Ricerca scolastica
di
AASD43
genere
incesti
Allora ero 19enne e avevo deciso: mia madre non voleva stare al gioco e io seminavo per tutta la casa articoli e saggi sugli incesti tra madri e figli, padri e figli e sorelle e fratelli. All'inizio mia madre buttava via tutto senza leggere neppure una riga di testo, poi, pian piano, mi accorsi che qualche articolo veniva letto. Una sera mi chiese perché conservassi tutte quelle porcherie e io le risposi che non erano porcherie, bensì cose che accadevano realmente tutti i giorni ma che erano tenute ben segrete. Il mio professore di sociologia aveva detto a noi studenti di fare una ricerca, per niente facile, sul fenomeno degli incesti familiari. Il professore ci aveva anche detto che il fenomeno, secondo alcune statistiche, era di circa il 20% in Italia con una buona maggioranza di madri e figli amanti nel sud del Paese.
E dalla mia ricerca qualcosa iniziò con difficoltà a trapelare. Quindi, ogni volta che trovavo qualcosa, la passavo a mia madre e gliela facevo leggere. L’ultima lettura era di un figlio che, recatosi da uno psicologo, gli aveva raccontato di avere molto spesso, anche quattro volte al giorno, rapporti sessuali con la propria madre e di essere felicissimo della situazione che era venuta a crearsi. Un altro articolo che mi venne tra le mani era quello di una madre americana che, dopo trent’anni rivede il figlio, se ne innamora e ci va a letto. Un pomeriggio di circa un mese dopo, mi andai a sdraiare sul letto di mia madre. Lei entrò in camera, mi vide sul suo letto e mi chiese che cosa ci facessi lì. Le risposi che volevo provare che sensazione mi facesse mia madre distesa vicino a me. Lei sorrise e si stese sul letto dandomi le spalle. Mia madre aveva un gran bel culo. Io resistetti per qualche minuto e poi adagio adagio mi avvicinai a lei e le misi il cazzo, durissimo, fra le chiappe. E lei non aprì Boca. Io mi aspettavo dicesse “Ma cosa fai?”! E che si scostasse. Invece nessuna reazione. Io iniziai a muoverlo su e giù e mia madre, a un certo punto, portò la mano sinistra dietro e iniziò a sbottonarmi i pantaloni. Poi mi prese il cazzo in mano e cominciò a menarmelo. Dopo pochissimo tempo le dissi di smettere perché stava per farmi venire. Le sbottonai la camicetta e le presi in mano le tette. Aveva i capezzoli grossi, duri e gonfi. Io ci giocai un po’ e poi le dissi che volevo far l’amore con lei. Non mi rispose ma le sue mani corsero velocemente agli slip. Se li sfilò e mi disse: “Ecco qui la mia figa. Ora è tua. La tua troia è qui. Puoi farmi quello che vuoi”. La misi supina, le infilai la lingua in bocca. Presi in mano il cazzo, glielo appoggiai sulla figa e iniziai a sfregarglielo su e giù. Lei gemeva e nello stesso tempo godeva. Le chiesi se le piacesse. Mi rispose di sì ma anche che lo voleva dentro. Io la penetrai e cominciai a pomparla forte. Lei godeva come una pazza e mi diceva: “Che bel cazzo che hai…. Come è grosso….. Sai che mi stai chiavando?….. Sì, chiava la tua troia….. ti piace la mia figa?……Sì, dai, chiavami tanto…… Puoi venirmi dentro se vuoi. Ho ricominciato a prendere la pillola”…..
Quando mi disse le ultime parole le dissi: “Veniamo insieme” e, poco dopo, sborrammo tantissimo tutti e due. La baciai, le leccai ancora tette e capezzoli, mentre mia madre mi diceva che le era già tornata la voglia di fare l’amore. Le risposi che ero stanco e che avrei preferito farlo l’indomani.
Mi rispose che quella sera mio padre aveva una riunione del condominio. "Ok -le risposi- va bene per questa sera allora".
E dalla mia ricerca qualcosa iniziò con difficoltà a trapelare. Quindi, ogni volta che trovavo qualcosa, la passavo a mia madre e gliela facevo leggere. L’ultima lettura era di un figlio che, recatosi da uno psicologo, gli aveva raccontato di avere molto spesso, anche quattro volte al giorno, rapporti sessuali con la propria madre e di essere felicissimo della situazione che era venuta a crearsi. Un altro articolo che mi venne tra le mani era quello di una madre americana che, dopo trent’anni rivede il figlio, se ne innamora e ci va a letto. Un pomeriggio di circa un mese dopo, mi andai a sdraiare sul letto di mia madre. Lei entrò in camera, mi vide sul suo letto e mi chiese che cosa ci facessi lì. Le risposi che volevo provare che sensazione mi facesse mia madre distesa vicino a me. Lei sorrise e si stese sul letto dandomi le spalle. Mia madre aveva un gran bel culo. Io resistetti per qualche minuto e poi adagio adagio mi avvicinai a lei e le misi il cazzo, durissimo, fra le chiappe. E lei non aprì Boca. Io mi aspettavo dicesse “Ma cosa fai?”! E che si scostasse. Invece nessuna reazione. Io iniziai a muoverlo su e giù e mia madre, a un certo punto, portò la mano sinistra dietro e iniziò a sbottonarmi i pantaloni. Poi mi prese il cazzo in mano e cominciò a menarmelo. Dopo pochissimo tempo le dissi di smettere perché stava per farmi venire. Le sbottonai la camicetta e le presi in mano le tette. Aveva i capezzoli grossi, duri e gonfi. Io ci giocai un po’ e poi le dissi che volevo far l’amore con lei. Non mi rispose ma le sue mani corsero velocemente agli slip. Se li sfilò e mi disse: “Ecco qui la mia figa. Ora è tua. La tua troia è qui. Puoi farmi quello che vuoi”. La misi supina, le infilai la lingua in bocca. Presi in mano il cazzo, glielo appoggiai sulla figa e iniziai a sfregarglielo su e giù. Lei gemeva e nello stesso tempo godeva. Le chiesi se le piacesse. Mi rispose di sì ma anche che lo voleva dentro. Io la penetrai e cominciai a pomparla forte. Lei godeva come una pazza e mi diceva: “Che bel cazzo che hai…. Come è grosso….. Sai che mi stai chiavando?….. Sì, chiava la tua troia….. ti piace la mia figa?……Sì, dai, chiavami tanto…… Puoi venirmi dentro se vuoi. Ho ricominciato a prendere la pillola”…..
Quando mi disse le ultime parole le dissi: “Veniamo insieme” e, poco dopo, sborrammo tantissimo tutti e due. La baciai, le leccai ancora tette e capezzoli, mentre mia madre mi diceva che le era già tornata la voglia di fare l’amore. Le risposi che ero stanco e che avrei preferito farlo l’indomani.
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