La vuoi papà? 4° - Che chiavata!

di
genere
incesti

-Prenditi la mia fica papà!-

A ripensarci adesso, mi sembra davvero di essere stata alquanto sboccata e senza il dovuto rispetto per la sua autorità.

In fondo, era pur sempre mio padre nei confronti del quale, avrei comunque dovuto usare un certo decoroso contegno nell'uso delle parole.

Certo, da molti mesi oramai avevamo oltrepassato il taboo dell'incesto e, se escludiamo la penetrazione, avevamo già fatto ogni cosa e trasgredito in ogni modo in fatto di sesso.

Il suo seme era certamente entrato di prepotenza nella mia dieta ed anche se, per quantità mi alimentavo di più con certi altri cibi, dal punto di vista del mio gradimento, la sua sborra era indiscutibilmente il mio sapore preferito.

Davvero, sentivo di aver esagerato con una richiesta così esplicita e d'altra parte, cos'altro avrei potuto dire dopo mesi di frustranti rapporti orali durante i quali, la voglia di sentirmelo dentro mi tormentava il corpo e la mente.

-Papà, vuoi la mia fica? Prendila! Goditela e fammi godere!-

Così lo avevo implorato usando termini osceni che mai avrei pensato di saper dire.

Mi chiedo: Quali altre parole avrei potuto usare dopo una settimana di astinenza col mio ragazzo e dopo mesi di desiderio represso nei confronti di mio padre?

-Papà prendila, è tua!

Godi dentro il corpo di tua figlia e falla finalmente godere dando sfogo alle sue voglie inutilmente represse da quando scopa col suo ragazzo!-

Lo avevo implorato con occhi carichi di libidine immaginando già la sua verga spingere sotto le sue mutande.

Tutto si era verificato nel modo in cui era già scritto!

Tutto era scivolato liscio senza trovare alcun intoppo o inaspettato ostacolo.

Scostando il leggio, me l'ero trovato davanti con in serbo per me, l'oggetto dei miei desideri e delle mille e mille ore in cui, masturbandomi avevo atteso quel momento.

Mentre nervosamente gli abbassavo la cerniera dei jeans, lui si era affrettato a slacciarsi la cintura e nel volgere di pochi attimi, eravamo entrambi completamente nudi!

Che meraviglia quel corpo muscoloso e possente, con la verga già eretta così diversa dal "Pistolino" del mio fidanzato (Lo chiamavo così in modo vezzeggiativo e senza sottintesi dispregiativi giacché le sue misure erano perfettamente nella media),dal corpo efebico e dal sesso simile a tutti quelli che avevo già assaggiato con la sola bocca in precedenza ma così diverso da quello di mio padre!

Il mio ragazzo aveva un bel corpo, bianco e ben proporzionato in più era alto, bello e biondo cogli occhi azzurri. "Il principe azzurro che avevo sempre sognato, appunto!".

Come usava tra i ragazzi a quel tempo, era completamente depilato e liscio e questo, se in parte gli conferiva un aspetto vagamente dolce ed effemminato, dall'altro, metteva in evidenza il suo appendice che senza peli pareva più grande ed appetibile per le ragazze della mia generazione.

Peccato che io avessi già visto ed assaggiato (Ripetutamente!) quello di mio padre, scuro, spesso, lungo, venoso e ricoperto di peli neri.

In verità, dopo aver superato l'imbarazzo dei primi tempi (Il tormentoso germe dell'incesto ci aveva molestato per diversi mesi prima di sparire definitivamente inghiottito dalla nostra libidinosa passione) lo avevo convinto a radersi i peli dello scroto e tra le natiche traendone un immenso piacere quando gli succhiavo e leccavo i testicoli gustandomeli lisci e scivolosi come bilie di avorio dal contenuto misterioso o gli leccavo il buco del culo dalla morbide grinze simili a boccioli pronti a dischiudersi.

-Papà chiavami!-

Gli avevo infine gridato offrendomi a lui con le cosce oscenamente aperte.

Lui si era inginocchiato sul tappeto ed infilandomi la testa tra le cosce, aveva cominciato a leccarmi la fica già madida di umori.

Mi aveva leccata a lungo strappandomi gemiti di piacere e ripetuti orgasmi ai quali il mio corpo rispondeva con tremori e rilascio di copiosi fluidi vaginali.

Quando poi, me lo aveva messo in bocca per farselo lubrificare ed indurire oltre il possibile, lo succhiavo e con la voce impastata lo imploravo:

-Chiavami papà.. chiavami.. adesso.. chiavami..-

A quel punto anche lui, incapace di resistere alle mie implorazioni, mi aveva puntato la verga tra le grandi labbra della fica e con una spinta decisa, aveva varcato quella soglia, proibita ai più, che agognavo da troppo tempo.

Abituata al "pistolino" del mio fidanzato che pure mi dava molto piacere, quella spinta e quella corposa intrusione, mi avevano trasportata in un attimo in un altro mondo.

Una dimensione diversa!

Una dimensione in cui nel contempo convivevano tre corpi dei quali io ero la beneficiaria privilegiata.

Mentre il cazzo di mio padre "Profanava" il mio corpo, mi sentivo piena di lui ed al contempo, avvolta nell'abbraccio amoroso del mio ragazzo!

Che sensazione, in quel momento mi sentivo posseduta ed amata da entrambi.

Mio padre si apprestava a chiavarmi in modo energico e totale mentre il mio fidanzato mi avvolgeva in una nuvola di languido, delicato amore.

Una sensazione inimmaginabile e indescrivibile per chi non l'avesse mai provata.

Mi sentivo piena, piena di un vero cazzo ed era (A proposito di corsi e ricorsi storici!) quello di mio padre.. meraviglia!

La meraviglia, quella vera, doveva però ancora venire ed era cominciata proprio nel momento in cui la sua verga dura e venosa, aveva cominciato col suo dentro fuori a stimolare le sensibili pareti della mia vagina.

I suoi movimenti, inizialmente lenti per permettermi di adattare il mio sesso stretto a quell'inusitato calibro, erano via via accelerati provocando singulti di dolore al contatto della sua cappella col collo del mio utero e libidinosi suoni liquidi quando si ritraeva.

A quei suoni eccitanti ed osceni al tempo stesso, si era unito quello dello schiocco dei testicoli sulle mie chiappe quando anche il glande si schiantava dolorosamente sull'utero.

Che goduria, che orgasmi mentre l'incontro dei nostri corpi sudati si confondeva con gli altri suoni sciacquosi.

D'un tratto, col fare brusco di un animale, mio padre aveva cambiato la nostra postura portandosi le mie gambe sulle sue spalle in maniera da favorire una penetrazione più profonda.

Ed era stato in quel momento che le sue escursioni dentro di me, avevano assunto un ritmo bestiale accompagnato da impressionanti grugniti che di li a poco lo avrebbero portato ad un devastante orgasmo al quale aveva partecipato tutto il mio corpo strattonato e tremante, in preda ad incontrollabili spasmi di piacere mentre il mio corpo veniva scaldato da raffiche di bollente sborra.

"Sto per venire.. aveva gridato ansimante mio padre.. sto per venire.. aveva insistito.. sborra.. sborra papà.. scaldami l'utero.. riempimi.. godi.. godi.. godo.. godoo.. godooooooooooo.. avevamo gridato insieme in preda agli spasmi di piacere e mentre mio padre sborrava scaldandomi l'utero, dalla mia fica si scioglievano copiosi e caldi fluidi vaginali.

In quel momento avevo in corpo la stessa sborra che venti anni prima mi aveva donato la vita.

Quella vita meravigliosa che mio padre mi stava regalando ancora, anche se in modo diverso, in quel momento.

Dopo un periodo in cui eravamo rimasti languidamente legati l'uno all'altro, mio padre, tenendomi sempre stretta a se, si era alzato e mi aveva portata nella mia camera dove mi aveva dolcemente deposta sul mio letto con la promessa che di li a poco mi avrebbe regalato nuovi momenti di piacere.

-Amore di papà, tua madre rientra tra un paio di ore e ti prometto che se questa pillolina mi fa effetto in tempo, potremo varcare ancora insieme le soglie del paradiso.-

segue
scritto il
2022-03-21
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