La ginecologa
di
LILLO
genere
gay
Era da tempo che mia moglie voleva un bambino, insisteva perchè fosse mio, sapendo bene che sono omosessule, e che scopare non era il mio forte, appena le entravo sborravo, nemmeno il tempo di sistemarlo dentro.
Così decide di portarmi dalla sua dottoressa, e una volta in ufficio, dopo le visite d'obbligo, si rivolge a mè, ora tù, dovresti, se ti riesce, farti una sega in questo barattolo, mi serve il tuo sperma, e poi ridendo dice a mia moglie, servirà a poco, ma vediamo.
Non sono eccitato, e quindi è molle, fatico a segarlo, poi, visto che ci mettevo molto, mia moglie è entrata nel camerino, ha tolto dalla borsetta un cazzo di gomma che porta sempre con sè, mi ha messo appoggiato al tavolino, lo ha bagnato, e me lo ha infilato nel culo, dai frocio sborra, vedi che ti piace?, il cazzo mi sistava indurendo, dai segati, pensa altuo uomo chti incula, io impazzivo, poi scorsi la ginecologa appoggiata alla porta che sorrideva alla scena, mia moglie si gira e le dice, vieni Anna, avvicinati, guarda il frocione, come gode, io ero rosso in viso, ma godevo, Gbriella disse, mi sà che devi trovarti un cazzone valido se vuoi figli, queta checca non vale nulla, e così ho sborrato poche gocce di sperma, nel barattolo, mia moglie lo passa ad Anna, che lo osserva, e poi dice, non serve a un cazzo e lo butta nel cestino, e con mia moglie se ne và in studio.
Io rimango lì, col cazzo di gomma nel culo, me lo godo fino all'ultimo, e poi le raggiungo.
Hai solo due possibilità, dice Anna a mia moglie, o inseminazione artificiale, e un cazzo vero, Gabriella risponde la seconda sicuramente, brava risponde Anna, sai già chi?, certo il mi capo.
Così ora ho trè figli, avuti da mia moglie con trè diversi padri, e io ho dato loro il cognome, ora sono grandi e sanno benissimo che non sono figli miei, anzi spesso, mi danno del frocio, della checca, e hanno ragione.
Così decide di portarmi dalla sua dottoressa, e una volta in ufficio, dopo le visite d'obbligo, si rivolge a mè, ora tù, dovresti, se ti riesce, farti una sega in questo barattolo, mi serve il tuo sperma, e poi ridendo dice a mia moglie, servirà a poco, ma vediamo.
Non sono eccitato, e quindi è molle, fatico a segarlo, poi, visto che ci mettevo molto, mia moglie è entrata nel camerino, ha tolto dalla borsetta un cazzo di gomma che porta sempre con sè, mi ha messo appoggiato al tavolino, lo ha bagnato, e me lo ha infilato nel culo, dai frocio sborra, vedi che ti piace?, il cazzo mi sistava indurendo, dai segati, pensa altuo uomo chti incula, io impazzivo, poi scorsi la ginecologa appoggiata alla porta che sorrideva alla scena, mia moglie si gira e le dice, vieni Anna, avvicinati, guarda il frocione, come gode, io ero rosso in viso, ma godevo, Gbriella disse, mi sà che devi trovarti un cazzone valido se vuoi figli, queta checca non vale nulla, e così ho sborrato poche gocce di sperma, nel barattolo, mia moglie lo passa ad Anna, che lo osserva, e poi dice, non serve a un cazzo e lo butta nel cestino, e con mia moglie se ne và in studio.
Io rimango lì, col cazzo di gomma nel culo, me lo godo fino all'ultimo, e poi le raggiungo.
Hai solo due possibilità, dice Anna a mia moglie, o inseminazione artificiale, e un cazzo vero, Gabriella risponde la seconda sicuramente, brava risponde Anna, sai già chi?, certo il mi capo.
Così ora ho trè figli, avuti da mia moglie con trè diversi padri, e io ho dato loro il cognome, ora sono grandi e sanno benissimo che non sono figli miei, anzi spesso, mi danno del frocio, della checca, e hanno ragione.
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