I racconti di Margie

di
genere
masturbazione

Questo breve racconto, racconta cosa provocatomi dalla lettura di un racconto di Margie, ma ciò che è narrato succede ogni volta in cui mi appresto a leggerla..
Sono al termine della mia giornata lavorativa, sto per spegnere il pc quando decido di dare un’occhiata al sito di ER. Vedo che è stato un nuovo racconto di Margie, come sempre solo leggerne il nome mi provoca uno tsunami di emozioni forti. Leggo le prime righe dell’incipit e subito ne vengo rapita, la tentazione di aprirlo è fortissima ma mi blocco subito. No, non posso leggerlo in quel contesto, non riuscirei assolutamente a gestirlo.
Voglio farlo a casa protetta dal mio ambiente, spengo velocemente il pc e mi appresto ad uscire. Prima però devo fare un po' di spesa, mi aggiro nelle corsie del supermercato senza ricordare più cosa debba acquistare persa dal pensiero della prossima lettura. Giungo finalmente in cassa e dopo aver pagato vengo richiamata dalla voce del cassiere quando sto per uscire, “signora guardi che sta lasciando qui la spesa”, abbozzo un sorriso di circostanza torno indietro recupero la borsa e mi precipito fuori.
Sono finalmente a casa, mi chiudo a chiave in camera qualora qualcuno rientrasse a breve. Mi spoglio accompagnata dai miei giochini e dal tablet mi stendo sopra ad un telo nel lettone.
Inserisco un ovetto nel culo e uno nella passerina avviandoli a velocità bassa, apro nel tablet l’immagine di Margie ingrandendola al massimo e incomincio a leggere nel telefono.
La sua prosa mi devasta da subito, quel modo unico e in un italiano perfetto di descrive le cose, la sua potenza evocativa in cui ci si immedesima, la depravazione in cui si cala, che non perdona se’ stessa e nemmeno il lettore sconquassa le viscere rimestolandole.
Alzo la vibrazione, i miei umori oramai colano copiosi, il corpo è tutto un fremito, il cuore nel petto sembra impazzire, la respirazione oramai affannosa.
Quando arrivo in fondo al racconto ho di già avuto il primo orgasmo ma non mi basta. Estraggo l’ovetto dalla figa colma di umore, poso il telefono prendendo con la mano destra il dildo e con la sinistra il tablet.
L’ovetto rimasto nel culo è sempre alla massima velocità quando incomincio a scoparmi con foga, in un crescendo di gemiti senza fine. Fra un lamento e l’altro non smetto un attimo di leccare l’immagine sul tablet.
E alla fine esplodo in un orgasmo devastante, finalmente liberatorio, spruzzo tanto, molto, ho immaginato di averle tolto il pantaloncino e di aver giocato con quel suo piercing sul clitoride fino a farla venire come giustamente meriterebbe.
Sento bussare alla porta, mio marito chiede di poter entrare. Quando apro mi trova con un viso in fiamme, il corpo ancora tremolante, gira lo sguardo verso l’asciugamano fradicio e torna ad osservarmi in modo interrogativo.
Mi avvicino strofinandomi sul suo corpo e gli sussurro dolcemente all’orecchio “tesoro stasera dobbiamo tornare a leggere i racconti di Margie”….
scritto il
2021-11-11
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