Gli operai extracomunitari
di
Chris Rondinelli
genere
trans
Non oso immaginare fossi nata donna invece che avere di donna solo l'aspetto estetico, cosa avrei combinato. Forse adesso averei un sacco di figli illegittimi sparsi qui e li, fatti da chissa' quanti uomini. Sicuramente, il mio bel culetto ha visto entrare dentro di se molti cazzi di ogni misura colore e dimensione. Facendo il pieno di sperma ogni santa volta, e facendo due conti, ammettendo di prendere la pillola che dicono ingrassi molto, e quindi l'avrei esclusa a priori, mi sarei fatta ingravidare parecchio immagino. Quindi e una fortuna che sia nata cosi', e che di gravidanze, possa parlare solo in fatti puramente ipotetici e fantasiosi.
Ero ancora nel mio vecchio appartamento quando mi annunciarono tramite un comunicato dell'amministratore condominiale, che avrebbero ristrutturato le facciate del palazzo e le balconate. Era una palazzina vecchia la mia, e soggetta a vari lavori annuali. L'appalto fu affidato a d una ditta con molti operai extracomunitari, e dopo aver ricoperto di rete verde e impalcature di rito le facciate del palazzo, mi trovai quotidianamente, questi ragazzotti stranieri di colore, a camminarmi su e giu' dai balconi passando spesso davanti alle finestre di casa mia.
Spesso la mattina cercavo di attirare la loro attenzione, ma non sempre riuscendoci, mi mettevo in intimo, ben truccata e cercavo di masturbarmi, o infilarmi degli oggettini tra le natiche, simulando una scopata. Aprivo le tendine delle porte finestre dei Balconi dove questi ragazzotti mulatti transitavano, e mi facevo ammirare mentre mi davo piacere. I primi giorni non ebbi molto successo, dato che transitavano dalle mie parti solo per trasportare materiale e poi sparivano subito. Fu quando dal basso, iniziarono dopo qualche giorno, a fare i lavori sul mio piano, che ebbi piu' fortuna di farmi ammirare da loro.
In pochi giorni, ero diventata una vera attrazione per gli operai che transitavano ai miei piani, e cercavo di stuzzicarli con siparietti sexy ogni volta lasciando intendere che se volevano, potevano osare entrare in casa mia. Un pomeriggio, feci il gesto di aprire una delle finestre della casa, quella del bagno precisamente, e salutai i ragazzotti che stavano calcificando il sottobalconi, lasciai la finestra aperta per invitarli ad entrare, ma purtroppo per me, nessuno lo fece, limitandosi ad ammirarmi e a farmi i complimenti in un italiano non proprio brillante.
Una mattina ebbi la classica occasione che tanto attendevo, mi ritrovai di fatto, uno di quei ragazzotti a lavorare su una scala proprio sul balcone della mia camera da letto. Un'occasione cosi' ovviamente non potevo certo lasciarmela scappare, mi feci subito notare dal ragazzo, che mi sorrise, mentre lo salutai con la mia manina dalle unghie ben smaltate di rosso, e con il mio bel completino intimo addosso, cercai di stuzzicarlo meglio che potei. Quando gli mostrai il mio bel sederino voltandomi, e osando aprire la porta finestra, il ragazzo scese dalla scala, con la sua tuta sporca di gesso, e le mani sporche mi si avvicinò, sussurrandomi un 'Ciao' in un italiano primitivo, classico di chi non conosce la nostra lingua. gli ricambiai il saluto, e gli chiesi gentilmente se poteva aiutarmi, ma il ragazzo ovviamente non capi' al volo ciò che chiedevo. Mi feci dunque capire in un altro modo,con il linguaggio universale del corpo, che di solito non ha bisogno di traduzioni.
Mi voltai mostrandogli le mie belle chiappe nude coperte solo dal filo di licra tra le natiche del perizomino nero che indossavo. Il ragazzo che stupido non era, mosse la sua manona sporca di calce essiccato, poggiandola sulle mie chiappe, mentre io già eccitata, mi strusciavo contro di lui come una gatta in calore. Cercai di trascinarlo dentro casa mia, ma il ragazzo fece resistenza, cercando di spiegarmi come poteva nel suo italiano stentato, che doveva lavorare e non poteva assentarsi, ma se gli lasciavo il numero di cellulare, potevamo magari vederci quando staccava nel pomeriggio inoltrato. Ci scambiammo cosi' i numeri di cellulare, e lasciai che il ragazzo tornasse sulla scala a fare il suo lavoro, io chiusi la porta finestra tirando la tenda, e tornai alle mie faccende di casa, attendendo con il cuore in gola l'orario per poter vedere il mulatto.
Arrivò l'ora di pranzo, ma sinceramente avevo ben poco appetito, accesi la televisione per distrarmi, e mangiai solo un panino veloce seduta sul divano, distratta con il pensiero al grosso cazzo del mulatto che mi attendeva quel pomeriggio. Saranno passati forse cinque minuti da quando mi ero seduta davanti la televisione ad assistere ai soliti telegiornali imbottiti di cretinate e baggianaggine, che udii un lieve bussare ad un vetro, il bussare non si ripetè all'istante, quindi credetti venisse da altre parti. Quando però il bussare piu' deciso si fece risentire, capii che il suono proveniva da una delle mie finestre. Mi alzai di scatto, correndo a verificare da quale finestra venisse il bussare ora continuo.
Con il completo intimo addosso e null'altro, (non mi ero affatto coperta, ne vestita quella mattina) entrai in camera da letto, e vidi una figura che bussava insistentemente alla mia porta finestraal, ovviamente non lo riconobbi subito. Ma avvicinandomi e aprendo le tendine, riconobbi all'istante il ragazzo di qualche ora prima. Quello che attendevo nel pomeriggio, era li sul mio balcone che bussava per attirare la mia attenzione. Gli aprii immediatamente, e lo feci entrare in camera, lasciando la porta finestra spalancata senza richiuderla. Il ragazzo in poche ma chiare parole, mi spiegò che aveva aprofittato della pausa pranzo per farmi visita, e io non volevo fargli perdere nemmeno un minuto, anche se speravo in un incontro piu lungo, invece che una sveltina di pochi istanti.
Ad ogni modo ero piu che eccitata ad averlo li con me. Gli estrassi senza perder tempo il cazzo già bello duro dalla tuta, me lo portai alla bocca e lo imboccai seduta sulla sponda del lettone matrimoniale, mentre lui in piedi mi accarezzava i lunghi capelli con la sua mano ora pulita dalla calce di poco prima. Forse per l'eccitazione, il ragazzo mi scaricò in gola dopo qualche succhiata, un fiotto di sperma caldo e gustoso, che ingoiai senza pensarci troppo, leccandomi pure le labbra.
Fortunatamente il ragazzo non concluse li la cosa, dopo avermi riempita la bocca di sperma, volle farmi sdraiare sul lettone a pecorina, con le gambe larghe lo accontentai, presi dalla testiera del letto uno dei tanti preservativi che tenevo senza mai usarli, e anche stavolta come accadeva sempre, non lo usai. Il ragazzo si rifiutò di metterselo, e mi disse che aveva fretta. Meglio cosi', ero ben consapevole dei rischi che si corre facendo sesso occasionale non protetto, ma se vogliamo dirla tutta, me ne sono sempre fregata delle malattie veneree o delle possibili conseguenze di quei gesti che facevo senza pensarci. Mi interessava solo sentirmelo bene dentro senza altri ostacoli di mezzo. Ero splendida, truccata il giusto,con il mio bel completino in calze a rete nere autoreggenti, perizomino nero e reggiseno a coppe dure imbottite.
Ai piedi avevo degli zoccoli a zeppa alta, unghie di piedi e mani smaltate di rosso, i lunghi capelli sciolti sulla schiena. Dunque mi misi in posizione come il ragazzo voleva mi mettessi, mentre lui salendo sul lettone insieme a me mi monto' come una cagna, salendo sulla mia schiena, e puntando il cazzo duro tra le mie natiche ben allargate. Voltando la testa, notai alla porta finestra aperta, qualcuno che prima non avevo notato. C'erano altri tre ragazzotti neri, credo fossero suoi colleghi di lavoro, che in rigoroso silenzio guardavano la scena.
Per nulla spaventata dal loro improvviso arrivo, gli feci con la manina cenno di avvicinarsi, anche il loro amico sopra di me' li noto', si scambiarono qualche battuta ovviamente nella loro lingua, e subito dopo anche loro si decisero ad entrare in camera da letto con il loro compagno gia' pronto per incularmi. La cosa si stava facendo assai interessante, adesso avevo quattro bei maschi mulatti con cui potermi sfogare e non era poco, anche se sapevo avevano pochi minuti che gli restavano prima di farli tornare al loro posto di lavoro. Speravo almeno in una Gangbang da urlo. I tre nuovi arrivati non persero tempo, estrassero subito i loro bei cazzi duri da farmi succhiare, che presi avidamente in bocca due alla volta, mentre da dietro, il primo di loro finalmente mi scostò da un lato il filo di licra del perizoma che avevo tra le natiche, e tenendo dritto il suo cazzo, lo fece scivolare affondandolo dentro di me.
La sua bella e turgida cappella ha varcato il mio buchetto in un risucchio, il mio culo lo attendeva con impazienza e se lo prese tutto dentro. Ho chiuso gli occhi, e mi son lasciata andare al piacere, intanto che quello affondava del tutto il suo cazzo dentro di me. I tre davanti nel frattempo, mi tenevano occupata la bocca cercando di attutire i miei gemiti di piacere che si fecero sempre piu acuti. quello dietro mi stava stantuffando con forza, facendomi gemere sospirare e urlare con la bocca piena dei cazzi dei suoi amici che mi presero pure per i capelli facendomi muovere la testa a ritmo loro. Trattata come una Troia mi piaceva da morire, me la godevo piu che potevo, assaporandomi ogni secondo di quella bellissima Gangbang improvvisata.
Fu in quel momento che mi venne in mente una frase che mia Mamma mi ripeteva spesso nei momenti in cui mi lanciava le sue battutine ironiche quando era di buon umore: 'Fossi nata Femmina, non oso immaginare quali altri problemi mi avresti dato...' beh Mamma aveva proprio ragione, già cosi' ero una Troia da far schifo, se fossi nata femmina cosa avrei potuto combinare? proprio Mamma mi venne in mente, e data l'ora, potevo sicuramente trovarla a pranzo senza problemi. Provai ad allungare un braccio per prendere il telefono Cordless che era sulla testiera del lettone,ma non ci riuscii, ero immezzo al letto matrimoniale, ingroppata da quello sopra me, e davanti a turno avevo i tre amigos, che mi obbligavano a succhiargli i cazzi.
Ritentai, dandomi uno slancio con il bacino, e stavolta riuscii a prendere il Cordless con una manata veloce, e trascinarmelo accanto. Era una scena già vista molte volte, non era infatti la prima volta che mi trovavo in situazioni simili, e avevo contattato mamma per farle la cronaca via telefono, di come qualcuno mi stava scopando. Speravo anche stavolta di poter condividere quel bellissimo momento insieme alla persona che mi aveva messa al mondo, e contavo di trovarla in casa. A fatica, sono riuscita a comporre il suo numero, quello sopra di me, mi affondava il cazzo da paura, e morivo dal piacere, in bocca ero obbligata a prendere gli altri e chi si muoveva da quel paradiso a cui mi stavano obbligando a restare?
Ci fu un cambio fortunatamente, e mentre quello sopra la mia schiena, toglieva il suo cazzo dal mio culo osmai bello aperto, potei comporre il numero di mamma mettere il vivavoce giusto in tempo, prima che gli altri tre iniziassero i loro turni di rompermi nuovamente le chiappe. Non appena mamma rispose, stranamente capi' la situazione in cui mi trovavo, era sveglia mia madre mica scema, le bastava sentirmi sospirare o gemere, e gia' sapeva che porcate stavo combinando. Feci in tempo a dirle un sospirato 'Ciao Cara', prima che uno dei nuovi arrivati, mi infilasse il suo cazzo dentro con un colpo secco facendomi gemere di piacere ad alta voce. Quella volta credo di aver trovato mamma nella sua tipica giornata buona, come ho già raccontato, lei ha sempre avuto questi due stati d'animo, se le girava bene, era disposta a scherzare e accettare quasi tutto, se era in giornata storta, era meglio non sentirla proprio.
Fortunatamente quella mattina, devo averla trovata in giornata ottima, perchè non ricordo di averla sentita mai cosi' allegra al telefono. Al mio gemito di piacere, mamma ha prontamente risposto con testuali parole, che trascrissi proprio per evitare di dimenticarle: "Anche oggi a fare la porca con qualche uomo?" al mio secondo tentativo di parlarle, feci in tempo a sussurrarle, che stavo facendo conoscenza gon dei ragazzi mulatti, che stavano riparando i balconi del palazzo. Mamma ha controbattuto mentre continuavo a goderle al telefono, ansimando e sospirando: "Tesoro mio, lascia in pace gli operai non metterti nei guai fa la brava" cercai di raccontarle che erano bravi ragazzi e che avevano solo bisogno di distrarsi un po, e io ero la loro distrazione momentanea. Infondo che male c'era le sospirai gemendo sempre piu dai colpi di cazzo affondati nel mio culo da quello sopra di me.
Tentai di descrivere a mamma quello che mi stavano facendo i quattro ragazzotti. Non fu facile, ma in un certo senso ci sono riuscita, mentre mamma sembrava interessata e continuava a fare le sue battutine: " Stai attenta a non farti fare del male hai capito?" e avevo capito si, e come gi spiegavo adesso che due di loro dietro di me, stavano tentando di farmi fare una doppia penetrazione nel culo? due dei quattro ragazzi si erano messi in fila sopra di me sulla mia schiena, sempre in posizione pecorina, e stavano provando ad infilarmi due cazzi dentro al culo. Descrissi quasi urlando dal piacere, il modo in cui i due mi stavano penetrando insieme nel culo, montandomi come una cagna.
Non avevo ancora mai provato una doppia penetrazione prima d'ora, e quelli mi presero alla sprovvista cosi' senza nemmeno poter protestare, mi avevano vista molte volte alla finestra, infilarmi dentro oggetti e dovranno aver pensato che avessi il culo rotto e bello largo, ma non era proprio cosi'. Ho sempre avuto un culo particolare io, nonostante le misure che ho preso dentro, la mia pelle elastica e giovane, si e sempre riformata al livello originale dopo un paio di giorni al massimo. E di cazzi grossi ne avevo gia' presi dentro, ma mai prima di allora due insieme.
In se fu un'esperienza di breve durata, ma che mi fece poi nel tempo riprovare quella pratica piu' di una volta. Tornata in me, assorta nei miei pensieri, non mi ero nemmeno accorta che avevo i due cazzi dentro e che me li stavano spingendo oltre il limite, tornai con la testa sulle spalle, godendo e gemendo tra dolore e piacere, le braccia mi tremavano, ero da troppo tempo in posizione pecorina, e ingroppa ora ne avevo due invece che uno, sulla schiena a stantuffarmeli bene dentro muovendosi anche abbastanza bene senza far confusione. La doppia penetrazione, deve essere fatta da due che son capaci di muoversi in simbiosi o non ci si riesce.
A quanto pareva, i due che avevo sulla schiena, erano due che sapevano affiatarsi e muoversi sincronizzati. Avevo i capelli sul viso, e quelli davanti a me, che mi tenevano i cazzi in bocca, mi fecero la coda e con il pugno mi tirarono su i lunghi capelli, tenendomeli sollevati e continuando a scoparmi la gola. Ero presa sia davanti che dietro dai quattro operai extracomunitari, stavano facendo alla fine cio' che volevo io no? perche' avrei dovuto lamentarmi alla fine mi son detta, li avevo stuzzicati per giorni, e ora erano li a darmi i loro tanto sospirati cazzi.
Puttana fino alla fine e senza vergogna, ho cercato di dare il meglio di me, e ho provato con le ultime forze che avevo, di soddisfareli per farli sborrare alla svelta. Mamma non la sentivo piu' al telefono, che era stato abbandonato li sul letto, mentre gemiti di piacere e parole in lingua forse araba o comunque a me sconoscita, uscivano dalle bocche degli uomini di colore che avevo addosso. Sembrava si scambiassero pareri o consigli su come scoparmi meglio, gemevano di piacere poi tiravano qualche parola l'uno all'altro.
L'orario di fine pausa pranzo stava per terminare, e i quattro bravi operai a breve dovevano rientrare ai loro posti, cercarono quindi di darsi da fare meglio che potevano velocizzando il tutto. Fui soffocata in bocca da un fiotto di sborra calda densa e copiosa, che cercai di ingoiare senza perderne neanche una goccia, facendone uscire giusto qualche rivolo dal mento, anche in culo venni lavata a dovere dai due cazzi che avevo ancora dentro, i due che mi montavano in culo insieme, si svuotarono le palle riempiendomi e sporcandomi il letto, allagandomi le viscere in pochi istanti. Non sentivo piu invece mamma parlare, quindi immaginai avesse riattaccato la telefonata.
I quattro dopo essersi svuotati bene le palle dentro di me, mi mollarono del tutto, li sul letto, fuori i due cazzi in bocca, e fuori anche i due nel culo, si son ricomposti, saltando fuori dal balcone, correndo sui legni delle impalcature per rientrare ai loro posti. Rimasi li piena di sborra che mi usciva dal culo largo e slabbrato come una scema, senza forze e soddisfatta ma dolorante da ogni lato. Crollai sul letto, non avevo la forza nemmeno per andarmi a ripulire, o chiudere le finestre della camera che rimasero aperte.
Solo allora, mamma parlò nuovamente: "Pronto? pronto...." la telefonata non era stata interrotta come credevo, presi in mano a fatica il Cordless e con quel poco di forze rimastomi in corpo, e con il fiato corto, ansimando dalla fatica, cercai di raccontarle gli ultimi attimi di quella meravigliosa scopata appena conclusa. Non avevo parole per descriverle ciò che mi era appena accaduto, mamma ascolto' senza interrompermi, e appena feci una pausa, mi disse che se continuavo a fare certe porcate, prima o poi mi sarei rovinata la salute, ma si sbagliava, l'amore non rovina la salute anzi, la allunga le spiegai. L'amore non era sesso cara mamma, l'amore che provavo per gli uomini, era qualcosa che lei non riusciva proprio a comprendere. Mamma dovette ammettere che era come dicevo io.
Lei era anziana, e certe cose non riusciva a capirle mi disse, era cresciuta con un'educazione diversa, e l'amore era una cosa intima, non da sbandierare come facevo io a quel modo. Avevamo idee e punti di vista opposti e vero, ma io tentavo sempre di avvicinarla al mio modo di vedere le cose, cercavo a volte riuscendoci, altre meno, di portarla in un mondo di amore moderno, diverso e piu' eccitante del suo. per contati chrisbabyface@libero.it le mie foto le trovate invece sul sito di A69 https://www.annunci69.it/user/ChrisbabyfaceMi
Ero ancora nel mio vecchio appartamento quando mi annunciarono tramite un comunicato dell'amministratore condominiale, che avrebbero ristrutturato le facciate del palazzo e le balconate. Era una palazzina vecchia la mia, e soggetta a vari lavori annuali. L'appalto fu affidato a d una ditta con molti operai extracomunitari, e dopo aver ricoperto di rete verde e impalcature di rito le facciate del palazzo, mi trovai quotidianamente, questi ragazzotti stranieri di colore, a camminarmi su e giu' dai balconi passando spesso davanti alle finestre di casa mia.
Spesso la mattina cercavo di attirare la loro attenzione, ma non sempre riuscendoci, mi mettevo in intimo, ben truccata e cercavo di masturbarmi, o infilarmi degli oggettini tra le natiche, simulando una scopata. Aprivo le tendine delle porte finestre dei Balconi dove questi ragazzotti mulatti transitavano, e mi facevo ammirare mentre mi davo piacere. I primi giorni non ebbi molto successo, dato che transitavano dalle mie parti solo per trasportare materiale e poi sparivano subito. Fu quando dal basso, iniziarono dopo qualche giorno, a fare i lavori sul mio piano, che ebbi piu' fortuna di farmi ammirare da loro.
In pochi giorni, ero diventata una vera attrazione per gli operai che transitavano ai miei piani, e cercavo di stuzzicarli con siparietti sexy ogni volta lasciando intendere che se volevano, potevano osare entrare in casa mia. Un pomeriggio, feci il gesto di aprire una delle finestre della casa, quella del bagno precisamente, e salutai i ragazzotti che stavano calcificando il sottobalconi, lasciai la finestra aperta per invitarli ad entrare, ma purtroppo per me, nessuno lo fece, limitandosi ad ammirarmi e a farmi i complimenti in un italiano non proprio brillante.
Una mattina ebbi la classica occasione che tanto attendevo, mi ritrovai di fatto, uno di quei ragazzotti a lavorare su una scala proprio sul balcone della mia camera da letto. Un'occasione cosi' ovviamente non potevo certo lasciarmela scappare, mi feci subito notare dal ragazzo, che mi sorrise, mentre lo salutai con la mia manina dalle unghie ben smaltate di rosso, e con il mio bel completino intimo addosso, cercai di stuzzicarlo meglio che potei. Quando gli mostrai il mio bel sederino voltandomi, e osando aprire la porta finestra, il ragazzo scese dalla scala, con la sua tuta sporca di gesso, e le mani sporche mi si avvicinò, sussurrandomi un 'Ciao' in un italiano primitivo, classico di chi non conosce la nostra lingua. gli ricambiai il saluto, e gli chiesi gentilmente se poteva aiutarmi, ma il ragazzo ovviamente non capi' al volo ciò che chiedevo. Mi feci dunque capire in un altro modo,con il linguaggio universale del corpo, che di solito non ha bisogno di traduzioni.
Mi voltai mostrandogli le mie belle chiappe nude coperte solo dal filo di licra tra le natiche del perizomino nero che indossavo. Il ragazzo che stupido non era, mosse la sua manona sporca di calce essiccato, poggiandola sulle mie chiappe, mentre io già eccitata, mi strusciavo contro di lui come una gatta in calore. Cercai di trascinarlo dentro casa mia, ma il ragazzo fece resistenza, cercando di spiegarmi come poteva nel suo italiano stentato, che doveva lavorare e non poteva assentarsi, ma se gli lasciavo il numero di cellulare, potevamo magari vederci quando staccava nel pomeriggio inoltrato. Ci scambiammo cosi' i numeri di cellulare, e lasciai che il ragazzo tornasse sulla scala a fare il suo lavoro, io chiusi la porta finestra tirando la tenda, e tornai alle mie faccende di casa, attendendo con il cuore in gola l'orario per poter vedere il mulatto.
Arrivò l'ora di pranzo, ma sinceramente avevo ben poco appetito, accesi la televisione per distrarmi, e mangiai solo un panino veloce seduta sul divano, distratta con il pensiero al grosso cazzo del mulatto che mi attendeva quel pomeriggio. Saranno passati forse cinque minuti da quando mi ero seduta davanti la televisione ad assistere ai soliti telegiornali imbottiti di cretinate e baggianaggine, che udii un lieve bussare ad un vetro, il bussare non si ripetè all'istante, quindi credetti venisse da altre parti. Quando però il bussare piu' deciso si fece risentire, capii che il suono proveniva da una delle mie finestre. Mi alzai di scatto, correndo a verificare da quale finestra venisse il bussare ora continuo.
Con il completo intimo addosso e null'altro, (non mi ero affatto coperta, ne vestita quella mattina) entrai in camera da letto, e vidi una figura che bussava insistentemente alla mia porta finestraal, ovviamente non lo riconobbi subito. Ma avvicinandomi e aprendo le tendine, riconobbi all'istante il ragazzo di qualche ora prima. Quello che attendevo nel pomeriggio, era li sul mio balcone che bussava per attirare la mia attenzione. Gli aprii immediatamente, e lo feci entrare in camera, lasciando la porta finestra spalancata senza richiuderla. Il ragazzo in poche ma chiare parole, mi spiegò che aveva aprofittato della pausa pranzo per farmi visita, e io non volevo fargli perdere nemmeno un minuto, anche se speravo in un incontro piu lungo, invece che una sveltina di pochi istanti.
Ad ogni modo ero piu che eccitata ad averlo li con me. Gli estrassi senza perder tempo il cazzo già bello duro dalla tuta, me lo portai alla bocca e lo imboccai seduta sulla sponda del lettone matrimoniale, mentre lui in piedi mi accarezzava i lunghi capelli con la sua mano ora pulita dalla calce di poco prima. Forse per l'eccitazione, il ragazzo mi scaricò in gola dopo qualche succhiata, un fiotto di sperma caldo e gustoso, che ingoiai senza pensarci troppo, leccandomi pure le labbra.
Fortunatamente il ragazzo non concluse li la cosa, dopo avermi riempita la bocca di sperma, volle farmi sdraiare sul lettone a pecorina, con le gambe larghe lo accontentai, presi dalla testiera del letto uno dei tanti preservativi che tenevo senza mai usarli, e anche stavolta come accadeva sempre, non lo usai. Il ragazzo si rifiutò di metterselo, e mi disse che aveva fretta. Meglio cosi', ero ben consapevole dei rischi che si corre facendo sesso occasionale non protetto, ma se vogliamo dirla tutta, me ne sono sempre fregata delle malattie veneree o delle possibili conseguenze di quei gesti che facevo senza pensarci. Mi interessava solo sentirmelo bene dentro senza altri ostacoli di mezzo. Ero splendida, truccata il giusto,con il mio bel completino in calze a rete nere autoreggenti, perizomino nero e reggiseno a coppe dure imbottite.
Ai piedi avevo degli zoccoli a zeppa alta, unghie di piedi e mani smaltate di rosso, i lunghi capelli sciolti sulla schiena. Dunque mi misi in posizione come il ragazzo voleva mi mettessi, mentre lui salendo sul lettone insieme a me mi monto' come una cagna, salendo sulla mia schiena, e puntando il cazzo duro tra le mie natiche ben allargate. Voltando la testa, notai alla porta finestra aperta, qualcuno che prima non avevo notato. C'erano altri tre ragazzotti neri, credo fossero suoi colleghi di lavoro, che in rigoroso silenzio guardavano la scena.
Per nulla spaventata dal loro improvviso arrivo, gli feci con la manina cenno di avvicinarsi, anche il loro amico sopra di me' li noto', si scambiarono qualche battuta ovviamente nella loro lingua, e subito dopo anche loro si decisero ad entrare in camera da letto con il loro compagno gia' pronto per incularmi. La cosa si stava facendo assai interessante, adesso avevo quattro bei maschi mulatti con cui potermi sfogare e non era poco, anche se sapevo avevano pochi minuti che gli restavano prima di farli tornare al loro posto di lavoro. Speravo almeno in una Gangbang da urlo. I tre nuovi arrivati non persero tempo, estrassero subito i loro bei cazzi duri da farmi succhiare, che presi avidamente in bocca due alla volta, mentre da dietro, il primo di loro finalmente mi scostò da un lato il filo di licra del perizoma che avevo tra le natiche, e tenendo dritto il suo cazzo, lo fece scivolare affondandolo dentro di me.
La sua bella e turgida cappella ha varcato il mio buchetto in un risucchio, il mio culo lo attendeva con impazienza e se lo prese tutto dentro. Ho chiuso gli occhi, e mi son lasciata andare al piacere, intanto che quello affondava del tutto il suo cazzo dentro di me. I tre davanti nel frattempo, mi tenevano occupata la bocca cercando di attutire i miei gemiti di piacere che si fecero sempre piu acuti. quello dietro mi stava stantuffando con forza, facendomi gemere sospirare e urlare con la bocca piena dei cazzi dei suoi amici che mi presero pure per i capelli facendomi muovere la testa a ritmo loro. Trattata come una Troia mi piaceva da morire, me la godevo piu che potevo, assaporandomi ogni secondo di quella bellissima Gangbang improvvisata.
Fu in quel momento che mi venne in mente una frase che mia Mamma mi ripeteva spesso nei momenti in cui mi lanciava le sue battutine ironiche quando era di buon umore: 'Fossi nata Femmina, non oso immaginare quali altri problemi mi avresti dato...' beh Mamma aveva proprio ragione, già cosi' ero una Troia da far schifo, se fossi nata femmina cosa avrei potuto combinare? proprio Mamma mi venne in mente, e data l'ora, potevo sicuramente trovarla a pranzo senza problemi. Provai ad allungare un braccio per prendere il telefono Cordless che era sulla testiera del lettone,ma non ci riuscii, ero immezzo al letto matrimoniale, ingroppata da quello sopra me, e davanti a turno avevo i tre amigos, che mi obbligavano a succhiargli i cazzi.
Ritentai, dandomi uno slancio con il bacino, e stavolta riuscii a prendere il Cordless con una manata veloce, e trascinarmelo accanto. Era una scena già vista molte volte, non era infatti la prima volta che mi trovavo in situazioni simili, e avevo contattato mamma per farle la cronaca via telefono, di come qualcuno mi stava scopando. Speravo anche stavolta di poter condividere quel bellissimo momento insieme alla persona che mi aveva messa al mondo, e contavo di trovarla in casa. A fatica, sono riuscita a comporre il suo numero, quello sopra di me, mi affondava il cazzo da paura, e morivo dal piacere, in bocca ero obbligata a prendere gli altri e chi si muoveva da quel paradiso a cui mi stavano obbligando a restare?
Ci fu un cambio fortunatamente, e mentre quello sopra la mia schiena, toglieva il suo cazzo dal mio culo osmai bello aperto, potei comporre il numero di mamma mettere il vivavoce giusto in tempo, prima che gli altri tre iniziassero i loro turni di rompermi nuovamente le chiappe. Non appena mamma rispose, stranamente capi' la situazione in cui mi trovavo, era sveglia mia madre mica scema, le bastava sentirmi sospirare o gemere, e gia' sapeva che porcate stavo combinando. Feci in tempo a dirle un sospirato 'Ciao Cara', prima che uno dei nuovi arrivati, mi infilasse il suo cazzo dentro con un colpo secco facendomi gemere di piacere ad alta voce. Quella volta credo di aver trovato mamma nella sua tipica giornata buona, come ho già raccontato, lei ha sempre avuto questi due stati d'animo, se le girava bene, era disposta a scherzare e accettare quasi tutto, se era in giornata storta, era meglio non sentirla proprio.
Fortunatamente quella mattina, devo averla trovata in giornata ottima, perchè non ricordo di averla sentita mai cosi' allegra al telefono. Al mio gemito di piacere, mamma ha prontamente risposto con testuali parole, che trascrissi proprio per evitare di dimenticarle: "Anche oggi a fare la porca con qualche uomo?" al mio secondo tentativo di parlarle, feci in tempo a sussurrarle, che stavo facendo conoscenza gon dei ragazzi mulatti, che stavano riparando i balconi del palazzo. Mamma ha controbattuto mentre continuavo a goderle al telefono, ansimando e sospirando: "Tesoro mio, lascia in pace gli operai non metterti nei guai fa la brava" cercai di raccontarle che erano bravi ragazzi e che avevano solo bisogno di distrarsi un po, e io ero la loro distrazione momentanea. Infondo che male c'era le sospirai gemendo sempre piu dai colpi di cazzo affondati nel mio culo da quello sopra di me.
Tentai di descrivere a mamma quello che mi stavano facendo i quattro ragazzotti. Non fu facile, ma in un certo senso ci sono riuscita, mentre mamma sembrava interessata e continuava a fare le sue battutine: " Stai attenta a non farti fare del male hai capito?" e avevo capito si, e come gi spiegavo adesso che due di loro dietro di me, stavano tentando di farmi fare una doppia penetrazione nel culo? due dei quattro ragazzi si erano messi in fila sopra di me sulla mia schiena, sempre in posizione pecorina, e stavano provando ad infilarmi due cazzi dentro al culo. Descrissi quasi urlando dal piacere, il modo in cui i due mi stavano penetrando insieme nel culo, montandomi come una cagna.
Non avevo ancora mai provato una doppia penetrazione prima d'ora, e quelli mi presero alla sprovvista cosi' senza nemmeno poter protestare, mi avevano vista molte volte alla finestra, infilarmi dentro oggetti e dovranno aver pensato che avessi il culo rotto e bello largo, ma non era proprio cosi'. Ho sempre avuto un culo particolare io, nonostante le misure che ho preso dentro, la mia pelle elastica e giovane, si e sempre riformata al livello originale dopo un paio di giorni al massimo. E di cazzi grossi ne avevo gia' presi dentro, ma mai prima di allora due insieme.
In se fu un'esperienza di breve durata, ma che mi fece poi nel tempo riprovare quella pratica piu' di una volta. Tornata in me, assorta nei miei pensieri, non mi ero nemmeno accorta che avevo i due cazzi dentro e che me li stavano spingendo oltre il limite, tornai con la testa sulle spalle, godendo e gemendo tra dolore e piacere, le braccia mi tremavano, ero da troppo tempo in posizione pecorina, e ingroppa ora ne avevo due invece che uno, sulla schiena a stantuffarmeli bene dentro muovendosi anche abbastanza bene senza far confusione. La doppia penetrazione, deve essere fatta da due che son capaci di muoversi in simbiosi o non ci si riesce.
A quanto pareva, i due che avevo sulla schiena, erano due che sapevano affiatarsi e muoversi sincronizzati. Avevo i capelli sul viso, e quelli davanti a me, che mi tenevano i cazzi in bocca, mi fecero la coda e con il pugno mi tirarono su i lunghi capelli, tenendomeli sollevati e continuando a scoparmi la gola. Ero presa sia davanti che dietro dai quattro operai extracomunitari, stavano facendo alla fine cio' che volevo io no? perche' avrei dovuto lamentarmi alla fine mi son detta, li avevo stuzzicati per giorni, e ora erano li a darmi i loro tanto sospirati cazzi.
Puttana fino alla fine e senza vergogna, ho cercato di dare il meglio di me, e ho provato con le ultime forze che avevo, di soddisfareli per farli sborrare alla svelta. Mamma non la sentivo piu' al telefono, che era stato abbandonato li sul letto, mentre gemiti di piacere e parole in lingua forse araba o comunque a me sconoscita, uscivano dalle bocche degli uomini di colore che avevo addosso. Sembrava si scambiassero pareri o consigli su come scoparmi meglio, gemevano di piacere poi tiravano qualche parola l'uno all'altro.
L'orario di fine pausa pranzo stava per terminare, e i quattro bravi operai a breve dovevano rientrare ai loro posti, cercarono quindi di darsi da fare meglio che potevano velocizzando il tutto. Fui soffocata in bocca da un fiotto di sborra calda densa e copiosa, che cercai di ingoiare senza perderne neanche una goccia, facendone uscire giusto qualche rivolo dal mento, anche in culo venni lavata a dovere dai due cazzi che avevo ancora dentro, i due che mi montavano in culo insieme, si svuotarono le palle riempiendomi e sporcandomi il letto, allagandomi le viscere in pochi istanti. Non sentivo piu invece mamma parlare, quindi immaginai avesse riattaccato la telefonata.
I quattro dopo essersi svuotati bene le palle dentro di me, mi mollarono del tutto, li sul letto, fuori i due cazzi in bocca, e fuori anche i due nel culo, si son ricomposti, saltando fuori dal balcone, correndo sui legni delle impalcature per rientrare ai loro posti. Rimasi li piena di sborra che mi usciva dal culo largo e slabbrato come una scema, senza forze e soddisfatta ma dolorante da ogni lato. Crollai sul letto, non avevo la forza nemmeno per andarmi a ripulire, o chiudere le finestre della camera che rimasero aperte.
Solo allora, mamma parlò nuovamente: "Pronto? pronto...." la telefonata non era stata interrotta come credevo, presi in mano a fatica il Cordless e con quel poco di forze rimastomi in corpo, e con il fiato corto, ansimando dalla fatica, cercai di raccontarle gli ultimi attimi di quella meravigliosa scopata appena conclusa. Non avevo parole per descriverle ciò che mi era appena accaduto, mamma ascolto' senza interrompermi, e appena feci una pausa, mi disse che se continuavo a fare certe porcate, prima o poi mi sarei rovinata la salute, ma si sbagliava, l'amore non rovina la salute anzi, la allunga le spiegai. L'amore non era sesso cara mamma, l'amore che provavo per gli uomini, era qualcosa che lei non riusciva proprio a comprendere. Mamma dovette ammettere che era come dicevo io.
Lei era anziana, e certe cose non riusciva a capirle mi disse, era cresciuta con un'educazione diversa, e l'amore era una cosa intima, non da sbandierare come facevo io a quel modo. Avevamo idee e punti di vista opposti e vero, ma io tentavo sempre di avvicinarla al mio modo di vedere le cose, cercavo a volte riuscendoci, altre meno, di portarla in un mondo di amore moderno, diverso e piu' eccitante del suo. per contati chrisbabyface@libero.it le mie foto le trovate invece sul sito di A69 https://www.annunci69.it/user/ChrisbabyfaceMi
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