Harmony serie privè - il Club Gomorra

di
genere
orge

Guardando la facciata dell'imponente palazzo in stile coloniale ne rimasero impressionate, Eva non sapeva cosa dire e rimaneva lì a guardare le colonne del quadriportico a bocca aperta; fu Emma una volta tanto a riportarla alla realtà, dai entriamo disse e presi gli inviti la trascinò verso il concierge che era in attesa presso il massiccio portone.

Entrate che furono, vennero circondate da un'atmosfera fatta di suoni e odori che ricordavano il piacere sessuale; la musica ritmata e ripetitiva in stile indiano, odori forti di incenso e patchouli in contrasto tra loro facevano girare la testa.

Uomini muscolosi dalla pelle ambrata, con indosso soltanto un costumino asimmetrico, portavano vassoi con frutta esotica e bevande destreggiandosi abilmente tra la folla di corpi ondeggianti al ritmo della musica.

L'ambiente spazioso era molto alto e ben illuminato da enormi lampadari che pendevano dall'alto, colonne in marmo sorreggevano l'ampio soffitto, dividendo idealmente la sala in settori, ampi sofà completavano l'opera di suddividere il tutto in zone come in un mercato.

E come in un sūq ad ogni settore corrisponde un genere, così Emma ed Eva entrate dal settore indiano, passarono per quello cinese con i suoi drappeggi di seta color oro e rosso, simboli di abbondanza; come abbondante era l'offerta di sesso, alcune coppie di turisti come loro stavano consumando su ampi cuscini, amplessi in forme che sfidavano i dettami del Kamasutra.

A dire il vero Emma ed Eva ovunque posassero l'occhio vedevano persone avviluppate ad altre persone, di ogni sesso e colore, come nel quadro di Marten van Heemskerck nel suo "Il Trionfo di Bacco", ogni persona si annullava per formare un informe essere baccante.

E gemiti, e urla, e strilli di donne gaudenti, facevano da contraltare al quadro orgiastico che si delineava.

Su tutto la musica ossessiva rendeva l'atmosfera stordente come l'oppio.

Emma tradendo le sue origini di terra di Sicilia, ruppe quel silenzio che aveva ammutolito le due donzelle da quando erano entrate nel Club. "Che camorria" esclamò a voce abbastanza alta da essere udita.

Un uomo non bello, abbastanza in là con gli anni che le aveva notate appena erano entrate, si fece avanti abbracciandole da tergo e con faccia da furetto disse loro che il mercato della Camorria si trova giusto in piazza Matisse il mercoledì, poi continuò chiedendo di seguirle in un altro ambiente che qui c'è un atmosfera troppo Ancien Règime, troppo decadente.

"Ma seguitemi ragazze, seguitemi e vi divertirete come si conviene a delle ragazze come voi." e poi con fare mellifluo continuò dicendo quasi sottovoce "rilassatevi, non fate altro e quando volete venire..." con queste parole spinse Emma ed Eva verso un grande portone chiuso.

Ed ora prima di proseguire, una piccola digressione: avete presente quando i nostri genitori ci dicevano di non parlare agli sconosciuti? Ecco, appunto.

Emma ed Eva nel proseguo della storia conosceranno aspetti della vita e di loro stesse che nemmeno sospettavano di avere.

Continua...
scritto il
2022-09-01
3 . 4 K
visite
1
voti
valutazione
5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.