Una settimana da dogsitter per tre Rottwailer

di
genere
zoofilia

Mi stavo separando da mia moglie e avevo cominciato a frequentare un nuovo giro di persone tra cui un certo Fabrizio.
Questi ci invitava spesso nella sua villa sulla collina torinese.
Aveva un grande giardino con una bella piscina e passammo parecchi weekend da lui, grigliate, grandi risate e schitarrate, insomma le solite cose che si fanno in compagnia in estate.
Facevano la guardia alla sua tenuta uno spaventoso trio di rottweiler, grandi e grossi e neri come la notte.
In genere giravano liberi per la proprietà, ma per fortuna, quando ci fermavamo da lui, rimanevano chiusi in un grande recinto.
Io non ho mai avuto paura dei cani, al contrario, mi piacciono molto e io piaccio molto a loro, ma devo dire che quei tre molossi incutevano a tutti noi una certa preoccupazione, e soprattutto alcune donne della compagnia ne erano veramente terrorizzate.
Si avvicinava agosto e, sapendo che non mi sarei mosso da Torino, Fabrizio mi chiese se fossi stato disponibile ad occuparmi dei suoi pupilli.
“Basta che tu venga su a dargli da mangiare alla sera” mi disse, e aggiunse: “non devi preoccuparti perché se entri nel recinto con me e gli faccio capire che sei un mio amico, non ti faranno mai nulla, anzi ti difenderanno e proteggeranno come se tu fossi uno di famiglia.”
Così successe infatti, mi fece entrare insieme a lui nel recinto e in effetti loro capirono subito che ero un amico del loro padrone e mi annusarono scodinzolando con quel ridicolo moncherino di coda che gli rimaneva.
Erano tre maschi, uno più grosso dell’altro e in effetti la prima sera in cui mi presentai al loro cospetto, in sostituzione del loro padrone, mi accolsero facendomi un sacco di feste, non so se per la gioia di vedermi o solo semplicemente perché gli avrei dato da mangiare.
Erano veramente ben addestrati e stettero seduti buoni buoni, mentre preparavo le loro ciotole.
Solo al mio via, si precipitarono a mangiare come indemoniati.
Poi, dopo meno di un minuto, una volta che le ciotole furono perfettamente svuotate, due dei tre se ne andarono trotterellando, soddisfatti e satolli, mentre il terzo, quello che sembrava essere il maschio alfa, si avvicinò a me, evidentemente in cerca di coccole.
Gli feci un timido grattino sulla nuca, parve piacergli, ma evidentemente non gli bastava perché con un cupo brontolio e una spinta del testone mi fece chiaramente capire che non mi dovevo fermare.
Ripresi le carezze senza più timore ed era chiaro che le apprezzava assai, perché continuava a strusciarsi contro di me dandomi delle spinte col grosso torace, sempre brontolando sommessamente.
Man mano che le coccole proseguivano mi fece chiaramente intendere che dovevo accarezzarlo sul petto e sotto la pancia e poi, sempre strusciandosi contro di me mi obbligò quasi ad andare con la mano ancora più giù, fino ad arrivare al grosso pene.
Lui si stava evidentemente eccitando e io ci stavo stranamente prendendo gusto.
Ormai volevo vedere come sarebbe andata a finire.
Se solo osavo fermarmi un attimo si metteva a ringhiare sommessamente, ma non sembrava una minaccia, era più un segnale di disappunto.
Decisi quindi di andare avanti, che sarà mai, pensai, non si trattava che di una sega tra maschi.
Quante ce ne eravamo fatte da adolescenti con i miei amici sfigati, senza per questo che ci sentissimo meno maschi.
Mi misi quindi a masturbarlo provando anche una crescente eccitazione mentre vedevo il suo cazzo farsi sempre più grande.
In effetti aveva una bella dotazione, ora che il pene era completamente fuori sarà stato lungo almeno venti, venticinque centimetri, per non parlare dei grossi testicoli che mentre lo segavo gli sballonzolavano orgogliosamente tra le cosce.
Intanto gli altri due cani erano ricomparsi, ma non osavano avvicinarsi, perché il capo branco li teneva a distanza ringhiando e brontolando in maniera decisamente minacciosa.
Mi misi ad accarezzargli anche i grossi testicoli mentre continuavo a segarlo ed era una cosa veramente eccitante.
Sentirlo così infoiato, percepire l’eccitazione degli altri due compari mi stava facendo veramente uscire di testa, così mi slacciai la patta e a fatica tirai fuori il mio cazzo ormai duro come la pietra.
Con una mano segavo lui e con l’altra mi segavo a mia volta.
Era veramente eccitante e stavo quasi per venire, ma lui mi anticipò, accompagnando i lunghi schizzi di sperma con dei sussulti dei fianchi.
Poi esausto sia ritirò in un angolo a leccarsi il pene rosso e gonfio.
Subito il secondo in graduatoria di fece avanti baldanzoso, ancheggiando e brontolando, pretendendo anche lui la sua dose di “coccole”.
Mi si mise di fianco in modo che potessi agevolmente arrivare al suo cazzo, che era già pronto ed eccitato.
Glielo presi in mano, era diverso da quello del capo branco, più sottile ma anche più lungo.
Mi misi a segare anche il suo, ma più lentamente, perché volevo godere anche io.
Ma non riuscii a venire insieme a lui.
Poco prima che riuscissi ad arrivare all’orgasmo venni battuto nuovamente per pochi istanti e anche lui mi schizzò addosso, ma fu bello ugualmente, anche perché dopo essere venuto mi leccò golosamente via il suo sperma dal viso.
Mentre mi leccava aprii la bocca in modo che le nostre lingue si toccassero.
Ma ora era la volta del terzo componente del trio, era arrivato il suo turno e lo reclamò prepotentemente.
Anzi, voleva di più, mi girò intorno tutto eccitato e mi saltò sulla schiena cercando di montarmi.
Ovviamente io non ero d'accordo, oltretutto ero vestito, ad essere sincero mi venne quasi la voglia di provare, ma poi decisi che per questa prima volta ci saremmo dovuti accontentare entrambi di una sega.
Questa volta non volevo farmi fregare per cui mi misi a masturbarmi mentre lui mi leccava le palle.
Ci misi un po’ ma fu bellissimo, gli sborrai sul muso godendo come un porco e mi feci leccare tutta la sborra che ancora mi colava dalla cappella.
Lui leccò tutto avidamente, come fosse una vera leccornia.
Ero esausto, ma dovevo ricambiare la gentilezza, per cui lo feci mettere di fianco e sparai una bella sega anche a lui.
Anche il suo cazzo era diverso da quello degli altri due, più corto e tozzo, mi venne quasi voglia di prenderlo in bocca ma anche in questo caso decisi di rimandare alla prossima occasione e mi limitai a sparargli una bella sega.
Anche lui mi riempì di schizzi tutta la faccia e la maglietta, che ormai era veramente fradicia e puzzolente di sperma di cane e si ritirò in un angolo a leccarsi il pisello.
Mi sedetti in un angolo anche io, esausto e stupefatto di quello che avevo fatto.
Dio che esperienza, non avrei mai pensato di poter fare una cosa simile.
E non era che il primo giorno della settimana…
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scritto il
2022-08-30
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