Il percorso di Marina, mamma e troia -2-
di
LanA
genere
bisex
Sarà stata una combinazione, ma quella mattina era veramente agghindata come non mai.
Un abitino corto sopra il ginocchio color bianco con un abbondante scollatura che lasciava intravedere che avendo poco seno aveva indossato un reggiseno push up, una scarpa con un tacco a spillo di almeno 10 centimetri, la pelle ambrata dall'esposizione al sole estivo ed un trucco non carico, ma che le dava sicuramente un tocco da vera femmina.
Il tragitto fu breve, e una volta scesa dall'auto la seguii con lo sguardo, il vestitino bianco lasciava intravedere le mutandine anch'esse bianche, che ricoprivano poche parti del sedere.
Un miscuglio fra tanga e brasiliana.
Quella mattina avevo scoperto una Martina diversa!
Sarà che vedendola sempre a casa, o la mattina di sfuggita, non mi ero mai accorto che era proprio una bella fighettina.
Ed eccoci a sabato 4 luglio quando siamo invitati presso casa loro per la cena.
Fa caldo, è estate piena, Marina si presenta in pantaloncini e canottiera.
Si scusa per l'abbigliamento poco consono, ma fa troppo caldo.
La serata trascorre piacevolmente, lei è una vera fucina di idee e simpatia, sempre con la battuta pronta, con uno spirito non comune.
Suo marito, Matteo, parla del suo lavoro, si lascia un po' andare, spiega che approfittando dell'apertura delle frontiere dovrà recarsi in un tour Europeo che lo farà stare lontano da casa almeno per una settimana, e ci prega, se ne avessero avuto bisogno, di occuparci della sua famiglia durante la sua assenza.
“Ovviamente senza nessun problema” disse mia moglie.
Quando volete la nostra casa è sempre aperta, anzi, se la vostra piccolina vuole venire alla sera in giardino a giocare per noi sarà un piacere.
La serata sta per terminare, quando Marina mi chiede:
“ scusa Federico, ma Matteo andrà con la macchina in aeroporto a Malpensa, ed io non ho mezzi per andare al lavoro. Ti scoccia la mattina darmi un passaggio fino alla banca? Per il pomeriggio mi faccio una passeggiata per rientrare a casa, ma la mattina sono sempre di corsa”.
Le risponde mia moglie Antonella “ma figurati, Federico è di strada, lo farà sicuramente”.
Ci scambiammo i numeri di telefono per eventuali comunicazioni, e rientrammo.
Mi rendo conto che il racconto sta diventando lungo, e spero non noioso, ma mi piacerebbe trasmettervi le sensazioni che ho provato io.
E credetemi, non rimarrete delusi!
Questa è una storia fuori dal comune!
Martedi 7 luglio ore 21.15 messaggio whatsapp:
“Ciao, domani mattina presto Matteo parte. Mi puoi dare un passaggio fino alla Banca?”.
La mia risposta fu ovviamente positiva.
Quella notte ebbi un sonno travagliato, pensai molto intensamente a Marina, ma la mattina appena in piedi, davanti allo specchio mi dissi: ma cosa pensi? Smettila di fare castelli per aria...! È solo la tua vicina che ti chiede un passaggio...!
Sono le 7.50 quando si presenta al parcheggio.
Rimango sbigottito.
Marina ai miei occhi era sempre più attraente, sempre più desiderabile, sempre più Donna.
Pochi minuti insieme in auto, il suo profumo inebriante, e già siamo alla Banca.
“ sei in anticipo Marina, che dici, lo prendiamo un caffè?”
Seduti al tavolino del bar non riuscivo a levarle gli occhi di dosso, era magnifica, stretta in un tubino rosso, corto, che lasciava intravedere tutte le sue esili forme.
Quattro chiacchiere, il tempo del caffè e la lasciai con lo stesso appuntamento per la mattina seguente.
CONTINUA ...
Un abitino corto sopra il ginocchio color bianco con un abbondante scollatura che lasciava intravedere che avendo poco seno aveva indossato un reggiseno push up, una scarpa con un tacco a spillo di almeno 10 centimetri, la pelle ambrata dall'esposizione al sole estivo ed un trucco non carico, ma che le dava sicuramente un tocco da vera femmina.
Il tragitto fu breve, e una volta scesa dall'auto la seguii con lo sguardo, il vestitino bianco lasciava intravedere le mutandine anch'esse bianche, che ricoprivano poche parti del sedere.
Un miscuglio fra tanga e brasiliana.
Quella mattina avevo scoperto una Martina diversa!
Sarà che vedendola sempre a casa, o la mattina di sfuggita, non mi ero mai accorto che era proprio una bella fighettina.
Ed eccoci a sabato 4 luglio quando siamo invitati presso casa loro per la cena.
Fa caldo, è estate piena, Marina si presenta in pantaloncini e canottiera.
Si scusa per l'abbigliamento poco consono, ma fa troppo caldo.
La serata trascorre piacevolmente, lei è una vera fucina di idee e simpatia, sempre con la battuta pronta, con uno spirito non comune.
Suo marito, Matteo, parla del suo lavoro, si lascia un po' andare, spiega che approfittando dell'apertura delle frontiere dovrà recarsi in un tour Europeo che lo farà stare lontano da casa almeno per una settimana, e ci prega, se ne avessero avuto bisogno, di occuparci della sua famiglia durante la sua assenza.
“Ovviamente senza nessun problema” disse mia moglie.
Quando volete la nostra casa è sempre aperta, anzi, se la vostra piccolina vuole venire alla sera in giardino a giocare per noi sarà un piacere.
La serata sta per terminare, quando Marina mi chiede:
“ scusa Federico, ma Matteo andrà con la macchina in aeroporto a Malpensa, ed io non ho mezzi per andare al lavoro. Ti scoccia la mattina darmi un passaggio fino alla banca? Per il pomeriggio mi faccio una passeggiata per rientrare a casa, ma la mattina sono sempre di corsa”.
Le risponde mia moglie Antonella “ma figurati, Federico è di strada, lo farà sicuramente”.
Ci scambiammo i numeri di telefono per eventuali comunicazioni, e rientrammo.
Mi rendo conto che il racconto sta diventando lungo, e spero non noioso, ma mi piacerebbe trasmettervi le sensazioni che ho provato io.
E credetemi, non rimarrete delusi!
Questa è una storia fuori dal comune!
Martedi 7 luglio ore 21.15 messaggio whatsapp:
“Ciao, domani mattina presto Matteo parte. Mi puoi dare un passaggio fino alla Banca?”.
La mia risposta fu ovviamente positiva.
Quella notte ebbi un sonno travagliato, pensai molto intensamente a Marina, ma la mattina appena in piedi, davanti allo specchio mi dissi: ma cosa pensi? Smettila di fare castelli per aria...! È solo la tua vicina che ti chiede un passaggio...!
Sono le 7.50 quando si presenta al parcheggio.
Rimango sbigottito.
Marina ai miei occhi era sempre più attraente, sempre più desiderabile, sempre più Donna.
Pochi minuti insieme in auto, il suo profumo inebriante, e già siamo alla Banca.
“ sei in anticipo Marina, che dici, lo prendiamo un caffè?”
Seduti al tavolino del bar non riuscivo a levarle gli occhi di dosso, era magnifica, stretta in un tubino rosso, corto, che lasciava intravedere tutte le sue esili forme.
Quattro chiacchiere, il tempo del caffè e la lasciai con lo stesso appuntamento per la mattina seguente.
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