Il percorso di Marina, mamma e troia -14-
di
LanA
genere
bisex
La sua figa era elastica, e lei spingeva per poter provare, era docile, voleva godere, non importava come, voleva provare.
Le grandi labbra avvolgevano le mie dita, ero quasi dentro.
Marina con un colpo all'indietro fece quello che avrei dovuto fare io.
Ero dentro, la mia mano la stava penetrando nell'antro più profondo del suo corpicino.
Ora la parte meno facile.
Avevo letto che una volta entrata tutta la mano, sarebbe stato opportuno aspettare qualche secondo, e dopo di che chiudere le dita a pugno, per poi riaprirle e così via.
Marina sembrava una biscia, non stava ferma, era un fremito continuo.
Con il dito medio ero certo di toccare la famosa cervice, sentivo come una piccola ciambellina con un buchino.
Se avessi mosso il dito, Marina avrebbe ansimato sempre più forte.
Evidentemente ero arrivato dove voleva.
Ogni leggerissima pressione che esercitavo in quel punto era una scossa per la troia.
Era il momento per chiudere le dita e farla godere con il pugno.
La mano era inserita fino al polso, gli umori colavano sul tavolo, chiusi lentamente le dita ora aveva inserito il mio pugno, sentivo le pareti della sua figa che era dilatata e mi permetteva di aprire e chiudere la mano.
Marina stava impazzendo, con una mano si tappava la bocca per non farsi sentire, erano urli strozzati, insistenti, quasi strazianti.
Lei spingeva, io aprivo e chiudevo la mano, ma nel vedere quel culetto spinto verso l'alto non ebbi esitazioni.
Era ancora bagnato, e la penetrai con 2 dita.
Ora Marina aveva una mano completamente infilata nel suo sesso, fino in fondo e due dita nel culo.
Le mie dita sembrano toccarsi, la porzione di pelle che le separa è sottile.
Marina sbatte la testa sul tavolo, è posseduta!
" Dottore godooooo sono una troiaaaaa" urlava, non si dava pace, che spettacolo incredibile!
È sfinita, sfilo le dita dal culo, e poi lentamente la mano che era scomparsa dentro di lei.
Marina rimane distesa sul tavolo, scoppiata, sudata, sfatta in ogni dove.
Non mi va di approfittare di questa situazione, deve riprendersi.
Levo la tuta e con pochi colpi veloci, mi faccio una sega guardandola davanti a me.
Sborrai abbondantemente sulla sua schiena, come mi era piaciuto quel pomeriggio.
Mentre la riaccompagno verso casa, Marina era ancora sconvolta, piacevolmente stravolta.
" Sai Fede, quando abbiamo iniziato questo percorso avevo detto alle mie condizioni.
Ma mi sembra che siano le tue condizioni, sei tu a condurre le situazioni, io ti do l’idea e tu con la tua fantasia stravolgi tutto e questo mi piace da morire, è sempre una sorpresa con te".
CONTINUA ...
Le grandi labbra avvolgevano le mie dita, ero quasi dentro.
Marina con un colpo all'indietro fece quello che avrei dovuto fare io.
Ero dentro, la mia mano la stava penetrando nell'antro più profondo del suo corpicino.
Ora la parte meno facile.
Avevo letto che una volta entrata tutta la mano, sarebbe stato opportuno aspettare qualche secondo, e dopo di che chiudere le dita a pugno, per poi riaprirle e così via.
Marina sembrava una biscia, non stava ferma, era un fremito continuo.
Con il dito medio ero certo di toccare la famosa cervice, sentivo come una piccola ciambellina con un buchino.
Se avessi mosso il dito, Marina avrebbe ansimato sempre più forte.
Evidentemente ero arrivato dove voleva.
Ogni leggerissima pressione che esercitavo in quel punto era una scossa per la troia.
Era il momento per chiudere le dita e farla godere con il pugno.
La mano era inserita fino al polso, gli umori colavano sul tavolo, chiusi lentamente le dita ora aveva inserito il mio pugno, sentivo le pareti della sua figa che era dilatata e mi permetteva di aprire e chiudere la mano.
Marina stava impazzendo, con una mano si tappava la bocca per non farsi sentire, erano urli strozzati, insistenti, quasi strazianti.
Lei spingeva, io aprivo e chiudevo la mano, ma nel vedere quel culetto spinto verso l'alto non ebbi esitazioni.
Era ancora bagnato, e la penetrai con 2 dita.
Ora Marina aveva una mano completamente infilata nel suo sesso, fino in fondo e due dita nel culo.
Le mie dita sembrano toccarsi, la porzione di pelle che le separa è sottile.
Marina sbatte la testa sul tavolo, è posseduta!
" Dottore godooooo sono una troiaaaaa" urlava, non si dava pace, che spettacolo incredibile!
È sfinita, sfilo le dita dal culo, e poi lentamente la mano che era scomparsa dentro di lei.
Marina rimane distesa sul tavolo, scoppiata, sudata, sfatta in ogni dove.
Non mi va di approfittare di questa situazione, deve riprendersi.
Levo la tuta e con pochi colpi veloci, mi faccio una sega guardandola davanti a me.
Sborrai abbondantemente sulla sua schiena, come mi era piaciuto quel pomeriggio.
Mentre la riaccompagno verso casa, Marina era ancora sconvolta, piacevolmente stravolta.
" Sai Fede, quando abbiamo iniziato questo percorso avevo detto alle mie condizioni.
Ma mi sembra che siano le tue condizioni, sei tu a condurre le situazioni, io ti do l’idea e tu con la tua fantasia stravolgi tutto e questo mi piace da morire, è sempre una sorpresa con te".
CONTINUA ...
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Il percorso di Marina, mamma e troia -13-racconto sucessivo
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