Incontri casuali (parte 4)
di
Kugher
genere
sadomaso
L’intimità dell'appartamento illuminato dalla ormai fioca luce esterna, consentì di esporre ulteriormente la nudità delle anime in forme diverse.
Franco assistette ad un ulteriore rito della coppia, il secondo dopo le mollette ai capezzoli della schiava autista.
Nuda e inginocchiata, la schiava porse alla Padrona il collare che era stato posato vicino all’ingresso, lasciando intuire che, in analoga posizione, era stato tolto prima che uscissero per recarsi al bar galeotto del loro incontro.
Se il collare identifica la schiava, spetta al guinzaglio identificare la Padrona. Quest’ultimo oggetto era posato vicino al collare, come se entrambi si fossero svestite del rapporto vissuto nell’intimità, prima di recarsi a viverlo in pubblico con altre forme.
Apposto il guinzaglio, il rito proseguì con la prostrazione della ragazza per baciare gli stivali di Michelle in corrispondenza del piede.
Franco era eccitato e si avvicinò alla donna che teneva una scarpa appoggiata sulla testa della schiavetta prostrata ai suoi piedi.
L’uomo si spogliò mostrando tutti gli effetti di quanto vissuto sino a quel momento.
Mentre la scarpa era ancora sulla testa della ragazza, Franco tolse la giacca e la camicetta a Michelle, rivelando il corpetto nero che le fasciava il corpo evidenziando i seni.
Franco si mise davanti alla donna avendo tra le gambe la ragazza accucciata a terra in adorazione. Si sedette sulla sua schiena e slacciò la gonna scoprendo definitivamente le autoreggenti ed il sesso nudo.
Stando seduto sulla schiena della ragazza si chinò per baciare il sesso che aveva davanti. Michelle pose il piede sulla gamba di Franco potendo così aprire le gambe e fare entrare la lingua dell’uomo a contatto del suo clitoride.
Venne il momento di invertire le parti, lasciando inalterata la posa della schiava.
Toccò a Michelle sedersi sulla sua schiena offrendo la propria bocca al cazzo duro dell’uomo.
La conoscenza della lingua è diversa da quella della mano che ha lo scopo, però, di anticipare la prima.
Michelle e Franco necessitavano di un contatto più profondo, quello naturale della penetrazione che unisce due corpi in quell’atto atavico che dona un piacere pieno e forte.
Franco prese per una mano Michelle invitandola ad alzarsi.
Pose un piede sulla schiena della schiava prostrata e attirò a sé Michelle, avvolgendole le natiche con una mano e cercando l’ingresso della figa con l’altra, mentre la donna gli stringeva il cazzo muovendo appena la mano.
Franco si sedette cavalcioni sulla schiena della ragazza, mostrando il cazzo eretto, in attesa che Michelle completasse l’unione alla reciproca e contestuale ricerca del piacere intimo.
La Padrona si sedette cavalcioni sull’uomo gravando sulla giovane schiava, in evidente difficoltà nel reggere due persone sedute su di lei che si penetravano, dandole, oltre al peso, anche la maggiorazione del corpo della Padrona che si alzava ed abbassava sul cazzo.
La sedia umana trasmise sensazioni di dominio che amplificarono il piacere, indurendo l’erezione e bagnando la figa della Padrona.
La sedia umana consente maggiori piaceri per un tempo limitato.
Franco si alzò tenendo sollevata Michelle che si avvinghiò con le gambe al bacino dell’uomo mentre le loro lingue erano unite.
Il divano non era lontano e consentì di mantenere la stessa posizione con l’uomo seduto e Michelle, cavalcioni, che si faceva penetrare, tenendo il busto staccato lasciando a Franco il piacere di giocare coi suoi seni.
“Cagnetta, vieni”.
La mancata specificazione della posa desiderata raccontava della reciproca conoscenza.
La schiava, inginocchiata tra le cosce allargate dell’uomo, raggiunse con la lingua le palle, leccandole, per salire fino al culo della Padrona che, sentendola vicina, si fermò allargando le natiche così da sentire meglio la lingua dalla quale pretendeva piacere.
Michelle, attirata da Franco, si sporse in avanti per fare aderire il petto a quello dell’uomo, appoggiato allo schienale.
Il culo esposto mostrava ancor meglio il cazzo che le entrava in figa, trovando l’attenzione della lingua della schiava che, ripetutamente, si spostava prima sulle palle e poi sul culo della Padrona, per tornare nel punto in cui il cazzo dell’uomo entrava per prendere piacere e darne.
Il momento in cui il piacere prende il controllo della situazione non ha una precisa linea di confine, ma trova la sua manifestazione nel ritmo crescente, nelle mani dell’uomo che si stringono sui fianchi della donna la quale si alza e si abbassa sul cazzo sempre più duro con maggior frequenza, lasciandosi quasi cadere per farsi penetrare il più possibile, fermarsi un attimo, stringere la figa e muovere il culo per sentirselo dentro e ripetere il tutto lasciandosi guidare solo dall’istinto. Le mani dell’uomo si fanno sempre più bramose della carne e spingono il bacino verso l’alto anticipando la donna nella sua discesa, fino a godere lasciando testimonianza nella figa di ciò che non era più ritardabile.
Michelle si appoggiò tenendo il cazzo ancora dentro, gustandosi il turgore che presto lo avrebbe abbandonato.
I rapporti umani sono fatti di reciproca conoscenza che porta ad anticipare i desideri dell’altra persona sulla scorta dell’esperienza maturata.
Lo sperma cominciava ad uscire dalla figa con il cazzo ancora dentro. La schiava raccolse con la lingua la prova del piacere, iniziando con la pulizia delle palle per dedicare alla figa ancora penetrata diversa attenzione, dando stimolazione.
La Padrona, ormai insoddisfatta dal cazzo che aveva perso la dimensione che dava piacere, si alzò.
Trovò la cagnetta stesa a terra.
Pose i piedi ai lati della testa e si mise cavalcioni sedendosi sulla faccia sia per farsi pulire sia per prendere il definitivo piacere da quella giovane lingua che sapeva muoversi tra grandi labbra, dentro la figa e clitoride, stimolando ogni parte fino a far crescere l’eccitazione che portò la Padrona all’orgasmo.
Franco assistette ad un ulteriore rito della coppia, il secondo dopo le mollette ai capezzoli della schiava autista.
Nuda e inginocchiata, la schiava porse alla Padrona il collare che era stato posato vicino all’ingresso, lasciando intuire che, in analoga posizione, era stato tolto prima che uscissero per recarsi al bar galeotto del loro incontro.
Se il collare identifica la schiava, spetta al guinzaglio identificare la Padrona. Quest’ultimo oggetto era posato vicino al collare, come se entrambi si fossero svestite del rapporto vissuto nell’intimità, prima di recarsi a viverlo in pubblico con altre forme.
Apposto il guinzaglio, il rito proseguì con la prostrazione della ragazza per baciare gli stivali di Michelle in corrispondenza del piede.
Franco era eccitato e si avvicinò alla donna che teneva una scarpa appoggiata sulla testa della schiavetta prostrata ai suoi piedi.
L’uomo si spogliò mostrando tutti gli effetti di quanto vissuto sino a quel momento.
Mentre la scarpa era ancora sulla testa della ragazza, Franco tolse la giacca e la camicetta a Michelle, rivelando il corpetto nero che le fasciava il corpo evidenziando i seni.
Franco si mise davanti alla donna avendo tra le gambe la ragazza accucciata a terra in adorazione. Si sedette sulla sua schiena e slacciò la gonna scoprendo definitivamente le autoreggenti ed il sesso nudo.
Stando seduto sulla schiena della ragazza si chinò per baciare il sesso che aveva davanti. Michelle pose il piede sulla gamba di Franco potendo così aprire le gambe e fare entrare la lingua dell’uomo a contatto del suo clitoride.
Venne il momento di invertire le parti, lasciando inalterata la posa della schiava.
Toccò a Michelle sedersi sulla sua schiena offrendo la propria bocca al cazzo duro dell’uomo.
La conoscenza della lingua è diversa da quella della mano che ha lo scopo, però, di anticipare la prima.
Michelle e Franco necessitavano di un contatto più profondo, quello naturale della penetrazione che unisce due corpi in quell’atto atavico che dona un piacere pieno e forte.
Franco prese per una mano Michelle invitandola ad alzarsi.
Pose un piede sulla schiena della schiava prostrata e attirò a sé Michelle, avvolgendole le natiche con una mano e cercando l’ingresso della figa con l’altra, mentre la donna gli stringeva il cazzo muovendo appena la mano.
Franco si sedette cavalcioni sulla schiena della ragazza, mostrando il cazzo eretto, in attesa che Michelle completasse l’unione alla reciproca e contestuale ricerca del piacere intimo.
La Padrona si sedette cavalcioni sull’uomo gravando sulla giovane schiava, in evidente difficoltà nel reggere due persone sedute su di lei che si penetravano, dandole, oltre al peso, anche la maggiorazione del corpo della Padrona che si alzava ed abbassava sul cazzo.
La sedia umana trasmise sensazioni di dominio che amplificarono il piacere, indurendo l’erezione e bagnando la figa della Padrona.
La sedia umana consente maggiori piaceri per un tempo limitato.
Franco si alzò tenendo sollevata Michelle che si avvinghiò con le gambe al bacino dell’uomo mentre le loro lingue erano unite.
Il divano non era lontano e consentì di mantenere la stessa posizione con l’uomo seduto e Michelle, cavalcioni, che si faceva penetrare, tenendo il busto staccato lasciando a Franco il piacere di giocare coi suoi seni.
“Cagnetta, vieni”.
La mancata specificazione della posa desiderata raccontava della reciproca conoscenza.
La schiava, inginocchiata tra le cosce allargate dell’uomo, raggiunse con la lingua le palle, leccandole, per salire fino al culo della Padrona che, sentendola vicina, si fermò allargando le natiche così da sentire meglio la lingua dalla quale pretendeva piacere.
Michelle, attirata da Franco, si sporse in avanti per fare aderire il petto a quello dell’uomo, appoggiato allo schienale.
Il culo esposto mostrava ancor meglio il cazzo che le entrava in figa, trovando l’attenzione della lingua della schiava che, ripetutamente, si spostava prima sulle palle e poi sul culo della Padrona, per tornare nel punto in cui il cazzo dell’uomo entrava per prendere piacere e darne.
Il momento in cui il piacere prende il controllo della situazione non ha una precisa linea di confine, ma trova la sua manifestazione nel ritmo crescente, nelle mani dell’uomo che si stringono sui fianchi della donna la quale si alza e si abbassa sul cazzo sempre più duro con maggior frequenza, lasciandosi quasi cadere per farsi penetrare il più possibile, fermarsi un attimo, stringere la figa e muovere il culo per sentirselo dentro e ripetere il tutto lasciandosi guidare solo dall’istinto. Le mani dell’uomo si fanno sempre più bramose della carne e spingono il bacino verso l’alto anticipando la donna nella sua discesa, fino a godere lasciando testimonianza nella figa di ciò che non era più ritardabile.
Michelle si appoggiò tenendo il cazzo ancora dentro, gustandosi il turgore che presto lo avrebbe abbandonato.
I rapporti umani sono fatti di reciproca conoscenza che porta ad anticipare i desideri dell’altra persona sulla scorta dell’esperienza maturata.
Lo sperma cominciava ad uscire dalla figa con il cazzo ancora dentro. La schiava raccolse con la lingua la prova del piacere, iniziando con la pulizia delle palle per dedicare alla figa ancora penetrata diversa attenzione, dando stimolazione.
La Padrona, ormai insoddisfatta dal cazzo che aveva perso la dimensione che dava piacere, si alzò.
Trovò la cagnetta stesa a terra.
Pose i piedi ai lati della testa e si mise cavalcioni sedendosi sulla faccia sia per farsi pulire sia per prendere il definitivo piacere da quella giovane lingua che sapeva muoversi tra grandi labbra, dentro la figa e clitoride, stimolando ogni parte fino a far crescere l’eccitazione che portò la Padrona all’orgasmo.
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