Mamma e figlio - Allievo e maestra 3

di
genere
incesti

-Ma mamma, c'è papà di la!-

Aveva detto Luca a bassa voce mentre lei gli accarezzava la patta dei pantaloni.

-Non preoccuparti per tuo padre Luca, lo sai che quando è nel suo studio impegnato con le faccende del suo lavoro non si farebbe distrarre neanche se ci fosse il terremoto.-

A quel punto il ragazzo, abbandonando ogni remora, l'aveva abbracciata congiungendosi a lei in un bacio appassionato e contemporaneamente, le aveva portato la mano sotto la gonna trovandola come oramai sempre accadeva, senza mutandine e con la fica bagnata.

Lei sapeva che quella cosa scatenava una immediata erezione nel figlio ed infatti, per evitare che si ripetesse la dolorosa esperienza della prima volta, gli si era inginocchiata davanti e dopo averlo liberato dall'ingombrante pressione del pantalone e delle mutande, glielo aveva afferrato con entrambe le mani ed aveva cominciato a leccarlo prima di prenderlo tutto in bocca per fargli un pompino.

Lo studio del padre era a meno di 5 metri da loro riparati solo da una colonna e dalla porta dello studio, ovviamente!

-Tesoro, tuo padre ne avrà per tutto il giorno e dunque, per ora mi accontenterò di un aperitivo prima del pranzo e dopo, prenderemo insieme il digestivo.-

A stenti il ragazzo (Oramai abituato a lasciarsi andare come gli aveva insegnato la mamma) era riuscito a trattenere i suoi rantoli mentre scaricava il caldo e abbondante frutto del suo piacere nella bocca della mamma che conoscendolo ormai, aveva serrato le labbra ingoiando quasi tutto e perdendo solo alcune gocce colate dai lati della bocca

-Amore.. è tutto pronto in tavola!-

Aveva detto la donna, aprendo la porta dello studio rivolgendosi al marito dopo essersi rassettata e mentre il figlio, era in camera a cambiarsi i pantaloni sporcati da quelle gocce di sperma colate dalle labbra della mamma: "Dio mio Luca, ma come fai ad essere sempre così carico.. mi stavi per soffocare! Corri in camera tua a cambiarti i pantaloni e le mutande mentre avviso tuo padre che il pranzo è pronto" aveva detto al figlio guardandolo con occhi soddisfatti e leccandosi le labbra dopo aver ingoiato il suo "aperitivo" preferito.

A tavola il ragazzo immaginava, pur senza certezza, che il padre sapesse della tresca tra lui sua madre.

Il padre che invece era perfettamente a conoscenza della cosa, si divertiva a provocarlo con frasi allusive e a doppio senso per confondergli ancora di più le già confuse idee.

Era passato ormai più di un mese da quella prima volta in cui lei, dopo aver provocato il figlio lasciandogli nel cesto dei panni sporchi le sue mutandine sborrate proprio nei giorni in cui, il padre era in viaggio di lavoro.

Era passato più di un mese dunque da quando lei per chiarire la strana situazione che si era creata col figlio (Nota-Leggere il primo capitolo per capire) dopo un breve ma imbarazzante preambolo, se lo era fatto inginocchiare davanti a se mentre era seduta accanto al tavolo per la cena.

In quella circostanza al ragazzo in preda ad uno stato confusionale a causa di ciò che stava avvenendo, sollevando la gonna sulle cosce ed allargando le gambe gli aveva mostrato le mutandine completamente bagnate infilate tra le grandi labbra gonfie e lucide.

A quel punto, incurante della reazione di sconcerto del figlio, gli aveva chiesto di sfilargliele.

A quella richiesta il ragazzo col corpo in preda ad un tremore incontrollabile, gli occhi fissi e spiritati ed una smorfia che gli sfigurava il volto, come un automa aveva eseguito ciò che gli aveva chiesto la mamma.

Ancora più impressionante era stata la sua reazione quando lei, sollevandosi lievemente dalla sedia gli aveva chiesto:

-Cucciolo.. amore di mamma sfilamele completamente e tienile allargate con entrambe le mani che voglio fare un gioco con te.-

Con tra le mani il perizoma della mamma completamente intriso di sperma e gli occhi fissi tra le sue cosce, ai suoi occhi, si presentava uno spettacolo impressionante ed arrapante oltre ogni possibile immaginazione.

Senza l'intralcio delle mutandine la donna aveva potuto allargare completamente le gambe mettendo in mostra altre le grandi labbra, le piccole labbra anch'esse dischiuse e rosse come una ferita dalla quale fuoruscivano rivoli lucidi e cremosi.

Al di sopra di quello spacco sanguigno, fuorusciva la clitoride gonfia come un piccolo cazzo sfiorata da un filo di peli neri che decorava il monte di Venere come una pennellata.

-Rimani così amore col perizoma in mano, alzati e avvicinati alla mamma.-

In quella postura, la patta gonfia del jeans del ragazzo era a pochi centimetri dal viso della mamma la quale con una certa difficoltà per via dell'erezione che spingeva, era riuscita ad abbassare la cerniera.

Quando finalmente, liberandolo da quelle dolorosa stretta, il cazzo era esploso in tutto il suo virile turgore, dalla bocca della mamma erano scaturiti commenti lusinghieri e preoccupati:

-Wow che meraviglia!

Somiglia a quello di tuo padre, stessa misura anche se il tuo è bianco, liscio e meno minaccioso del suo più scuro e ricoperto di vene sporgenti.

Però Luca.. amore di mamma, potevi dirmi che eri talmente eccitato che i pantaloni te lo stavano stritolando.

Hai la cappella quasi irriconoscibile tanto è livida e gonfia!

Adesso ci pensa la tua mamma a darti un po' di sollievo.-

Mettendogli le mani dietro ai glutei lo aveva tirato a se ed aveva cominciato a leccarli il gambo per risalire poi sul frenulo, il prepuzio scappellato sino a soffermarsi sul glande dal quale aveva succhiato le goccioline rilasciate dal forellino uretrale prima di imboccarlo come fosse un cono gelato.

A quel trattamento la verga si contraeva pericolosamente tra le labbra della mamma la quale grazie alla sua esperienza, dosava il "trattamento" stando attenta a non portarlo al punto di non ritorno.

La stessa attenzione ci aveva messo quando, dopo averlo sfilato dalla bocca, aveva cominciato a masturbarlo giocando lei stessa col suo clitoride e la vulva grondante di umori.

Come già detto, grazie alla sua esperienza, la donna era riuscita a far godere il figlio mentre lei stessa era in preda ad un violento orgasmo.

I suoi ansimi di piacere avevano coinvolto il ragazzo il quale tuttavia, aveva trattenuto in gola i suoi rantoli di godimento.

-Dio Luca che meraviglia.. ma quanta ne avevi?

Guarda qua, mi hai spruzzato dappertutto, in faccio, sui capelli, sul vestito, sul pelo della mia micina e solo qualche goccia è andata ad unirsi allo sperma che c'è sulle mie mutandine. Peccato, mi sarebbe piaciuto quel cocktail!

Però, devo ammettere che sei davvero una sorpresa e chissà quante ancora ne riservi per me.. per la tua mammina!

Vieni qua, avvicinati che voglio ripulirti io con le labbra.-

Tornati a tavola per continuare la cena interrotta, il ragazzo, superando le paure che sino a quel momento l'avevano bloccato, aveva chiesto alla mamma di chi fosse quello sperma sul suo perizoma visto che il papà era in viaggio per lavoro.

A quel punto anche la mamma considerando ciò che era successo e la maggiore età del figlio, aveva deciso di aprire il vaso di Pandora che custodiva tutti i segreti di famiglia.

segue

scritto il
2022-12-16
1 0 . 3 K
visite
8
voti
valutazione
3.8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.