Rocco il mandingo -6-
di
LanA
genere
trio
Carmela.
Fu quello scemo di mio marito a prendere l’iniziativa, convincendo Rocco a rimanere a casa, mentre lui andava a dormire.
Io avrei fatto compagnia al nostro ospite.
Turi mi diede la buona notte con un bacio sulla bocca, mentre in quel momento io volevo Rocco da morire.
Rocco ci guardava con l’aria scanzonata, con il sorriso più affascinante del mondo.
Appena uscì mi prese immediatamente tra le braccia baciandomi con ardore.
Cercai di ribellarmi, ma mi stringeva con forza.
Gli dissi che Turi era di là, lui mi disse che non gli importava e mi baciò ancora.
Mi frugava con la lingua in bocca, eccitandomi come non mai.
“Aspetta almeno che si addormenti” bisbigliai appena lasciò le mie labbra.
“Stupida, stupida!” mi dicevo irritata con me stessa “gli hai praticamente detto di sì… è assurdo, inconcepibile, che lui sia qui, vicino a te, da soli…”
Avevo un po’ di paura.
Ormai Rocco mi stava massaggiando le chiappe a nudo e, come al dancing, io cominciavo avere la fica in bagnata, il cuore in tumulto.
“Basta basta, smettila” implorai, ma ormai era troppo tardi “
Mi fai godere…” aggiunsi infatti mentre allargavo le gambe per rendergli accessibile la vagina.
Stavo ormai in un avanzato stato di petting spinto con Rocco, quando vidi la lama di luce sotto la porta della mia camera sparire.
Ricordo che chiesi al mio amante di spegnere anche noi la luce, ma mentre continuava a pastrugnarmi la figa mi disse di no, voleva continuare a vedermi, a guardarmi.
Lo spettacolo del mio corpo gli piaceva, era di suo gradimento, ero bellissima.
Quella risposta in qualche maniera mi fece sentire ancora più imbarazzata, ma mi eccitò anche al di là di ogni immaginazione e mi spinse a mostrare il panorama del mio culo al nostro ospite.
Lui ne approfittò immediatamente e cominciò a pomparmi lentamente, e io godevo.
Mi strizzava il seno con un senso di possesso infinito.
Ero così bagnata che era entrato in me senza difficoltà.
Non avevo ancora realizzato le dimensioni folli della mazza che mi stava scopando, mi sentivo solo tanto piena, tanto felice, tanto appagata.
Quando aumentò il ritmo il ritmo mi misi ad urlare in sordina.
Cercavo di tenere bassa la voce ma non riuscivo a restare in silenzio.
Esplosi con un orgasmo così intenso e impetuoso, che non credevo a quello che provavo.
Mi morsi a sangue la lingua e le labbra e riuscii a non gridare di gioia.
Ero priva di forze, lui portò il membro alla mia bocca.
Solo allora mi accorsi che era immenso. Nero e immenso.
Capii che dovevo ricambiare il piacere che mi aveva dato, e lo presi tra le labbra, fino a farlo venire dentro la mia bocca.
Io, perfetta perbenista, stavo prendendolo tutto in bocca, fin giù in gola come una vacca in calore.
Non mi avevo mai ciucciato un cazzo in quel modo.
In verità avevo preso tra le labbra solo il pene di Turi, e solo in qualche sporadica circostanza, e ora stavo spolpando il cazzo di questo tizio meglio di una esperta professionista.
Rocco stava per riempirmi la bocca del suo nettare, l’ho capito dalla maggior rigidità del suo pene, dal fatto che cercava di spingersi sempre più a fondo nella mia gola.
In effetti in quel momento ha avuto un orgasmo.
Mi ha inondata ed il suo seme aveva il calore del sole.
Ingoiai tutto e mi accasciai distrutta sul divano.
CONTINUA ...
Fu quello scemo di mio marito a prendere l’iniziativa, convincendo Rocco a rimanere a casa, mentre lui andava a dormire.
Io avrei fatto compagnia al nostro ospite.
Turi mi diede la buona notte con un bacio sulla bocca, mentre in quel momento io volevo Rocco da morire.
Rocco ci guardava con l’aria scanzonata, con il sorriso più affascinante del mondo.
Appena uscì mi prese immediatamente tra le braccia baciandomi con ardore.
Cercai di ribellarmi, ma mi stringeva con forza.
Gli dissi che Turi era di là, lui mi disse che non gli importava e mi baciò ancora.
Mi frugava con la lingua in bocca, eccitandomi come non mai.
“Aspetta almeno che si addormenti” bisbigliai appena lasciò le mie labbra.
“Stupida, stupida!” mi dicevo irritata con me stessa “gli hai praticamente detto di sì… è assurdo, inconcepibile, che lui sia qui, vicino a te, da soli…”
Avevo un po’ di paura.
Ormai Rocco mi stava massaggiando le chiappe a nudo e, come al dancing, io cominciavo avere la fica in bagnata, il cuore in tumulto.
“Basta basta, smettila” implorai, ma ormai era troppo tardi “
Mi fai godere…” aggiunsi infatti mentre allargavo le gambe per rendergli accessibile la vagina.
Stavo ormai in un avanzato stato di petting spinto con Rocco, quando vidi la lama di luce sotto la porta della mia camera sparire.
Ricordo che chiesi al mio amante di spegnere anche noi la luce, ma mentre continuava a pastrugnarmi la figa mi disse di no, voleva continuare a vedermi, a guardarmi.
Lo spettacolo del mio corpo gli piaceva, era di suo gradimento, ero bellissima.
Quella risposta in qualche maniera mi fece sentire ancora più imbarazzata, ma mi eccitò anche al di là di ogni immaginazione e mi spinse a mostrare il panorama del mio culo al nostro ospite.
Lui ne approfittò immediatamente e cominciò a pomparmi lentamente, e io godevo.
Mi strizzava il seno con un senso di possesso infinito.
Ero così bagnata che era entrato in me senza difficoltà.
Non avevo ancora realizzato le dimensioni folli della mazza che mi stava scopando, mi sentivo solo tanto piena, tanto felice, tanto appagata.
Quando aumentò il ritmo il ritmo mi misi ad urlare in sordina.
Cercavo di tenere bassa la voce ma non riuscivo a restare in silenzio.
Esplosi con un orgasmo così intenso e impetuoso, che non credevo a quello che provavo.
Mi morsi a sangue la lingua e le labbra e riuscii a non gridare di gioia.
Ero priva di forze, lui portò il membro alla mia bocca.
Solo allora mi accorsi che era immenso. Nero e immenso.
Capii che dovevo ricambiare il piacere che mi aveva dato, e lo presi tra le labbra, fino a farlo venire dentro la mia bocca.
Io, perfetta perbenista, stavo prendendolo tutto in bocca, fin giù in gola come una vacca in calore.
Non mi avevo mai ciucciato un cazzo in quel modo.
In verità avevo preso tra le labbra solo il pene di Turi, e solo in qualche sporadica circostanza, e ora stavo spolpando il cazzo di questo tizio meglio di una esperta professionista.
Rocco stava per riempirmi la bocca del suo nettare, l’ho capito dalla maggior rigidità del suo pene, dal fatto che cercava di spingersi sempre più a fondo nella mia gola.
In effetti in quel momento ha avuto un orgasmo.
Mi ha inondata ed il suo seme aveva il calore del sole.
Ingoiai tutto e mi accasciai distrutta sul divano.
CONTINUA ...
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Rocco il mandingo -5-racconto sucessivo
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