Nonna Irene è tornata

di
genere
incesti

Mia madre doveva andare all'estero un'altra volta per lavoro e doveva assentarsi per quindici giorni. Dall'Inghilterra mi avrebbe telefonato spesso ma mi aveva anche detto che con me ci sarebbe stata anche sua madre, nonna Irene con la quale andavo molto d'accordo che non vedevo da quasi un anno (vedi precedente racconto Come sei bella Nonna) perchè, anche se ormai avevo vent'anni, non sarebbe stata tranquilla se avessi dovuto restare in casa da solo. Era un periodo non troppo fortunato per me: ero senza donna e i miei ormoni reclamavano un po' di scopate. Al pensiero di Irene però il mio cazzo si irrigidì subito mentre pensavo alle sue gambe, alle sue tette, al suo culo e alla sua figa. Il mio pensiero andò all'ultima volta che Irene era stata per una settimana a casa mia e mi ritrovai con il cazzo bagnato. Avevo domandato a mia madre se avesse già allertato la nonna e l'avesse messa al corrente del fatto che si doveva trasferire da noi. Mi rispose che la nonna era stata felicissima della cosa e che sarebbe arrivata la mattina del giorno dopo. Lei sarebbe partita l'indomani nel pomeriggio e io avrei dovuto accompagnarla in macchina all'aeroporto di Malpensa. Il giorno dopo, alle dieci, il campanello suonò. Andai ad aprire e insieme a un'ondata di profumo femminile Cartier fece il suo ingresso nonna Irene chi mi baciò subito lingua in bocca con la sua mano destra sul mio cazzo e con la mia che frugava sotto la sua minigonna in cerca della figa. Finiti i preliminari le dissi che era passato troppo tempo dalla nostra ultima chiavata e che la volevo subito. Mi rispose anche lei che non vedeva l'ora e si diresse verso la camera da letto. La seguii subito posandole una mano sul culo che era ancora bello e sodo e intanto le dicevo che stavo per sborrare mentre pensavo a quando glielo infilavo nella figa. Stai zitto mi rispose perchè stai facendo sborrare anche me. Come varcammo la soglia della camera, Irene iniziò a spogliarsi febbrilmente. Mi accorsi che non portava né reggiseno né slip. Sotto la camicetta e la gonna era completamente nuda. Sapeva già che voleva chiavarmi e mentre aderiva al mio cazzo mi accarezzava il culo e mi pregava di dirle qualcosa di carino. Le risposi che era la più bella figa e troia che avessi mai incontrato e aggiunsi che i quindici giorni e le quindici notti che avremmo passato insieme sarebbero stati il periodo più bello passato insieme. Mi domandò se l'amassi e io le risposi: "No, ti adoro. E questi giorni che passeremo insieme non te li scorderai mai". Mi spogliai anch'io completamente e mentre lei si sdraiava sul letto, mi presi in mano il cazzo e iniziai a farmi una sega guardandola e parlandole. "Che razza di figa che sei e che tette che hai. Voglio che tu mi faccia una bella sega con le tue tette. Poi, in attesa che mi diventi duro di nuovo, voglio leccarti per benino, dentro e fuori, tutta ala figa e il buco del culo. Poi, finalmente, voglio chiavarti furiosamente e farti sborrare un sacco. E voglio poi leccare tutta la tua sborra. Mi rispose: "Amore, ma come sei arrapato. Avevi voglia di me? Non mi hai mai telefonato, però". "Hai ragione -risposi- ma non volevo crearti problemi". "Ma quali problemi?" "Magari qualche tuo inquilino mi avrebbe visto e avrebbe fatto commenti". Lei mi rispose che non si era mai preoccupata dei pettegolezzi sul suo conto.
Con la mano destra sulla figa iniziò a sgrillettarsi mentre mi guardava negli occhi. Mi misi supino, presi Irene per i fianchi e la feci scivolare so pra di me finché la sua figa fu all'altezza della mia bocca. Le ficcai la lingua dentro e fuori per almeno dieci minuti. La feci sborrare come una puledra in calore e nel frattempo continuavo a dirle: "Godi troia mia, godi". Poi bevvi avidamente tutti i suoi umori e le ficcai la lingua in bocca per farle sentire il suo sapore.

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2022-05-27
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