
Fu evidente che indossava le calze autoreggenti, facendo sollevare sicuramente l'interrogativo sulla presenza o meno delle mutandine.
Il locale, di classe, aveva cameriere all’altezza della situazione, nella loro compostezza e sobrietà di vestito, scelto apposta per evidenziare le forme, farle appena intendere, ma senza arrivare a sminuire le donne clienti, che non dovevano sentirsi in competizione con le giovani addette ai tavoli.
Il prosecco in aggiunta allo spritz, anzi, agli spritz, la inebriava ancor di più, lasciando alcuni commenti, sotto voce, sulla mancanza di adeguata classe nel servire, ritenendo di meritare maggior attenzione.
Guardò ancora il tipo. La camicia bianca, i jeans aderenti e le sneakers, accompagnate da capelli brizzolati mossi e appena spettinati, ne faceva un tipo interessante, sexy, con lo sguardo di uomo sfrontato, abituato ad avere le donne che voleva.
L’uomo l’aveva sentita lamentarsi del servizio.
“Sapresti fare di meglio? Una una donna raffinata come te? Abituata a farsi servire?”.
Eliana non staccò gli occhi da quelli di lui quando si alzò per andare a farsi dare una bottiglia di rosé freddo da servire a tavola.
Fu ovviamente notata da tutti, soprattutto quando spinse in fuori il culo nel momento in cui, forzando la posa da serva per renderla sexy, versò il vino allo sconosciuto.
L’alcol che già le circolava in corpo le diede coraggio e le amplificò il piacere di essere notata. Così girò intorno al tavolo e servì tutti gli uomini, amici del tipo figo che smise di guardare, per farlo sentire uno tra tanti, disinteressata a lui.
Adesso era sicura di avere gli occhi addosso degli altri avventori. Era eccitata, inebriata. Il suo lato esibizionistico stava padroneggiando i suoi sensi e le sue azioni.
Iniziò a servire anche gli uomini al tavolo vicino, assumendo sempre pose più sexy. Passò poi al tavolo più vicino ancora, dove stavano seduti 4 uomini in abiti formali.
Nel ringraziarla uno di essi le sfiorò la schiena. Nel vedere che lei gradì il gesto, si spinse sulle natiche.
Eliana si girò ad osservare il tipo figo, sorridendogli. Lo voleva provocare, facendogli vedere che sconosciuti erano arrivati dove lui non aveva avuto il coraggio.
Dopo avere servito i 4 uomini, inebriata dall’alcol e dalle attenzioni, guardandoli negli occhi ed evidenziando il suo corpo, bevve dai loro bicchieri la metà del liquido per poi passare, a ciascuno, il bicchiere in modo che potessero bere posando le labbra dove lei aveva lasciato il rossetto.
Qualcuno, evidentemente eccitato, infilò la mano tra le cosce mentre lei beveva dal suo bicchiere. Lei, stronza, le allargò appena per agevolare l’accesso, sempre guardando il tipo figo che, evidentemente, aveva deciso di scoparsi quella sera.
Micaela aveva iniziato a comportarsi nella stessa maniera, cercando di imitare l’amica la cui spigliatezza aveva sempre invidiato.
Alcuni clienti, scandalizzati per la piega che aveva preso la situazione, si alzarono per abbandonare il locale.
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