Turbolenze sul volo da MPX

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voyeur

Turbolenze sul volo da MXP

“Ciao Yuko, indovina! Oggi ho un volo su Malpensa!”
“Ma dai, davvero? Allora ci vediamo! Ma perchè non me l'hai detto prima?”
“Guarda l'ho saputo solo ora, un turno da coprire di una collega malata.”
“Ok, dai; dimmi quando arrivi: se è nel pomeriggio mi libero.”
“Eh, purtroppo è un volo andata e ritorno, non scendo neanche dall'aereo, ripartiamo quasi subito.”
“No, che peccato. Ma se mi dici a che ora passate sopra Milano, mi metto in un luogo appartato, tiro su la maglietta e ti faccio vedere le tette!”
“Ha ha ha ha ha! Sarebbe bellissimo! Se lo dico al pilota potrebbe fare un paio di giri sulla città!”
“A che ora è il decollo?”
“Alle tre di pomeriggio.”
“Sì, a quell'ora sono ancora in ospedale, ma c'è un terrazzo su cui non va mai nessuno e se vuoi mi metto in mostra, solo per te.”
“Dai, sì, stupendo!” e Kitty scoppia a ridere al telefono per la proposta demenziale. “Ma come ti trovo in tutta Milano, dall'aereo?”
“Ma è facilissimo. Individui il centro, piazza Duomo, hai in mente? Di fianco c'è la torre Velasca, il mio ospedale è in quell'area subito a sinistra, con gli alberi. Cerchi tra i padiglioni e mi becchi in cima al più alto.”
“Ha ha ha ha! Ma tu sei toda loca!”
La telefonata delirante si conclude così, ma alle due e mezza veramente mi arriva un messaggio su whatsapp: 'stiamo chiudendo le porte, tra mezz'ora decolliamo, in orario.'
La giornata è soleggiata e fuori si sta bene. Il lavoro procede senza intoppi e decido la mia uscita sul terrazzo. Alle ore tre in punto, se vedrò un aereo solcare i cieli verso Varese, giuro che tiro fuori le tette. Tanto qui di sicuro non mi vedrà nessuno, ma l'idea mi fa spaccare dal ridere e mi eccita da morire. Poi stasera richiamerò Flying Kitty e ci facciamo delle risate.

Sul volo di linea un'assistente di volo sta dando in modo un po' frettoloso e svogliato le classiche raccomandazioni nel caso l'aereo si spiaccicasse al suolo.
“Va be', più o meno sapete già tutto, le uscite sono ai lati, allacciate la cintura e non slacciatela neanche sotto tortura. Chi viene colto a fumare, anche nei cessi, sarà strangolato col tubicino dell'ossigeno. Non sono ammesse nemmeno le sigarette elettroniche, svapo e canne. In caso di depressurizzazione le maschere di ossigeno vi cadranno in testa dal soffitto. Sembrano confezioni di budino alla vaniglia o di yogurt, ma non fatevi fregare e cominciate a dire le preghiere. Prima ve la mettete e meglio è. Se avete contravvenuto alla regola di fumare, con tutto l'ossigeno che ci sarà a bordo faremo un bel botto, ma se sopravviviamo sarete messi a pecora. Se finiamo in mare nei pochi chilometri della 'Manica' e stranamente non siamo esplosi, mettete il salvagente. Sarebbe una figa annegare dopo essere sopravvissuti all'ammaraggio.”
I passeggeri si guardano stupiti: qualcuno ride, altri si lamentano, altri ancora chiedono spiegazioni.
“Ve be', leggetevi il foglietto.” Taglia corto la hostess, una formosa ragazza castana con uno sguardo limpido e saettante, e scompare verso l'inizio del corridoio, nella cabina di guida.
“Ma che razza di informazioni hai dato di là?” Il comandante, Dick, si mette a ridere mettendosi una mano sulla fronte.
“È Milano quella?” Gli chiede invece la hostess guardando dall'ampio vetro.
“Sì, perchè?”
“C'è una mia amica su un terrazzo, mi ha giurato che mi avrebbe fatto vedere le tette!”
Scoppio generale di risate.
“Ma come la becchiamo, la tua amica, in mezzo a centinaia di palazzi?” Risponde poi, invece, Dick, in tono più serio.
“Ha detto che sarà in cima al palazzo più alto, di fianco al Duomo.” E intanto la giovane aguzza la vista cercando di orientarsi tra i tetti della metropoli meneghina.
“Be', il Duomo è quello lì, davanti.”
“Cazzo, ci si può abbassare? Dovrebbe essere sulla sinistra della torre Velasca! Ma poi, come la vediamo?”
I due piloti sembrano improvvisamente molto interessati, vista la concreta possibilità di individuare la misteriosa donna disinibita.
“Scherzi? Abbiamo due binocoli giganti, astronomici, da 33 ingrandimenti: li attacchi al treppiede fisso e vedi anche il colore degli occhi della tua amica!” risponde con orgoglio il copilota, Roger.
“Le doppie punte no?” La hostess sembra un po' scettica.
“Dai Roger, vai a prenderli!” Comanda invece il comandante. In fondo è il suo ruolo. L'entusiasmo cresce a alla ragazza non par vero di poter realmente individuare la sua amica piccante.
“Io faccio un paio di giri sulla città, tanto siamo in anticipo.”
Con una prontezza prodigiosa i due strumenti sono sui loro cavalletti snodabili.
“Hai detto a sinistra della torre Velasca? Il palazzo più alto? Quello circondato dagli alberi?”
In cabina di guida il fermento è al massimo, mentre il velivolo attraversa i cieli del capoluogo lombardo. Le vedette sono al lavoro dietro agli oculari dei binocoli, come per rintracciare un'elusiva cometa.
“Aho! Ma che state facendo?” Irrompe un giovane steward in cabina. “Che rotta state seguendo? Di là qualcuno comincia a sboccare!”
“Ah già, devo fare il comunicato.” Il comandante afferra il microfono, ma continua a scandagliare i palazzi in zona centro. L'inserviente ritorna a controllare gli utenti.
“Gentili passeggeri, benvenuti sul volo di linea CATS-ONE, tra Malpensa e Gatwick. Stiamo eseguendo alcuni giri per guadagnare quota oltre i cirrostrati. Sulla sinistra potete ammirare i sobborghi di Milano. Sulla destra... sulla destra... Cazzo che tette!”
Un brusio serpeggia nella zona passeggeri. La comunicazione è disturbata e la gente non è sicura di aver ben compreso. All'interfono si sentono ora più voci: una conversazione concitata ha luogo in
cabina di pilotaggio.
“L'hai trovata? Fa vedere! Che pezzo di figa! E molla il binocolo! Tieni la cloche! Il pilota automatico! Il pilota auto... Porca troia, che zinne! No, raga, uno è mio e non lo mollo! Ma davvero quella si è messa nuda! Roger tira su il carrello, se no tiri giù un'antenna!”
Lo steward di prima si è precipitato in testa all'aereo.
“Ma che succede? Siete tutti impazziti? Staccate la comunicazione, di là c'è l'inferno!”
Lo spettacolo è terrificante. La hostess difende con le unghie il suo binocolo, come un felino inferocito, mentre una calca si affanna a scrutare, dall'altro strumento, i tetti di Milano. I tetti e le tette. Airbus in rotta circolare, affidato ai comandi automatici.
Il copilota, Roger, al richiamo dello steward sbianca in volto e ritorna al suo sedile, riprendendo i comandi
“Dick! Il motore di destra sta perdendo pressione!”
Il comandante di colpo molla il binocolo, subito arraffato dall'addetto radio, e si concentra sugli strumenti. La hostess rimane appiccicata alle lenti; senza accorgersene si è portata una mano fra le cosce.
“Ma va, Roger, qui è tutto a posto.”
“Comandante”, interviene l'assistente, “sono i passeggeri: si sono spostati tutti a destra, stanno appiccicati ai finestrini a guardar fuori: telefoni, macchine fotografiche, videocamere, zoom!”
'Din... Din...' si accende il segnale di allacciare le cinture.
“Qui è il comandante che vi parla”, il tono pacato e distaccato di Dick, rassicurante.
“Siete gentilmente pregati di ritornare al vostro posto. Stiamo attraversando alcune turbolenze, ma presto saremo oltre lo strato di nubi e di correnti e proseguiremo la nostra rotta verso Londra.”
La situazione ritorna sotto controllo, l'aereo si alza e si dirige verso nord-ovest.
La hostess, sudata, lascia il binocolo. Le unghie hanno scalfito la vernice.
“Scusate, vedo un attimo alla toilette a rifarmi il trucco.”
Esce dalla cabina. 'Devo immediatamente tirarmene una!' Un pensiero martellante, impellente.
“Portaci un caffè, quando hai finito, per favore.”
Dick, il comandante, è veramente un pilota di grande esperienza.
Giù, a terra, sul terrazzo di un edificio ospedaliero, una ragazza a petto nudo, in pieno sole, scruta i cieli.
Un aeroplano ha eseguito rotta su Milano, ha fatto alcuni giri in tondo e ora è ripartito verso il Monte Rosa.
La giovane sanitaria si rimette il reggiseno e la casacchina bianca dei medici.

Sorrido mentre scuoto la testa. 'Dopo le scrivo. Chissà se mi ha vista, da lassù.'
di
scritto il
2022-10-19
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