Gynarchy governance riveduto e corretto
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genere
dominazione
Gynarchy governance
Buongiorno a tutti voi.
Sono una dominatrice italiana di lunga esperienza maturata in campo internazionale.
Ho 45 anni, fisico statuario, gambe lunghe e affusolate, seno generoso, e mi definiscono una donna decisa, temeraria, forte, da sempre camaleontica, artista professionale e senza limiti mentali.
Dopo aver lavorato in tutta europa, mi sono trasferita a Lugano in Svizzera dove la mia passione mi ha portato ad acquistare una villa e qui accolgo clienti francesi e tedeschi ma ospito anche molti clienti italiani.
Non si tratta del solito dungeon dove si praticano il femdom e bdsm ma è la sede di un club molto esclusivo. Arredata in modo elegante e sobrio, è divisa in privè a tema ma dispone anche di ampie zone comuni.
Il titolo del racconto vi dovrebbe far capire di cosa si tratta.
E’ un club aperto a sole donne che amano dominare i propri uomini, cornuti e ingabbiati ma parliamo di donne facoltose con mariti che spesso ricoprono anche ruoli di prestigio o hanno grosse disponibilità di spesa.
Pensate che tra il mio personale sempre presente in sede, c’è una dottoressa/ginecologa h 24 ( poi vi spiegherò il perché ).
Iniziamo.
All’ingresso della villa c’è una apposita area dove i mariti vengono spogliati e selezionati.
C’è un’area per la depilazione che preferiamo sempre fare con il laser, per migliori risultati.
Poi si passa alla gabbia di castità; ci sono coloro che già portano una gabbia di castità in quanto frequentatori della villa o altri che vengono da noi per la prima volta e che la devono noleggiare o acquistarla. Il noleggio è la formula migliore perché permette di cambiarla e prenderla sempre più piccola in funzione dell’effetto riduttivo che si ottiene sul pene.
Il montaggio della gabbia viene certificato con tanto di data e il pene viene fotografato e misurato ( sempre floscio e mai in erezione, non ci interessano le erezioni ).
Sarà sempre una nostra inserviente che sceglie la gabbia più adatta al momento e la applica.
Fatta questa operazione si passa all’area dei plug anali.
Anche qui ci sono i novizi o quelli già frequentatori che hanno un plug assegnato.
Il plug viene scelto scrupolosamente tra diversi modelli per dimensione e per materiale.
Disponiamo anche di quelli con coda e di quelli gonfiabili che sono i più gettonati.
Poi si passa all’area scarpa; disponiamo di modelli da uomo dalla 42 alla 45 e oltre, tutte in vernice laccata con vari colori o leopardate e tutte rigorosamente con il tacco molto alto.
Collare e guinzaglio; ne abbiamo molti in tinta con le scarpe e quelli rosa con la scritte tipo “ sissy “ o “ slave “ o “ slut “.
Ai mariti è permesso frequentare il nostro locale in questo modo; o in piedi con scarpe, collare e guinzaglio, gabbia e plug e testa reclinata verso il basso o in modalità cagnolino, a quattro zampe e al massimo potrà accucciarsi ai piedi della moglie nelle aree conviviali.
Usciti da quest’area, le mogli e i loro mariti così preparati posso recarsi nell’area bar-cocktail-lunch dove potranno fermarsi per una chiacchierata conviviale, una consumazione o semplicemente uno scambio di idee, parei, esperienze e aspettative con altre mogli ma sempre avranno al loro fianco il loro marito, in alcuni casi accucciato ai loro piedi, in altri al loro fianco, un passo indietro con lo sguardo sempre abbassato.
Si sta inoltre diffondendo l’usanza di invitare al tavolo più mogli e queste mettendosi sedute o alla seconda consumazione, devono dare un colpetto al plug gonfiabile del fortunato o dei fortunati.
Lo scopo lo immaginate, è di devastare l’ano del cagnolino prima di uscire e salutarci.
In quest’area alle mogli è permesso palpeggiare, masturbare o fare dei pompini ai nostri camerieri durante il servizio, camerieri di che io seleziono accuratamente tra i più bei ragazzi cubani e dell’ est Europa.
Ci sono coloro che ci frequentano solo per questo o chi si ferma più a lungo e possono acquistare i servizi che le vedono protagoniste; si perché sono sempre le donne/mogli le protagoniste delle serate.
I servizi offerti (nel senso di gratuiti ) sono:
1) la scossa: il fortunato viene portato in un piccolo teatro con tanto di palcoscenico circondato da divani e poltrone per il pubblico, gli viene applicato un plug con gli elettrodi; viene chiesto alla moglie come si è comportato nei giorni precedenti e in funzione di questo viene decisa l’intensità e la durata del trattamento con il consenso delle presenti.
2) la fuck machines: stessa logica del gioco precedente, sempre sul palcoscenico e in pubblico ma questa volta utilizzando delle fauck machines alle quali si posso applicare vari modelli di peni finti, diversi per fattezza e dimensioni. Il fortunato viene legato ad un cavalletto e la macchina fa il suo dovere nei tempi decisi dalla moglie.
3) la mungitura: lo immaginate, al fortunato viene applicata una sorta di mungitrice elettrica aspirante e insieme al massaggio della nostra inserviente viene fatto eiaculare più e più volte in un tempo prestabilito; abbiamo organizzato una nostra banca del seme per le fasi successive che ora vi spiegherò.
4) sperma drink: la parola stessa è esplicativa; si tratta di una o più porzioni di sperma servito ai fortunati in versione “ nature “ direttamente dalla nostra banca del seme. A seconda della disponibilità che comunque è sempre buona, il drink viene ripetuto più e più volte fino ai primi contai di vomito. Lo sperma non deve essere sprecato.
Da questa fase in poi, gli altri servizi sono a pagamento e assumono una connotazione un po' più cruenta.
5) l’eiaculatore veloce: questa è una competizione dove chi vince in effetti potrebbe perde qualcosa. Ora vi spiego.
Possono partecipare quei mariti certificati con data di chiusura della gabbia e le misure del pene. Vengono costretti a portare una gabbia di castità per anni, privandoli ovviamente di qualsiasi forma si orgasmo. Se accettano di essere liberati questo può avvenire solo in villa e per procurarsi del piacere da soli, sempre davanti ad altre donne e solo rispettando una rigida procedura.
I fortunati vengono affidati nelle mani della ginecologa che gli toglie la gabbia, gli misura il pene per vedere quanto si è ridotto, ne ufficializza le misure al pubblico sempre presente numeroso e insieme alla moglie stabilisce i tempi presunti di masturbazione. I fortunati increduli e sbalorditi non immaginano che il cazzetto si è ridotto ai minimi termini, più simile ad un lombrico inerme e malinconicamente lo devono esporre in maniera ben visibile prestandosi al pubblico ludibrio.
A questo punto lo devono stringere solo con due dita e devono riuscire a venire nei tempi prestabiliti precedentemente, pena l’essere ingabbiati di uovo e per tempi ancora più lunghi.
La stessa ginecologa prende i tempi con un cronometro.
In Germania qualche anno fa siamo riuscite a tenere in gabbia un uomo per 6 anni e alla fine vi posso dire che aveva il pene del tutto atrofizzato, smagrito in larghezza e ridotto anche in lunghezza a tal punto da sembrare il pene di un bambino di 5 anni.
Il trattamento inizia dai 3 minuti e successivamente scendiamo ai 2 minuti e poi 1 minuto; al minuto è facile arrivare ma abbiamo fatto di meglio, anche sotto i venti secondi.
E’ incredibile vederli affannati a segare quel minuscolo orpello, l’ultimo baluardo della loro mascolinità,con gesti così veloci che quasi si ha la sensazione che gli si possa staccare. Ma la paura di essere ingabbiati di nuovo è forte e ce la mettono tutta.
C’è stato un tizio che abbiamo spinto a venire in 16 secondi; praticamente ansimava già mentre gli toglievano la gabbia ed ha dovuto sforzarsi a resistere.
La conseguenza per il tizio come per tutti coloro che vengono sotto il minuto, per l’inutilità e l’incapacità a far godere la moglie, proprio con il consenso e anzi direi rispondendo al desiderio della moglie, vengono immediatamente portati dalla ginecologa per essere castrati. Qui si offrono due opzioni; la castrazione chirurgica immediata che viene anche trasmessa in diretta sui monitor nelle varie sale o l’applicazione un elastico stringente sullo scroto; la stretta è talmente forte che impedisce al sangue di affluire, i testicoli si freddano e lo scroto cambia di colore già dopo mezzora andando sul viola e poi sul blu. Chi sceglie questa strada pensa di concedere qualche altro giorno al fortunato di mantenere i testicoli ma non si rende conto che in effetti già dalla prima ora di applicazione inizia una lenta, progressiva e irreversibile necrosi dei testicoli che tenderanno a seccarsi e poi moriranno del tutto in circa 10 giorni. Successivamente vengono rimossi.
In entrambi i casi i testicoli verranno esposti e conservati in una urna di vetro ammassati insieme ad altri testicoli per renderli irriconoscibili. Vista l’inutilità non si da onore e riconoscenza al fortunato.
La categoria dei castrati volontari sta velocemente assumendo numeri molto importanti ( servizio a pagamento ) vengono indirizzati al ginecologo che provvedere all’esportazione dei testicoli, operazione che come dicevo viene fatta qui in sede, ambulatorialmente, velocemente, con anestesia locale e trasmessa in diretta sui monitor presenti in tutte le sale. Il nostro dottore è molto bravo quando fa i suoi interventi e già la sola vista di quella sacca vuota per molte mogli è motivo di eccitazione.
Altre preferiscono farla togliere riducendo e spianando completamente il tessuto; il risultato finale è estremamente gratificante alla vista ed è quello di un tubicino inerme che esce dal basso ventre e che serve solo per urinare.
In ogni caso sto registrando da parte delle socie un forte interesse per la castrazione e vista la richiesta sempre maggiore, vorrei organizzare un calendario di singoli eventi, o una sorta di castrazione di gruppo.
Solo i testicoli dei castrati volontari vengono conservati in eleganti teche di vetro e vanno ad arricchire la nostra già numerosa collezione, facendo bella figura di se negli appositi espositori ed hanno l’onore di avere una targhetta personale con tanto di nome e cognome ma della moglie che ne rimane la proprietaria.
La moglie spesso porta le amiche socie in adorazione della reliquia, come in un santuario e questo crea invidia convincendo le altre a castrare i loro mariti.
Dopo la castrazione le socie fanno gruppo nel nostro bar esponendo i propri mariti accucciati ai propri piedi, scambiando impressioni, esperienze e aspettative ed è molto eccitante vedere le mogli che mostrano alle altre socie ciò che rimane dei genitali del marito facendo rovesciare a terra il proprio cagnetto che si mette a zampe aperte e ventre esposto.
Non finirò mai di sorprendermi e di eccitarmi vendendo le mogli commentare e toccare con le dita quelle appendici molli, quei tubicini di carne mosci, rimasti lì solo per urinare, ridendo allegramente li fanno rimbalzare come oggetti inanimati, ricordando i tempi e i modi in cui le virilità dei mariti gli creavano grossi problemi.
6) il castrato lecca lecca: i mariti castrati generalmente diventano dei “lecca lecca” ovvero sono obbligati a soddisfare la propria moglie ma anche le altre socie con lavoretti di lingua sui genitali.
Ma anche in questo siamo un po' perverse; questo servizio non deve dare loro alcuna soddisfazione e costringiamo i malcapitati a dei veri tour de force, fino a costringerli al vomito a causa della gran quantità degli umori deglutiti.
7) la monta: la monta è un preciso diritto delle nostre socie e solo il castrato può assistere la propria moglie al rito della monta. Può essere trasmessa sui monitor solo dopo liberatoria della socia.
Questo è un rito a cui si sottopongono le mogli semplicemente per diletto e il proprio piacere e c’è stata qualche donna che si è prestata alla monta più e più volte altre hanno avuto il piacere di concedersi anche a 12/15 bull a seduta.
La monta consiste in un accoppiamento contemporaneo con almeno di 9 uomini anonimi e del tutto sconosciuti; sono in nove perché gran parte delle le socie gradisce un intervento contemporaneo in bocca, in figa e in culo, ripetuto per almeno tre volte.
I loro mariti devono provvedere di persona affinché i ragazzi abbiano le massime erezioni. C’è quindi chi si presta a segarli con mano, che noi vorremmo evitare, e chi invece usa fare sontuosi pompini profondi e salivosi.
C’è chi amorevolmente lubrifica con la saliva la vagina della moglie al meglio e chi sorregge il membro del fortunato, fino ad imboccarlo tra le labbra tumide della moglie.
Da qualche tempo tra le socie si sta diffondendo la perversa usanza di scambiarsi i mariti e metterli sotto di loro a leccare gli umori misti a sperma che perdono dalle loro vulva dilatate e che fuoriescono a causa delle furiose e numerose accoppiate. Anche questo spesso induce al vomito ma la gratificazione è meglio del disagio.
8) la monta ingravidante: tutte le donne che si lasciano andare ad accogliere le abbondanti sborrate da parte dei ragazzi spesso lo fanno per il desiderio di essere ingravidate.
Rimane il rigoroso obbligo di non sapere da chi si rimane incinta.
Alcune donne si sono prestate alla monta più e più volte prima di azzeccare il periodo di massima fertilità. Ovviamente il marito sottoscrive un contratto nel quale si impegna a riconoscere il nascituro ed a provvedere al mantenimento.
9) indovina la monta: è la fase immediatamente successiva in cui per soddisfare la voglia dei fortunati di conoscere il fecondatore, le mogli concedono al marito il rito dell’accoppiamento con i 9 uomini sconosciuti. I mariti verranno sodomizzati profondamente e ripetutamente fino a quando non indovinano il nome del fecondatore. E’ inutile sottolineare che le mogli giocano sull’equivoco più a lungo possibile e fino a quando lo sfintere del marito ne esce in fiamme.
10) gli evirati: questa è solo una fase di up-grade per i castrati.
Alcune mogli sostengono che i loro mariti nonostante abbiamo perso i testicoli, riescono ancora ad avere delle erezioni e perdano dei liquidi dal pene. Le socie vogliono evitare che i mariti sporchino sia perdendo questi liquidi, sia urinando al bagno e quindi li liberano di quell’inutile fardello costringendoli poi a urinare da seduti, come loro. Nessuno dei castrati si è mai opposto in quanto già la condizione precedente li ha messi con la coscienza a posto e hanno definitivamente abbandonato l’idea di usare i propri genitali. La ginecologa esegue l’operazione velocemente inserendo prima un catetere nel pene, arrivando fino alla vescica. Questo servirà a garantire le operazioni di minzione senza subire bruciature sulla ferita nella fase in cui la ferita non è rimarginata. Poi applica due elastici molto stretti alla base del pene per evitare importanti emorragie e quindi usando un bisturi procede a tagliare tutto intorno facendo molta attenzione a non incidere il catetere. In circa 15 minuti l’intervento è finito. Una volta che la ferita è rimarginata, la ginecologa sfila il catetere e rimane un buchetto delle dimensioni dell’uretra che assolve alle esigenze e come dicevo consente di fare la pipì da seduti. Il tutto viene sempre trasmesso sui monitor.
Il pene viene inserito nella stessa teca dei testicoli con il nome del proprietario proprio per permettere a tutte chi ne era il proprietario.
11) i nulli: questa come immaginerete è una categoria particolare e poco frequente ma non scevra di soddisfazioni. Sono i mariti costretti con una sola operazione a saltare tutte le fasi precedenti. Anche questa operazione che viene trasmessa in diretta su i nostri monitor ed è anche l’unica sulla quale si disputa una vera e propria gara. Generalmente chi segue le immagini sui monitor si lascia andare a un lungo applauso per gratificare il fortunato di questo suo massimo sacrificio. Ora vi spiego.
Sempre in Germania è stata studiata una procedura che prevede l’inserimento nel pene di un gel che dopo qualche minuto si espande aumentando le dimensioni del pene e poi tende a consolidarsi fino ad assumere una consistenza marmorea. La nostra ginecologa è diventata una vera esperta di questa pratica. Dopo avere denudato il fortunato sul lettino, gli pratica due o tre iniezioni di antidolorifico alla base del pene. Poi palpando il pene alla base, individua una vena nella quale con una banale siringa si introduce il gel. A questo punto bisogna seguire una rigorosa tempistica. Immediatamente deve essere praticato un taglietto sul fremulo dal quale si fa fuoriuscire il sangue in quanto il gel inizia subito ad espandersi e crea una pressione interna. Il sangue deve sgorgare copioso fino a quando non si vede uscire il colore celeste del gel. Questo significa che il gel ha preso del tutto il posto del sangue nelle vene e nei corpi cavernosi e da questo momento in poi inizia la fase di di consolidamento. Il pene si espande e si ingrandisce oltre modo assumendo dimensioni che spesso sono ragguardevoli e neanche moglie e marito si aspettano di vedere.
Se non fossero fatte le iniezioni di anestetico, questa sarebbe la fase più dolorosa e anche per questo sto facendo alcune valutazioni.
La moglie che è sempre presente all’operazione, e qualche volta vedendo il pene del marito in quelle dimensioni, chiede di fermarci pensando di poter avere un pene sempre a disposizione di quelle fattezze, ma quello è un punto di non ritorno. Quando il gel ha finito di espandersi inizia a consolidarsi e si può passare allo scroto praticando un taglio che permette di far fuoriuscire i testicoli. Questi verranno lasciati appesi senza reciderne i condotti e la vena ma esposti fuori dallo scroto. Si passa così alla vera e propria operazione di asportazione con un taglio netto e preciso alla base in maniera che possa essete suturato con tessuti di pelle prelevati da cosce e addome.
Anche nei testicoli viene iniettato una certa quantità di gel in maniera che diventino delle dimensioni desiderate. In gel evita anche la necrosi dei tessuti che rimangono dello stesso colore e della consistenza del pene quando era di proprietà del fortunato.
Il pene a questo punto è duro come il marmo, privo di sangue e quasi sta dritto da solo anche se messo su un tavolo con i testicoli esposti che fungono da ulteriore arredo.
E’ un orpello di pelle umana che viene usato a casa, per chi lo vuole come ferma libri. La maggior parte dei clienti lo lascia qui da noi esposto in bella vista sugli scaffali della nostra aula magna. La gara premia il proprietario del pene che ha raggiunto le maggiori dimensioni con tanto di targa onorifica esposta nei nostri uffici.
12) il tatoo: questa è una fase facoltativa ma sta riscuotendo grande interesse. Alcune socie erano un po' imbarazzate nel presentare il loro marito con il basso ventre estremamente piatto, con una V inguinale fortemente definita ed al centro il buchetto dell’uretra. La sensazione di vuoto alla vista era un pò fredda e così abbiamo pensato di abbellirla con dei tatuaggi. Una volta che il fortunato si è completamente ripristinato, è senza lividi o ematomi, gli viene fatto un tatuaggio colorato per abbellire il basso ventre. Abbiamo pubblicato un libro con diversi modelli da riprodurre ma tra i più gettonati c’è l’orchidea rosa o rossa che si presenta con i petali aperti e il pistillo in corrispondenza dell’uretra. C’è l’effige di un pene eretto disegnato di profilo con delle ali e poi a mio avviso il miglior tatuaggio è quello che rappresenta una vagina; questa è molto difficile e deve essere fatta ad arte perché deve comprendere l’uretra tra le labbra disegnate e deve essere al posto del clitoride e poi scendere con tanto di grandi e piccole labbra e l’ingresso della vagina deve corrispondere con l’ano del fortunato. Alcune socie mi hanno raccontato di avere dei veri e proprio rapporti saffici con il proprio marito, leccandogli lo sfintere.
Dunque gli affari vanno a gonfie vele e sto già pensando alle prossime eventuali evoluzioni.
Ho intenzione di aprire dei negozi su strada che altro non saranno che dei centri di castrazione che serviranno quindi a liberare le donne da certe incombenze e cercare di ottenere un mondo migliore tutto impostato dalla forza e dalla natura delle donne. Il primo è in fase di allestimento ad Amsterdam.
Vi terrò informati.
Saluti
Buongiorno a tutti voi.
Sono una dominatrice italiana di lunga esperienza maturata in campo internazionale.
Ho 45 anni, fisico statuario, gambe lunghe e affusolate, seno generoso, e mi definiscono una donna decisa, temeraria, forte, da sempre camaleontica, artista professionale e senza limiti mentali.
Dopo aver lavorato in tutta europa, mi sono trasferita a Lugano in Svizzera dove la mia passione mi ha portato ad acquistare una villa e qui accolgo clienti francesi e tedeschi ma ospito anche molti clienti italiani.
Non si tratta del solito dungeon dove si praticano il femdom e bdsm ma è la sede di un club molto esclusivo. Arredata in modo elegante e sobrio, è divisa in privè a tema ma dispone anche di ampie zone comuni.
Il titolo del racconto vi dovrebbe far capire di cosa si tratta.
E’ un club aperto a sole donne che amano dominare i propri uomini, cornuti e ingabbiati ma parliamo di donne facoltose con mariti che spesso ricoprono anche ruoli di prestigio o hanno grosse disponibilità di spesa.
Pensate che tra il mio personale sempre presente in sede, c’è una dottoressa/ginecologa h 24 ( poi vi spiegherò il perché ).
Iniziamo.
All’ingresso della villa c’è una apposita area dove i mariti vengono spogliati e selezionati.
C’è un’area per la depilazione che preferiamo sempre fare con il laser, per migliori risultati.
Poi si passa alla gabbia di castità; ci sono coloro che già portano una gabbia di castità in quanto frequentatori della villa o altri che vengono da noi per la prima volta e che la devono noleggiare o acquistarla. Il noleggio è la formula migliore perché permette di cambiarla e prenderla sempre più piccola in funzione dell’effetto riduttivo che si ottiene sul pene.
Il montaggio della gabbia viene certificato con tanto di data e il pene viene fotografato e misurato ( sempre floscio e mai in erezione, non ci interessano le erezioni ).
Sarà sempre una nostra inserviente che sceglie la gabbia più adatta al momento e la applica.
Fatta questa operazione si passa all’area dei plug anali.
Anche qui ci sono i novizi o quelli già frequentatori che hanno un plug assegnato.
Il plug viene scelto scrupolosamente tra diversi modelli per dimensione e per materiale.
Disponiamo anche di quelli con coda e di quelli gonfiabili che sono i più gettonati.
Poi si passa all’area scarpa; disponiamo di modelli da uomo dalla 42 alla 45 e oltre, tutte in vernice laccata con vari colori o leopardate e tutte rigorosamente con il tacco molto alto.
Collare e guinzaglio; ne abbiamo molti in tinta con le scarpe e quelli rosa con la scritte tipo “ sissy “ o “ slave “ o “ slut “.
Ai mariti è permesso frequentare il nostro locale in questo modo; o in piedi con scarpe, collare e guinzaglio, gabbia e plug e testa reclinata verso il basso o in modalità cagnolino, a quattro zampe e al massimo potrà accucciarsi ai piedi della moglie nelle aree conviviali.
Usciti da quest’area, le mogli e i loro mariti così preparati posso recarsi nell’area bar-cocktail-lunch dove potranno fermarsi per una chiacchierata conviviale, una consumazione o semplicemente uno scambio di idee, parei, esperienze e aspettative con altre mogli ma sempre avranno al loro fianco il loro marito, in alcuni casi accucciato ai loro piedi, in altri al loro fianco, un passo indietro con lo sguardo sempre abbassato.
Si sta inoltre diffondendo l’usanza di invitare al tavolo più mogli e queste mettendosi sedute o alla seconda consumazione, devono dare un colpetto al plug gonfiabile del fortunato o dei fortunati.
Lo scopo lo immaginate, è di devastare l’ano del cagnolino prima di uscire e salutarci.
In quest’area alle mogli è permesso palpeggiare, masturbare o fare dei pompini ai nostri camerieri durante il servizio, camerieri di che io seleziono accuratamente tra i più bei ragazzi cubani e dell’ est Europa.
Ci sono coloro che ci frequentano solo per questo o chi si ferma più a lungo e possono acquistare i servizi che le vedono protagoniste; si perché sono sempre le donne/mogli le protagoniste delle serate.
I servizi offerti (nel senso di gratuiti ) sono:
1) la scossa: il fortunato viene portato in un piccolo teatro con tanto di palcoscenico circondato da divani e poltrone per il pubblico, gli viene applicato un plug con gli elettrodi; viene chiesto alla moglie come si è comportato nei giorni precedenti e in funzione di questo viene decisa l’intensità e la durata del trattamento con il consenso delle presenti.
2) la fuck machines: stessa logica del gioco precedente, sempre sul palcoscenico e in pubblico ma questa volta utilizzando delle fauck machines alle quali si posso applicare vari modelli di peni finti, diversi per fattezza e dimensioni. Il fortunato viene legato ad un cavalletto e la macchina fa il suo dovere nei tempi decisi dalla moglie.
3) la mungitura: lo immaginate, al fortunato viene applicata una sorta di mungitrice elettrica aspirante e insieme al massaggio della nostra inserviente viene fatto eiaculare più e più volte in un tempo prestabilito; abbiamo organizzato una nostra banca del seme per le fasi successive che ora vi spiegherò.
4) sperma drink: la parola stessa è esplicativa; si tratta di una o più porzioni di sperma servito ai fortunati in versione “ nature “ direttamente dalla nostra banca del seme. A seconda della disponibilità che comunque è sempre buona, il drink viene ripetuto più e più volte fino ai primi contai di vomito. Lo sperma non deve essere sprecato.
Da questa fase in poi, gli altri servizi sono a pagamento e assumono una connotazione un po' più cruenta.
5) l’eiaculatore veloce: questa è una competizione dove chi vince in effetti potrebbe perde qualcosa. Ora vi spiego.
Possono partecipare quei mariti certificati con data di chiusura della gabbia e le misure del pene. Vengono costretti a portare una gabbia di castità per anni, privandoli ovviamente di qualsiasi forma si orgasmo. Se accettano di essere liberati questo può avvenire solo in villa e per procurarsi del piacere da soli, sempre davanti ad altre donne e solo rispettando una rigida procedura.
I fortunati vengono affidati nelle mani della ginecologa che gli toglie la gabbia, gli misura il pene per vedere quanto si è ridotto, ne ufficializza le misure al pubblico sempre presente numeroso e insieme alla moglie stabilisce i tempi presunti di masturbazione. I fortunati increduli e sbalorditi non immaginano che il cazzetto si è ridotto ai minimi termini, più simile ad un lombrico inerme e malinconicamente lo devono esporre in maniera ben visibile prestandosi al pubblico ludibrio.
A questo punto lo devono stringere solo con due dita e devono riuscire a venire nei tempi prestabiliti precedentemente, pena l’essere ingabbiati di uovo e per tempi ancora più lunghi.
La stessa ginecologa prende i tempi con un cronometro.
In Germania qualche anno fa siamo riuscite a tenere in gabbia un uomo per 6 anni e alla fine vi posso dire che aveva il pene del tutto atrofizzato, smagrito in larghezza e ridotto anche in lunghezza a tal punto da sembrare il pene di un bambino di 5 anni.
Il trattamento inizia dai 3 minuti e successivamente scendiamo ai 2 minuti e poi 1 minuto; al minuto è facile arrivare ma abbiamo fatto di meglio, anche sotto i venti secondi.
E’ incredibile vederli affannati a segare quel minuscolo orpello, l’ultimo baluardo della loro mascolinità,con gesti così veloci che quasi si ha la sensazione che gli si possa staccare. Ma la paura di essere ingabbiati di nuovo è forte e ce la mettono tutta.
C’è stato un tizio che abbiamo spinto a venire in 16 secondi; praticamente ansimava già mentre gli toglievano la gabbia ed ha dovuto sforzarsi a resistere.
La conseguenza per il tizio come per tutti coloro che vengono sotto il minuto, per l’inutilità e l’incapacità a far godere la moglie, proprio con il consenso e anzi direi rispondendo al desiderio della moglie, vengono immediatamente portati dalla ginecologa per essere castrati. Qui si offrono due opzioni; la castrazione chirurgica immediata che viene anche trasmessa in diretta sui monitor nelle varie sale o l’applicazione un elastico stringente sullo scroto; la stretta è talmente forte che impedisce al sangue di affluire, i testicoli si freddano e lo scroto cambia di colore già dopo mezzora andando sul viola e poi sul blu. Chi sceglie questa strada pensa di concedere qualche altro giorno al fortunato di mantenere i testicoli ma non si rende conto che in effetti già dalla prima ora di applicazione inizia una lenta, progressiva e irreversibile necrosi dei testicoli che tenderanno a seccarsi e poi moriranno del tutto in circa 10 giorni. Successivamente vengono rimossi.
In entrambi i casi i testicoli verranno esposti e conservati in una urna di vetro ammassati insieme ad altri testicoli per renderli irriconoscibili. Vista l’inutilità non si da onore e riconoscenza al fortunato.
La categoria dei castrati volontari sta velocemente assumendo numeri molto importanti ( servizio a pagamento ) vengono indirizzati al ginecologo che provvedere all’esportazione dei testicoli, operazione che come dicevo viene fatta qui in sede, ambulatorialmente, velocemente, con anestesia locale e trasmessa in diretta sui monitor presenti in tutte le sale. Il nostro dottore è molto bravo quando fa i suoi interventi e già la sola vista di quella sacca vuota per molte mogli è motivo di eccitazione.
Altre preferiscono farla togliere riducendo e spianando completamente il tessuto; il risultato finale è estremamente gratificante alla vista ed è quello di un tubicino inerme che esce dal basso ventre e che serve solo per urinare.
In ogni caso sto registrando da parte delle socie un forte interesse per la castrazione e vista la richiesta sempre maggiore, vorrei organizzare un calendario di singoli eventi, o una sorta di castrazione di gruppo.
Solo i testicoli dei castrati volontari vengono conservati in eleganti teche di vetro e vanno ad arricchire la nostra già numerosa collezione, facendo bella figura di se negli appositi espositori ed hanno l’onore di avere una targhetta personale con tanto di nome e cognome ma della moglie che ne rimane la proprietaria.
La moglie spesso porta le amiche socie in adorazione della reliquia, come in un santuario e questo crea invidia convincendo le altre a castrare i loro mariti.
Dopo la castrazione le socie fanno gruppo nel nostro bar esponendo i propri mariti accucciati ai propri piedi, scambiando impressioni, esperienze e aspettative ed è molto eccitante vedere le mogli che mostrano alle altre socie ciò che rimane dei genitali del marito facendo rovesciare a terra il proprio cagnetto che si mette a zampe aperte e ventre esposto.
Non finirò mai di sorprendermi e di eccitarmi vendendo le mogli commentare e toccare con le dita quelle appendici molli, quei tubicini di carne mosci, rimasti lì solo per urinare, ridendo allegramente li fanno rimbalzare come oggetti inanimati, ricordando i tempi e i modi in cui le virilità dei mariti gli creavano grossi problemi.
6) il castrato lecca lecca: i mariti castrati generalmente diventano dei “lecca lecca” ovvero sono obbligati a soddisfare la propria moglie ma anche le altre socie con lavoretti di lingua sui genitali.
Ma anche in questo siamo un po' perverse; questo servizio non deve dare loro alcuna soddisfazione e costringiamo i malcapitati a dei veri tour de force, fino a costringerli al vomito a causa della gran quantità degli umori deglutiti.
7) la monta: la monta è un preciso diritto delle nostre socie e solo il castrato può assistere la propria moglie al rito della monta. Può essere trasmessa sui monitor solo dopo liberatoria della socia.
Questo è un rito a cui si sottopongono le mogli semplicemente per diletto e il proprio piacere e c’è stata qualche donna che si è prestata alla monta più e più volte altre hanno avuto il piacere di concedersi anche a 12/15 bull a seduta.
La monta consiste in un accoppiamento contemporaneo con almeno di 9 uomini anonimi e del tutto sconosciuti; sono in nove perché gran parte delle le socie gradisce un intervento contemporaneo in bocca, in figa e in culo, ripetuto per almeno tre volte.
I loro mariti devono provvedere di persona affinché i ragazzi abbiano le massime erezioni. C’è quindi chi si presta a segarli con mano, che noi vorremmo evitare, e chi invece usa fare sontuosi pompini profondi e salivosi.
C’è chi amorevolmente lubrifica con la saliva la vagina della moglie al meglio e chi sorregge il membro del fortunato, fino ad imboccarlo tra le labbra tumide della moglie.
Da qualche tempo tra le socie si sta diffondendo la perversa usanza di scambiarsi i mariti e metterli sotto di loro a leccare gli umori misti a sperma che perdono dalle loro vulva dilatate e che fuoriescono a causa delle furiose e numerose accoppiate. Anche questo spesso induce al vomito ma la gratificazione è meglio del disagio.
8) la monta ingravidante: tutte le donne che si lasciano andare ad accogliere le abbondanti sborrate da parte dei ragazzi spesso lo fanno per il desiderio di essere ingravidate.
Rimane il rigoroso obbligo di non sapere da chi si rimane incinta.
Alcune donne si sono prestate alla monta più e più volte prima di azzeccare il periodo di massima fertilità. Ovviamente il marito sottoscrive un contratto nel quale si impegna a riconoscere il nascituro ed a provvedere al mantenimento.
9) indovina la monta: è la fase immediatamente successiva in cui per soddisfare la voglia dei fortunati di conoscere il fecondatore, le mogli concedono al marito il rito dell’accoppiamento con i 9 uomini sconosciuti. I mariti verranno sodomizzati profondamente e ripetutamente fino a quando non indovinano il nome del fecondatore. E’ inutile sottolineare che le mogli giocano sull’equivoco più a lungo possibile e fino a quando lo sfintere del marito ne esce in fiamme.
10) gli evirati: questa è solo una fase di up-grade per i castrati.
Alcune mogli sostengono che i loro mariti nonostante abbiamo perso i testicoli, riescono ancora ad avere delle erezioni e perdano dei liquidi dal pene. Le socie vogliono evitare che i mariti sporchino sia perdendo questi liquidi, sia urinando al bagno e quindi li liberano di quell’inutile fardello costringendoli poi a urinare da seduti, come loro. Nessuno dei castrati si è mai opposto in quanto già la condizione precedente li ha messi con la coscienza a posto e hanno definitivamente abbandonato l’idea di usare i propri genitali. La ginecologa esegue l’operazione velocemente inserendo prima un catetere nel pene, arrivando fino alla vescica. Questo servirà a garantire le operazioni di minzione senza subire bruciature sulla ferita nella fase in cui la ferita non è rimarginata. Poi applica due elastici molto stretti alla base del pene per evitare importanti emorragie e quindi usando un bisturi procede a tagliare tutto intorno facendo molta attenzione a non incidere il catetere. In circa 15 minuti l’intervento è finito. Una volta che la ferita è rimarginata, la ginecologa sfila il catetere e rimane un buchetto delle dimensioni dell’uretra che assolve alle esigenze e come dicevo consente di fare la pipì da seduti. Il tutto viene sempre trasmesso sui monitor.
Il pene viene inserito nella stessa teca dei testicoli con il nome del proprietario proprio per permettere a tutte chi ne era il proprietario.
11) i nulli: questa come immaginerete è una categoria particolare e poco frequente ma non scevra di soddisfazioni. Sono i mariti costretti con una sola operazione a saltare tutte le fasi precedenti. Anche questa operazione che viene trasmessa in diretta su i nostri monitor ed è anche l’unica sulla quale si disputa una vera e propria gara. Generalmente chi segue le immagini sui monitor si lascia andare a un lungo applauso per gratificare il fortunato di questo suo massimo sacrificio. Ora vi spiego.
Sempre in Germania è stata studiata una procedura che prevede l’inserimento nel pene di un gel che dopo qualche minuto si espande aumentando le dimensioni del pene e poi tende a consolidarsi fino ad assumere una consistenza marmorea. La nostra ginecologa è diventata una vera esperta di questa pratica. Dopo avere denudato il fortunato sul lettino, gli pratica due o tre iniezioni di antidolorifico alla base del pene. Poi palpando il pene alla base, individua una vena nella quale con una banale siringa si introduce il gel. A questo punto bisogna seguire una rigorosa tempistica. Immediatamente deve essere praticato un taglietto sul fremulo dal quale si fa fuoriuscire il sangue in quanto il gel inizia subito ad espandersi e crea una pressione interna. Il sangue deve sgorgare copioso fino a quando non si vede uscire il colore celeste del gel. Questo significa che il gel ha preso del tutto il posto del sangue nelle vene e nei corpi cavernosi e da questo momento in poi inizia la fase di di consolidamento. Il pene si espande e si ingrandisce oltre modo assumendo dimensioni che spesso sono ragguardevoli e neanche moglie e marito si aspettano di vedere.
Se non fossero fatte le iniezioni di anestetico, questa sarebbe la fase più dolorosa e anche per questo sto facendo alcune valutazioni.
La moglie che è sempre presente all’operazione, e qualche volta vedendo il pene del marito in quelle dimensioni, chiede di fermarci pensando di poter avere un pene sempre a disposizione di quelle fattezze, ma quello è un punto di non ritorno. Quando il gel ha finito di espandersi inizia a consolidarsi e si può passare allo scroto praticando un taglio che permette di far fuoriuscire i testicoli. Questi verranno lasciati appesi senza reciderne i condotti e la vena ma esposti fuori dallo scroto. Si passa così alla vera e propria operazione di asportazione con un taglio netto e preciso alla base in maniera che possa essete suturato con tessuti di pelle prelevati da cosce e addome.
Anche nei testicoli viene iniettato una certa quantità di gel in maniera che diventino delle dimensioni desiderate. In gel evita anche la necrosi dei tessuti che rimangono dello stesso colore e della consistenza del pene quando era di proprietà del fortunato.
Il pene a questo punto è duro come il marmo, privo di sangue e quasi sta dritto da solo anche se messo su un tavolo con i testicoli esposti che fungono da ulteriore arredo.
E’ un orpello di pelle umana che viene usato a casa, per chi lo vuole come ferma libri. La maggior parte dei clienti lo lascia qui da noi esposto in bella vista sugli scaffali della nostra aula magna. La gara premia il proprietario del pene che ha raggiunto le maggiori dimensioni con tanto di targa onorifica esposta nei nostri uffici.
12) il tatoo: questa è una fase facoltativa ma sta riscuotendo grande interesse. Alcune socie erano un po' imbarazzate nel presentare il loro marito con il basso ventre estremamente piatto, con una V inguinale fortemente definita ed al centro il buchetto dell’uretra. La sensazione di vuoto alla vista era un pò fredda e così abbiamo pensato di abbellirla con dei tatuaggi. Una volta che il fortunato si è completamente ripristinato, è senza lividi o ematomi, gli viene fatto un tatuaggio colorato per abbellire il basso ventre. Abbiamo pubblicato un libro con diversi modelli da riprodurre ma tra i più gettonati c’è l’orchidea rosa o rossa che si presenta con i petali aperti e il pistillo in corrispondenza dell’uretra. C’è l’effige di un pene eretto disegnato di profilo con delle ali e poi a mio avviso il miglior tatuaggio è quello che rappresenta una vagina; questa è molto difficile e deve essere fatta ad arte perché deve comprendere l’uretra tra le labbra disegnate e deve essere al posto del clitoride e poi scendere con tanto di grandi e piccole labbra e l’ingresso della vagina deve corrispondere con l’ano del fortunato. Alcune socie mi hanno raccontato di avere dei veri e proprio rapporti saffici con il proprio marito, leccandogli lo sfintere.
Dunque gli affari vanno a gonfie vele e sto già pensando alle prossime eventuali evoluzioni.
Ho intenzione di aprire dei negozi su strada che altro non saranno che dei centri di castrazione che serviranno quindi a liberare le donne da certe incombenze e cercare di ottenere un mondo migliore tutto impostato dalla forza e dalla natura delle donne. Il primo è in fase di allestimento ad Amsterdam.
Vi terrò informati.
Saluti
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