Parco Sempione a Milano
di
Chris Rondinelli
genere
esibizionismo
Chi vive a Milano, conoscera' sicuramente il Parco Sempione. Oggi non ho idea di come sia, e da secoli non ci metto piu' piede, ma nei primissimi anni novanta, era un posto ancora piacevole da frequentare, e sopratutto un bel posto dove poter fare lunghe e salutari passeggiate specie nella stagione estiva. E proprio di questa stagione, e di quel parco che vorrei raccontarvi, perche' mi capito' un'esperienza che ricordo sempre con immenso piacere. A volte ripensando a certe esperienze, mi chiedo fossi nata donna, cosa avrei mai combinato... Pensiero che non mi tocca, essendo nato maschio ma con fattezze ben piu che femminili, a parte gli organi.
Molti racconti iniziano proprio cosi', era un'estate calda in una Milano quasi deserta nel mese di agosto, non certo calda come le estati odierne, ma sicuramente faceva caldo anche al tempo. Ero senza lavoro i miei genitori si erano trasferiti definitivamente al mare per motivi di salute, e mio padre era purtroppo da qualche anno gia' scomparso dopo una triste operazione di Bypass, nel 1988, non erano avanti come oggi con certe operazioni di routine, e purtroppo mio padre ci lascio'. Mia madre, era rimasta nell'appartamento al mare dove aveva vissuto con mio padre, mentre a me, era toccata la casa in citta', casa che gestivo lavorando di tanto in tanto e con l'aiuto della pensione di mia madre.
Quella mattina, faceva gia' caldo presto, il sole era appena sorto da qualche oretta, e non avendo di meglio da fare, invece che sprecare una mattinata cosi' bella e soleggiata, optai per fare una passeggiata fuori, scelsi di addentrarmi al Parco Sempione di Milano, dove speravo di non trovare gente, e potermi abbronzare, magari camminando e divertendomi un po. Queste almeno erano le mie premesse iniziali, mi preparai all'uscita, decidendo di non coprirmi troppo dato avrebbe fatto ancora piu' caldo col passare delle ore. Decisi per qualcosa di leggero, indossai quindi un perizomino nero, con sopra un paio di shorts sgambatissimi in jeans, erano dei vecchi jeans che avevo tagliato abilmente, facendone un paio di mini pantaloncini aderenti e cortissimi.
Indossai un corpetto nero a tubo, sapete quei corpetti elestici che si indossano entrandoci dal basso e tirandolo su fin sotto alle ascelle? proprio quello. infilai sopra al corpetto una maglietta leggera senza maniche a forma di canotta, uno zainetto in spalla con il necessario per la camminata, fazzolettini imbevuti di acqua profumati, un thermos di acqua gelata dal frigo, cellulare, chiavi di casa, qualche spicciolo preservativi, non si sapeva mai,mi ifilai ai piedi delle comode scarpine leggere in tela bianche, molto simili alle famose ballerine, senza calzini, occhiali da sole scuri sul nasino, capelli sciolti e via.
Usci' di casa, verso il Tram, che mi avrebbe poi portata verso il parco. Essendo pieno agosto, la citta' era svuotata, e il tragitto in se non fu degno di menzione, arrivai davanti all'apertura e alla cancellata del parco verso le dieci e mezzo di mattina. Come sospettavo, il parco era deserto, o almeno l'entrata lo era, e sperai lo fosse anche dentro. Il sole gia' alto bruciava, estrassi il Thermos e buttai giu qualche sorsata d'acqua fresca, poi feci la mia entrata vera e propria nel parco. Dopo aver camminato per qualche metro, gia grondavo sudore su tutto il corpo, decisi di rinfrescarmi con i fazzolettini imbevuti d'acqua e di levarmi la magliatta, tanto al momento non vedevo gente attorno, decisi azzardando, di levarmi anche gli shorts appiccicosi e sudaticci, restando solo con addosso l'intimo.
Se fosse passato qualcuno, coprendomi le sporgenze delle palle e del pisello, che si intravedevano nel perizomino striminzito, avrei potuto farmi passare per una ragazza o male che andasse, per una bella transessuale. Infilai nello zainetto i vestiti, e rimesso sulla spalla destra lo zainetto, continuai la mia passeggiata nel parco, ammirandone i particolari, il verde circostante, qua e la qualche panca per sedersi, l'erba verde e gli alberi che riparavano dal sole al mio passaggio. il terreno era lastricato, e l'insieme dava l'idea di un parco curato ristrutturato e ben tenuto.
Non avevo fatto che pochi altri metri, quando da una delle panche infondo a me, notai qualcosa o qualcuno seduto. Dovetti togliermi le lenti scure degli occhiali, per mettere a fuoco chi fosse quella figura che vedevo, e avanzando poco alla volta, ai miei occhi, si rivelo' un uomo. Un signore su per giu sulla cinquantina d'anni, seduto sulla panca a gambe accavallate, che si godeva il fresco sotto una grande pianta. Mi fermai, e inforcai nuovamente gli occhiali scuri. Che fare? Dovevo continuare, o girare i tacchi e allontanarmi tornando all'entrata? Speravo non ci fosse nessuno, e invece la sfortuna, mi aveva fatto incrociare qualcuno. Senza che me ne accorgessi, ero avanzata fino a lui, e ormai non potevo piu' sottrarmi, scappando avrei fatto la figura dell'idiota.
Avanzai ancora, finche' l'uomo mi noto'. Ero a pochi passi da lui e potevo bederlo meglio, aveva i capelli brizzolati, la pelle abbronzata, portava una canotta bianca e dei pantaloncini corti con scarpe leggere. Quando gli fui praticamente addosso, mi scusai con voce flebile, le parole mi uscirono a stento dalle labbra carnose, e chiesi gentilmente e in un sussurro, se potevo accomodarmi un secondo, avevo fatto tanta strada dall'entrata, e avevo bisogno di rinfrescarmi un'attimo. Stranamente l'uomo con un bel sorriso e una voce molto giovanile mi disse - "Prego prego, accomodati pure... fa caldo oggi eh?" - "Molto..." risposi asciugandomi il sudore sulle braccia con i soliti fazzolettini imbevuti d'acqua profumata. Ben presto, scoprii che l'uomo non era scontroso e parlava volentieri, era li per fare Jogging mi disse, ma data l'eta' e il caldo, aveva deciso di non proseguire e prender fiato.
Mi fece i complimenti per la mia avvenenza, lo ringraziai, tenendogli gli occhi addosso da sotto le lenti degli occhiali da sole che indossavo. Ci presentammo, e l'uomo volle sapere che ci facessi a quell'ora e tutta sola nel parco. Risposi che facevo una passeggiata ma che anche a me il caldo aveva fatto un po desistere dal proseguire. "Se vuoi puoi tenermi compagnia, mi farebbe molto piacere" avanzo' l'uomo. Decisi di restare, tanto la mia passeggiata poteva attendere, e in piu' il caldo che avanzava, non mi avrebbe dato respiro, mentre sotto a quell'albero, si stava freschi ed ero in ottima compagnia. Avevo le palle quasi fuori dal perizomino che le conteneva a stento, decisi di accavallare le gambe, per nascondere l'erezione che stavo avendo.
Fu a quel punto che l'uomo mi disse di non nasconderlo... Certe cose non vanno nascoste ma messe in luce perche' si possano apprezzare, disse lasciandomi stupita. Mi guardai attorno, e risposi che non volevo passae altra gente indiscreta, ma l'uomo mi assicuro' che era li da un paio d'ore, e che non era ancora passato nessuno oltre me naturalmente. Presi coraggio, e distesi le gambe, mostrando all'uomo il mio cazzo duro sotto il perizomino che lo teneva dentro a stento, fu lui ad aiutarmi a liberarlo, allungando una mano, ed estraendomelo del tutto. Ecco disse, cosi' va meglio. Il contatto della sua mano sul mio cazzo duro, mi eccito' ulteriormente, e uno schizzo di liquido usci' a fotanella. L'uomo sorrise e disse - "Se vuoi ti aiuto a venire..." Gli sorrisi maliziosamente e risposi, che accetavo, solo se potevo ricambiare il favore per cortesia.
L'uomo accetto' si abbasso' i calzoni corti e notai che era senza mutande, e in piu' aveva un bel cazzo piu lungo e duro del mio, che presi con piacere nella mia manina dalle unghie smaltate, e iniziammo a masturbarci piano piano gemendo e godendo all'ombra della pianta seduti sulla panca. Era tutto troppo bello, e a quel punto, tentai di avvicinare le mie labbra alle sue, l'uomo non solo non mi respinse, ma lascio' il mio cazzo per stringermi a se abbracciandomi con improvvisa passione e baciandomi con la lingua. Quanta foga, quanta passionalita', mi aveva davvero sorpresa. Mi staccai dalla sua bocca e dalle sue braccia con fatica, tanto mi stringeva a se.
Mi alzai in piedi, e cercai di sedermi sul suo bel cazzo duro dandogli la faccia. mi scostai i lunghi capelli da un lato, allargai le gambe, e mi appostai proprio sopra di lui, sedendomi lentamente poco alla volta mentre lui, teneva dritta la sua asta con una mano. Non pensai nemmeno un istante a chiedergli se preferisse usare un preservativo, del resto lui nemmeno me lo aveva chiesto, quindi continuai ad abbassarmi su di lui, fino a quando, la sua turgida cappella, si fece strada tra le mie natiche sudate scivolando dentro senza problemi. Chiusi per un'istante gli occhioni da cerbiatta, e sospirai forte, mentre il suo bel cazzo scivolava tutto dentro di me affondando fino alle sue palle.
gli misi le braccia attorno al collo incociate e aiutato da lui, iniziai a fare su e giu saltellando sul suo bel cazzo mentre lo baciai nuovamente. Quella passeggiata mattutina, si stava rivelando un'occasione d'oro per me, e volevo godermela fino infondo. Scopata alla luce del sole, all'aperto, in un parco dove poteva passare chi unque e in qualunque momento, su quella panca in bella vista. Godevo come la vaccona che ero, e anche l'uomo non era da meno, maiale bello porco maschio maturo, mi stava aprendo il culo in due. Aaaah l'amore... che cosa meravigliosa... Erano bastate poche parole, per farsi sfondare da quel bel signore di cui conoscevo a malapena eta' e nome. Viv l'amour... dio benedica il cazzo e chi lo porta.
Continuammo il nostro rapporto indisturbati, non so per quanto tempo su quella panca, l'uomo si stava dimostrando un vero toro da monta, non sborrava ancora, dopo quasi mezz'ora di scopata. E io ero gia venuta a fontana non so quante volte ormai. Pensai di chiamare mia madre, era mia abitudine condividere con lei, ogni mio momento di piacere, tolsi le braccia dal collo dell'uomo, e senza perdere il ritmo della scopata, allungai il braccio nel mio zainetto, prendendo il cellulare, trovai il numero di mia madre in rubrica, e composi il suo numero all'istante. Speravo di trovarla a casa a quell'ora, ero eccitatissima, l'uomo capite le mie intenzioni, mi diede corda dicendo che avrebbe parlato piu' che volentieri con mia mamma.
Dopo almeno dieci squilli, mia madre non rispondeva, dove poteva essere finita a quell'ora mi dissi? avevo bisogno di lei, e lei non si trovava. Ritentai almeno altre due volte, senza ottenere risultati, e lasciai perdre. Peccato davvero. Facendo il gesto di riporre il telefonino nello zainetto, mi scostai i capelli dal viso, e vidi una cosa che mi fece sobbalzare. A poca distanza di qualche metro da noi, vi erano tre figure alte nere come il carbone, magre che ci stavano osservando con molto interesse. Si trattava di tre neri, forse senegalesi o africani, erano neri come il carbone, uno con i capelli rasta lunghi stile Bob Marley, gli altri due con i capelli corti.
Dopo il primo momento di sorpresa, dissi all'uomo che avevamo compagnia, o meglio, avevamo pubblico. L'uomo a sua volta vide i tre ragazzotti neri che ci osservavano fermi in piedi, e disse che a lui non davano affatto fastidio, anzi, se volevo disse l'uomo, potevo farli avvicinare. Ci pensai un'istante, e feci alla fine con il braccio e la manina, il gesto ai tre neri di avvicinarsi a noi. I tre ragazzi non se lo fecero certo ripetere, e avanzarono dritti fino alla nostra panca. Ci salutarono un po imbarazzati, mentre noi continuavamo a scopare senza sosta.
Allungai un braccio e tastai il cazzo di uno dei tre dentro i pantaloni, inutile dire lo aveva gia' bello duro e pronto all'uso, quindi con un gesto della manina, invitai i tre ragazzotti timidi, a farsi sotto, c'era posto anche per loro senza problemi. I tre si slacciarono simultaneamente i pantaloni, estraendo delle sberle di cazzi che conoscevo ormai bene, ne avevo gia' presi di simili da altri ragazzi di colore, con le mani afferrai i primi due vicini, e imboccai il terzo, mentre continuavo a cavalcare il cazzo dell'uomo sulla panca. Ero impegnata in tutti i fronti, alla luce del mattino in un parco mi lasciavo sfondare il culo e la bocca masturbando dei neri con le manine.
Ben presto i tre neri persero la timidezza iniziale, prendendo loro l'iniziativa, senza nemmeno attendere che l'uomo si svuotasse le palle dentro di me, cosa che avrebbe sicuramente fatto di li a poco, i tre ragazzotti neri, mi presero per le braccia e mi sollevarono di peso dal cazzo dell'uomo, che mi lascio' andare senza batter ciglio nelle loro mani. Mi portarono dietro alla panca a ridosso dell'albero che ci copriva, dove una distesa di erba verde si estendeva per qualche metro, e li, nello spiazzo verde, mi fecero mettere a pecorina, uno dei tre, si tolse del tutto i pantaloni, ma non la maglietta, mi sali' in groppa sulla schiena, e senza troppi complimenti, mi inculo' infilando il suo bel cazzo nero e grosso, nel culo gia' spanato e aperto dall'uomo poco prima.
Non opposi resistenza, avevo perso il perizomino ed ero nuda per meta', con addosso solo il corpetto e le scarpe. I lunghi capelli mi ricoprirono il visetto da bimba, cosi' un'altro' me li prese in pugno, alzandomeli, e infilando dentro le mie belle labbra gonfie e carnose, il suo palo nero da succhiare. Mentre il terzo faceva momentaneamente da spettatore insieme all'uomo ancora sulla panca seduto. Mentre quello sulla mia schiena, mi stantuffava dentro fuori su e giu, facendomi impazzire di piacere, quello davanti non era da meno facendomi letteralmente soffocare con il suo bel cazzo in gola, tenendomi i capelli sollevati per vedermi bene in faccia mentre godevo. Nel frattempo, una vibrazione, accompagnata dal tipico cicalino del cellulare, avviso' i presenti, che il mio telefonino stava ricevendo una chiamata, immaginai subito fosse mia madre, che aveva visto la mia chiamata di poco prima, e mi avesse ricontattata. Non potevo muovermi, e lo zainetto era sulla panca accanto all'uomo di poco prima.
Per edicazione e rispetto della privacy, ne l'uomo, ne nessuno dei tre neri, ando' a rispondere lasciando che il cellulare suonasse per qualche minuto, poi si fermo'. Avessi risposto, credo che mia madre ne avrebbe sentite delle belle questa volta. Fui montata a turno da tutti e tre i ragazzi di colore, che si erano dati il cambio aprendomi il culo e facendomi morire dal piacere per un bel lasso di tempo. Il cazzo dei beri e una cosa assurda da tenere dentro, fa male per la sua grossezza e larghezza, ma da anche tanto piacere. Ero gia' stata scopata da altri ragazzotti di colore in passato, e sapevo bene cosa si prova a farsi aprire da quei bei cazzi color d'ebano.
Fui scopata come una cagna in calore per almeno una mezzoretta da quei tre ragazzotti a turno, che finirono col riempirmi di sperma bianco e appiccicoso, sia dentro che fuori. Mi aiutarono ad alzarmi e mi riaccompagnarono a fatica alla panca, dove vi era ancora l'uomo maturo, ormai con i pantaloncini nuovamente addosso. Ringraziarono e se ne andarono proseguendo la loro passeggiata all'interno del parco, proprio dove erano diretti in precedenza. Io invece, ero ridotta in uno stato indecente, sudata come avessi fatto ore in palestra, piena di liquido bianco che mi colava da ogni lato, capelli arruffati e impiastricciati, il mento colante di sperma, e il culo ormai ridotto ad una voragine larga e colante di liquido.
Le gambe non mi reggevano, ed ero tutta un fremito e un tremore. Molto gentilmente, l'uomo si offri' di aiutarmi a rimettermi in sesto, ripulendomi con i fazzolettini imbevuti d'acqua profumata, legandomi i capelli a coda, rivestendomi, e riacquistando almeno in parte, un aspetto decoroso. Certo che era stata una mattinata davvero speciale quella, controllai il cellulare, vidi la chiamata persa di mamma come avevo immaginato. A lei avrei pensato piu tardi, ora visto si era fatto tardi, e il mio fisico era completamente tramortito dai dolori e dal bruciore, cercai di zoppicare come potevo, tornando a casa senza dare troppo nell'occhio. Per mia fortuna, la poca gente rimasta in citta', mi evito' brutte figure, anche cosi' non potei comunque evitare qualche sguardo non proprio piacevole di una gruppetto di signore sul Tram che presi per rincasare. per contatti e corrispondenza chrisbabyface@libero.it
Molti racconti iniziano proprio cosi', era un'estate calda in una Milano quasi deserta nel mese di agosto, non certo calda come le estati odierne, ma sicuramente faceva caldo anche al tempo. Ero senza lavoro i miei genitori si erano trasferiti definitivamente al mare per motivi di salute, e mio padre era purtroppo da qualche anno gia' scomparso dopo una triste operazione di Bypass, nel 1988, non erano avanti come oggi con certe operazioni di routine, e purtroppo mio padre ci lascio'. Mia madre, era rimasta nell'appartamento al mare dove aveva vissuto con mio padre, mentre a me, era toccata la casa in citta', casa che gestivo lavorando di tanto in tanto e con l'aiuto della pensione di mia madre.
Quella mattina, faceva gia' caldo presto, il sole era appena sorto da qualche oretta, e non avendo di meglio da fare, invece che sprecare una mattinata cosi' bella e soleggiata, optai per fare una passeggiata fuori, scelsi di addentrarmi al Parco Sempione di Milano, dove speravo di non trovare gente, e potermi abbronzare, magari camminando e divertendomi un po. Queste almeno erano le mie premesse iniziali, mi preparai all'uscita, decidendo di non coprirmi troppo dato avrebbe fatto ancora piu' caldo col passare delle ore. Decisi per qualcosa di leggero, indossai quindi un perizomino nero, con sopra un paio di shorts sgambatissimi in jeans, erano dei vecchi jeans che avevo tagliato abilmente, facendone un paio di mini pantaloncini aderenti e cortissimi.
Indossai un corpetto nero a tubo, sapete quei corpetti elestici che si indossano entrandoci dal basso e tirandolo su fin sotto alle ascelle? proprio quello. infilai sopra al corpetto una maglietta leggera senza maniche a forma di canotta, uno zainetto in spalla con il necessario per la camminata, fazzolettini imbevuti di acqua profumati, un thermos di acqua gelata dal frigo, cellulare, chiavi di casa, qualche spicciolo preservativi, non si sapeva mai,mi ifilai ai piedi delle comode scarpine leggere in tela bianche, molto simili alle famose ballerine, senza calzini, occhiali da sole scuri sul nasino, capelli sciolti e via.
Usci' di casa, verso il Tram, che mi avrebbe poi portata verso il parco. Essendo pieno agosto, la citta' era svuotata, e il tragitto in se non fu degno di menzione, arrivai davanti all'apertura e alla cancellata del parco verso le dieci e mezzo di mattina. Come sospettavo, il parco era deserto, o almeno l'entrata lo era, e sperai lo fosse anche dentro. Il sole gia' alto bruciava, estrassi il Thermos e buttai giu qualche sorsata d'acqua fresca, poi feci la mia entrata vera e propria nel parco. Dopo aver camminato per qualche metro, gia grondavo sudore su tutto il corpo, decisi di rinfrescarmi con i fazzolettini imbevuti d'acqua e di levarmi la magliatta, tanto al momento non vedevo gente attorno, decisi azzardando, di levarmi anche gli shorts appiccicosi e sudaticci, restando solo con addosso l'intimo.
Se fosse passato qualcuno, coprendomi le sporgenze delle palle e del pisello, che si intravedevano nel perizomino striminzito, avrei potuto farmi passare per una ragazza o male che andasse, per una bella transessuale. Infilai nello zainetto i vestiti, e rimesso sulla spalla destra lo zainetto, continuai la mia passeggiata nel parco, ammirandone i particolari, il verde circostante, qua e la qualche panca per sedersi, l'erba verde e gli alberi che riparavano dal sole al mio passaggio. il terreno era lastricato, e l'insieme dava l'idea di un parco curato ristrutturato e ben tenuto.
Non avevo fatto che pochi altri metri, quando da una delle panche infondo a me, notai qualcosa o qualcuno seduto. Dovetti togliermi le lenti scure degli occhiali, per mettere a fuoco chi fosse quella figura che vedevo, e avanzando poco alla volta, ai miei occhi, si rivelo' un uomo. Un signore su per giu sulla cinquantina d'anni, seduto sulla panca a gambe accavallate, che si godeva il fresco sotto una grande pianta. Mi fermai, e inforcai nuovamente gli occhiali scuri. Che fare? Dovevo continuare, o girare i tacchi e allontanarmi tornando all'entrata? Speravo non ci fosse nessuno, e invece la sfortuna, mi aveva fatto incrociare qualcuno. Senza che me ne accorgessi, ero avanzata fino a lui, e ormai non potevo piu' sottrarmi, scappando avrei fatto la figura dell'idiota.
Avanzai ancora, finche' l'uomo mi noto'. Ero a pochi passi da lui e potevo bederlo meglio, aveva i capelli brizzolati, la pelle abbronzata, portava una canotta bianca e dei pantaloncini corti con scarpe leggere. Quando gli fui praticamente addosso, mi scusai con voce flebile, le parole mi uscirono a stento dalle labbra carnose, e chiesi gentilmente e in un sussurro, se potevo accomodarmi un secondo, avevo fatto tanta strada dall'entrata, e avevo bisogno di rinfrescarmi un'attimo. Stranamente l'uomo con un bel sorriso e una voce molto giovanile mi disse - "Prego prego, accomodati pure... fa caldo oggi eh?" - "Molto..." risposi asciugandomi il sudore sulle braccia con i soliti fazzolettini imbevuti d'acqua profumata. Ben presto, scoprii che l'uomo non era scontroso e parlava volentieri, era li per fare Jogging mi disse, ma data l'eta' e il caldo, aveva deciso di non proseguire e prender fiato.
Mi fece i complimenti per la mia avvenenza, lo ringraziai, tenendogli gli occhi addosso da sotto le lenti degli occhiali da sole che indossavo. Ci presentammo, e l'uomo volle sapere che ci facessi a quell'ora e tutta sola nel parco. Risposi che facevo una passeggiata ma che anche a me il caldo aveva fatto un po desistere dal proseguire. "Se vuoi puoi tenermi compagnia, mi farebbe molto piacere" avanzo' l'uomo. Decisi di restare, tanto la mia passeggiata poteva attendere, e in piu' il caldo che avanzava, non mi avrebbe dato respiro, mentre sotto a quell'albero, si stava freschi ed ero in ottima compagnia. Avevo le palle quasi fuori dal perizomino che le conteneva a stento, decisi di accavallare le gambe, per nascondere l'erezione che stavo avendo.
Fu a quel punto che l'uomo mi disse di non nasconderlo... Certe cose non vanno nascoste ma messe in luce perche' si possano apprezzare, disse lasciandomi stupita. Mi guardai attorno, e risposi che non volevo passae altra gente indiscreta, ma l'uomo mi assicuro' che era li da un paio d'ore, e che non era ancora passato nessuno oltre me naturalmente. Presi coraggio, e distesi le gambe, mostrando all'uomo il mio cazzo duro sotto il perizomino che lo teneva dentro a stento, fu lui ad aiutarmi a liberarlo, allungando una mano, ed estraendomelo del tutto. Ecco disse, cosi' va meglio. Il contatto della sua mano sul mio cazzo duro, mi eccito' ulteriormente, e uno schizzo di liquido usci' a fotanella. L'uomo sorrise e disse - "Se vuoi ti aiuto a venire..." Gli sorrisi maliziosamente e risposi, che accetavo, solo se potevo ricambiare il favore per cortesia.
L'uomo accetto' si abbasso' i calzoni corti e notai che era senza mutande, e in piu' aveva un bel cazzo piu lungo e duro del mio, che presi con piacere nella mia manina dalle unghie smaltate, e iniziammo a masturbarci piano piano gemendo e godendo all'ombra della pianta seduti sulla panca. Era tutto troppo bello, e a quel punto, tentai di avvicinare le mie labbra alle sue, l'uomo non solo non mi respinse, ma lascio' il mio cazzo per stringermi a se abbracciandomi con improvvisa passione e baciandomi con la lingua. Quanta foga, quanta passionalita', mi aveva davvero sorpresa. Mi staccai dalla sua bocca e dalle sue braccia con fatica, tanto mi stringeva a se.
Mi alzai in piedi, e cercai di sedermi sul suo bel cazzo duro dandogli la faccia. mi scostai i lunghi capelli da un lato, allargai le gambe, e mi appostai proprio sopra di lui, sedendomi lentamente poco alla volta mentre lui, teneva dritta la sua asta con una mano. Non pensai nemmeno un istante a chiedergli se preferisse usare un preservativo, del resto lui nemmeno me lo aveva chiesto, quindi continuai ad abbassarmi su di lui, fino a quando, la sua turgida cappella, si fece strada tra le mie natiche sudate scivolando dentro senza problemi. Chiusi per un'istante gli occhioni da cerbiatta, e sospirai forte, mentre il suo bel cazzo scivolava tutto dentro di me affondando fino alle sue palle.
gli misi le braccia attorno al collo incociate e aiutato da lui, iniziai a fare su e giu saltellando sul suo bel cazzo mentre lo baciai nuovamente. Quella passeggiata mattutina, si stava rivelando un'occasione d'oro per me, e volevo godermela fino infondo. Scopata alla luce del sole, all'aperto, in un parco dove poteva passare chi unque e in qualunque momento, su quella panca in bella vista. Godevo come la vaccona che ero, e anche l'uomo non era da meno, maiale bello porco maschio maturo, mi stava aprendo il culo in due. Aaaah l'amore... che cosa meravigliosa... Erano bastate poche parole, per farsi sfondare da quel bel signore di cui conoscevo a malapena eta' e nome. Viv l'amour... dio benedica il cazzo e chi lo porta.
Continuammo il nostro rapporto indisturbati, non so per quanto tempo su quella panca, l'uomo si stava dimostrando un vero toro da monta, non sborrava ancora, dopo quasi mezz'ora di scopata. E io ero gia venuta a fontana non so quante volte ormai. Pensai di chiamare mia madre, era mia abitudine condividere con lei, ogni mio momento di piacere, tolsi le braccia dal collo dell'uomo, e senza perdere il ritmo della scopata, allungai il braccio nel mio zainetto, prendendo il cellulare, trovai il numero di mia madre in rubrica, e composi il suo numero all'istante. Speravo di trovarla a casa a quell'ora, ero eccitatissima, l'uomo capite le mie intenzioni, mi diede corda dicendo che avrebbe parlato piu' che volentieri con mia mamma.
Dopo almeno dieci squilli, mia madre non rispondeva, dove poteva essere finita a quell'ora mi dissi? avevo bisogno di lei, e lei non si trovava. Ritentai almeno altre due volte, senza ottenere risultati, e lasciai perdre. Peccato davvero. Facendo il gesto di riporre il telefonino nello zainetto, mi scostai i capelli dal viso, e vidi una cosa che mi fece sobbalzare. A poca distanza di qualche metro da noi, vi erano tre figure alte nere come il carbone, magre che ci stavano osservando con molto interesse. Si trattava di tre neri, forse senegalesi o africani, erano neri come il carbone, uno con i capelli rasta lunghi stile Bob Marley, gli altri due con i capelli corti.
Dopo il primo momento di sorpresa, dissi all'uomo che avevamo compagnia, o meglio, avevamo pubblico. L'uomo a sua volta vide i tre ragazzotti neri che ci osservavano fermi in piedi, e disse che a lui non davano affatto fastidio, anzi, se volevo disse l'uomo, potevo farli avvicinare. Ci pensai un'istante, e feci alla fine con il braccio e la manina, il gesto ai tre neri di avvicinarsi a noi. I tre ragazzi non se lo fecero certo ripetere, e avanzarono dritti fino alla nostra panca. Ci salutarono un po imbarazzati, mentre noi continuavamo a scopare senza sosta.
Allungai un braccio e tastai il cazzo di uno dei tre dentro i pantaloni, inutile dire lo aveva gia' bello duro e pronto all'uso, quindi con un gesto della manina, invitai i tre ragazzotti timidi, a farsi sotto, c'era posto anche per loro senza problemi. I tre si slacciarono simultaneamente i pantaloni, estraendo delle sberle di cazzi che conoscevo ormai bene, ne avevo gia' presi di simili da altri ragazzi di colore, con le mani afferrai i primi due vicini, e imboccai il terzo, mentre continuavo a cavalcare il cazzo dell'uomo sulla panca. Ero impegnata in tutti i fronti, alla luce del mattino in un parco mi lasciavo sfondare il culo e la bocca masturbando dei neri con le manine.
Ben presto i tre neri persero la timidezza iniziale, prendendo loro l'iniziativa, senza nemmeno attendere che l'uomo si svuotasse le palle dentro di me, cosa che avrebbe sicuramente fatto di li a poco, i tre ragazzotti neri, mi presero per le braccia e mi sollevarono di peso dal cazzo dell'uomo, che mi lascio' andare senza batter ciglio nelle loro mani. Mi portarono dietro alla panca a ridosso dell'albero che ci copriva, dove una distesa di erba verde si estendeva per qualche metro, e li, nello spiazzo verde, mi fecero mettere a pecorina, uno dei tre, si tolse del tutto i pantaloni, ma non la maglietta, mi sali' in groppa sulla schiena, e senza troppi complimenti, mi inculo' infilando il suo bel cazzo nero e grosso, nel culo gia' spanato e aperto dall'uomo poco prima.
Non opposi resistenza, avevo perso il perizomino ed ero nuda per meta', con addosso solo il corpetto e le scarpe. I lunghi capelli mi ricoprirono il visetto da bimba, cosi' un'altro' me li prese in pugno, alzandomeli, e infilando dentro le mie belle labbra gonfie e carnose, il suo palo nero da succhiare. Mentre il terzo faceva momentaneamente da spettatore insieme all'uomo ancora sulla panca seduto. Mentre quello sulla mia schiena, mi stantuffava dentro fuori su e giu, facendomi impazzire di piacere, quello davanti non era da meno facendomi letteralmente soffocare con il suo bel cazzo in gola, tenendomi i capelli sollevati per vedermi bene in faccia mentre godevo. Nel frattempo, una vibrazione, accompagnata dal tipico cicalino del cellulare, avviso' i presenti, che il mio telefonino stava ricevendo una chiamata, immaginai subito fosse mia madre, che aveva visto la mia chiamata di poco prima, e mi avesse ricontattata. Non potevo muovermi, e lo zainetto era sulla panca accanto all'uomo di poco prima.
Per edicazione e rispetto della privacy, ne l'uomo, ne nessuno dei tre neri, ando' a rispondere lasciando che il cellulare suonasse per qualche minuto, poi si fermo'. Avessi risposto, credo che mia madre ne avrebbe sentite delle belle questa volta. Fui montata a turno da tutti e tre i ragazzi di colore, che si erano dati il cambio aprendomi il culo e facendomi morire dal piacere per un bel lasso di tempo. Il cazzo dei beri e una cosa assurda da tenere dentro, fa male per la sua grossezza e larghezza, ma da anche tanto piacere. Ero gia' stata scopata da altri ragazzotti di colore in passato, e sapevo bene cosa si prova a farsi aprire da quei bei cazzi color d'ebano.
Fui scopata come una cagna in calore per almeno una mezzoretta da quei tre ragazzotti a turno, che finirono col riempirmi di sperma bianco e appiccicoso, sia dentro che fuori. Mi aiutarono ad alzarmi e mi riaccompagnarono a fatica alla panca, dove vi era ancora l'uomo maturo, ormai con i pantaloncini nuovamente addosso. Ringraziarono e se ne andarono proseguendo la loro passeggiata all'interno del parco, proprio dove erano diretti in precedenza. Io invece, ero ridotta in uno stato indecente, sudata come avessi fatto ore in palestra, piena di liquido bianco che mi colava da ogni lato, capelli arruffati e impiastricciati, il mento colante di sperma, e il culo ormai ridotto ad una voragine larga e colante di liquido.
Le gambe non mi reggevano, ed ero tutta un fremito e un tremore. Molto gentilmente, l'uomo si offri' di aiutarmi a rimettermi in sesto, ripulendomi con i fazzolettini imbevuti d'acqua profumata, legandomi i capelli a coda, rivestendomi, e riacquistando almeno in parte, un aspetto decoroso. Certo che era stata una mattinata davvero speciale quella, controllai il cellulare, vidi la chiamata persa di mamma come avevo immaginato. A lei avrei pensato piu tardi, ora visto si era fatto tardi, e il mio fisico era completamente tramortito dai dolori e dal bruciore, cercai di zoppicare come potevo, tornando a casa senza dare troppo nell'occhio. Per mia fortuna, la poca gente rimasta in citta', mi evito' brutte figure, anche cosi' non potei comunque evitare qualche sguardo non proprio piacevole di una gruppetto di signore sul Tram che presi per rincasare. per contatti e corrispondenza chrisbabyface@libero.it
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