Due donne a piedi nudi
di
Yuko
genere
saffico
Per mano ci inoltriamo tra gli abeti; il calore del sole si attenua e l'ombra ci dà ristoro dopo l'impietoso insulto dei pesanti raggi solari, nell'apice del periodo estivo.
Ci togliamo scarponi e calze e con passi incerti a pieni nudi sondiamo il tappeto di muschio.
Sotto le piante dei piedi la superficie è morbida e fresca di umidità.
Nei punti in cui affondiamo il nostro peso, emerge un velo d'acqua refrigerante che si infila tra le dita dei piedi.
Il massaggio sulla delicata trapunta erbosa sprigiona un profumo carico dei sentori della terra bagnata. Gli aromi torbati si miscelano con l'odore di resina dei tronchi delle conifere mentre avanziamo per mano, guardinghe, verso il torrente.
Ti conduco come una sposa all'altare, camminando con circospezione su questo soffice vello vegetale in cui minuscole foglioline ci accarezzano la pelle e le dita.
Dietro di noi sembra chiudersi un sipario di silenzio, lasciando il frinire impazzito e frenetico delle cicale alle nostre spalle, per regalare riposo alle orecchie, in una sottile sinfonia costellata dal pigolio di qualche uccello nascosto nelle spesse fronde. Il bassofondo del rumore fluido del torrente fra i sassi aumenta mentre ci avviciniamo al flusso perenne delle acque, imponendosi sul fruscio del vento tra i rami, in uno stanco ritornello che si ripete costante nel tempo.
Suoni antichi e reiterati si miscelano alle nostre giovani sensazioni, ai sentimenti che coltiviamo mentre, tenendoci per le punte delle dita, ci conduciamo alla riva di fredda ghiaia bagnata, tra gridolini di eccitazione e fremiti per il contatto dell'umido muschio con i nostri piedi accaldati.
Arriviamo alla riva a ridosso di un tronco dal sapore antico e l'aspetto sontuoso e ti faccio sedere su un sasso. Io mi adagio di fianco a te, e insieme immergiamo i piedi nella corrente di acqua cristallina.
Gelide carezze ci strappano sussurri di fredde sensazioni e ci tonificano le stanche piante delle nostre estremità.
Il freddo lascia presto posto alla sensazione gradevole di corroborante scorrimento liquido tra le dita.
Ti prendo ancora la mano e ti guardo mentre, eccitata, osservi le nostre dita che giocano nell'acqua.
Mi avvicino e ti bacio sulla guancia. Con la mano avvolgo la tua vita e percepisco il calore del tuo corpo sotto la sottile maglietta.
Il tuo seno occhieggia dalla scollatura pronunciata e vibra a ogni tuo movimento, con la sua consistenza elastica.
Restiamo così, una di fianco all'altra, le braccia intorno ai nostri fianchi a godere di sensazioni fresche sui piedi stanchi e di giochi nella sabbia e nella fredda corrente, finché tu ti alzi, mi vieni di fronte e, trasalendo, ti inginocchi nell'acqua aprendomi le ginocchia e infilando il tuo sguardo tra le mie cosce.
Ti accarezzo i capelli. Un raggio di luce si rifrange tra i tuoi fili di miele dorato, brillando di riflessi rossi e verdi. Sulle mie dita la morbidezza della seta che riluce sul tuo capo.
Mi guardi e sorridi, ma il tuo sguardo si fa concentrato e malizioso mentre cominci a versarmi gocce di freschezza sulle caviglie, risalendo sui polpacci.
Ora sono io che trasalisco in respiri mozzati, quando con le mani a coppa raccogli l'acqua e me la versi sulle ginocchia e sulle cosce, lasciandola scorrere sulle mie gambe.
Poi mi prendi i piedi e li appoggi sulle tue cosce.
Dopo la permanenza nel ruscello, il contatto con la tua pelle è caldo e rigenerante.
Inizi ad accarezzarmi le caviglie, circondando i malleoli con i tuoi polpastrelli.
Poi prendi un piede tra le tue mani e cominci a massaggiarmi la pianta, affondando i pollici al di sotto delle mie dita. Il tuo tocco risale verso le mie falangi che apri e distendi, ritornando al centro della pianta per ripetere il percorso. E ogni volta affondi di più nei miei tessuti e mi trasmetti calore ed energia. Poi passi le tue dita sul tallone e, sollevando la mia estremità, avvicini le dita alla bocca e mi baci in punta di labbra l'alluce e le prime dita.
La calda umidità della tua saliva mi avvolge le falangi, contrasto arrotondato e morbido con il freddo tagliente delle acque del ruscello.
La tua lingua avanza tra le dita e le tue labbra mi succhiano scardinandomi sospiri di piacere.
Allungo le braccia indietro per appoggiarmi al muschio alle mie spalle, distendo il petto e sollevo il seno e il ventre incontro al piacere ottenebrante che la tua bocca suscita sul mio piede.
Mentre la tua lingua continua a dipingere serpentine di piacere tra le dita, sollevo l'altro piede e te lo appoggio al seno.
“Uuuuy!”
Un piccolo urletto di sorpresa per la fredda carezza dell'acqua che dal piede ti bagna il seno, poi affondo le dita nella morbida consistenza ricalcando il lavoro della tua lingua sull'altra mia appendice.
Tu mi guardi e i nostri occhi si incontrano, svelando il desiderio che cresce e che rapisce le nostre menti, ammaestra i nostri progetti ammansendo il programma del caldo pomeriggio estivo.
Con le dita cerco di abbassare il tessuto, ma è solo con il tuo aiuto che il tuo seno si manifesta sopra il bordo della tua canottiera arancione. Il piede si tuffa sull'areola e ti accarezza il capezzolo.
Con attenzione discerno la sensazione del tuo piccolo apice tra le dita. Piccola vetta puntiforme, che apprezzo, dura e consistente, sotto le carezze delle dita e dell'incavo del piede.
Le tue dita, invece, fredde e decise, serpeggiano sulla mia cosce, ormai oltre il mio ginocchio.
E presto devo arrendermi al tuo attacco. Le ginocchia si allargano e i piedi si raccolgono sulle tue cosce. Sporgo gli inguini alla tua esplorazione che ormai si avvicina, fresca di stille di acqua e curiosa di umida carne nipponica.
Ora il tuo massaggio sfida il confine dei miei corti calzoncini.
Il tessuto attillato cede alle insidie dei tuoi pollici che vi si infilano senza riguardi raggiungendo l'insenatura dei miei inguini e già a contatto con la mia vulva.
Le fredde dita che poco prima giocavano nell'acqua del ruscello, ora accarezzano le mie pieghe più esterne, le allargano come onde concentriche di morbida carne dopo la caduta di un sasso nell'acqua immobile, valve di madreperle pronte a schiudersi sul caldo mollusco che, umido attende per svelare la perla ai tuoi occhi impazienti.
Sposto i miei piedi sui tuoi seni. Tu sollevi la maglietta perchè le dita e i miei sguardi giochino tra le tue curve, e pieghi il capo per succhiarmi i piccoli tentacoli che si muovono sul tuo corpo.
Mi sfili i calzoncini e mi trasporti a sedere sul muschio continuando ad accarezzarmi sul mio piccolo cuscino di madide mucose.
Contempli le mie mutandine bagnate prima di sfilarle per scoprire il mio crine nero e inebriarti dei miei sapori.
I piedi abbandonano i tuoi seni per lasciarti entrare più agevolmente tra le mie cosce e poterti accogliere nella mia calda sorgente.
E dopo che mi hai condotto all'oblio e alla tempesta dei sensi è la mia volta ad accarezzarti e svelare le sensazioni che racchiudi al confine della tua pelle.
Nude, rotoliamo lentamente sul muschio umido per giacere ancora una sopra l'altra.
Mi sollevo dal tuo seno per guardarti e farmi guardare.
I nostri ventri conversano mentre noi ci scambiamo sguardi di soddisfazione contemplativa.
Poi mi stringi ancora a te e ci abbandoniamo al contatto caldo dei nostri corpi.
Più in basso i nostri piedi ancora giocano.
Ci togliamo scarponi e calze e con passi incerti a pieni nudi sondiamo il tappeto di muschio.
Sotto le piante dei piedi la superficie è morbida e fresca di umidità.
Nei punti in cui affondiamo il nostro peso, emerge un velo d'acqua refrigerante che si infila tra le dita dei piedi.
Il massaggio sulla delicata trapunta erbosa sprigiona un profumo carico dei sentori della terra bagnata. Gli aromi torbati si miscelano con l'odore di resina dei tronchi delle conifere mentre avanziamo per mano, guardinghe, verso il torrente.
Ti conduco come una sposa all'altare, camminando con circospezione su questo soffice vello vegetale in cui minuscole foglioline ci accarezzano la pelle e le dita.
Dietro di noi sembra chiudersi un sipario di silenzio, lasciando il frinire impazzito e frenetico delle cicale alle nostre spalle, per regalare riposo alle orecchie, in una sottile sinfonia costellata dal pigolio di qualche uccello nascosto nelle spesse fronde. Il bassofondo del rumore fluido del torrente fra i sassi aumenta mentre ci avviciniamo al flusso perenne delle acque, imponendosi sul fruscio del vento tra i rami, in uno stanco ritornello che si ripete costante nel tempo.
Suoni antichi e reiterati si miscelano alle nostre giovani sensazioni, ai sentimenti che coltiviamo mentre, tenendoci per le punte delle dita, ci conduciamo alla riva di fredda ghiaia bagnata, tra gridolini di eccitazione e fremiti per il contatto dell'umido muschio con i nostri piedi accaldati.
Arriviamo alla riva a ridosso di un tronco dal sapore antico e l'aspetto sontuoso e ti faccio sedere su un sasso. Io mi adagio di fianco a te, e insieme immergiamo i piedi nella corrente di acqua cristallina.
Gelide carezze ci strappano sussurri di fredde sensazioni e ci tonificano le stanche piante delle nostre estremità.
Il freddo lascia presto posto alla sensazione gradevole di corroborante scorrimento liquido tra le dita.
Ti prendo ancora la mano e ti guardo mentre, eccitata, osservi le nostre dita che giocano nell'acqua.
Mi avvicino e ti bacio sulla guancia. Con la mano avvolgo la tua vita e percepisco il calore del tuo corpo sotto la sottile maglietta.
Il tuo seno occhieggia dalla scollatura pronunciata e vibra a ogni tuo movimento, con la sua consistenza elastica.
Restiamo così, una di fianco all'altra, le braccia intorno ai nostri fianchi a godere di sensazioni fresche sui piedi stanchi e di giochi nella sabbia e nella fredda corrente, finché tu ti alzi, mi vieni di fronte e, trasalendo, ti inginocchi nell'acqua aprendomi le ginocchia e infilando il tuo sguardo tra le mie cosce.
Ti accarezzo i capelli. Un raggio di luce si rifrange tra i tuoi fili di miele dorato, brillando di riflessi rossi e verdi. Sulle mie dita la morbidezza della seta che riluce sul tuo capo.
Mi guardi e sorridi, ma il tuo sguardo si fa concentrato e malizioso mentre cominci a versarmi gocce di freschezza sulle caviglie, risalendo sui polpacci.
Ora sono io che trasalisco in respiri mozzati, quando con le mani a coppa raccogli l'acqua e me la versi sulle ginocchia e sulle cosce, lasciandola scorrere sulle mie gambe.
Poi mi prendi i piedi e li appoggi sulle tue cosce.
Dopo la permanenza nel ruscello, il contatto con la tua pelle è caldo e rigenerante.
Inizi ad accarezzarmi le caviglie, circondando i malleoli con i tuoi polpastrelli.
Poi prendi un piede tra le tue mani e cominci a massaggiarmi la pianta, affondando i pollici al di sotto delle mie dita. Il tuo tocco risale verso le mie falangi che apri e distendi, ritornando al centro della pianta per ripetere il percorso. E ogni volta affondi di più nei miei tessuti e mi trasmetti calore ed energia. Poi passi le tue dita sul tallone e, sollevando la mia estremità, avvicini le dita alla bocca e mi baci in punta di labbra l'alluce e le prime dita.
La calda umidità della tua saliva mi avvolge le falangi, contrasto arrotondato e morbido con il freddo tagliente delle acque del ruscello.
La tua lingua avanza tra le dita e le tue labbra mi succhiano scardinandomi sospiri di piacere.
Allungo le braccia indietro per appoggiarmi al muschio alle mie spalle, distendo il petto e sollevo il seno e il ventre incontro al piacere ottenebrante che la tua bocca suscita sul mio piede.
Mentre la tua lingua continua a dipingere serpentine di piacere tra le dita, sollevo l'altro piede e te lo appoggio al seno.
“Uuuuy!”
Un piccolo urletto di sorpresa per la fredda carezza dell'acqua che dal piede ti bagna il seno, poi affondo le dita nella morbida consistenza ricalcando il lavoro della tua lingua sull'altra mia appendice.
Tu mi guardi e i nostri occhi si incontrano, svelando il desiderio che cresce e che rapisce le nostre menti, ammaestra i nostri progetti ammansendo il programma del caldo pomeriggio estivo.
Con le dita cerco di abbassare il tessuto, ma è solo con il tuo aiuto che il tuo seno si manifesta sopra il bordo della tua canottiera arancione. Il piede si tuffa sull'areola e ti accarezza il capezzolo.
Con attenzione discerno la sensazione del tuo piccolo apice tra le dita. Piccola vetta puntiforme, che apprezzo, dura e consistente, sotto le carezze delle dita e dell'incavo del piede.
Le tue dita, invece, fredde e decise, serpeggiano sulla mia cosce, ormai oltre il mio ginocchio.
E presto devo arrendermi al tuo attacco. Le ginocchia si allargano e i piedi si raccolgono sulle tue cosce. Sporgo gli inguini alla tua esplorazione che ormai si avvicina, fresca di stille di acqua e curiosa di umida carne nipponica.
Ora il tuo massaggio sfida il confine dei miei corti calzoncini.
Il tessuto attillato cede alle insidie dei tuoi pollici che vi si infilano senza riguardi raggiungendo l'insenatura dei miei inguini e già a contatto con la mia vulva.
Le fredde dita che poco prima giocavano nell'acqua del ruscello, ora accarezzano le mie pieghe più esterne, le allargano come onde concentriche di morbida carne dopo la caduta di un sasso nell'acqua immobile, valve di madreperle pronte a schiudersi sul caldo mollusco che, umido attende per svelare la perla ai tuoi occhi impazienti.
Sposto i miei piedi sui tuoi seni. Tu sollevi la maglietta perchè le dita e i miei sguardi giochino tra le tue curve, e pieghi il capo per succhiarmi i piccoli tentacoli che si muovono sul tuo corpo.
Mi sfili i calzoncini e mi trasporti a sedere sul muschio continuando ad accarezzarmi sul mio piccolo cuscino di madide mucose.
Contempli le mie mutandine bagnate prima di sfilarle per scoprire il mio crine nero e inebriarti dei miei sapori.
I piedi abbandonano i tuoi seni per lasciarti entrare più agevolmente tra le mie cosce e poterti accogliere nella mia calda sorgente.
E dopo che mi hai condotto all'oblio e alla tempesta dei sensi è la mia volta ad accarezzarti e svelare le sensazioni che racchiudi al confine della tua pelle.
Nude, rotoliamo lentamente sul muschio umido per giacere ancora una sopra l'altra.
Mi sollevo dal tuo seno per guardarti e farmi guardare.
I nostri ventri conversano mentre noi ci scambiamo sguardi di soddisfazione contemplativa.
Poi mi stringi ancora a te e ci abbandoniamo al contatto caldo dei nostri corpi.
Più in basso i nostri piedi ancora giocano.
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