Silvia, tiri membri ancora?

di
genere
esibizionismo

Silvia, tiri membri ancora?

La stupenda poesia di Leopardi, modificata e diventata oggetto di risa. Povero il poeta e povera lirica, svilita dalla demenzialità adolescenziale. Eppure, quante risate al liceo, ma come si fa a rimanere serie?
Ma colgo lo spunto e mi dedico a un'altra Silvia, colei che arricchisce con i suoi commenti questo sito e con cui passo volentieri il tempo a scambiarci commenti e allusioni.
Silvia la timida, Silvia la modesta che puntualizza che bello è il suo avatar, ma non lei.
Eppure no, a me attirano le persone per quello che sono dentro; mi intriga il contenuto di un involucro che può essere gradevole o no, ma di cui mi occupo con meno interesse.
Silvia sfuggente, Silvia che da un po' non ci delizia con i suoi scritti, Silvia che ha bisogno di una spintarella o forse solo di un incoraggiamento.
Silvia misteriosa e Silvia interessante. Silvia sfuggente e Silvia elusiva.
Silvia da cercare, da scovare e da studiare.
Silvia che si lascia immaginare, ma che non si svela.
Silvia vedo – non vedo.
Silvia attraverso uno vetro che riflette l'ambiente esterno e attraverso cui la sua figura mi giunge indistinta.
Una donna che mi guarda. Lei sì, mi vede benissimo, protetta dalla semioscurità dell'ambiente in cui si trova.
La sbircio attraverso il vetro, la perdo e la ritrovo quando passa sotto a una fonte luminosa.
Una donna che si sta spogliando al di là della superficie di cristallo.
Ne seguo i movimenti e poi la perdo di vista.
La ritrovo in mutandine e reggiseno, sembra che mi chiami, che rivolga a me quel gesto di invito. Ma la perdo di nuovo. Schermo con la mano la luce del sole, mi avvicino al vetro e cerco di ridurre il riflesso.
Eccola, di nuovo. Si slaccia il reggiseno e se lo sfila. Petto ben formato, un corpo eccitante, ma ancora più eccitante è questa continua fuga e il mio insistente inseguimento.
Lei, ormai nuda, sotto ai miei occhi che faticano a coglierla e io sotto la sua completa visione che, qui all'aperto, invece non posso mostrarmi a lei nello stesso modo.
Si sfila le mutandine e resta nuda, si muove leggiadra e completamente a suo agio, e io la inseguo, ma non la raggiungo mai.
Si mostra e si cela.
Accende una luce e ne spegne un'altra. Il suo corpo, i suoi capelli. Il suo viso si rivolge a me, mi manda un bacio, eppure mi sfugge e non so come afferrarla.
La vedo ancora, mi chiama, mi fa cenno di raggiungerla. Proprio a me, che la guardo e non la vedo, che la desidero e non posso giacere al suo fianco.
Mi eccita e mi ammalia, mi assoggetta e mi sfugge ancora.
Ora la vedo, seduta su un divano, allarga le cosce e mi mostra la sua intimità più segreta.
Lei si tocca e anche io mi tocco, ma lei è protetta dal vetro, mentre io sono all'aperto, in mezzo a una strada, unica ad averla percepita dietro ai riflessi di questa vetrina anonima.
Mi avvicino alla lastra trasparente, mi appoggio. Che almeno lei possa guardarmi mentre io cerco di seguirne i movimenti.
Irresistibile, la sua mano scivola sui suoi seni, si sfiora il ventre e ritorna tra le cosce.
E io ne ripeto i gesti, mascherando i miei movimenti dagli occhi indiscreti di cui sono circondata.
La mia mano dentro ai miei calzoni, mentre questa donna si concede il piacere liberamente.
Spudorata, mi guarda in volto mentre mi mostra le sue dita. Non posso scorgerne i particolari, ma ne seguo i movimenti verso la sua bocca.
Io, bagnata, in mezzo a una strada, appiccicata a un vetro. La gente si volta a guardarmi, ma non riesce a cogliere cosa stia succedendo dietro a quel sipario impenetrabile.
La donna riprende a toccarsela, ci infila le dita, la vedo scuotere il ventre mentre raggiunge il massimo piacere; nella mia mente ne ricostruisco i gemiti e i sospiri e tutta la sinfonia sonora che accompagna l'orgasmo di una donna.
Ma mi guardo in giro e non posso fare altro che tenermi la voglia, sarebbe pazzesco, assurdo continuare a toccarmela e godere qui, sul marciapiede. Finirei in questura.
La luce all'interno si è spenta e ho perso di vista la donna. Ma poi si accende la cornice luminosa della porta di una stanza più lontana e scorgo ancora la silhouette della donna che, nuda, si allontana ancheggiando nel retrobottega.
Bagnata e molle, mi tengo la voglia. Sarà la doccia, stasera, a colmare le mie fantasie e completare ciò che questa donna sconosciuta ha iniziato.
Mi ricompongo e mi allontano dalla vetrina. Forse ho già dato troppo scandalo.
Ma più avanti, lungo la via, dal termine della stessa vetrina si apre una porticina invisibile e un commesso mi si avvicina.
“Venga pure in boutique, signorina” Mi invita un gentile giovane.
Lo guardo stupita. Non capisco o forse non voglio far capire, ma lui mi sorride e con un lieve inchino ancora mi invita: “Venga pure, non abbia timore. Silvia desidera conoscerla.”
di
scritto il
2022-10-31
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