Complicità di coppia (parte 2)

di
genere
sadomaso

Più volte Marco aveva chiamato Erica nel proprio ufficio dirigenziale, e l’aveva costretta a stare ferma, in piedi, mentre lui terminava la telefonata o la lettura di un documento, osservando le sue reazioni.
Aveva iniziato a darle piccoli ordini, come pretendere un certo comportamento nel portare il caffé, andando oltre a ciò che una dipendente dovrebbe fare.
Pur con imbarazzo, le “risposte” date con le reazioni della ragazza andavano tutte nella direzione che gli consentiva di ritenere di avere davanti una sottomessa che ancora non aveva espressamente scoperto questo suo lato, combattuta tra una situazione inusuale e quella strana sensazione provata nell'obbedienza accettata, mai subita.
Non sembrava inibita sessualmente, così aveva iniziato a fare allusioni di un rapporto in un contesto sadomasochistico.
“In altri tempi questo errore sarebbe costato una frustata”.
Benchè detta col sorriso, questa frase ottenne come risposta un imbarazzato silenzio, privo di repliche stizzite.
“Sei stata brava ad aspettare in piedi, ancor più brava se lo avessi fatto inginocchiata”, per poi cambiare subito discorso e lasciare, così, la palla lanciata rimasta a mezz’aria, traendo piacere dall’imbarazzo e sempre più certezze dalle mai presentate proteste o rimostranze.
Quel “corteggiamento” era durato mesi, all’insaputa di Michelle.
Quella giovane biondina lo eccitava, con il suo seno a metà tra la seconda e la terza e con quel culetto in fuori, come piacevano a lui e a Michelle, bello pieno per ricevere il frustino o il flogger, o anche solo qualche sonora e piena sculacciata durante la scopata.
Il gioco iniziale si era presto trasformato nella promessa a sé stesso di portarla ai piedi della coppia.
Non informò Michelle del suo progetto.
Sarebbe stata una sorpresa che, però, era stato costretto a svelare la settimana precedente, quando dovette dirle che per quella giornata non avrebbe dovuto prendere impegni fuori sede.
“Ma perché, scusa?”.
“Noiosa che sei, quante domande. So che sei Mistress, ma se ogni tanto ubbidissi tacendo, non sarebbe male”.
Il sorriso di Michelle fu indicatore della comprensione di ciò che sarebbe successo. Rivelatore fu il riferimento alla Mistress e all’ubbidienza.
Adoravano questi giochi di parole che solo loro conoscevano e con i quali si scambiavano informazioni o promesse.
L’eccitazione aveva da sempre l’effetto di stimolare la sua curiosità, con la quale Marco iniziò a giocare, per tenerla sospesa sul filo della non completa conoscenza dei futuri accadimenti.
Lei lo detestava quando lanciava l’amo e poi faceva finta di nulla, sapendo che lei aveva capito ma senza che potesse dire di avere appreso da lui qualcosa di certo.
Per quella settimana iniziò un estenuante gioco di doppi sensi il cui unico scopo era quello di alimentare la loro complicità e la reciproca eccitazione, in quanto quella di Michelle, curiosa per la taciuta promessa, alimentava quella di Marco che, a sua volta, giocava con quella di Michelle.
“Se non me lo dici non te lo succhio per un po’”.
“Non avevo intenzione di farmelo succhiare nei prossimi giorni”.
Stronzo. Michelle non gli diede la soddisfazione di sentirle pronunciare quel “riconoscimento”, avendo così la conferma che entro poco sarebbe successo qualcosa di sessuale.
Lei sapeva che prima di un evento particolare lui non voleva fare sesso, sia per arrivare carico all’evento, sia perché l’attesa è essa stessa piacere ed eccitazione.
La sua vendetta iniziò con la cessazione delle domande. Si vestì sempre provocante con gli indumenti che sapeva essere a lui graditi per gli effetti erotici. La sera lo cercava e, per casa, casualmente lo sfiorava, così come aumentarono le occasioni per abbracciarlo e strofinargli sul petto i suoi seni abbondanti.
La notte, a letto, prima di addormentarsi, gli cercava il cazzo con la mano e lo teneva fino a sentire le prime reazioni, per poi voltargli le spalle augurandogli ciò che sapeva non sarebbe stata una buona notte perché trascorsa con l’eccitazione latente. Chi di eccitazione ferisce, di eccitazione perisca.
Stronza!
Nemmeno Marco diede a Michelle la soddisfazione di farle sentire quel “riconoscimento”.
Si conoscevano bene, avendo iniziato la loro relazione con giochi erotici spinti, estremi e, poi, quando il sesso non bastò a fare da collante, con il sentimento, sempre alimentato da quella complicità che divenne via via più raffinata ed affinata.
Finalmente il giorno era arrivato.
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2025-02-18
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