Richiamo

di
genere
sentimentali

Sound track: Lindsey Stirling & Amy Lee - Love goes on and on

Il crepuscolo sta lentamente scivolando in notte, il passo del cacciatore non accenna a rallentare la sua marcia. L'intera foresta ne osserva l'incedere sicuro, alti alberi dai nodosi rami celano occhi curiosi ma non timorosi, certi di non esser loro l'ambita preda. Vestito di tutto punto, si perderebbe quasi nello sfondo, non fosse per gli scatti con cui avanza; non avverte la fredda umidità notturna che sta scendendo, la mimetica lo avvolge e lo protegge. Una lievissima foschia dolcemente accompagna il sonno degli abitanti diurni e accoglie coloro che si stanno risvegliando. Non vi è silenzio, la foresta non lo è mai, un leggero sussurrio, la leggera brezza che sfiorando i rami ne rapisce le prime foglie ingiallite, l'incostante frinire degli ultimi insetti, l'acuto richiamo dei rapaci che si preparano alla caccia. Il cacciatore è sordo a quella singolare cacofonia, procede come stregato da una melodia che solo lui percepisce, incurante di aver ormai lasciato il sentiero tracciato per seguirne uno più antico e oramai abbandonato. Egoisti e invadenti rovi cercano di trattenerlo impigliandosi nel suo vestiario, strappandone lembi e frammenti, come a volerlo spogliare della sua armatura. Imperterrito prosegue fino ad un bivio, un antico crocevia in disuso da tempo, lievissima ormai l'incisione sul vecchio legno, nemmeno nella miglior luce si potrebbe leggerlo. Si sofferma il chiaro sguardo su quel segnale, il ricordo torna alle parole di tanto tempo prima, alle favole che gli narrava il nonno, e allora comprende che non tutti i racconti erano fantasie, che forse in alcuni vi era un pizzico di realtà.
"Se sarai fortunato avvertirai un richiamo, sarà una pulsione, ti guiderà nella foresta. Seguila, non aver timore. Se sarai fortunato troverai il tuo destino e la tua felicità. Se sarai fortunato."
In quel momento un ululato irrompe nella notte, l'eco di un coro in perfetta sinfonia, indugia in quella malinconica melodia che lo cattura, ne imprigiona l'anima con un filo rosso il quale ora lo guida ad inoltrarsi sempre più nelle profondità della foresta a sprazzi rischiarata dai primi pallidi raggi di luna. Eccola, comparsa quasi per magia al centro della radura ben celata nel folto, danza lieve sull'umida erba. Gli alberi in circolo fan da spettatori silenti, cedendo qualche foglia in autunnale omaggio, lasciando spazio alla luna piena di accarezzare, coccolare e benedire quell'eterea figura nella sua ancestrale danza. Le morbide forme son avvolte in un leggerissimo tessuto scintillante, quasi fosse tela di ragno, un vedo - non vedo inconsapevolmente malizioso. Il cacciatore è ammaliato, lentamente avanza nel cerchio di luce, ma un sommesso ringhio lo frena: dall'ombra un nero lupo gli compare innanzi, immoto e quieto gli impedisce il passo.o sguardo ambrato della fiera par valutare il cacciatore e con sentimenti quasi umani, non ritenerlo degno della fata e della sua danza. Repentina la comprensione, come un fulmine a ciel sereno, si fa strada nell'animo dell'uomo, con cautela, un occhio alla belva e uno alla creature, le mani vanno a slacciare e sfilare la giacca, abbandonandola insieme al resto degli abiti, spogliandolo delle vestigia del suo essere, della sua umana identità. Pur impegnata nei suoi volteggi, l'evanescente figura non lesina occhiate cariche di curiosoità al nuovo giunto. Finalmente l'ultimo residuo di civiltà vien ceduto all'antico sottobosco e dal cadente cotone emerge prorompente il tangibile segno della sua devozione. Azzarda un passo il prode e l'ombra soddisfatta concede l'ingresso al circolo di lunare chiarore, un gioco di sensuali sguardi ha inizio, l'intrepido ghiaccio quasi succube del profondo verde, incatenati e prigionieri di antiche movenze. Lieve la fresca mano della fanciulla sulla pelle accaldata dell'uomo, curiosa e audace nelle sue esplorazioni, riverente la grande mano maschile che percorre le delicate curve. L'intera foresta osserva l'atavico rito dei due, ansiosa di veder compiuto l'atto finale, speranzosa di nuova fertilità. Cedono infine i due alla pulsione erotica e l'incredulo cacciatore ottiene il premio finale, accolto nell'umido pertugio ne marca il possesso con vigorose spinte, fino a riversarle in grembo il fluido vitale. Sfinito dall'intensa esperienza l'uomo si addormenta, lei lo culla e ne veglia il dormire fino alle prime luci dell'alba, quando, con un ultima carezza lo saluta: "Ci sarai alla prossima Luna?" sussurra alzandosi. Ha ormai raggiunto le prime file degli alberi che il cacciatore si desta uscendo dal suo torpore, sorpreso osserva una splendida lupa dal manto candido e con famigliari occhi verdi che lo guarda, un ultimo sguardo e quella svanisce nel folto del bosco. "Ci sarò" urla all'alba che sovviene.
Mentre si riveste della sua umanità, ripensa agli avvenimenti di quella notte, non può far a meno di domandarsi chi dei due era la preda e chi il cacciatore.
scritto il
2022-07-20
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