Storia di un matrimonio (Ep. 1) – L'incontro (ovvero quanto è buona la figa della cugina)

di
genere
incesti

Sto giocando con la biro da mezz'ora, mia moglie mi ha detto di firmare i documenti e io non ci riesco. Davvero vuole divorziare da me dopo 20 anni, lo trovo incredibile.
La guardo negli occhi e penso a quando sia bella. Ha 40 anni, ma probabilmente ora è molto più sensuale di quando l'ho conosciuto. All'improvviso mi ricordo il nostro primo incontro, assai particolare.

Vent'anni fa decisi di andare a Perugia per partecipare all Eurochocolate, la mia droga personale, e ci andai da solo, come al solito. Durante la manifestazione mi annoiai, nonostante abbia mangiato ogni genere di cioccolato esistente. Le sera prima di partire mi ritrovai sotto una pioggia battente e mi rifugiai nel primo locale che trovai. Con mia grande delusione scoprii che era una discoteca. Per fortuna c'erano poche persone e decisi di sedermi al balcone del bar, in attesa che la pioggia smettesse. La musica era così alta che non riuscivo a sentire le chiacchiere delle persone, e forse questa era una fortuna. Ero immerso nella mia totale depressioni che la vidi. Antonella, la mia futura moglie. Stava ballando in mezzo alla pista con un'altra ragazza. Le due ragazze si assomigliavano molto, nonostante le evidenti diversità.
Inutile dire che mi innamorai subito, ok lo ammetto era una grande attrazione fisica. Era bionda, capelli lunghi, in quel momento portava una coda, probabilmente per muoversi con più agilità. Era alta sul metro e settanta e avevo un fisico scolpito nel marmo. Una quarta di seno che spiccava ancora di più grazie al suo ventre piatto e il sedere era pura poesia. Indossava, se vogliamo dire così, un top bianco e una minigonna nera. Aveva un solo difetto, ai piedi indossava delle ballerine, ma nessuno è perfetto.
La sua amica, che poi scoprii essere la sua cugina Tiziana, era anch'essa bionda, ma era riccia, leggermente più alta di Antonella e aveva un corpo decisamente più snello, non per questo non meno sexy della sua compagna. Nel vestire era più casta. Aveva un vestito lungo scollato sulla schiena e portava un fantastico paio di stivali neri.
Ovviamente iniziai a fissarle. Non riuscivo a togliergli gli occhi d'addosso, anche perché ballavano in modo provocante e davano spettacolo in mezzo alla pista. Le loro mani sfioravano i loro corpi e adottarono dei movimenti al quanto seducenti. Ero così concentrato su di loro che, in certi momenti, sembrava che pure la mia futura moglie mi guardasse, e poi accadde.
Antonella, forse stanca, si diresse verso di me, o meglio verso il balcone del bar. Come al mio solito cercai di fare il disinvolto, ovviamente non riuscendoci e iniziai a grattarmi la testa.
Lei ordinò una Coca-Cola, e questo mi piacque, io odio gli alcolici.
Si volse verso di me e sorrise, almeno così mi sembrò.
Ordinò un Cosmopolitan per sua cugina, pagò e, prima che se ne andasse, si girò verso di me e con un fulmine a ciel sereno – "Spero che ti sia goduto lo spettacolo". Si avviò verso sua cugina, che intanto si era seduta su un divanetto, lasciandomi di sasso.
Cercai la fuga, forse era giunto il momento di andarmene, ma aprendo la porta di uscita mi accorsi che pioveva ancora, forse anche più di prima, mi sedetti sul primo posto disponibile, in disparte, sperando che nessuno mi notasse.
Passò una mezz'oretta e mi accorsi che le signorine erano sparite. Le cercai per tutto il locale. Notai, in tempo, una minigonna famigliare che prendeva l'uscita di sicurezza. Dove stavano andando.
Rimasi bloccato sulla sedia per un po, ero tremendamente curioso. Non volevo che il mio colpo di fulmine sparisse per sempre dalla mia vista. Le seguii. Lo so, sono uno stalker, ma quello che vidi dopo sono sicuro che piacerà, se non a tutti, a tanti.
La porta dava su un vicolo. Anche se pioveva ancora, li era abbastanza riparato. Non riuscii a trovarle finché non le sentii ridere e parlare.
"Hai visto quello strano tipo che ci osservava" – riconobbi la voce di Antonella.
"Già, a quanto pare abbiamo fatto innamorare quello sfigatello" – Sentii un rumore che assomigliava a un bacio – "Sicuramente le piaceva il tuo culo" – Sentii altre risate.
Mi sentivo umiliato e, con una certa rabbia, volevo giustificarmi. Girai l'angolo e mi bloccai subito.
Quello che vidi fu assurdo. Tiziana era appoggiata al muro con la gamba destra sollevata dalla mano di Antonella, la quale la stava baciando con passione. Mi ammutolii subito, forse sarei dovuto andarmene, ma chi l'avrebbe fatto.
Le loro lingue si incrociavano con passione mentre la pioggia scorreva sui loro fantastici corpi. Erano così bagnate che il top di Antonella divenne trasparente. Il suo seno di marmo trasformò il mio pene in puro acciaio. Me ne vergognai.
Me ne andai? Che domande, tutt'altro, mi infilai la mano nei pantaloni e me lo afferrai.
Non smettevano di baciarsi, di toccarsi il seno. La mano di Antonella giunse al bordo del vestito lo sollevò giusto il tanto per accarezza la figa depilata della cugina, non indossava le mutandine.
Il suono del loro piacere giunse fino a me, per fortuna ero l'unico che assisteva a quello show. Il mio pene rimaneva a fatica nei pantaloni.
La mia futura moglie scese con la bocca sul vestito bagnato al livello del seno e lo morse. Non si fermò li, in pochi attimi raggiunse le parti intimi di Tiziana.
Strofinò la faccia sul suo monte di venere, scese verso li basso e appoggiò gentilmente le sue labbra inumidite sulla figa. Le baciò il clitoride, prima delicatamente poi in modo più rude. Anche se pioveva potevo distinguere la saliva che colava dalla sua bocca.
Le separò le labbra con la lingua e nello stesso momento le allargò ancora di più le gambe. Sua cugina si succhio le dita e si masturbò il clito con movimenti lenti. A quel gesto Antonella introdusse le dita nella figa e dopo un attimo aumentò l'intensità. Leccò il clitoride con la punta della lingua come se stesse mangiando un cono gelato, dal basso verso l'alto. Dopo qualche secondo la lingua entrò in modo prepotente nella vagina bagnata. Sembrava un pisello in mignatura.
Io non resistivo più, abbassai la lampo dei pantaloni e liberai il mio uccello pulsante.
Però con mia grande delusione smisero improvvisamente di fare sesso, almeno è quello che credetti, sentii una delle due dire – "Qui ci bagniamo tutte, andiamo via".
Antonella prese la mano la cugina e la condusse verso una 500, che allora era un modello nuovo, ma, con mia grande sorpresa, invece di andare a casa, si sedettero sulle poltroncine posteriori e il mio amore si tolse il top e vedetti per la prima volta il suo bellissimo seno.
Tiziana non perse tempo e le lecco i capezzoli con voracità.
Io cercati un posto migliore, da dove ero prima non vedevo bene. Trovai un furgoncino e mi misi dietro, per fortuna la pioggia era diminuita. Tornai a masturbarmi.
Si misero una davanti all'altra, non senza qualche difficoltà. Alcuni dettagli li scoprii solo dopo aver parlato con le due interessate. Le vidi, o almeno intuii, intersecare le gambe e spingersi una contro l'altra. Immaginai le loro labbra inferiori strusciarsi, toccarsi e bagnarsi.
Più loro si scopavano, più mi stringevo il cazzo.
Le loro mani cercarono i loro rispettivi seni, se le toccarono. Si vedeva che erano esperte.
Dopo qualche minuto, che mi sembrarono secondi, Tiziana inclinò la testa all'indietro, e mi sembrò che dalla sua bocca uscisse un gemito orgasmico. Purtroppo non potevo sentirle.
Le loro gambe di districarono e alla mia vista i loro visi cambiarono, si baciarono dolcemente. Era tutto finito? Non ero venuto, lo so è da scemi, ero deluso.
Mi sbagliai ancora.
Antonella si mise a carponi sui sedili posteriori della macchina, il suo viso era vicinissimo al lunotto e il suo seno era schiacciato sul ripiano posteriore. Sua cugina si mise dietro di lei, e la leccò. Anto si morse le labbra. Purtroppo dove stavo non potevo vedere cosa succedeva.
La mia mano scivolava sul mio pene bagnato. Da quello che mi disse in seguito mia moglie, sua cugina le spinse due dita in figa che nel giro di qualche secondo diventò l'intera mano. La scopò con forza e determinazione, e tutto lo potei vedere sul viso arrapato di Antonella. Molto probabilmente era molto eccitata perché inarcò la schiena a tal punto di sbattere la testa sul tetto della macchina e vidi il suo seno inarcare in tutta la sua bellezza. Per un attimo mi diete l'impressione che mi guardasse. Pure io ero al limite. Lei urlò cosi tanto che la sentii pure io, e il suo corpo si rilassò. Sorrise e mi fulminò con gli occhi. È proprio in quel momento che esplosi tutto il mio seme sull'asfalto del parcheggio. Non aspettai che se ne andassero e scappai a gambe elevate, con la paura di essere stato visto.

Il giorno dopo presi il treno e tornai a casa con la consapevolezza che non l'avrai mai più rivista, anche perché in quel preciso momento pensavo che fosse lesbica.
Invece ora dopo venti anni è qui davanti a me, forse per l'ultima volta e di gettò le chiesi – "Sei sicura di voler divorziare?"
Lei fredda mi rispose – "dopo quello che hai fatto ne sono ancora più convinta".
scritto il
2022-10-26
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