Fremiti di mamma - 9 - Mamma, figlio e Marocchino in un trio godurioso.

di
genere
incesti

.....Erano ormai le tre di notte ed Ajsha avrebbe dovuto riprendere servizio alle 8,00 e dunque, quello era l'ultimo atto di una nottata indimenticabile di trasgressioni estreme e nuove inenarrabili esperienze.

Marco era disteso supino con la madre sdraiata su di lui a 69.

Mentre il figlio le leccava la fica già ampiamente sborrata nel corso della serata, la mamma gli succhiava il cazzo che come sempre, anche se a fatica dopo i numerosi orgasmi, non perdeva l'erezione e gli rimaneva duro come fosse di marmo.

Dietro di lei Ajsha con la sua mazza simile a quella di un cavallo (Per la lunghezza e la cappella a fungo) le infilzava l'ano spingendosi tutto dentro di lei oltre il retto sino al colon dandole l'impressione di sentirselo in gola mentre i testicoli lisci e gonfi come palle di biliardo, ad ogni affondo rilasciavano uno schiocco simile ad una scudisciata al contatto col perineo e parte della fica.

Da quella postura, il figlio oltre che godersi il dolce sapore della fica della mamma infarcita di umori e residuo di sperma, si godeva lo spettacolo di quella poderosa verga che le trapanava l'ano, accarezzato per di più, dai testicoli ad ogni frustata tra le natiche della mamma.

I due maschi avevano già goduto diverse volte (Senza contare tutti gli orgasmi della donna) e dunque la monta ed il contemporaneo pompino parevano non aver mai fine per la gioia della donna che invece, continuava a collezionare orgasmi e squirt che spruzzava direttamente sul volto e nella bocca del figlio.

Ad allungare quei goduriosi momenti che la donna avrebbe voluto non finissero mai, si occupava proprio lei che quando tra le labbra percepiva l'aumento delle contrazioni del cazzo del figlio interrompeva ogni operazione e contemporaneamente si sfilava il cazzo dal culo per farlo riposare ed impedire al tempo stesso allo stallone, di venire.

-Ragazzi, questa è l'ultima con voi due insieme e voglio che duri il più possibile e che alla fine godiamo tutti e tre insieme.-

Aveva detto prima di rimettersi il cazzo nel culo e riprendere la fellatio su quello indomabile del figlio.

Dopo circa dieci minuti, lei stessa aveva cominciato ad agitare il bacino e sbuffando col cazzo del figlio in bocca aveva gridato "Adesso!..Adesso!.. sborrate adesso insieme! godo.. godo.. godooooooo!"

In quegli stessi istanti alle sue grida di piacere si erano uniti il rantolo strozzato e liquido di umori del figlio e l'urlo selvaggio del ragazzo di colore.(Va precisato che i marocchini non hanno la pelle particolarmente scura ma nel suo caso, la mamma era nigeriana e dunque lui era decisamente più bruno del padre marocchino. A questo proposito, è bene sapere che sin da bambino la mamma si era resa conto delle tendenze bisex del figlio e senza porsi troppi problemi era stata lei stessa a collaudare quella mazza e svezzarlo favorendogli in egual modo, anche l'interesse per le femmine.. ma questa è un'altra storia).

Quando Ajsha si era sfilato, col membro ormai molle che gli pendeva in mezzo alle gambe come un salame appeso nella dispensa, si era spostato e rimanendo in ginocchio davanti alla donna, abbassandosi l'aveva baciata ingoiando nel voluttuoso turbinio di lingue, parte dello sperma del figlio che lei aveva ancora in bocca.

Nel frattempo dallo sfintere dilatato della donna, rivoli di sborra colavano direttamente nella bocca del figlio che oramai aveva imparato a gustare anche il frutto del piacere di un altro maschio.

Al mattino quando, dopo aver preparato il bagaglio e pronti per partire, erano scesi a far colazione dove li aveva serviti Ajsha.

Mancavano ancora 30 minuti alla partenza del pullman per Palermo e lei non aveva saputo resistere:

-Ajsha, non mi offriresti da bere un'ultima volta?-

Quando era tornata al tavolo dove l'aspettava il figlio, lo aveva baciato sulle labbra regalandogli un ultimo sorso del gustoso nettare di quell'incredibile marocchino.


Tutto era cominciato quella sera in cui la mamma e suo figlio si erano occupati della preparazione l'uno dell'altra per quella notte che si prospettava quanto mai speciale.

Lui le aveva rasato la fica lasciandola liscia come fosse di velluto e lei lo aveva ricambiato depilandogli completamente il pube, lo scroto, il perineo e tra le natiche lasciandogli ben pulito dei peli anche la rosellina anale sino a quel momento inviolata.

Insieme poi, nella vasca da bagno avevano fatto con l'acqua tiepida ed un sapone neutro liquido, un profondo lavaggio rettale infilandoci direttamente la cannula della doccetta.

Certo, non era stato molto bello coi piedi immersi nelle loro stesse deiezioni e tuttavia quel rito così puzzolente e disgustoso, aveva aumentato la loro complicità e l'affiatamento erotico che oramai non conosceva barriere.

Dopo avere scaricato tutti i residui e lavato per bene la vasca, avevano fatto il bagno insieme abbracciati e premurosi come teneri amanti.

Quando il ragazzo era passato a prenderli, dopo un veloce spuntino in un locale dove servivano specialità siciliane e dolci locali, li aveva portati su una spiaggia non troppo lontana dove si svolgeva una festa con tanti giovani.

Ajsha pareva molto felice di quella scelta mentre Marco e la mamma non vedevano l'ora di tornare in albergo.. era lo loro ultima sera a Taormina e non volevano rischiare di ubriacarsi e sprecare neanche un minuto.

Mentre sulla pista da ballo Ajsha stringeva Rosa facendole sentire sulla pancia la sua poderosa verga, Marco smaniava e gesticolava verso la mamma sino a che lei, prendendo Ajsha per mano lo aveva strattonato dicendo: "Ehi bello.. non lo voglio sentire sulla pancia il tuo amichetto ma lo voglio tutto dentro.. tutto!"

Ajsha aveva sorriso a quell'incitamento ed invertendo i ruoli era stato lui a trascinare lei ed il figlio verso il paradiso: "Marco, hai una fidanzata fantastica accanto a te, cerca di non perderla è troppo preziosa.. fantastica, appunto!" Aveva detto Ajsha rivolgendosi a Marco non sapendo che erano madre e figlio amanti incestuosi.

Non appena varcata la soglia della loro camera, Rosa si era subito chinata davanti ad Ajsha e facendogli scivolare in basso il pantalone e le mutande, lo aveva subito stretto tra le dita come fosse un clarinetto da suonare e come uno strumento musicale appunto e lo aveva subito imboccato.

Da dietro il figlio si era tolto subito i pantaloni e spingendo la gonna sulla schiena della mamma, si era inginocchiato ed aveva cominciato a leccarle la fica.

Il primo orgasmo era esploso dirompente come una fucilata ed a quel punto il ragazzo sollevandosi l'aveva infilata senza difficoltà tanto era bagnata.

Erano ancora tutti semi vestiti quando in preda ad una furia animale lei si era sfilata il cazzo del figlio e facendolo distendere sul pavimento vi si era impalata offrendo il deretano all'altro maschio il quale le si era sdraiato dietro ed aveva cominciato a leccarle il buco del culo abbassandosi sino a raggiungere con la lingua, il cazzo del ragazzo che entrava ed usciva dalla fica grondante di umori di sua madre.

Il contatto della lingua di un maschio col suo sesso, gli aveva provocato un sussulto come fosse stato attraversato da una scarica elettrica.

Quando lo sfintere anale grazie alla lubrificazione ed il massaggio interno delle dita, era ben dilatato, Ajsha si era alzato e dopo averle puntato la cappella tra le grinze del buco del culo, con un colpo secco l'aveva penetrata facendola gridare dalla lancinante fitta di dolore subito scomparso quando lui, con delicatezza aveva completato l'affondo ed aveva cominciato a montarla come fosse una cagna.

Con due cazzi in corpo la donna era orami in paradiso e tutto ciò che aveva intorno era sparito sostituito da visioni idilliache e da un piacere che le sfiorava ogni lembo di pelle ed ogni corda del suo corpo sin dentro il cervello.

Si scioglieva di liquidi e sbavava ad ogni affondo del figlio nella fica e del nero nel culo rendendola persino incapace di capire se erano orgasmi quei brividi che le scuotevano il corpo o semplicemente la lussuria che si era impadronita del suo cervello oramai fuori controllo.

Godeva la donna, godeva e gridava, gridava e sbavava mentre i due maschi sempre più vicini al momento fatale, sbuffavano come locomotive.

Uno dietro l'altro grugnendo come maiali, avevano goduto incitati da lei che si contorceva urlando.. si! si!.. sborrate.. sborrate.. riempitela questa troia.. fatela godere come una puttana..si..si..siiii.. godo ..godo!

Sfinita si era accasciata sul figlio mentre Ajsha continuava a restare dentro di lei come fosse una cagna legata dal nodo del suo maschio.

Tutto quello era avvenuto con l'urgenza dovuta alla carica di libidine che i tre avevano accumulato sin dalla sera prima.

Quando si erano finalmente staccati, avevano i pochi e leggeri abiti che indossavano, bagnati come fossero usciti da una piscina ed anche i loro corpi erano madidi di sudore ed in parte umidi di sperma e umori vaginali colati anche a bagnare il pavimento.

Fortunatamente, il box doccia era sufficientemente grande da ospitarli tutti e tre che lavandosi a vicenda, aveva visto crescere la carica di libidine che pareva inizialmente sopita sotto il rinfrescante scroscio d'acqua.

Non era stato proprio così!

La vicinanza dei tre corpi e d i toccamenti per lavarsi reciprocamente, aveva risvegliato i loro sensi ed anche Ajsha che a causa della sua dotazione era più lento a riprendersi, si era riarmato immediatamente per la gioia della mamma la quale mentre l'acqua continuava a bagnarli, si era inginocchiata ed aveva rireso a succhiare i due cazzi come fossero capezzoli dai quali estrarre il nutriente latte.

A quel punto Rosa non aveva insistito nel pompino in quanto se li avesse fatti venire ancora, sarebbe occorso chissà quanto tempo prima che entrambi si ricaricassero.

La nottata era proseguita con ogni genere di combinazione con lei che godeva a raffica mentre i due maschi venivano gestiti con una certa parsimonia per non spomparli troppo, infatti nella mente di Rosa era ancora ben vivo il progetto di svezzare il figlio anche ai giochi bisex.

Ad un certo punto aveva detto rivolgendosi al figlio:

Marco, adesso io mi stendo sul letto e mi faccio leccare da questa puttanella (Indicando Ajsha) e tu da dietro, gli spalmi il buchino con quella crema e te lo inculi.. senza sborrare però!-

Il figlio, quasi come fosse stato colto di sorpresa aveva annuito tra se e se.

Se lo era inculato con reciproco gusto anche se, mentre il figlio doveva combattere per evitare di eiaculare, Ajsha, rilasciava filamenti di liquido seminale prodotto dalla stimolazione della grossa mazza sulla prostata.

Dopo che il ragazzo aveva superato quella difficile prova, il passo successivo era stato alquanto facilitato e così, avevano composto il classico trenino in cui, mentre il figlio inculava la mamma piegata a pecora, Ajsha gli sverginava il culo da dietro tenendolo saldamente fermo con le mani strette ai suoi fianchi a guisa di morsa.

In quel caso la simultanea sborrata era stata inevitabile dopo di che, Ajsha si era chinato tra le cosce della mamma per suggerne la sborra del figlio mentre Marco, invitato dalla mamma, le si era seduto sul viso per travasarle in bocca lo sperma che colava da suo buco del culo appena sverginato.

La nottata era continuata in un crescendo di libidine anche se, le riserve dei maschi che davano segni di cedimento, li aveva costretti a dedicarsi entrambi alla donna con le mani e la bocca facendola vibrare coi suoi ripetuti orgasmi, come una vela battuta dal vento.

Dopo un adeguato riposo ritemprato da bevande energetiche e dissetanti, avevano concluso quella straordinaria notta con quella doppia penetrazione in cui entrambi gli stalloni avevano dato fondo alle loro ultime riserve di forza e di sperma.

La mamma ne avrebbe voluto ancora ma mentre Ajsha andava a riposarsi per la giornata di lavoro che l'aspettava, Marco era caduto in un sonno profondo impossibile da risvegliare persino dalla mamma che ancora eccitata, per dormire aveva dovuto masturbarsi ancora.

Un paio di giorni ancora di sesso assai impegnativo aspettava la mamma ed il figlio a Palermo.

segue







scritto il
2022-09-23
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