Il mio papà. 1

di
genere
incesti

-Dio mio come mi fai godere papà!-

-Lo sai anche tu quanto mi fa impazzire la sola idea di darti piacere.. figurati in quale stato riesci a trascinarmi in momenti come questo.

E' una vera pazzia quello che facciamo!-

Le aveva risposto il padre con la bocca impastata degli umori della ragazza che colavano copiosi sulla sua lingua.

-Mmmmm.. che lingua che hai e.. che tocco nelle tue mani..-

Aveva risposto ansimando la ragazza mentre con le dita immerse nella fulgida capigliatura del padre, ne accompagnava i movimenti della testa infilata tra le sue cosce.

-Mmmmm..papà, dammelo ancora.. mettimelo dentro.. fammelo sentire sino allo stomaco come sai fare tu..-

Lo aveva implorato la ragazza nel momento stesso in cui veniva sconvolta da un nuovo orgasmo.

A quel punto il padre cambiando la sua postura, si era sollevato per andarsi a distendere accanto a lei per stringerla in un vigoroso abbraccio ed unirsi a lei in un bacio le cui lingue parevano non trovare pace tanto erano liquidi e famelici i loro vorticosi intrecci.

I risucchi che sino a qualche istante prima sortivano dalla vagina della ragazza, parevano ora schioccare dalle labbra congiunte.

Quando le loro bocche si erano separate, i loro corpi profumati di sesso e di sudore erano rimasti stretti e avvinghiati come l'edera al suo tronco.

Ripresisi dal respiro pesante al quale li aveva costretti l'apnea di quel lungo e sensuale bacio, il padre aveva preso la mano di sua figlia e se l'era portata sul suo membro molle:

-Lo senti amore, lo sai anche tu quanta voglia avrei di metterlo dentro per non toglierlo più ma dopo tre volte, credo che neanche un fachiro riuscirebbe a resuscitarlo.-

Avevano riso!

-Un fachiro sicuramente no ma sono sicura che prima che torni la mamma, mi farai sentire ancore quella virilità che mi fa impazzire!-

-Tesoro, tu credi che gli uomini abbiano le stesse possibilità di voi femminucce.. credi che il mio pisello reagisca al desiderio ed al contatto come questi tuoi bottoncini che basta sfiorare per farli tornare turgidi come nocciole.-

Le aveva detto il padre leccandole i capezzoli divenuti immediatamente gonfi e duri tra le sue labbra.

-Mmmm papà.. mi stai facendo bagnare ancora.. fattelo tornare duro.. ti prego.. ti prego!-

Sciogliendosi dall'abbraccio, la ragazza gli si era inginocchiata davanti ed aveva cominciato a giocare con le dita e con la lingua col membro molle del padre che davvero pareva essere precipitato in un letargo senza possibilità di risveglio.

La ragazza conosceva troppo bene le qualità del padre e le incredibili caratteristiche del suo pene.

Per troppi anni l'aveva desiderato!

Per troppi anni sin da da piccola, lo aveva spiato mentre faceva l'amore con sua madre.

Aveva passato notti intere sveglia a contare le volte che sua madre urlava senza controllo il suo piacere ed era persino riuscita a contare le volte che in una sola notte anche lui era riuscito a venire: 6 volte! 6 volte era il suo record e quel pomeriggio non erano fermi che a tre!

Memore di quelle performances, era certa di riuscire prima del ritorno della mamma, di farglielo rizzare ancora come piaceva a lei.

Le tecniche che metteva in atto erano le stesse che aveva appreso dalla mamma in quelle lunghe notti insonni.

Non appena in ginocchio, aveva cominciato ad accarezzargli lo scroto mentre con le dita giocherellava col cazzo moscio e di tanto in tanto, apriva la bocca e vi si infilava dentro in un sol boccone tutto l'apparato compreso i testicoli per poi riprendere a giocare e leccare come fosse un gattino.

Poi aveva chiesto al padre di cambiare postura e mettersi in ginocchio davanti a lei offrendogli le natiche ricoperte di peli neri.

-Papà, un giorno dovremo fare la ceretta a queste chiappe che sembrano quelle di un gorilla!-

Avevano riso ancora.

A quel punto la ragazza gli aveva allargato le natiche e vi aveva infilato il viso e con la lingua, aveva cominciato a titillargli il pertugio anale.

Con una buona dose di saliva riusciva persino a penetrarlo con la punta della lingua stretta a guisa di dardo.

Poi, modificando il giuoco, gli aveva infilato un dito nel culo e contemporaneamente con una mano gli strizzava un capezzolo e con l'altra aveva preso a segargli la verga che pareva rivivere con lievi contrazioni tra le sue dita mentre con la lingua, gli leccava lo scroto ingoiando prima l'uno e poi l'altro i testicoli tornati miracolosamente gonfi.

Da quella postura non riusciva a vedere i progressi del cazzo che tuttavia, oramai sentiva tra le dita caldo e piuttosto rinvigorito.

A quel punto, lo aveva fatto girare trovandosi davanti agli occhi un bastone pulsante, ricoperto di vene bluastre e col glande che, completamente scappellato, la invitava a prenderlo tutto in bocca.

Gli ultimi tocchi di labbra e di lingua dal perineo lungo il fusto nodoso sino al prepuzio e il frenulo oramai teso come le corde di un violino:

-Che meraviglia! Sei pronto papà.. sei ancora pronto per la tua bambina!-

Neanche il tempo di finire la frase ed era già impalata sul meraviglioso feticcio che l'aveva ossessionata per tutta la vita.

Era stata una cavalcata fantastica dominata dalla sua lussuria e dal senso di vittoria per una impresa che pareva impossibile.

I loro gemiti, i loro ansimi, erano culminati in un grido della ragazza accompagnato dal rantolo sordo del padre nel momento stesso in cui lui la riempiva coi suoi fiotti di sborra e lei veniva sconvolta da un incredibile orgasmo che le scuoteva tutto il corpo.

Erano ancora così avvinghiati l'uno dentro l'altra con le bocche serrate e le lingue impegnate in una nuova danza di lussuria quando dall'uscio, un rumore di chiavi aveva segnalato il ritorno della mamma.

-Oddio la mamma!-

scritto il
2022-07-11
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